Gentilissimo signor Felice
Cavallaro
Ho letto il suo “costruiamo
insieme le nuove stagioni”,
Buttafuoco – come lei ben sa – con mossa davvero infelice la vuole PODESTA’
unico di questo mio diletto Racalmuto, né
Regalpetra né paese di Sciascia né paese della mafia ne ora CITTA’ di Sciascia
– per quel che ne ebbe a scrivere sul Foglio di Ferrara, MALGRADOTUTTO la
premia concedendole quasi tutto intero lo spazio di fondo (sia pure del solo
secondo numero dei primi tre quarti di questo per me piuttosto felice anno di
vita racalmutese), la televisione criptocomunista la invita a spiegare agli
italiani che cosa è mafia, altri ed altri ancora ha fatto di lei un baluardo
della stampa persecutrice della criminalità organizzata, la ministra degli
Interni la ritiene degno di confidenziale fiducia per le cose di Racalmuto e
naturalmente interprete autorevole del titanico e imperturbabile atteggiamento
di Sciascia nella lotta a Cosa Nostra ed anche agli STIDDARA. E le crede tanto
da confidarle che se prende il provvedimento che ha preso – improvvidamente,
sottolineiamo noi – l’ha preso “con animo
turbato, pensando a Sciascia, ovviamente, alla Fondazione che porta il nome
dello scrittore, al teatro che fu presieduto da Andrea Camilleri, forse anche a
fermenti culturali come il gruppo di “Malgrado Tutto” ed altre voci come i siti
“Regalpetra Libera” o “Castrum Racalmuto Domani” capaci se pure ad
intermittenza, di accendere curiosità ed attenzioni da quest’angolo siciliano
che con buona dose di autoironia provammo un tempo a proporre come ‘il paese
della Ragione’ ”.
Davvero il Ministro in
gonnella Cancellieri ha tempo e voglia di sciupare le sue poche ore di sonno
per queste inezie racalmutesi? Se è così, complimenti e complimenti ancora
signor grandissimo felice giornalista!
Povera Cancelleri, che apparve
tanto turbata e sconcertata quando venne a Racalmuto per fare la visita imposta
e furbescamente estorta delle cosiddette “sette chiese” per come sardonicamente
chiosava un blog da me ideato denominato ed introdotto in ambienti solo a me –
immodestia a parte – consentiti (blog invero estortomi con insolenti e
perentori BASTA e defluito verso le ricette della ‘zza RURU’ che chissà a chi interessano).
Povera Cancelleri che doveva
andare nel altro fomite di indiscutibile cultura quale è l’occiduo circolo dei
vecchi galantuomini (tra i quali si annoveravano tutti i membri della sua
aulica famiglia, signor Cavallaro, che però si sono volatilizzazti, pare, per
non accollarsi l’onere del gravoso ‘mensile’, meno lei per le ragioni che ben
sa) ed invece si limitò ad una nicodemica “taliata” credo a motivo di una
interdicibile “pipì” che allora adducevo nel sito che lei cita e che fece
ridere mezza Italia.
Povera Cancelleri che dovette
dare lustro ad una “affondazione” chiusa, neghittosa, “una cattedrale nel
deserto” ebbe a scrivere il suo bleso collega GIORDANO. Per sommo dell’ironia
ora quei “missi” della Ministra chiedono il rendiconto finanziario che nessuno
si azzarderà a dare (so di un mio collega che, per fare il doveroso controllo
come sindaco, chiese ed ottenne un pantagruelico rimborso spese).
Povera Cancelleri che mentre
era indotta a considerare “fermento culturale” il blog di Scimè, la sua
fiduciaria al Tramonto (cacciata via secondo me) ne vitupera forme e contenuto
arrivando ad usare lemmi come “VOMITEVOLE” che il suo MalgradoTutto echeggia
persino nel titolo dell’esclusiva intervista senza diritto di replica.
Povera Cancelleri che crede in
un Camilleri un tutt’uno con il Regina Margherita ignara di disdicevoli
inconvenienti che il spinsero il giallista di Porto Empedocle ad un fugone
donnabbondesco (sempre secondo me,
ovviamente).
E’ domenica, domani debbo
partire e non ho tempo (ma forse voglia di continuare). In Banca d’Italia si
aveva l’obbligo di chiudere in stile burocratico: nel pregare di scusare
l’occorso, si ringrazia e si porgono distinti ossequi.
Calogero Taverna
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