Postfazione
finale
Uomini,
cose, vicende, racconti omonimie sono tutti totalmente immaginari: sogni di un
vecchio demente. Mica lo si può scomunicare per questo. Le vicende più oscene
rassomigliano più a sogni erotici, delizia di ermeneutica esistenziale di
psicanalisti di Vienna e dintorni, che davvero confessioni criminali. Se
risorge questo o quello, potrebbe ravvisarvi la parodia di qualche suo
gongolante racconto. Ma per quanto ne so, tutti costoro sono morti e sepolti da
tempo: come possono reagire? Ma quando lassù (molto improbabile) o laggiù (probabilissimo)
mi quereleranno presso il padre eterno, o mi giubileranno vieppiù (bello
‘sto termine vetero-burocratico) presso
Lucifero o Mammona (molto più pertinente alla retribuzione del mio lavoro) o
Mefisto (demone a me caro per quella faccenda del Faust, dato l’approssimarsi
del mio ottantesimo anno di vita), oppure un demone blasfemo (corteggiavo mia
moglie sussurrando con Heine: è il giorno
del giudizio, i morti risorgono all’eterna gioia o all’eterno dolore: Abbracciati insieme
non ci curiamo di nula, né di inferno, né di paradiso).
Suppongo che le disincantate Mariucce del mio
paese non rimarrebbero insensibili a siffatti afflati romantici. Certo non
detti da un vetero-vecchietto, quale oggi io sono. Non temo Eros: io e Desario
eravano considerati due monogami irriducibili dell’ Ispettorato Vigilanza di Bankit.
Quanto agli altri, beh! Lasciamo perdere: l’ora erotica in fin dei conti l’ha
inventata un capitano di lungo corso, finito a capo dell’istituto ispettivo.
Se
continuo, va a finire che disvelo il vero che ho tentano di dissimulare. Se
qualcuno è ancora vivo e si riconosce (cosa impossibile) in qualcuno dei sopra
estesi apologhi allusivi particolarmente sfottenti, per cortesia, non si
inalberi troppo. Tutto quanto è scritto qui è solo frutto di fantasia. Tutto è
assolutamente immaginario (volevo dire irrealissimo e uomini e cose e fatti
sono del tutto immaginari: Se qualcosa di vero dovesse emergere è per mera e
semplice coincidenza e da parte mia sottoscrivo le più ampie scuse). Ma non
esagero? Quello che è indubitabile è il fatto che inizio, prosieguo e fine di
questo ampolloso, insenso, vacuo raccontino, si esauriscono oltre un settennio
fa. Come si dice sono cose datate e superate dallo sconvolgente decorso di
quest’ultimo decennio. Berlusconi se ‘nnè ghiuto. V… aspetta la rivincita.
Grassone suona la grancassa a Londra. Qualche arcivescovo è sepolto. Qualche
cardinale resiste ma non conta più niente. Un paio di banchieri si sono fatti
suicidare. I cambi ora non sono né fissi né
flessibili. Quattro o cinque Governatori sono ruotati, taluni melanconicamente,
tal’altri gloriosamente, tal’altri ancora senza infamia e senza lode, uno
scandalosamente infilzato dai poteri forti – adirati per il suo lungimirante vade retro satana rivolto alla moneta
unica, un signorino non autoctono è passato a miglior vita all’estero.
Ed
allora perché questo racconto? Perché non è consentito ad un vecchietto, privo
di lussuriose rimembranze, di raccontarsi immaginarie oscenità finanziarie a
suo uso e consumo? O orecchie di caste fanciulle non leggetemi: vi annoiereste
e forse un tantinello arrossireste. O voi preti, spesso birichini, leggetemi,
divertitevi e poi anche scomunicatemi: per la bruciatura però non c’è più il
braccio secolare cui consegnarmi.
Ogni
riferimento a fatti e persone reali è meramente casuale. Questo è sicuro.
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