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giovedì 14 febbraio 2013


IL RIBELLISMO SI AFFLOSCIA: RACALMUTO TORNA AI SUOI DILETTI SONNI



Credo che siamo vicini all’afflosciamento del grande rumore per nulla che è scoppiettato intorno alla faccenda della monnezza. Se il sottoscritto scrive che siamo nelle panie giuridiche della natura impositiva di questa maledetta TARSU e c’è da domandarsi se siamo in presenza di una tassa (con tutto quanto ciò comporta) o in presenza di una tariffa (civilistica obbligazione che segue regole meno cogenti) o come tutto sommato penso di fronte ad un ibrido che consente non tanto alle autorità quanto ai burocrati o ai manager di anguillare a seconda di quel che conviene, succede che alcune anime candide di puerile cultura si credono in diritto di redarguirmi mentre i furbacchioni (penso non più di cento soggetti su un totale di una popolazione residua di settemila e cinquecento abitanti) avranno un sogghigno come se si trattasse di formalismo leguleio. Si ricorre all’aliena microstoria. Al mio asino ragliante  - sedicente esperto nel fabulismo di Fedro – rimbecco: ante tre menses … Il ritorno alle cose del passato addirittura a quelle di un  secolo e mezzo fa è buona panacea per addormentare e addormentarsi; chi sale in cattedra per insegnare economia a Monti si avventura in analisi socio-economiche tinte di marxismo e tutto pontifica, e molto deplora e tanto diagnostica; qualche meneghino piuttosto bigotto che nulla conosce di questo paese per non esserci mai stato ci pianifica – sfuggendo ad ogni sua responsabilità – vita sociale amministrativa politica morale.

Tutto ciò non può che preludere all’afflosciamento del ribellismo dei racalmutesi: molti dei quali si sono sbracciati, hanno inconsuetamente urlato, hanno ascoltato chi aveva a portata di mano salvifiche scorciatoie, se ne sono tornati a casa acquietati, hanno visto spazzini frettolosi a togliere monnezza vicino alle scuole  e sulla strada dirottata per il mercatino del sabato, hanno pensato davvero che la faccenda si era bellamente risolta anche per merito dei loro strilli; si sono guardati bene dall’approfondire la strana promessa di un assessore che assicurava un cospicuo prelievo dagli esausti fondi regionali per distribuirlo ai netturbini della plaga agrigentina, sollevando dalle responsabilità societarie, civili e penali, dei loro accoliti politici catapultati a suon di centinaia di migliaia di euro nei posti apicali di strane azionare smaltitrici dei rifiuti. Pochi avranno sospettato come me che tanta solerzia nel pulire adiacenze di scuole pubbliche per bambini denunciava il terrore di stangate penali perché quando si tratta della salute dell’infanzia anche il più neghittoso dei magistrati si sveglia e mena e di brutto e lo spazzino scioperante si trova a casa licenziato e con questi chiari di luna la cosa non è gradevole: quanto al mercato rionale, visto che si martella sulla fine del mondo per grave crisi economica, è meglio non provocare il can che dorme.

Ormai più contenti di quando vince la squadra del cuore, tutti a nanna (in senso figurato, per dire il furore politico si è acquietato). Chi si ricorderà di ciò il prossimo ottobre del 2014 quando si andrà a votare per la scelta di uno straccio di sindaco e del contorno degli scranni della sala ove ancora campeggia l’ovale di un Matrona? Pochi: ognuno voterà come sempre ha votato; a seconda del parente del clan familiare di appartenenza. E chi verrà eletto? Non uno dei due podestà preconizzati da Buttafuoco, il cui cognome alla Pinocchio è rassicurante per i nostri già scalpitanti candidati di contrapposta estrazione politica. Il fascismo a Racalmuto, caro Buttafuoco, è morto e sepolto. Ultimamente i nostri camerati non erano in grado di approntare uno straccio di lista, figurati se nel prossimo ventotto ottobre 2014 potranno conseguire una plebiscitaria elezione di un podestà di fascistica memoria. Passiamo ai bloggisti: si illudevano prima, figurarsi ora che gli hanno chiuso persino il macello. Noi di sinistra abbiamo fatto di tutto per squalificarci e le nostre clientele sindacl-mediche-leguleie si sono polverizzate per inadempienze varie e per certi eccessi di nepotismo, non potendosi neppure escludere capziosità locupletanti. Ora che a Racalmuto si affacciano ben cinque stelle pochi tanti molti voti li raggranelleranno, ma sempre insufficienti per far storia. Avremo qualche altro derelitto da sistemare.

Ed allora?

Ne parlavo con uno dei tanti miei fratelli. Arrivati alla conclusione che il mio favorito difficilmente supererà lo scoglio della via giudiziaria, e dato che lui – per me l’unico idoneo a risolvere i grandi-piccoli problemi di questa mia scintillante Racalmuto: meraviglioso spazio vitale per settemila e cinquecento persone  (quelle di la Cunfina non li conto più) che si contentano di stare qui – dato che lui, dicevamo, mai e poi mai si azzarderà a portarsi a sindaco non avendo assolutamente doti piazzaiole, ho finito con l’augurarmi che l’on. Milioto scenda in campo anche per difendere la sua progenie, dall’interno. Ha talento charme favella ed ora esperienza entrature autorevolezza e fino a prova contrario penalmente ed amministrativamente illibato. Capisco che avrà i c… gonfi per quel che ingratamente gli ha riservato il popolo di Racalmuto, ma so che il politico al primo richiamo della foresta non resiste e scatta per colpire, trovar la preda per sfamarsi e per sfamare, ben sapendo come si fa, senza corbellerie promissorie e compromissorie che imberbi imbecilli poetastri giornalistucoli mestieranti et similia propinano a noi poveri elettori – si dice attivi.

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