Che si tratti di un importante avvenimento mi pare di doverne dubitare. Ai tempi in cui bazzicavo chiese e preti non ricordo di processioni - peraltro striminzite - per una arca così insolita. E' l'arca che abbiamo vista con processione officiata da padre Chiarelli (vulgo patri Chiarilluzzu) in cotta e stola e padre Calogero Picone in tunica. Allora non credo che padre Picone fosse monsignore. Storia curiosa quella del monsignorato conferito a padre Picone, sacerdote sicuramente degno ma non molto spettacolare nel novero degli innumerevoli preti racalmutesi dell'epoca, alcuni ancor oggi ricordati positivamente come padre Gerlando di Falco altri in po' meno come padre Decio Rosina che quanto al de sexto lasciò a desiderare (per la Chiesa s'intende). Il monsignorato a padre Picone piovve come dire da Roma. La storia io la so così: un nipote di padre Picone - la famiglia Picone è famiglia di ottimati a Racalmuto - aveva entrature in Vaticano. Bussò per un titolo onorifico per questo suo parente peraltro mansueto racalmutese.Occorre però il parere del vescovo agrigentino. Parere positivo ma a condizione che analogo titolo venga conferito a padre Salvatore Farrauto e che si promuova di grado il vetusto ex arciprete Casuccio. Bazzecole per la curia pontificia: monsignori Picone e Farrauto,
Protonotario Apostolico di PapaPaolo VI il già mons. Giovanni Casuccio. Era l'anno delSignore 1978, addì 11 aprile.
Notiamo qui l'amico padre Puma in stola, di sicuro in cotta ma con strana giacca clericale. Berretta in testa. Doveva far freddo. Padre Puma doveva essere parroco - piuttosto a mezzadria con il degente padre Arrigo - della parrocchia del Carmine. Altri testi qui l'affermano e noi non abbiamo elementi per contraddirli. Diciamo allora che si dovrebbe trattare di un periodo che va dai primissimi degli anni '60 al 30-11-1967, giorno in cui padre Puma fa un mirabolante accesso alla prestigiosa arcipretura di Racalmuto, per un incauto atto dimissionario del pur grintoso arciprete Casuccio all'epoca già ottaduenne ma ancora molto aggressivo. Faccenda di anzianità ma alquanto nebulosa. Nuove norme di diritto canonico sulla temporaneità del parrocato, incertezze ermeneutiche. Mons. Casuccio fa l'atto nobile delle dimisioni convinto che il vescovo agrigentino le rigttasse: niente affatto, si coglie la palla al balzo e mons. Casuccio ccssa di essere l'arciprete controverso ma incisivo dell'importante Ecclesia racalmutese. Lo era stato per 33 anni. Sarà Protonotario ma solo undici anni dopo: un orpello unico nella storia della chiesa racalmutese e di sicuro l'onorificenza papale più alta di tutti tempi per il clero del nostro paese.
Padre Puma, come parroco del Carmine, dovette vedersela con l'ancora vivente titolare padre Arrigo. Soccombette quanto al beneficio del Crocifisso. Ne parlo in mie pubblicazioni a mie spese per dovermi qui diffondere su questo strano beneficio che la Curia si arroga, che il Catasto contesta, che privati ne ussano e corrispondono un capretto ogni anno per Pasqua a chi fu il successore di padre Puma nella parrocchia carmelitana. Oggi non so come la faccenda sia andata a finire. Padre Puma non ebbe credo molto amore per padre Arrigo. Ne scrisse il solito necrologio nel brogliaccio di cui abbiamo detto la volta scorsa. Lo si può lggere nella foto qui sopra. Scarno, quasi indifferente, mutilo.
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