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giovedì 11 dicembre 2014

La mia ossessione Messana. Perché demonizzare un innocente?

Comunque non è da ora che io difendo la memoria del Messana: è già passato un anno da quando ebbi a rimarcare quel che segue:
 
 
 
 
 


Si dà il caso che l’ex Sindaco di Racalmuto sia penna vivacissima e irrefrenabilmente polemica. Mi delizia, come può accadere tra affini. Ha per il momento i guai suoi e non sono bazzecole. Dovrebbe rinchiudersi nei suoi attacchi-difesa. Ma son panni per lui molto stretti. Così deborda  in un comodo anticomunismo d’altri tempi, in confronti tra le paghe dei ricchi e le miserie dei poveri, ed ecco da ultimo nel dileggio di grandi (in ogni senso, anche negativo) personaggi locali. Cozza così con le mie convinzioni di aduso alle ispezioni bancarie d’alto tiro e con i risultati delle mie frequentazioni dei più disparati archivi di stato o di santa romana chiesa. Riprendo un mio contrappormi in Facebook  per darne ragguaglio anche a miei lettori d’altre sponde. Scusatemi.

 

 

 



Salvatore Petrottoha pubblicato qualcosa sullaCalogero Taverna


Scoprire con triste ed amara meraviglia che certi personaggi, davvero inquietanti, che hanno segnato, assai negativamente, la storia d'Italia sono di Racalmuto, mi rattrista non poco.


Mi riferisco al mafioso vero e non presunto tale, Jò Macaluso, braccio destro di Sindona, una sorta di factotum siculo-americano che aveva le porte aperte persino alla Casa Bianca, ai tempi di Nixon!


Od ancora, ad Et...tore Messana, il terribile questore, fascista della prima ora, già alle prese con le stragi di centinaia di operai e contadini durante il famoso Biennio Rosso, tra il 1919 e 1920.


Lo stesso Messana che, vent'anni dopo avere represso nel sangue le lotte sindacali di moltitudini di poveri disgraziati, fece sterminare migliaia di iugoslavi a Lubiana, in Slovenia, con la scusa che erano comunisti.


Un criminale di guerra che, anziché essere condannato per le torture ed i numerosi eccidi perpetrati, dopo la caduta del Fascismo, viene, inspiegabilmente, riabilitato e nominato capo della polizia in Sicilia, dal governo Bonomi, di cui faceva parte anche Alcide De Gasperi. Una volta in Sicilia il Messana si accorda con la mafia, la stessa mafia che fece uccidere centinaia di inermi contadini e che perpetrò la prima strage di Stato in Italia, all'indomani della caduta del fascismo, quella di Portella delle Ginestre. Mafia che fece uccidere i sindacalisti Accursio Miraglia e Girolamo Li Causi. Quest'ultimo, Li Causi, tra l'altro, proprio a proposito del Messana, ebbe modo di dire che era il capo dei banditi, mentre Giuliano una sorta di capo della polizia. Tutto a ruoli invertiti! Stato ed Antistato, mafia ed antimafia, sono spesso allora come oggi la stessa cosa! Che tristi ed amare verità, un pò sciasciane ed un un pò troppo racalmutesi, visto che tali protagonisti, di queste terribili storie d'Italia, sono di Racalmuto! Sciascia ed i suoi contrari, potremmo concludere, se ci riferiamo al questore aguzzino, poi divenuto capo della polizia in Sicilia, Ettore Messana, od ancora al mafioso Jò Macaluso.Visualizza altro

 

 

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Lillo Taverna Carissimo Totò, ti piace il tono acuto anzi acutissimo e figurati se puoi trovare un censore nel sottoscritto che se può ha voglia di gridare più di te. Trattandosi ora dell'onore di Racalmuto cui tengo in modo spasmodico sino a buttare anatemi a figli di amici miei che mi sono cari e cui debbo persino gratitudine, mi permetto di contraddirti.


 

Lillo Taverna Joe Macluso non fu (anzi non è visto che è ancora vivo) quel truculento boss della mafia siculo-americana che fu comodo far credere. Le ciarle dei giornali e dei mass-media sono comiche di disinformati. Personaggio folklorico quanto ti pare, capace di andare a S. Francesco e cercare di liberare il padre dal tetto, ma niente di più. Quanto a Sindona - e credo di saperne e di sapere cose in esclusiva - fu utile idiota, tanto più utile quanto più idiota. Ci rimise persino la pelle per la sua insipienza. Sai che Occhiuto ed io restammo disorientati dal fatto che codesto signor Presidente di ben quattro banche (tre a Milano ed una a Messina) non aveva manco apposto la firma nei più scottanti verbali dei consigli di amministrazione e non per furbizia, solo per non essere stato manco invitato.

 

Lillo Taverna Sul Messana le mie ricerche storiche dicono ben altro. Ma ho scritto qui troppo e non mi riesce più a contrapporti fatti, vicende e verità storiche anche per l'ora tarda e ad ottant'anni occorre andare a letto. Non fu l'aguzzino che si dice altrimenti l'accordo segreto De Gasperi Togliatti avrebbe saputo frantumarlo. Dovrei almeno correggere i tanti errori di battuta commessi, ma non mi va. Vogliami comunque sempre bene Calogero Taverna

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