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domenica 4 novembre 2012

REMEO TRE I carabinieri cercavano casa a Racalmuto.



Bella questa storia della Caserma dei Carabinieri. Regalpetra libera, come al solito riesce a scovare i veri problemi di Racalmuto e preannunciarne gli sviluppi. Meriti giornalistici a iosa: a mio scorno. Pazienza! Vedo che qualche furbetto di paese cerca di intrufolarsi per acquisire meriti che non ha né può avere. Mi dispiace quando da ciò ...
derivano effetti alone negativi per il paese. Non parlare mai male di te stesso: è l’unica volta che ti si crede sulla parola, diceva qualcuno.
La storia della caserma dei carabinieri va raccontata per quella che è stata.
Brevissimamente: varato il piano regolatore del 1978-80, si cerca di ottenere un prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti per una caserma dei carabinieri alla Provvidenza, dietro le scuole elementari, nel pieno rispetto di una della nove (mi pare) tavole allegate alla gazzetta siciliana del maggio 1980. Si poteva dare del lavoro ai locali, e ce n’era bisogno. Un costruttore di Aragona ebbe a presentare un progetto (se non sbaglio). Il maresciallo della locale caserma di allora premeva, non gradendo più l’allocazione al Monte. Sia come sia, non se ne face nulla perché un locale “padrone di casa”, autorevolissimo, riuscì a lucrare un congruo affitto dislocando il tutto nei suoi immobili.
E le “pizze” delle intercettazioni fatte durante il periodo più caldo del caso Sindona? E i reperti archeologici che mi si dice il Calderoli avere portato dai carabinieri? Sono dati di archivio che la Benemerita prima o poi deve fornire a noi poveri ricercatori microstorici e archeologi dilettanti. Ne va di mezzo la memoria locale, anche quella preistorica. Il paese di Sciascia merita questo ed altro. Non merita il fango gratuito (e talora inventato) di questo giorni.
Calogero Taverna

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