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venerdì 13 dicembre 2013

Sic et simpliciter

Carissima Santina, carissima prossima mamma, conosci  pur bene che per te nutro predilezione come da vecchio nonno che ti stimo che spero sia la LUX la TURRIS il Refugium, l'eterna femminilità che sempre spunta una salvifica palingenesi. Solo tu forse, se nel prossimo maggio si vota, puoi dare la spinta a questa defluente in basso pesante ruota di questo comune per farla risalire verso l'alto verso le grandezze che in passato giammai mancarono. Ma, senza ipocriti veli, non gradisco quel tuo dire di sopra. Certe cose mi sanno di malevolo moralismo da cortile. Chi vuoi e come possono  divorare soldi da un piccolo centro, da un sempre più ristretto spazio vitale. Sindaci consiglieri ed assessori  ... ed elettori  - e incaricati di pubblici servizi -- spazzini in frack e LSU prese solo per usufruire delle munifiche erogazioni regionali giustificate come erogazioni per ammortizzatori sociali:  son quisquilie, poca cosa. Nessuno può mangiare soldi. Sono carta straccia. Per risponderti ho preso una vecchia relazione della Banca d'Italia e con te fammi fare il saccente. In quella reazione del 1995  si segnalava che nel precedente anno per stampare biglietti (allora era solo suo monopolio) si spesero poco più di 22 miliardi di vecchie lire come dire appena 11 milioni di nostri euro. (L.22.383.423.182) e con sì modica spesa circolavano oltre 100 biliardi di lire (L. 100.024.826.246.000): una circolazione monetaria che determinava liquidità bancaria tale da sostenere un processo imprenditoriale da settima potenza del mondo. Se si era bigotti forse si doveva chiedere conto e ragione come mai per un prodotto a così bassissimo costo orressero oltre 106 miliardi di lire per il personale, quasi 77 miliardi per "competenze e oneri accessori", 29 miliardi per pensioni e indennità di fine rapporto, 37 miliardi di spese non meglio specificate. Se un certo Ignazio mio puntiglioso critico mi voleva aggredire come ex ispettore della Banca d'Italia, questo mi doveva contestare. Mi avrebbe trovato in imbarazzo. Se tu carissima Santina volessi contestare la mala gestio del comune dovresti farlo con le cifre alla mano. Ma a che servirebbe. Qui occorre cambiar pagina, pensare al futuro, rendere ilare, attivo, procace questo lembo di paradiso come Bufalino chiamò Racalmuto. Vogliamo contarci le pulci del passato? Fate pure non mi interessa. Cui prodest.

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