Sciascia stravolge poi la sua ironia sulla sessuomania del Circolo Unione. Ecco come "I giovani apposta tirano fuori discorsi sulle donne., fingono malinconia considerando chi per l'età più non le può godere. Don Ferdinando Trupia salta su dal divano - ho settant'anni, ma una bella donna la sento da qui alla chiesa del Carmine; voi voglio vedere quando avrete la mia età. I giovani protestano - ma noi in generale parliamo, sappiamo quello che lei è ancora capace di fare. Sì - dice don Ferdinando - son capace di fare cose da pazzi, con una donna. L'altro giorno, a Palermo , sapete che mi disse una donna? Tu meglio di un giovane di vent'anni sei, mi disse, non è una cosa normale, dovresti andare da Coppola (Coppola è il primario della clinica psichiatrica universitaria). Da Coppola, capite? Pare anche a me che non è una cosa normale, proprio voglio andarci, i nervi sono.
Il barone Lascuda leva gli occhi dal giornale, si volge al vicino - lui deve andare da Coppola? E io che dovrei fare? Chiudermi tra quattro mura enon uscire più di casa, questo dovrei fare. Una cosa ti dico, che non ne posso più. L'altra sera sono andato a fare visita ad un amico, c'erano tre ragazze che mi stavano intorno, son dovuto andar via perché non ce la facevo più; queste se ne accorgono, pensavo, e che figura ci faccio? Che stai dicendo? - chiede don Ferdinando, vibrante come un diapason nel timore che si mormori di lui - Vai cercando donne? E perché no - dice il barone, tu sei dell'ottantatre e io dell'ottantasette. te ne sei scordato?
Don Ferdinando si avvicina ad uno dei giovani, mormora - ora ci divertiamo - questo qui raglia sempre di donne, come un asino castrato è, non c'è da credere mezza parola. Poi rivolto al barone - raccontami di queste ragazze, credo di sapere chi sono, forse ti pigliavano a gabbo. Tu non sai niente - dice il barone - né io posso dirti niente; ma per pigliare a gabbo me ce ne vuole, e tu lo sai. Le ragazze mi strusciavano addosso come gatte, una ce n'era con un paio d'occhi, una bocca. e il petto che mi toccava l'orecchio, lei si chinava apposta e il petto mi toccava l'orecchio, qui; era una osa --- poi si è messa a suonare il pianoforte, io le stavo di faccia, in um modo mi guardava ..." [segue]
Il barone Lascuda leva gli occhi dal giornale, si volge al vicino - lui deve andare da Coppola? E io che dovrei fare? Chiudermi tra quattro mura enon uscire più di casa, questo dovrei fare. Una cosa ti dico, che non ne posso più. L'altra sera sono andato a fare visita ad un amico, c'erano tre ragazze che mi stavano intorno, son dovuto andar via perché non ce la facevo più; queste se ne accorgono, pensavo, e che figura ci faccio? Che stai dicendo? - chiede don Ferdinando, vibrante come un diapason nel timore che si mormori di lui - Vai cercando donne? E perché no - dice il barone, tu sei dell'ottantatre e io dell'ottantasette. te ne sei scordato?
Don Ferdinando si avvicina ad uno dei giovani, mormora - ora ci divertiamo - questo qui raglia sempre di donne, come un asino castrato è, non c'è da credere mezza parola. Poi rivolto al barone - raccontami di queste ragazze, credo di sapere chi sono, forse ti pigliavano a gabbo. Tu non sai niente - dice il barone - né io posso dirti niente; ma per pigliare a gabbo me ce ne vuole, e tu lo sai. Le ragazze mi strusciavano addosso come gatte, una ce n'era con un paio d'occhi, una bocca. e il petto che mi toccava l'orecchio, lei si chinava apposta e il petto mi toccava l'orecchio, qui; era una osa --- poi si è messa a suonare il pianoforte, io le stavo di faccia, in um modo mi guardava ..." [segue]
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