I montanari, si sa, che non vanno per il sottile nei cimenti letterari e storici; abituati i loro macellai a scuoiar pecore se, assolutamente non chiamati in causa, han purtuttavia il carbone bagnato per avere trafugato su un fetido furgoncino addirittura una pala d'altare secentesca, senza autorizzazione de beni culturali ecco come si esprimono "non è per rispetto ma siccome sono felice pei cazzi miei (sic) non ti denunzio per calunnia". "Non scrivere CAZZATE che tanto sei un demente". In prima battuta me la prendo a ridere. Ed ecco che il macellaio quasi avesse in mano una roncola anziché una testiera del computer, si lancia in invettive, dileggi, e offese gravi che mi spingono a rendere pan (fresco di semola) per facaccia (un maldestro quanto acido cuddriruni di montagna). Gente che si era prostrata ai miei piedi volendomi come amministratore del loro fortunato blog ora cambia improvvisamene rotta, mi dispensa un supponente LEI e si prona riverente e contrito dinanzi alla veemenze del cafonesco suo omologo carnezzaro. Ho inviato il post che qui sotto subito noterete ma credo che mi hanno già con protervia classica di selvaggi montanari cassato. Parto per la Sicilia. Al ritorno appurerò e sapranno che tipo è un ex superispettore del SECIT di Reviglio che tanta storia ha fatto, anche in seno agli specialistici testi dei crack bancari alla Sindona.
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Lillo TavernaQUELLI DEL CICOLANO
4 ore fa • Roma •
Prendo atto che arbitrariamente e illegittimamente il signor Calabrese ha censurato la coda della mia controversia con lui e con quelli che arbitrariamente si sentono i soli despoti di questo blog. Parlavo di sagrestani e di illegittimità nel trafugamento della tela da Santa Lucia, chiamavo in causa il prete polacco, segnalavo gli arbitri penali nel sequestrare tutt'ora una pala d'altare seicentesca che appartiene alla chiesa di Santa Lucia ove è da secoli che veniva venerat...a. Il vezzo di credere che si possa fare giustizia da sé negli impervi ruderi di Poggio Poponesco. pare che sia duro a morire. Un certo Mauro Marrone cerca di fare dello stalking nella mia corrispondenza privata di FB. Una tale Giuliana De Sanctis si permette il lusso di non "permettermi". Giustificata invero dall'atto insolente del signor Calabrese che prima amputa le mie controdeduzioni a lui sgradite e poi di colpo si prodiga in una riverente prostrazione al potente macellaio di Fiamignano, sbattendosene del fatto che l'offeso ero stato io ed offeso tanto infondatamente quanto gravemente (demente, calunniatore, dedito alle "cazzate", sbadato nelle mie scritture. E tutto questo quando ero ancora per loro scelta "AMMINISTRATORE" del blog. Oggi, certo, in quanto dimissionario non lo sono più. Non so manco se resto "iscritto". Forse neppure apparirà questo mio commiato. E dire che avevo tanta voglia di mettere a disposizione del Cicolano e di Fiamignano in modo particolare la mia alta professionalità, le mie conoscenze storiche, archeologiche giuridiche e manageriali. Avevo abbozzato già progetti tanto validi quanto quasi a costo zero. Pare che il mio massimo limite sia stato quello di chiamare palazzo Maoli di Fiamigano un palazzaccio di recente acquistato ad alto prezzo. Per questo chiedo venia.
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Lillo TavernaQUELLI DEL CICOLANO
4 ore fa • Roma •
Prendo atto che arbitrariamente e illegittimamente il signor Calabrese ha censurato la coda della mia controversia con lui e con quelli che arbitrariamente si sentono i soli despoti di questo blog. Parlavo di sagrestani e di illegittimità nel trafugamento della tela da Santa Lucia, chiamavo in causa il prete polacco, segnalavo gli arbitri penali nel sequestrare tutt'ora una pala d'altare seicentesca che appartiene alla chiesa di Santa Lucia ove è da secoli che veniva venerat...a. Il vezzo di credere che si possa fare giustizia da sé negli impervi ruderi di Poggio Poponesco. pare che sia duro a morire. Un certo Mauro Marrone cerca di fare dello stalking nella mia corrispondenza privata di FB. Una tale Giuliana De Sanctis si permette il lusso di non "permettermi". Giustificata invero dall'atto insolente del signor Calabrese che prima amputa le mie controdeduzioni a lui sgradite e poi di colpo si prodiga in una riverente prostrazione al potente macellaio di Fiamignano, sbattendosene del fatto che l'offeso ero stato io ed offeso tanto infondatamente quanto gravemente (demente, calunniatore, dedito alle "cazzate", sbadato nelle mie scritture. E tutto questo quando ero ancora per loro scelta "AMMINISTRATORE" del blog. Oggi, certo, in quanto dimissionario non lo sono più. Non so manco se resto "iscritto". Forse neppure apparirà questo mio commiato. E dire che avevo tanta voglia di mettere a disposizione del Cicolano e di Fiamignano in modo particolare la mia alta professionalità, le mie conoscenze storiche, archeologiche giuridiche e manageriali. Avevo abbozzato già progetti tanto validi quanto quasi a costo zero. Pare che il mio massimo limite sia stato quello di chiamare palazzo Maoli di Fiamigano un palazzaccio di recente acquistato ad alto prezzo. Per questo chiedo venia.
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