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giovedì 29 maggio 2014

ANTIQUA X


Ne vorremmo, ne dovremmo parlare con i signori Commissari del Comune di Racalmuto, ma quelli non vogliono essere disturbati: non parlare al conducente pare che abbiano scritto sull’architrave dei loro saloni ottocenteschi.

Tanto per alleggerire il discorso, rivolgo la mia salace attenzione a questo reliquario: la copia della delibera del consiglio comunale del 25 marzo del 1978. Nasceva il più immarciscibile  piano regolatore della nostra Racalmuto. Vige tuttora. La promessa dei commissari  è però stentorea: ENTRO LA FINE DEL LORO INCARICO AVREMO UN NUOVO PIANO REGOLATORE. Intanto non disponiamo neppure della perimetrazione di legge da cui far partire i punti zero per calcolare l’area A, l’area B e l’Area C sulle quali gravano tariffe monnezzare  agevolate.

Ci sollazza l’idea che il più longevo dei nostri amministratori è il mio carissimo amico Carmelo Collura, sempre presente, sempre vigile. Lo so di indefettibile memoria; se volesse potrebbe far luce sulle trame che spinsero la Regione Siciliana a inventarsi un pronunciamento del consiglio avverso all’ufficio tecnico di allora, per consentire a certe mani sulla cittadina di costruire  ad libitum.

Sedevano sugli scranni del refettorio (se ci azzecco) delle monache clarisse figure storiche della politica del dopoguerra. E noi che il vizietto della microstoria ce lo abbiamo tutto non finiremmo più dal chiosare, rammentare, punzecchiare.

Ricordiamo l’avvocato sindaco Totò Marchese, il chi l’ha (più) visto Antonio Baldanza, il compassato della Fiamma Giovanni Fantauzzo, l’erculeo avvocato Angelo Pillitteri, il pastaro Totu Baiamonte con il consocio Angelo Saccomando, l’inossidabile Salvatore Falco,  e poi, alla rinfusa dal dottor Totino Petruzzella ad Avarello, ad Amato, a Cavallaro, a Borsellino, Casodino, sino a finire a Calogero Cacciato. Spiccano certo l due nostri veri onorevoli: Milioto e Martorana (ma questo invero fu onorevolino.) Stavamo omettendo Carminu Gueli, ‘Ngilino Morreale, Fofu Farrauto e Santo Pinò.  Ma vanno citati a parte Cino, Morgante e Chiodo miei affini nelle opzioni rosse. Annoto Alessi e Sbalanca e quindi debbo mettere in tutta evidenza l’altro mio amicissimo Ignazio Petrotto che dimentico della lotta a suo tempo fatta con me e con Lillo Savatteri a Dino Casuccio non so ove militasse in quel  lontano 1978: me ne stavo in ispezione al Nord per saperlo.

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