Nella dannata ipotesi che Racalmuto mi dovesse eleggere sindaco statene certi che né io né i miei assessori prenderebbero un euro dalle casse del Comune. Cioè prenderebbero quello che si deve per legge ma subito il tutto tasse comprese si dovrà versare in un istituendo FONDO per LA CULTURA.Quanto ai consiglieri non sarebbe nella mia giurisdizione imporre gravami del genere. Se vogliono. Gli assessori riluttanti, subito a casa. Rientrerebbe nei miei poteri. E' certo il fondo si impinguerebbe con tanti altri proventi. Nessun amministratore racalmutese ha mai saputo che biennalmente un certa aliquota delle vincite deve essere destinata allo spettacolo e alla cultura. Ora quei fondi sono supervisionati da un mio diretto nipote che racalmutese di eccelse doti intellettuali ha vinto il concorso interno di dirigente nella pubblica amministrazione. Pensate quanti soldi per la cultura e lo spettacolo a Racalmuto. Ma io spero che nessuno voglia eleggermi sindaco. Mia moglie divorzierebbe. E poi niente camarille. Questo lo sanno tutti. Tanta morale a parole tante speranzelle nei fatti. I racalmutesi continueranno in maggioranza a votare colui che riterranno malleabile nel dispensare favori. Il passato docet, no?
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