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sabato 20 aprile 2013

Il sogno di un vetero comunista tutt'altro che pentito

Oh! come sarebbe bello un atto di saggeza e di coraggio da parte di una utopica Sinistra unita. A questo punto, visto che i nostri esiziali problemi sono di natura economica (la gente si suicida, per Bacco!) eccoli tutti uniti e in questa Quinta. dire (e fare): ecco noi scegliamo a Presidente della Repubblica BARCA o meglio anche DRAGHI.Non farebbero politica di bottega, ma rimetterebbero bene a posto Basilea 1, due ed esorcitizzerebbero la Tre. Risolverebbero almeno la deleteria illiquidità bancaria che ci sta tutti strozzando.

RODOTA' su GRILLO

Cosa pensa Rodotà di Beppe Grillo
Che è pericoloso: lo disse in un'intervista pubblicata a luglio del 2012
18 aprile 2013
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ECCO COSA PENSA RODOTA' DI GRILLO. i maliziosi mi chiederanno il Rodotà di quale ora, di quale vento che spira, di quale convenienza del momento. L'arte affabulatrivce asservita all'effimero potente gradito Non saprei che rispondere.

In un’intervista pubblicata nel lug...lio del 2012 dalla rivista Left-Avvenimenti, Stefano Rodotà disse quanto segue su Beppe Grillo. Stefano Rodotà è stato scelto dal Movimento 5 Stelle come candidato alla presidenza della Repubblica.
Grillo è figlio di tutto quello che non è stato fatto: la perdita di attenzione per le persone, la corruzione, la chiusura oligarchica. Gli ultimi due Parlamenti li avranno scelti al massimo 20 persone. In questo clima, ci dobbiamo aspettare fenomeni alla Grillo. Anzi, può darsi che ne vengano fuori altri, anche più pericolosi. Il fatto è che il populismo berlusconiano non è stato letto con la dovuta attenzione critica dalla sinistra. Ricordo bene cosa si diceva dopo la vittoria del 1994: Berlusconi ha fatto sognare, noi no. Altan, il più grande commentatore politico che ci sia in questo momento, ha disegnato uno dei suoi personaggi che diceva: «Non fatemi sognare, svegliatemi». La sinistra non è stata capace di andare alla radice culturale e politica del populismo berlusconiano. Quella deriva aveva un precedente negli anni del craxismo. Comincia allora la rottura, la corruzione giustificata, esibita, il disprezzo per la politica e per «gli intellettuali dei miei stivali». Anche oggi vedo grandi pericoli. Il fatto che Grillo dica che sarà cancellata la democrazia rappresentativa perché si farà tutto in Rete, rischia di dare ragione a coloro che dicono che la democrazia elettronica è la forma del populismo del terzo millennio. Queste tecnologie vanno utilizzate in altri modi: l’abbiamo visto con la campagna elettorale di Obama e nelle primavere arabe. Poi si scopre che Grillo al Nord dice non diamo la cittadinanza agli immigrati, al Sud che la mafia è meglio del ceto politico, allora vediamo che il tessuto di questi movimenti è estremamente pericoloso. E rischia di congiungersi con quello che c’è in giro nell’Europa. A cominciare dal terribile populismo ungherese al quale la Ue non ha reagito adeguatamente.

Forse non lo sa, ma ecco un vecchio mio sghignazzo



 

di Mephisto*
Giovedì 07 Febbraio 2013 12:37
Gentilissimo professore

Ella di certo svetta in questo parterre diciamo di anime buone, sembrandomi eccessivo dirle “belle”: è di “superiore concetto”, ricorrere all’aulico “tenace” mi parrebbe scrivere da cane, è, nel suo gymnasium, indiscusso maestro, direi aio.
Così ha obbligato l’atteggiamento non normale, sofisticato. da superiore pedagogo. Mi perdonerà se non mi iscrivo alla sua scuola che un po’ sprezzantemente reputo ridondante di banalità in belle parole. Si sa che gli uomini di pensiero sono poi gli inani nella prassi. La ciarla letteraria ha invero echi contratti in una Italia – figuriamoci la Sicilia, poi – che non legge.

L’inutilità dell’intellettuale in questo nostro Paese è desolante. E quei pochi che intellettuali riescono almeno ad apparire blaterano luoghi comuni che se non fossero coniati in bello stile sarebbero comicamente risibili. Da un lato il vacuo comico alla Grillo, dall’altro il cialtronante già magistrato che mi vuol persino far credere che Berlusconi ha ricattato Dell’Utri o che sia un crimine se un ministro di Stato in tempi calamitosi ha la saggezza di trattare fuori regola per tamponare un mafioso anarchismo capace di sciogliere bimbi nella calce o di architettare una bella bomba all’Olimpico di Roma.

Mai e poi mai Lei leggerà il Confiteor di Geronzi; non saprà dunque mai cosa fu lo “sbarco bancario” di Capitalia in Sicilia, necessario per sopperire al disossamento monetario che anche paludate fondazioni e parchi letterari ove poterono gozzovigliare bagasce nostrane, praticarono; non avrà tempo per sapere che Capitalia, d’impulso delle autorità monetarie, ordì fusioni, incorporazioni, malvagità di bilancio per fare ”cassa” alla bisogna: dovrebbe cogliere il senso della pagina 143 di quelle insane confessioni. Difficile poi riuscire ad arguire che quella fu la matrice dello scoppio bancario di oggidì quale si collega a MPS e a quelle misteriose trame d’alta alea sui c.d. “derivati”. Discorso lungo per dipanarlo qui. Ne va anche di mezzo il buon nome di numi della superiore opinione cui forse anche Lei si ascrive.

Se Berlusconi dovette cedere – io non lo amo, ma dei suoi vizi privati non me ne importa nulla – fu perché i tremendi potentati dell’economia globale gli stavano pregiudicando il rinnovo di quattrocento miliardi di euro in titoli pubblici. Sarebbe stato il crack di quello Stato che bene o male La paga con regolarità alla scadenza di ogni mese per un lavoro “accademico” che francamente non riesco ad apprezzare.

Un partito è solo quello che i suoi elettori vogliono che sia. Lei non vota PD, ne ha tutto il diritto di questo mondo; io voto PD: credo di essere persino nel giusto, convinto che un partito deve essere saggio nella “prassi” e Bersani lo è; deve perseguire il bene comune negli angusti limiti del “possibile” non della intellettualistica masturbazione; ed il PD cerca con di dignità di perseguire il bene comune possibile in questa congiuntura in Italia; D’Alema lo conosco; gli ho fatto visita nel mese scorso nella sua fondazione sita in piazza Farnese. Studia, scrive, colloquia nel settore della politica estera: lo stimo e lo ammiro. Umanamente non è simpatico. Ma che importa. Chi di noi poi è simpatico?
* Mephisto è un signore di una certa età, non è un pro-femminista ma apprezza certe battaglie di donne, non sappiamo se sia un libertario ma ci pare di sì, non è un giornalista e sta dalla parte dell'informazione libera e indipendente. Ama le parole, la struttura della frase, adopera gli infiniti strumenti del narrare con gusto antico venato di voluttà per il dizionario. women in the city gli dà spazio, con questa piccola libera rubrica a sua firma. E' un punto di vista non necessariamente nostro, ma ci racconta un altro mondo, tutto maschile, - e questo è un dato, non un giudizio -, per capire il mondo.

venerdì 19 aprile 2013

Il maestro elementare, docente di letteratura del cuore cavo, mi ha


Quei 34 voti a D'Alema mi fanno venire i brividi.

A siffatta sparata del professore non è sembrato vero alla ragazzina  che credo dovrà sostenere un inutile esame in una inutile materia all’università, sussiegosamente scrive: ma D’Alema si vada a fare una regata. Alludendo e denigrando.

Io D’Alema lo stimo, con suo padre abbiamo corso vari rischi di finire entrambi nelle carceri dello stato democristiano per violazione dei segreti d’ufficio. Mi girano le palle e scrivo.

Calogero Taverna D'Alema difficilmente andrà a farsi una regata, perché le sue possibilità di salire al Colle, da egemone, sono tantissime, stasera. Certo chi di coltel ferisce di coltel perisce. Personalmente spero che queste ritorsioni non avvengano. Debbo farmi alcuni sghignazzi con chi la politica la vede come bieca mentre la politica è razionalissima realtà pensata. Questo almeno insegnerei io negli atenei portandomi dietro magari Platone ed Aristotele per essere degni delle nostre discendenze dalla Magna Grecia.

Il professore che è fragile di nervi, scatta su e ovviamente mi insolentisce con il suo vero linguaggio. Quello dell’angiporto, insomma. Questa, la epidaurica insolenza.

sghignazzi pure, ma a casa sua

Oddio, il maestro elementare mi ha bacchettato. A dire il vero era successo una trentina d’anni fa. Stavolta mi precede tagliandomi dai suoi accoliti fbeistici. Ma non mi può impedire di mandargli questo contrito messaggio.

·       Calogero Taverna

E s1, io son quel "gran maleducato" così da lei gratificato trent'anni fa. Io non dimentico. Un solo rammarico non ver fatto in tempo a cancellarla per primo.

 

Chiaro, la partita con questo signore data da lunga pezza. Buon per lui, un certo Leonardo Sciascia in un momento di obnubilamento lo volle suo fiduciario alla Fonfdazione Sciascia. La Fondazione si vede bene come codesti “fiduciari” l’hanno ridotta. Spero che o per elezione dei miei compaesani o per scelta di qualche nuovo sindaco possa io avere titolo di entrata in quella Fondazione – in modo assolutamente gratuito – e dare una sbirciatina ai conti. Io non inseno la letteratura del cuore cavo. E’ una vita che faccio l’ispettore bancario e tributario, con molta perizia a dire il vero.

Alfredo Sole polemizza con Lillo Taverna su Hegel e l'idealsmo hegeliano

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Lo Stato-Mafia non esiste: è minchiata



Di Calogero Taverna (da Roma)
La lettera
Lettera aperta al criminologo con l’amore sociale nel cuore
Gentile Professor Nils Christie,
non sono sicuro se riuscirò a farle avere questa lettera, se riuscirò a tradurla in inglese e non so neppure se lei mi risponderà, ma ci provo lo stesso perché mi piacciono le imprese impossibili. Innanzitutto mi presento: sono un “uomo ombra”, così si chiamano fra di loro in Italia gli ergastolani ostativi a qualsiasi beneficio penitenziario.
Sono un “cattivo e colpevole per sempre” destinato a morire in carcere se al mio posto in cella non ci metto qualcun altro, perché sono condannato alla “Pena di Morte Viva”, infatti in Italia una legge prevede che se non parli e non fai condannare qualcun altro al tuo posto, la tua pena non finirà mai e si esclude completamente ogni speranza di reinserimento sociale. Questa condanna è peggiore, più dolorosa e più lunga, della pena di morte, perché è una pena di morte al rallentatore, che ti ammazza lasciandoti vivo.
Professor Nils Christie, un amico sconosciuto, (le amicizie con gli sconosciuti sono le più belle), Tommaso Spazzali, che ha fatto la postfazione al suo libro nella versione italiana, mi ha inviato e donato il suo saggio. L’ho letto in un solo giorno e condivido molto i suoi pensieri e tutto quello che ha scritto. Anch’io penso che la mafia e la criminalità organizzata come tutti i poteri nascono dall’alto e non dal popolo e dai poveracci, ma piuttosto dai potenti e dai ricchi. Poi quando lo Stato-Mafia è in difficoltà manda in catene le persone che ha usato per raggiungere e mantenere il potere. Spesso in Italia sono proprio i mafiosi che urlano di lottare contro la mafia, per far credere che non sono mafiosi. Lo so, non ho prove per dimostrare queste affermazioni, ma io non sono un giudice (e neppure un criminologo) e non ho bisogno di prove perché non devo condannare nessuno, tento solo di pensarla diversamente da come lo Stato-Mafia vuole farmi pensare. Non so cosa accade negli altri Paesi, ma il carcere in Italia non ti vuole solo togliere la libertà, ti vuole anche possedere. Credo che sia impossibile “rieducare” un uomo che ha commesso un crimine se questo non si sente amato e perdonato dalla società.
Professor Nils Christie, a questo punto lei si domanderà perché le sto scrivendo.
Ebbene, sono tanti anni che lotto contro i mulini a vento, quasi da solo, per l’abolizione dell’ergastolo ostativo in Italia. Leggendo il suo libro mi sono fatto un’ idea della sua coscienza sociale e penso che lei non sia d’accordo che una persona possa essere cattiva e colpevole per sempre e murarla viva fino all’ultimo dei suoi giorni, senza neppure la compassione di ucciderla.
Per questo ho pensato di scriverle per chiederle di aiutarmi a fare conoscere all’estero la “Pena di Morte Viva” che esiste in Italia, unico Paese al mondo che se parli esci e se no stai dentro, come nel Medioevo.
Se vuole sapere qualcosa di me e dell’ergastolo ostativo, potrà trovare i miei scritti sul sito www.carmelomusumeci.com, curato dalla figlia che il cuore ha adottato e dal mio angelo (anche i diavoli a volte ne hanno uno).
Le invio un sorriso fra le sbarre
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, marzo 2013
Il Professore Nils Christie, nato a Oslo nel 1928, docente all’Università di Oslo, uno dei più noti criminologi a livello mondiale, ha avuto la mia lettera e mi ha scritto:
Caro Carmelo, innanzitutto grazie per la tua lettera. L'ho ricevuta in un ottimo inglese. Avrei dovuto rispondere molto tempo fa ma ho avuto dei problemi di salute. Ora sto di nuovo bene e mi preparo per un viaggio in Italia.
Dunque il sistema ostativo mi pare orribile. Non riesco a capire come può essere in accordo con le norme e le regole internazionali. Contatterò degli esperti di diritto internazionale e chiederò, poi cercherò di farti avere la loro risposta. Certamente parlerò di questo durante il mio viaggio in Italia.
Indipendentemente da quanto gli esperti possono dire, io voglio dire da uomo normale che questo sistema, per come l'hai descritto, è in contrasto con le regole dei rapporti che le persone normali hanno. Se capisco bene ciò che dici, il sistema ti chiede di dare informazioni su una altra persona, spesso un amico, per avere dei benefici. Nelle torture delle dittature questo sistema è talvolta usato perché uno denunci un altro. Il sistema di cui ho sentito in Italia è come una tortura.

Ho risposto al Professor Nils Cristie:
Le sue parole sono state per me come gocce di vita perché lei mi ha confermato che è moralmente sbagliato il ricatto della delazione in cambio di benefici: scambiare qualcosa o qualcuno per tornare in libertà.
Penso che bisognerebbe uscire dal carcere perché uno lo merita e non certo perché si usa la giustizia per uscire dalla prigione.
Spero con e di cuore di poterla incontrare in carcere nella Redazione di “Ristretti Orizzonti”.
A parte documentarla dell’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva”, ci terrei a parlarle del rivoluzionario e illuminante progetto “Scuola Carcere” dove i cattivi educano al bene i ragazzi.
Questo progetto è stato creato e pensato dalla giornalista, e direttrice storica di “Ristretti Orizzonti”, Ornella Favero.
A mio parere sarebbe un’iniziativa da esportare in tutto il mondo per sconfiggere qualsiasi criminalità.
Il mio cuore aspetta d’incontrarla.
………………………………………..
Commento di Calogero Taverna
Innanzitutto gli elogi più sperticati a Carmelo Musumeci per il suo alato saper scrivere. Ma subito qualche riserva su quello che scrive.
Sono diventato Hegeliano di ferro. Credo nello Stato Etico. Spesso prendo i LINEAMENTI DI FILOSOFIA DEL DIRITTO, ne leggo qualche pagina; non ci capisco un cazzo e butto via il libro. Ma ora, da vecchio, ho scoperto (o credo di avere scoperto) che Hegel il grande buco nero del diritto quanto allo Stato Moderno l’ha tutto circoscritto anche se non totalmente investigato. Arrivo ad una conclusione: lo STATO-MAFIA non esiste, non può esistere, non è etico. Chi afferma che esiste lo Stato-Mafia dice una minchiata. Può tornare consolatorio, ma è falsità E le falsità non giovano a nessuno, specie a che si reputa (e purtroppo lo è) VITTIMA. L’Italia è uno Stato, uno Stato ETICO, uno Stato con fondamenta inattaccabili.
L’ostatività è un provvedimento che lo Stato in certe circostanze può e deve prendere. L’ostatività in uno stato etico non può mai essere un ricatto: tu mi fai entrare un altro come te qui e io ti levo da qui. Una simile scimmiottatura delle titaniche concezioni giuspubblicistiche italiane (Moro, Buttiglione, per citare i minori)non ha a quanto vedo convinto manco l’arrendevole Nils Cristie che in Italia può venire solo per apprendere.
E allora? Il provvedimento può divenire iniquo nel caso concreto. Ho mille ragioni per sostenere che è ormai oltremodo iniquo nel caso concreto di Alfredo Sole. Ho mille motivi che sia iniquo anche nel caso concreto di Carmelo Musumeci. Se è così – e diamine! è proprio così – il difetto è non nello Stato Etico ma in quei giudici forse non all’apice della loro consorteria che trascurano la attenta vigilanza e non correggono le storture applicative di un istituto provvedimenziale ineccepibile in astratto.

La risposta
Caro Lillo,
grazie di avermi mandato questo scambio di lettere tra Carmelo e Nils Christie. Io non ho letto il libro di questo famoso criminologo, ma leggendo la lettera di Carmelo dove scrive: “Anch'io penso che la mafia e la criminalità organizzata come tutti i poteri nascano dall'alto etc” Devo pensare che questa affermazione sia riportata nel libro del criminologo e ripresa da Carmelo. Sono portato a pensare che ciò che Carmelo ha scritto sia stato per attirare l'attenzione del famoso criminologo /e c'è riuscito) e non che la pensi veramente così. Ad ogni modo, è riuscito nel suo intento. Con il criminologo di Christie l'ostativo verrà fatto conoscere al resto del mondo.
Sei Hegeliano e credi in uno Stato-etico, che è quello che dovrebbe essere. Ma è davvero sempre così? Io Hegeliano non posso esserlo, almeno non ancora. Credo in tre percorsi della vita. Il primo porta da Socrate alla filosofia epicurea; il secondo è la via del realismo, è la fase della ribellione ai poteri (vedi la lite tra Hegel e Friens), l'essere per il popolo, per l'amicizia, quasi una fase romantica intellettuale. Poi, il terzo percorso è l'idealismo, anche Hegeliano se vuoi. Non è facile per me accettare il pensiero Hegeliano, né la sua persona. Come Stato-etico avrà avuto ragione, ma come persona etica di certo lui non lo era. Quando morì ci fu un urlo di gioia: “finalmente il principe oscuro è morto!” La Germania tirò un sospiro di sollievo: “finalmente si potrà tornare a fare vera filosofia ed uscire dall'isolamento in cui Hegel ci aveva portati”.
Sono d'accordo con te. Sono i giudici ad essere incapaci e non voler accettare e, di conseguenza correggere. Una ostatività che così posta, a mio parere, è incivile e rende la giustizia una barbarie.
Ciao Lillo,un abbraccio
Alfredo

Alfredo Sole
[Vedi le lettere]

:: webmaster
:: Ultima modifica: venerdì 19 Aprile 2013
::

Tutto a tacere

Neanche l'osservatore più ispirato dal cielo può stamani intuire quello che capiterà questo pomeriggio. Comunque tutto fa pensare che alla quarta votazione lo Stato italiano avrà il successore del vecchio Napolitano. Napolitano ora può dormire sonni piuttosto tranquilli: i magistrati hanno chiesto la distruzione delle parlate confidenziali con Mancino a proposito della c.d. trattativa stato-mafia di unatrentina d'anni fa.
E' certo che qualcuno quello scambio autorevole di inviti alle prudenze di stato ce le avrà e con un Napolitano ritornato semplice senatore a vita non ci giurerei sul disinteresse assoluto di tutta intera la rampante clssse magistratuale. Chiaro che molto dipende dal nuovo Capo dello Stato. e anche noi fingiamo di credere che sarà Prodi.
Prodi, presidente, farebbe un comodo del diavolo a Berlusconi e a un paio di ministri, uno - massimo - della vecchia gestione e l'altro - anche lui massimo - di quella ancora in residua vita.
Quel che mi fa ridere è che mentre tutti là a srapparsi le vesti per questo o per quello scandaluccio, inodore, insapore ed anche di dubbia fondatezza, tutti fingono di non sapere quello che bolle nel ministero dell'economia. In quei ruzzoloni da pubblico a privato per cui anche accertare e perseguire le grandi evasioni fiscali (un tempo ci provai anch'io con il Secit), anche codesti attributi della sovranità nazionale son finiti "privatizzati" sotto forma di amorfe "agenzie" pipistrelli, mezzi topi e mezzi uccelli; così andò a finire che certe rottamazioni rimasero cosa pubblica nell'alveo del ministero dell'eonomia. Mica però, si potevano licenziare agguerriti funzionari ministeriali della finanza castrati maldestramente nelle loro legittime aspettative carrieristiche. Gente di vivacissimo intelletto, con solidi e tenaci concetti, per dirla alla Sciascia, incazzati neri, devono passare giorni e gorni, raggrumati a Roma, dietro una inutile e vuota scrivania.
Sono abili, dotti, abituati ad infliggere sanzioni per tasse evase da capogiro, non perdono il vizio. Mi sa che vanno a spulciare una colossale compravendita di immobili ove annidare i nuovi uffici finanziari, traslandoli dall'EUR. C'era molto amianto.
Si insinua una colossale assistenza creditizia della bamca rossa oggi agli onori della peggior cronaca. Artefici sono nomi massimi, come abbiamo detto. Ciliegina sulla torta: non vi sarebbe alcuna traccia della compravendita all'Ufficio del Registro o cosa del genere. Tutta l'aria di operazione inesistente. Credo che a giorni dovrebbe partire qualche segnalazione alla signora magistratura. Farà finta di non capirci? Pare anche che la morte del povero David Rossi c'entri in qualche misura. Di sicuro qualche tranchant suprema nomina metterebbe tutto a tacere prima ancora che in qualche modo se ne parli.

Un cumulo di paglia a nome burgiu, come qui si mostra.

Qualcuno scrice che qualcuno ha già disintegrato la mia quarantennale ricerca storica sui Del Carretto. Attendo, pavido: sinora nulla, Ma ecco cose nuove.I miei studi fanno Sanbenedetto feudo monacale in territorio di Favara.
Fa comodo spostarlo in territorio racalmutese e tuttu bbonu e binidittu.
La matrice è piena di ROLLI. Me li sono spurpati. Francamente solo io perchè solo a me padre Puma concedeva fiducia. Qualcun altro mi seguì per ricercucole di fragile portata. Non ho rinvenuto nessun nostro feudo. Mentre, come feudo di monaci (se ne parlò in un testo persino inglese) se ne dice e come. Tutti i nostri santi santuari tutti da lì vengono, Anche li pntera. Buoi occorevano, facchini e tanti tarì. Ma Racalmuto era ricco e poteva pagare codesta importazione di pietra dura.
Ho pure consulato taluni (ma sono una enormità) faldoni di raccalte di atti notarili. Mai che abbia trovato S. Benedetto contrada di Racalmuto. Siccome onus probandi incubuit ei qui dixit, hanno l'obbligo di provarcelo.
Una costruzine eretta a parallelepido rettangolare o simile ci vien detto che noi racalmutesi  quelle costruzioni là (a Favara) le chiamavamo burgiu. Nessun termine che possa attagliarsi a costruzioni in pietra mi è mai capitato di incontrare. Credo che sommessamente, come quasi tutto l'eloquio siculo, per burgiu s'intende: "cumulo di paglia". Dalla paglia ai fabbricati in pietra ce ne corre. Ma noi racalmutesi siamo immaginifici. La storia non la ricerchiamo ce la inventiamo.

 

giovedì 18 aprile 2013

Io, Sole e Hegel







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Lo Stato-Mafia non esiste: è minchiata

Di Calogero Taverna (da Roma)

La lettera
Lettera aperta al criminologo con l’amore sociale nel cuore
Gentile Professor Nils Christie,
non sono sicuro se riuscirò a farle avere questa lettera, se riuscirò a tradurla in inglese e non so neppure se lei mi risponderà, ma ci provo lo stesso perché mi piacciono le imprese impossibili. Innanzitutto mi presento: sono un “uomo ombra”, così si chiamano fra di loro in Italia gli ergastolani ostativi a qualsiasi beneficio penitenziario.
Sono un “cattivo e colpevole per sempre” destinato a morire in carcere se al mio posto in cella non ci metto qualcun altro, perché sono condannato alla “Pena di Morte Viva”, infatti in Italia una legge prevede che se non parli e non fai condannare qualcun altro al tuo posto, la tua pena non finirà mai e si esclude completamente ogni speranza di reinserimento sociale. Questa condanna è peggiore, più dolorosa e più lunga, della pena di morte, perché è una pena di morte al rallentatore, che ti ammazza lasciandoti vivo.
Professor Nils Christie, un amico sconosciuto, (le amicizie con gli sconosciuti sono le più belle), Tommaso Spazzali, che ha fatto la postfazione al suo libro nella versione italiana, mi ha inviato e donato il suo saggio. L’ho letto in un solo giorno e condivido molto i suoi pensieri e tutto quello che ha scritto. Anch’io penso che la mafia e la criminalità organizzata come tutti i poteri nascono dall’alto e non dal popolo e dai poveracci, ma piuttosto dai potenti e dai ricchi. Poi quando lo Stato-Mafia è in difficoltà manda in catene le persone che ha usato per raggiungere e mantenere il potere. Spesso in Italia sono proprio i mafiosi che urlano di lottare contro la mafia, per far credere che non sono mafiosi. Lo so, non ho prove per dimostrare queste affermazioni, ma io non sono un giudice (e neppure un criminologo) e non ho bisogno di prove perché non devo condannare nessuno, tento solo di pensarla diversamente da come lo Stato-Mafia vuole farmi pensare. Non so cosa accade negli altri Paesi, ma il carcere in Italia non ti vuole solo togliere la libertà, ti vuole anche possedere. Credo che sia impossibile “rieducare” un uomo che ha commesso un crimine se questo non si sente amato e perdonato dalla società.
Professor Nils Christie, a questo punto lei si domanderà perché le sto scrivendo.
Ebbene, sono tanti anni che lotto contro i mulini a vento, quasi da solo, per l’abolizione dell’ergastolo ostativo in Italia. Leggendo il suo libro mi sono fatto un’ idea della sua coscienza sociale e penso che lei non sia d’accordo che una persona possa essere cattiva e colpevole per sempre e murarla viva fino all’ultimo dei suoi giorni, senza neppure la compassione di ucciderla.
Per questo ho pensato di scriverle per chiederle di aiutarmi a fare conoscere all’estero la “Pena di Morte Viva” che esiste in Italia, unico Paese al mondo che se parli esci e se no stai dentro, come nel Medioevo.
Se vuole sapere qualcosa di me e dell’ergastolo ostativo, potrà trovare i miei scritti sul sito www.carmelomusumeci.com, curato dalla figlia che il cuore ha adottato e dal mio angelo (anche i diavoli a volte ne hanno uno).
Le invio un sorriso fra le sbarre
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, marzo 2013
Il Professore Nils Christie, nato a Oslo nel 1928, docente all’Università di Oslo, uno dei più noti criminologi a livello mondiale, ha avuto la mia lettera e mi ha scritto:
Caro Carmelo, innanzitutto grazie per la tua lettera. L'ho ricevuta in un ottimo inglese. Avrei dovuto rispondere molto tempo fa ma ho avuto dei problemi di salute. Ora sto di nuovo bene e mi preparo per un viaggio in Italia.
Dunque il sistema ostativo mi pare orribile. Non riesco a capire come può essere in accordo con le norme e le regole internazionali. Contatterò degli esperti di diritto internazionale e chiederò, poi cercherò di farti avere la loro risposta. Certamente parlerò di questo durante il mio viaggio in Italia.
Indipendentemente da quanto gli esperti possono dire, io voglio dire da uomo normale che questo sistema, per come l'hai descritto, è in contrasto con le regole dei rapporti che le persone normali hanno. Se capisco bene ciò che dici, il sistema ti chiede di dare informazioni su una altra persona, spesso un amico, per avere dei benefici. Nelle torture delle dittature questo sistema è talvolta usato perché uno denunci un altro. Il sistema di cui ho sentito in Italia è come una tortura.

Ho risposto al Professor Nils Cristie:
Le sue parole sono state per me come gocce di vita perché lei mi ha confermato che è moralmente sbagliato il ricatto della delazione in cambio di benefici: scambiare qualcosa o qualcuno per tornare in libertà.
Penso che bisognerebbe uscire dal carcere perché uno lo merita e non certo perché si usa la giustizia per uscire dalla prigione.
Spero con e di cuore di poterla incontrare in carcere nella Redazione di “Ristretti Orizzonti”.
A parte documentarla dell’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva”, ci terrei a parlarle del rivoluzionario e illuminante progetto “Scuola Carcere” dove i cattivi educano al bene i ragazzi.
Questo progetto è stato creato e pensato dalla giornalista, e direttrice storica di “Ristretti Orizzonti”, Ornella Favero.
A mio parere sarebbe un’iniziativa da esportare in tutto il mondo per sconfiggere qualsiasi criminalità.
Il mio cuore aspetta d’incontrarla.
………………………………………..
Commento di Calogero Taverna
Innanzitutto gli elogi più sperticati a Carmelo Musumeci per il suo alato saper scrivere. Ma subito qualche riserva su quello che scrive.
Sono diventato Hegeliano di ferro. Credo nello Stato Etico. Spesso prendo i LINEAMENTI DI FILOSOFIA DEL DIRITTO, ne leggo qualche pagina; non ci capisco un cazzo e butto via il libro. Ma ora, da vecchio, ho scoperto (o credo di avere scoperto) che Hegel il grande buco nero del diritto quanto allo Stato Moderno l’ha tutto circoscritto anche se non totalmente investigato. Arrivo ad una conclusione: lo STATO-MAFIA non esiste, non può esistere, non è etico. Chi afferma che esiste lo Stato-Mafia dice una minchiata. Può tornare consolatorio, ma è falsità E le falsità non giovano a nessuno, specie a che si reputa (e purtroppo lo è) VITTIMA. L’Italia è uno Stato, uno Stato ETICO, uno Stato con fondamenta inattaccabili.
L’ostatività è un provvedimento che lo Stato in certe circostanze può e deve prendere. L’ostatività in uno stato etico non può mai essere un ricatto: tu mi fai entrare un altro come te qui e io ti levo da qui. Una simile scimmiottatura delle titaniche concezioni giuspubblicistiche italiane (Moro, Buttiglione, per citare i minori)non ha a quanto vedo convinto manco l’arrendevole Nils Cristie che in Italia può venire solo per apprendere.
E allora? Il provvedimento può divenire iniquo nel caso concreto. Ho mille ragioni per sostenere che è ormai oltremodo iniquo nel caso concreto di Alfredo Sole. Ho mille motivi che sia iniquo anche nel caso concreto di Carmelo Musumeci. Se è così – e diamine! è proprio così – il difetto è non nello Stato Etico ma in quei giudici forse non all’apice della loro consorteria che trascurano la attenta vigilanza e non correggono le storture applicative di un istituto provvedimenziale ineccepibile in astratto.
La risposta
Caro Lillo,
grazie di avermi mandato questo scambio di lettere tra Carmelo e Nils Christie. Io non ho letto il libro di questo famoso criminologo, ma leggendo la lettera di Carmelo dove scrive: “Anch'io penso che la mafia e la criminalità organizzata come tutti i poteri nascano dall'alto etc” Devo pensare che questa affermazione sia riportata nel libro del criminologo e ripresa da Carmelo. Sono portato a pensare che ciò che Carmelo ha scritto sia stato per attirare l'attenzione del famoso criminologo /e c'è riuscito) e non che la pensi veramente così. Ad ogni modo, è riuscito nel suo intento. Con il criminologo di Christie l'ostativo verrà fatto conoscere al resto del mondo.
Sei Hegeliano e credi in uno Stato-etico, che è quello che dovrebbe essere. Ma è davvero sempre così? Io Hegeliano non posso esserlo, almeno non ancora. Credo in tre percorsi della vita. Il primo porta da Socrate alla filosofia epicurea; il secondo è la via del realismo, è la fase della ribellione ai poteri (vedi la lite tra Hegel e Friens), l'essere per il popolo, per l'amicizia, quasi una fase romantica intellettuale. Poi, il terzo percorso è l'idealismo, anche Hegeliano se vuoi. Non è facile per me accettare il pensiero Hegeliano, né la sua persona. Cpme Stato-etico avrà avuto ragione, ma come persona etica di certo lui non lo era. Quando morì ci fu un urlo di gioia: “finalmente il principe oscuro è morto!” La Germania tirò un sospiro di sollievo: “finalmente si potrà tornare a fare vera filosofia ed uscire dall'isolamento in cui Hegel ci aveva portati”.
Sono d'accordo con te. Sono i giudici ad essere incapaci e non voler accettare e, di conseguenza correggere. Una ostatività che così posta, a mio parere, è incivile e rende la giustizia una barbarie.
Ciao Lillo,un abbraccio
Alfredo
Alfredo Sole
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Hegel, sì Hegel no!

Di Calogero Taverna (da Roma)

La lettera
Carissimo Alfredo. Trascrivo per me. Quando sarai fuori da questa cajenna dell'a ostatività (son sicuro tra breve) e andrai ad insegnare filosofia in una scuola privata parificata allora ne parleremo e difficilmente non potrai essere d'accordo con me. Sull'uomo Hegel? e chi se ne frega? Si sa che le idee camminano sulle gambe degli uomini e sempre le gambe sono storte e brutte.
Lineamenti di filosofia, HEGEL pag. 141 e ss.
La vera coscienza morale è disposizione di volere ciò che è buono in sé e per sé: essa quindi ha principi stabili; cioè, questi sono per essa la prescrizione e i doveri oggettivi per sé. Differente da questo suo contenuto, dalla verità, è soltanto l'aspetto formale dell'attività del volere, il quale, come tale, non ha un contenuto proprio. Ma il sistema oggettivo di questi principi e doveri e l'unione del sapere soggettivo col medesimo esiste soltanto dal punto di vista dell'eticità.
Qui dal punto di vista della moralità, la coscienza è senza questo contenuto oggettivo; così per sé è l'infinita certezza formale di se stessa, che appunto perciò, è, in pari tempo, come certezza di questo soggetto.


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Continuerò dopo. A meno che tu non mi chieda di mandarti tutto il libro così ti prepari per l'esame che dovrai fare - quando libero - con me e se insisti nelle tue attuali convinzioni ti boccerò.
Ti abbraccio con sempre maggiore affetto (e stima). Paternamente tuo Lillo.
La risposta
Alfredo Sole
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