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mercoledì 19 marzo 2014

Pecunia non olet. Non piange, non si commuove. Ma sine pecunia nihil.


 

Lillo Taverna Carissima Santina, perché tanto pessimismo? Sono uno storico e parlo a ragion veduta. Racalmuto non è mai stata così positiva come adesso. E ti assicuro che fra tre o quattro anni risplenderà almeno sotto il profilo del benessere, della civiltà.

 Pensa un po': nel 1956 a Leonardo Sciascia Racalmuto appariva lontana "dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione". Tutto l'opposto della definizione appioppataci da furbastri che ora aspirano a farci da sindaco che volevano fare credere al mondo che questo per Sciascia "era il paese della ragione". Tutto vero allora, ma tutto - per fortuna - falso quando altre menti labili (anche questi con voglie sindacali) vollero scolpire questa ingrata definizione su un osceno masso marmoreo al vecchio calvari

 

Lillo Taverna Se confronto il 1948 con adesso appare inoppugnabile che dagli irrespirabili abituri siamo pervenuti alla linda e gradevole opulenza d'oggidì. Merito del cielo, delle preci delle orde pretesche, degli spiritualismi di politicizzate sagrestie matriciali?

No cara; tutto gran merito dei racalmutesi e di chi li ha in mezzo secolo amministrati.

Con errori, certo; con devianze, sicuro; con sperperi e perché no: tutti soldi messi in circolo, gioia di vivere, in allegre convivenze, in salti nella qualità della vita. I

Io plaudo. Lasciano mari di debiti non assolti (e perché dobbiamo pagarli? ammortizziamoli dicono i ragionieri), ma lasciano anche mari di crediti certi liquidi ed esigibili; facciamoli emergere come sopravvenienze attive (dicono sempre i ragionieri). A monetizzarli, a scontarli (per usare un linguaggio di più austero sapore bancario) ci vuole poco o nulla.

Per far che? Come a Campobello di Licata facciamo venire gli iracheni a impiantare mega melograneti d'avanguardia alla Forestale; portiamoci l'acqua dello Zaccanello per le moderne irrigazioni. Le chilometriche digressioni alabastrine da Gargilata a Sacchitello si trasformino in cave per prospere lavorazioni polimorfe sino alle vetrate che già hanno adottato nella cattedrale di Cefalù. Individuiamo le nostre vetustissime testimonianze archeologiche, i nostri ricchi siti, i nostri mondi sommersi unitamente agli archivi preziosissimi, e facciamone tesoro, attrattiva artistica. Se autostrade devono vulnerare le nostre plaghe più feraci vi si faccia allora l'aeroporto: capitali cinesi sarebbero ben lieti di supplire ai disastri del dismesso progetto.

Non voglio continuare. Non compete a me programmare l'avvenire economico, industriale, turistico e finanziario di Racalmuto. Ma credimi tutti questi arroganti quanto vacui soggetti locali che si vanno candidando a sindaci e consiglieri non sono all'altezza.

Non è questione di onestà o meno. Gli imbecilli non possono fare a meno di essere onesti. Non hanno professionalità, mancano di capacità manageriale. Io vi amo a voi donne ma ancora ne dovete fare di strada per competere con la maschile forza con la maschile inventiva con la maschile sagacia nel gestire un Comune: Racalmuto è tra le prime grandi dieci aziende della provincia quanto a fatturato. I vostri apporti tendono ancora al pietismo sentimentale. Pecunia non olet. Non piange, non si commuove. Ma sine pecunia nihil.

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