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lunedì 30 dicembre 2013

1979, anno di svolta nella mia vita

ANNO 1979
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L'ANNO PIU' VUOTO. IL PIU' SALATO (Inflazione al 22%).
CON TANTO SANGUE (stragi)  E IL MISTERO PECORELLI
  (ma appare CRAXI e qualcosa cambia) (evita di far ghettizzare i  comunisti )
  ( vedi luglio - il ricatto di Zaccagnini)
  Un gran vuoto di governo nel corso dell'anno. Per quasi  nove mesi l'Italia è
  allo sbando.
  Il potere é del tutto assente, mentre l'inflazione al 20/22 per cento - e la
  spietata pressione fiscale ai salariati - falcidia i redditi di lavoro.
  Entra in funzione il SME nei paesi della CEE, mentre in Italia scoppia lo
  scandalo del Banco Ambrosiano (Sindona, Calvi, Gelli, Ambrosoli - il giallo
  del secolo!);  provoca un terremoto anche dentro la Banca D'Italia.
  Incriminato il Governatore BAFFI, arrestato il direttore SARCINELLI. (In
  seguito saranno prosciolti - Il primo però si dimetterà (!?) il 20 settembre,
  aprendo così la carriera a CARLO AZEGLIO CIAMPI governatore, e a LAMBERTO DINI
  la direzione generale).
  Un anno non male invece per commercianti, professionisti, artigiani, osti,
  idraulici, carrozzieri e altre mille categorie; fanno tutti affari d'oro senza
  pagare le tasse, previdenza sociale, sanità, infortuni; categorie privilegiate
  che continuano serenamente a sfuggire al fisco che, in realtà, non vuole
  colpirli. E se  alcuni  pagano sono somme risibili.
  Mentre quasi tutti i prodotti o i servizi dopo una sola settimana costano più
  cari, spesso  senza nessuna giustificazione.  Si prende  alle volte la più
  banale scusa per aumentare i prezzi. "Caro signore e signora, ma non legge i
  giornali? e nemmeno li compra? perchè a proposito di giornale a marzo costava
  200 lire, in aprile 250, a maggio 300, quindi il 50% in due mesi". E giù il 50
  per cento di aumenti anche sul riso, la pasta, l'olio ecc.; o i conti salati
  al parrucchiere, al facchino, al dottore, all'idraulico, e ai vari
  approfittatori. Cioè tutti.
  Il costo del denaro nelle banche é da Terzo Mondo, si sfiora il 35 per cento,
  ma se non hai forti garanzie, lo sportello è un muro di gomma. Così gli
  strozzini fanno affari d'oro; chiedono anche loro il 35%, ma al mese!
  I sindacati? L'8 ottobre su "Rinascita" a riflettere sul loro   "totale
  fallimento" si alza la voce di un veterano padre della Patria: il comunista
  GIORGIO AMENDOLA. E se lo dice lui !
  Dopo il congresso all'EUR in febbraio, stanno ricomparendo gli egoismi, le
  bandiere di organizzazione; detto in altre parole ognuno va per conto suo. La
  CISL ha riacceso il dialogo con la DC, la UIL con il PSI, la CGIL con il PCI.
  Per riavvicinarsi ai partiti, le tre confederazioni sindacali si sono
  allontanate fra loro, e con una parte della base che li sta duramente
  contestando.
  "L'ombra del compromesso storico ha reso tutto più difficile per le
  organizzazioni sindacali" si giustifica   BENVENUTO: "il governo d'emergenza
  sul piano nazionale ha portato un logoramento dei rapporti unitari e ognuno ha
  voluto cercare una sua precisa caratterizzazione. La crisi ha prodotto
  lacerazioni vastissime non solo tra le tre organizzazioni, ma tra tutti i
  lavoratori". - Gli fa eco MARIANETTI "La spinta dal basso é diminuita e questo
  ha spento il processo di unità e di democrazia sindacale". (L'Espresso, n.6,
  11 febbraio)
  Intanto il "partito armato" (PL, BR) non alza la voce ma alza il tiro,
  continua a seminare cadaveri eccellenti e fa un "salto di qualita";  per la
  prima volta inizia ad ammazzare anche dentro il proletariato: sindacalisti,
  operai, domestici, studenti, professori, agenti di custodia e tanti tanti
  agenti. La reazione del proletariato? "Ma come, non hanno ammazzato nemmeno un
  borghese e adesso ammazzano i nostri, i poveracci?".
  (la lunga serie, elencata nel mese di FEBBRAIO)
  Dove sono i "coraggiosi" intellettuali che nel 1971 affermavano che il
  terrorismo non era una cosa che riguardava la sinistra ma solo la borghesia?
  Cosa dicono adesso? Aveva allora ragione Amendola due anni fa sull'Unità
  scrivendo che erano stati oltre che ciechi dei "cattivi maestri"? (vedi fine
  Gennaio)
  MA INIZIAMO DA UNA PANORAMICA POLITICA DELL'ANNO
  poi i singoli avvenimenti nei rispettivi link dei mesi.
  Il 31 GENNAIO  per il venire meno della maggioranza  di solidarietà nazionale,
  ANDREOTTI dopo un dibattito parlamentare è costretto a dimettersi dal suo IV
  governo. BERLINGUER ( prestato a dare la voce per chiedere sacrifici ai
  lavoratori italiani) ha accusato Andreotti di non aver mantenuto i patti e ha
  ritirato l'appoggio al monocolore: a quella DC che si é presa il lusso di
  avere l'interlocutore delle masse a sua disposizione, a completo servizio per
  far mandare giù i peggiori rospi a una metà degli italiani.
  Berlinguer afferma "Siamo giunti alla conclusione, dopo l'esame dei fatti, che
  la nostra permanenza é diventata impossibile". Andreotti di rimando "Sono
  emerse posizioni che richiedono un chiarimento di fondo". Più che in
  parlamento la vera battaglia si sta svolgendo dentro le due segreterie. In
  quella della DC lo scontro é   furibondo. La causa : il rapporto che la DC
  deve avere o non avere con i comunisti. Coveranno tutti per l'intero anno, poi
  nel gennaio dell''80, al congresso DC tra applausi, urla, insulti e fischi 
  arriveranno al famoso "preambolo".
  Di governo ci proverà a formarne uno LA MALFA il 2 marzo: propone una diretta
  partecipazione al  PCI e la nomina di ministri della sinistra indipendente. Ma
  oltre il netto rifiuto della DC, si schiera contro la sua proposta  anche il
  PCI. (A Berlinguer questa mossa costerà cara!).
  PERTINI convoca ancora Andreotti il 7 marzo; il 21 il democristiano 
  costituisce il suo V governo. Un tripartito DC-PSDI-PRI. Ma il 31 marzo
  Andreotti non ottiene la fiducia al Senato per un voto (149 si contro 150). Il
  Presidente d. R. PERTINI scioglie le Camere, e fissa le elezioni anticipate al
  3 giugno (vedi GIUGNO per i risultati)
  Clima preelettorale in stile anni Cinquanta, mancano solo le scomuniche di Pio
  XII. Intanto è  bloccata la "linea Moro"; quella del "confronto DC-PCI per
  evitare lo scontro". Il "compromesso storico" l'hanno sepolto con lui il 9
  maggio scorso (non è stato mica ucciso per niente!).  Ma sono anche
  impraticabili altre vie, come il centrismo, con un PSI guidato da un Craxi
  ancora molto vago, sospettoso e ambiguo, che punta a una sola cosa: sfruttare
  il malcontento dentro il PCI, rafforzare il PSI, e infine se non proprio
  sorpassarlo, fare  l'ago della bilancia; verso dove, nessuno lo sa. Forse
  nemmeno lui. I giochi - è ormai chiaro - si faranno solo dopo i risultati. Mai
  stati così incerti. Quindi alla vigilia delle elezioni, appare  molto precario
  anche un ritorno al centro sinistra.
  CRAXI insiste nel dire di voler andare su una "terza via" ma non dice quale e
  con chi. Fa così sognare i comunisti e i democristiani. Sembra agire per un
  coinvolgimento del PCI, ma presta molta attenzione alla DC,  che  - spaventata
  di perdere il potere - non smette un attimo di tirarlo per la giacca. "Lascia
  perdere i comunisti, unisciti a noi e spartiamoci la grande torta Italia".
  ("Quello di non saper scegliere tra la destra e la sinistra in forma esplicita
  e non surrettizia, sarà in seguito il fallimento di Craxi. Fa il tattico ma
  non lo stratega. Fa il politico nazionale ma non lo statista. Ed è questo suo
  oscillare che ha posto una delle basi della crisi della mediazione, allorchè
  ha definitivamente scelto il patto con Andreotti, mentre la situazione
  internazionale irreversibilmente mutava e quindi quel patto medesimo, dopo
  l'89, veniva inteso dall'alto capitalismo come un prezzo che non era
  necessario, come un tempo, pagare" - Lo scriverà in seguito  Giulio Sappelli,
  in L'Italia di fine secolo, Marsilio editore, 1998)
  Il partito di Berlinguer, nel tastare il polso della piazza,  sta registrando
  una flessione delle simpatie. Gli rimproverano di aver dato al governo
  Andreotti un appoggio "gratis"  e con i suoi  "dialoghi" di essersi "prestato"
  a fare solo scena muta. (a dire   "ero costretto" sarà Berlinguer stesso -
  vedi l'intervista che abbiamo anticipato nel GENNAIO 1977 )
  Una situazione che sta portando allo sbando una gran fetta di elettorato del
  PCI (sarà il 4%)
  La DC ne approfitta, e nella campagna elettorale;  rispolvera tutti i vecchi
  pregiudizi sui comunisti; ripiomba nelle storiche polemiche sulla assenza di
  democraticità della sinistra; riesuma tutti gli slogan anticomunisti; che
  riescono ad avere l'effetto desiderato: "la paura dei rossi senza Dio".
  A elezioni concluse, i risultati oltre  aver provocato un terremoto (per la
  prima volta il PCI ha indietreggiato nettamente da 34,4 a 30,4 per cento) non
  ha risolto la crisi. Per formare un governo si dovrà attendere agosto, quando
  ANDREOTTI, il 2 luglio, fallisce per l'indisponibilità del PSI, e a sua volta
  il segretario del PSI CRAXI , il 9 luglio, fallisce per l'opposizione della
  DC; ma poi subito dopo - ricevuto l'incarico il democristiano PANDOLFI il 27 -
  il segretario socialista si vendica rispondendo picche e aspetta; anche quando
  a formarlo sarà Cossiga;  nel  suo governo balnerare di agosto  non entra
  (salvo due tecnici) ma lo appoggia  astenendosi.
  Craxi   nell'attesa vuole studiare i due avversari, entrambi  nell'interno dei
  loro partiti investiti da una profonda crisi;  vuole cuocerli a fuoco lento
  mentre manda segnali ai ceti medi, a  strati di borghesia produttiva e anche
  di alta borghesia. Tutti stanno accusando stanchezza verso la DC, si é chiuso
  un periodo e hanno desiderio di cambiamento. Ma soprattutto Craxi coglie
  alcune esigenze nuove che affiorano nel paese. Infine,  guarda a Mitterand che
  in Francia sta diventando più forte dei comunisti,   partendo da un partito
  che si era ridotto al 6 per cento di voti.
  (Ma Mitterand non aspetterà d'essere più forte del Pcf per ricercarne
  l'alleanza. Nel suo programma e nei dibattiti alla Tv,  fu molto chiaro: "non
  escluderò mai dal governo la classe operaia francese e un partito come il Pcf,
  che ne rappresenta una parte" - Mitterand l'ha detto e poi l'ha anche fatto.
  Craxi invece, lo scorso anno, al suo esordio, si era impegnato a rimuovere le
  pregiudiziali contro i comunisti, poi al primo veto della DC, le accettò come
  un dato immutabile. Il prossimo anno il PSI addirittura capovolge la sua linea
  e passa all'alleanza con la destra democristiana, quella del "preambolo",
  quella   più ostile al Pci e al movimento operaio. Forse Craxi pensava di
  crescere più in fretta. In dieci anni ci riuscì.  Ma usando la sua posizione
  per accrescere il potere del suo partito nella spartizione e nella
  lottizzazione dello Stato dentro un gruppo sempre più ristretto, non solo
  causò (che errore!) uno sviluppo e un allargamento dentro la stessa sinistra
  sempre più moderata, ma la stessa borghesia produttiva riconquistando grazie a
  lui la propria autonomia dai boiardi anni Settanta, ritornando al suo forte
  management, fece come al solito l'"usa e getta", e iniziò la congiura quando
  Craxi stava mettendo un freno (con i  suoi "pedaggi") ai grandi mercati
  europei, o perché stava salendo troppo in alto: verso l'ultimo gradino, verso
  il presidenzialismo. Lo spinsero così nella palude di "tangentopoli" con molti
  amici di percorso.
  Forse un giorno scopriremo che il grande capitalismo all'inizio degli anni
  Novanta, per scrollarsi di dosso i "pesi", e ormai convinto di non poter
  risolvere la questione politicamente, strinse un patto di ferro con la
  sinistra o quantomeno ispirò la magistratura a causare il terremoto,
  sussultorio per distruggere, e ondulatorio per causare crepe in tutte le
  segreterie dei partiti al governo.
  Che un regista politico fosse assente (malgrado tante vantate paternità)  é un
  dato di fatto. Mancò e non seguì un'alternanza. Nessun altro terreno era stato
  ideato e predisposto dall'ingegneria politica, e quelli che subito dopo hanno
  improvvisato partiti e movimenti con le alleanze più singolari, che si sono
  poi rivelate tutte problematiche e precarie; e  nonostante gli inciuci, le
  divisioni, i ribaltoni, i bipolarismi veri o finti con i nuovi o i vecchi
  partiti diventati tutti "spezzatino", si sono rivelate tutti un bluff.
  Arriveremo, dopo dieci anni,   al 2000,  ancora con i partiti incapaci di
  mediare e di intermediare tra di loro, alcuni pur con la stessa matrice
  ideologica, rivelatasi anche questa un "colabrodo". Gli unici a beneficiare
  della grande confusione: il grande capitalismo, le grandi banche, le dinastie.
  Non hanno mai avuto i bastoni in mezzo alle ruote come in questi ultimi dieci
  anni. Ma é quello che volevano nel 1990!! Fare un decennio indisturbato, con 
  tanti "nani", gente predisposta al "narcisistico pavonismo" da mettere sulle
  poltrone; tenerli impegnati dentro le segreterie a discutere dell'aria fritta
  che vi circola, insomma non averli in mezzo ai piedi. Come innvece in questo
  inizio anni Ottanta.
  Il nuovo governo (DC-PSDI-PLI) varato il 5 agosto, é una vera sorpresa. A
  guidarlo FRANCESCO COSSIGA, dato "spacciato", "bruciato", per le conseguenze
  tragiche della vicenda Moro.
  La Camera gli dà la fiducia con 287 sì (DC, PSDI, PLI, SVP)  242 no, (PCI,
  MSI, PR) con 65 astenuti (il PSI e il PRI). Mentre il Senato vota il 12 agosto
  con 153 sì e 118 no.
  Poi tutti al mare, a fare i bagni. Con le spiagge affollate. I corrispondenti
  dei giornali stranieri non ci capiscono più nulla. Ma come, il Paese affonda e
  gli italiani tutti a galla con il 24 per cento d'inflazione? Sono sconcertati.
   Quello che poi dice il ministro dell'Industria Prodi proprio non lo
  capiscono....
  Il professor PRODI, neoministro dell'Industria, su Panorama n. 688, aveva
  affermato a inizio anno: "Il Paese é percorso da una linfa benefica che
  alimenta il tronco e le membra. A Milano ho visto ragazze eleganti, bei
  vestiti, buoni profumi. Allora ha ragione Alberoni! Perchè a parte le ragazze
  profumate, negli ultimi mesi lo stato di salute dell'economia é migliorato,
  nonostante che tutta una serie di scartoffie prevedesse una fase di
  difficoltà. In giro c'é desiderio di fare, c'é disponibilità a investire, ci
  sono programmi e non il mesto bla bla degli anni scorsi".
  (Forse Prodi si riferisce  all'economia sommersa, che sta creando grandi
  profitti alle industrie. Sfruttati (prima si lamentavano di 8 ore ora ne fanno
  16) e sfruttatori   hanno scoperto la manna: cioè come non pagare le tasse, i
  contributi, e come essere al riparo dai sindacati che ultimamente controllano
  solo più un gruppo di metalmeccanici, molto esiguo. Solo la Fiat a Torino si
  serve di 20.000 (ventimila) aziendine create quasi tutte da ex operai. Così
  nel Bresciano. Altrettanto nei telai domestici del Modenese o Trevigiano, dove
  in 24 ore senza mai fermarsi, si alternano figli, padri, madri, zie e nonne.
  Di quale Paese sta parlando Prodi nessuno lo sa. Non può essere l'Italia 1979.
  Gli economisti dell'Ocse hanno dichiarato "con sincero sgomento che ormai
  l'Italia é stata superata persino dalla Spagna; che sta scivolando verso il
  Terzo Mondo". (Espresso, n. 6, febbraio 1979).
  Gli economisti esteri per fortuna sbagliano. Hanno solo i dati ufficiali del
  governo: il PIL, ma nulla sanno del PIS, il "Sommerso". Che non solo tiene a
  galla il Paese, ma come ha notato Prodi, la gente va in giro  elegante e
  profumata e corre in vacanza al mare. Neoliberismo illusorio e spesso anche
  triste edonismo. Molti fondano sulla disponibilità di denaro il loro
  prestigio, ma spesso con il basso livello culturale, é tutto fasullo, non
  contano proprio nulla nel mondo borghese né ai vertici del potere; contano
  solo perchè hanno addosso - anche se sono ora a casa e non più nelle fabbriche
  nei campi o nelle miniere -  la maledizione biblica: lavorare a testa bassa.
  Per chi e per cosa non se lo chiedono nemmeno più; non hanno né tempo né
  respiro per rispondere. Il mezzo é diventato il fine, e il vivere é solo per
  lavorare. Ogni "intervallo" di altro genere é una perdita di introito, la
  cultura dei valori non produce PIL.  Questo  nuovo gruppo sociale é impegnato
  in una trasformazione esistenziale così assurda che non gli consente più di
  esistere per sè. Sono di fatto degli schiavi sazi e soddisfatti del loro
  destino che lavorano senza saperlo per i padroni occulti. E come non
  potrebbero esserlo, sono le gerarchie occulte che formano i "valori" e il
  senso della loro vita; non lo sanno ma inconsapevolmente agiscono e alimentano
  questa  casta contemplativa.
  Intanto il Paese si sta spaccando in due. Né Prodi né Alberoni  evidentemente
  sono stati  oltre Roma e Pescara. O se ci sono stati non hanno visto nulla.
  Giravano solo nei salotti profumati. L'ultimo poi sempre a pontificare nei
  suoi articoli, come si può essere felici, come dominare, come farsi gli amici,
  come vivere sereni. Un Seneca moderno, che scriveva l'"arte della felicità",
  predicava i piaceri della contemplazione anche sulle piccole cose, ma intanto
  anche lui non rinunciava a farsi servire da 250 schiavi.
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(pagine in continuo sviluppo -(sono graditi altri contributi o rettifiche)
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