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sabato 17 maggio 2014

Agato Bruno a Bucarest

Radio România Internaţional/ Agenda culturale/ “Agato Bruno legge Leonardo Sciascia” a Bucarest                               

“Agato Bruno legge Leonardo Sciascia” a Bucarest

2014-05-15 15:13:00

Gabriela Petre


Inaugurata il 12 maggio, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, la mostra di pittura “Agato Bruno legge Leonardo Sciascia”, ispirata al volume di poesie Favole della Dittatura, opera d’esordio dello scrittore nato a Racalmuto.
“agato bruno legge leonardo sciascia” a bucarest

Inaugurata il 12 maggio, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, la mostra di pittura “Agato Bruno legge Leonardo Sciascia”, ispirata al volume di poesie Favole della Dittatura, opera d’esordio dello scrittore nato a Racalmuto. Infatti la stessa mostra che resterà aperta a Bucarest fino al 24 maggio, verrà inaugurata a Racalmuto il prossimo luglio.
 
Agato Bruno è nato a Caserta nel 1939 ed ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha insegnato Discipline Pittoriche nei Licei Artistici e Istituti d’Arte, dove ha svolto anche le funzioni di dirigente scolastico. La sua attività inizia nel 1958 con una mostra di giovani pittori in Campania. In oltre un cinquantennio di attività artistica ha partecipato a numerose, importanti manifestazioni in Italia e all’estero, conseguendo riconoscimenti e alcuni primi premi. E’ stato uno dei componenti di “PROPOSTA 66”, gruppo di avanguardia tra i più attivi in Campania. Fa parte dell’Associazione Incisori Veneti. Sue opere si trovano in numerose collezioni private in Italia, Francia, Austria, Algeria e USA.

venerdì 16 maggio 2014

Mi si racconta che in questa sera di Venerdì è ritornata la cavalleresca voce dell'antimafia che ha chiamato a raccolta tutti e sei i concorrenti alla poltrona di Matrona e come padre padrone della obsoleta Fondazione Sciascia ha preteso la confessione di quello che sapranno fare se eletti nei primi cento giorni. Insomma i soliti giochetti della seconda o terza Repubblica. Non so cosa hanno farfugliato gli spauriti alunni del novello cavallo racalmutese. Non so chi è stato promosso e chi bocciato. Aspetto il resoconto del foglietto olim sciasciano.

Mi si racconta che in questa sera di Venerdì è ritornata la cavalleresca voce dell'antimafia che ha chiamato a raccolta tutti e sei i concorrenti alla poltrona di Matrona e come padre padrone della obsoleta Fondazione Sciascia ha preteso la confessione di quello che sapranno fare se eletti nei primi cento giorni. Insomma i soliti giochetti della seconda o terza Repubblica. Non so cosa hanno farfugliato gli spauriti alunni del novello cavallo racalmutese. Non so chi è stato promosso e chi bocciato. Aspetto il resoconto del foglietto olim sciasciano.

Volteggiate volteggiate, anime inquiete nel vostro non essere se non isterico istante del vostro nulla eterno

sveglia anime inquiete, danzate sveglie un'altra danza del nulla, il vostro nulla eterno vi si approssima: avete la scala dei valori, valori insipienti come gridarvi la mangio non la mangio un'altra ciambella stamani. Mangiatele e tacete anime inquiete: il nulla vi attende abbrancati a questi vostri vacui sospiri impotenti. Oh, quanto grande è il nulla anime inquiete alle prese con la cellulite, con chi vi pretende seri e reticenti, con voi stessi davvero inutili che gridate cose al vento ma con acconce pretenziose parole. Voi siete un momento di ciarlante polvere, da cui venite  verso cui ogni giorno tornate. Odiatevi anime inquiete, aggreditevi nel marciscibile istinto della umana ripulsa. Puzza di prossimo schifiltoso annotava il siculo Verga. Cristo non è mai nato, Marx neppure e voi o pregate o saraccate anime inquiete, voi figli del demne, senz'anima ma dissoluti nel corpo, lubrichi e vocianti, il silenzio eterno nella putrida tomba tra lagrimevoli cipressi vi attende, per il nulla eterno. Strillate, strillate anime inquiete. Volteggiate volteggiate, anime inquiete nel vostro non essere se non isterico istante del vostro nulla eterno 

giovedì 15 maggio 2014

Racalmuto è così: munge, strozza e ovvio non dice grazie.

Giunge la sera, l'occaso volge alla fine, è l'ora di partire: tutto è consumato; missione incompiuta. Venni da Roma, per prendere la residenza e votare; spesi 500 euro: le pretese di una microburocrazia comunale son vessatorie. Racalmuto è così: munge, strozza e ovvio non dice grazie.
Me ne torno a Roma. Credo di saper bene cosa occorre FARE per risollevare questo paese SERVO INIQUO e quindi FOLLE dice Sciascia. Ho cercato di FARE qualcosa per questo Paese che vuol però solo dire, ridire irridere e perire. Ho offerto collaborazione FATTIVA a questi sei queruli canterini- Rifiuti serrati, chi magari con una parola di elogio, ma chi con infastidito silenzio, chi forse sperando nel mio forzato ritiro per vincoli familiari. Pare che sotto sotto ci fosse solo il terrore che scoprissi gli altarini  ... e in effetti armadi putridi di più o meno ravvicinate carogne. Rifaccio la mia valigia di cartone e me ne torno a Roma. Addio ineffabili stanziali SERVI INIQUI E FOLLI. 
 ttp://www.youtube.com/watch?v=L6_SbflSwAg

mercoledì 14 maggio 2014

Addio, stanziali.

Giunge la sera, l'occaso volge alla fine, è l'ora di partire: tutto è consumato; missione incompiuta. Venni da Roma, per prendere la residenza e votare; spesi 500 euro: le pretese di una microburocrazia comunale son vessatorie. Racalmuto è così: munge, strozza e ovvio non dice grazie.
Me ne torno a Roma. Credo di saper bene cosa occorre FARE per risollevare questo paese SERVO INIQUO e quindi FOLLE dice Sciascia. Ho cercato di FARE qualcosa per questo Paese che vuol però solo dire, ridire irridere e perire. Ho offerto collaborazione FATTIVA a questi sei queruli canterini- Rifiuti serrati, chi magari con una parola di elogio, ma chi con infastidito silenzio, chi forse sperando nel mio forzato ritiro per vincoli familiari. Pare che sotto sotto ci fosse solo il terrore che scoprissi gli altarini  ... e in effetti armadi putridi di più o meno ravvicinate carogne. Rifaccio la mia valigia di cartone e me ne torno a Roma. Addio ineffabili stanziali SERVI INIQUI E FOLLI. 
 ttp://www.youtube.com/watch?v=L6_SbflSwAg

Giunge la sera, l'occaso volge alla fine, è l'ora di partire: tutto è consumato; missione incompiuta. Venni da Roma, per prendere la residenza e votare; spesi 500 euro: le pretese di una microburocrazia comunale son vessatorie. Racalmuto è così: munge, strozza e ovvio non dice grazie.

Giunge la sera, l'occaso volge alla fine, è l'ora di partire: tutto è consumato; missione incompiuta. Venni da Roma, per prendere la residenza e votare; spesi 500 euro: le pretese di una microburocrazia comunale son vessatorie. Racalmuto è così: munge, strozza e ovvio non dice grazie.
Me ne torno a Roma. Credo di saper bene cosa occorre FARE per risollevare questo paese SERVO INIQUO e quindi FOLLE dice Sciascia. Ho cercato di FARE qualcosa per questo Paese che vuol però solo dire, ridire irridere e perire. Ho offerto collaborazione FATTIVA a questi sei queruli canterini- Rifiuti serrati, chi magari con una parola di elogio, ma chi con infastidito silenzio, chi forse sperando nel mio forzato ritiro per vincoli familiari. Pare che sotto sotto ci fosse solo il terrore che scoprissi gli altarini  ... e in effetti armadi putridi di più o meno ravvicinate carogne. Rifaccio la mia valigia di cartone e me ne torno a Roma. Addio ineffabili stanziali SERVI INIQUI E FOLLI. 
 ttp://www.youtube.com/watch?v=L6_SbflSwAg

martedì 13 maggio 2014

solo che Sciascia scrive che siamo lontani dalla libertà. dalla giustizia e cioè dalla ragione. Caro Gioacchino questo tuo appunto e soprattutto questo tuo contrappunto non l'ho capito .... ma se l'effettivo significato dovesse minimamente collimare con quello che credo di avere capito siamo miseramente fottuti. Il "calunnioso provvedimento" è davvero calunnioso e vedo pochi politicanti racalmutesi mandare al mittente la calunnio. Fa più comodo accogliere la calunnia; serve tanto A CERTI IGNOMINIOSI FINI ELETTORALI- Ma tutti costoro che vantano coscienza tranquilla sono vittime di cattiva memoria. Ma io ho carte per tutti.

solo che Sciascia scrive che siamo lontani dalla libertà. dalla giustizia e cioè dalla ragione. Caro Gioacchino questo tuo appunto e soprattutto questo tuo  contrappunto non l'ho capito  .... ma se l'effettivo significato dovesse minimamente collimare con quello che credo di avere capito siamo miseramente fottuti. Il "calunnioso provvedimento" è davvero calunnioso e vedo pochi politicanti racalmutesi mandare al mittente la calunnio. Fa più comodo accogliere la calunnia; serve tanto A CERTI IGNOMINIOSI FINI ELETTORALI- Ma tutti costoro che vantano coscienza tranquilla sono vittime di cattiva memoria. Ma io ho carte per tutti.

Ah!/ Ecco un solenne/ Degno principio!/ Solenne al mondo africano!/ Degno di un leone/ o d'una moraleggiante/ Scimmia urlatrice/ ma niente per voi,/ graziosissime amiche/ ai cui piedi, a me,/ europeo sotto le palme/ è concesso di sedere. Selah!//// Meraviglioso invero! /Ora io qui siedo, /vicino al deserto. e pure/ così lontano da esso,/ così devastato e deserto/ sebbene mi trovi nel Nulla, / cioè inghiottito/ da questa piccola oasi,/ mentre appunto apriva sbadigliando/ la sua graziosa boccuccia,/ la più odorosa di tutte le bocche;/ ed ecco vi caddi dentro,/ giù in fondo, sotto di voi,/ graziosissime amiche! Selah! [segue da Friedrich Nietzsche: COSI' PARLO' ZARATUSTRA]

Ah!/ Ecco un solenne/ Degno principio!/ Solenne al mondo africano!/ Degno di un leone/ o d'una moraleggiante/ Scimmia urlatrice/ ma niente per voi,/ graziosissime amiche/ ai cui piedi, a me,/ europeo sotto le palme/ è concesso di sedere. Selah!//// Meraviglioso invero! /Ora io qui siedo, /vicino al deserto. e pure/ così lontano da esso,/ così devastato e deserto/ sebbene mi trovi nel Nulla, / cioè inghiottito/ da questa piccola oasi,/ mentre appunto apriva sbadigliando/ la sua graziosa boccuccia,/ la più odorosa di tutte le bocche;/ ed ecco vi caddi dentro,/ giù in fondo, sotto di voi,/ graziosissime amiche! Selah! [segue da Friedrich Nietzsche: COSI' PARLO' ZARATUSTRA]

Quando un comune, il comune di Sciascia, il paese della ragione viene sciolto per MAFIA c'è da domandarsi FU VERA MAFIA? Rispondo, no! Persino due sentenze in relazione a due candidati di codesta lista dichiarano inconsistenti e diffamatorie le pubbliche accuse. Allora abbiamo tutti il dovere di lottare per il ristabilimento del buon nome del paese di SCIASCIA. Chi invece si attacca ad un infondato e calunniatore provvedimento amministrativo di scioglimento della passata amministrazione per carpire una saprofita sindacatura per me è un INFAME.

Quando un comune, il comune di Sciascia, il paese della ragione viene sciolto per MAFIA c'è da domandarsi FU VERA MAFIA? Rispondo, no! Persino due sentenze in relazione a due candidati di codesta lista dichiarano inconsistenti e diffamatorie le pubbliche accuse. Allora abbiamo tutti il dovere di lottare per il ristabilimento del buon nome del paese di SCIASCIA. Chi invece si attacca ad un infondato e calunniatore provvedimento amministrativo di scioglimento della passata amministrazione per carpire una saprofita sindacatura per me è un INFAME.

La significatività dei due sondaggi ATIPICI di MalgradoTutto dovrebbe far meditare chi di dovere e indurli in resipiscenze operative se ancora in tempo. Borsellino invero cerca di risalire la china imbarcando platealmente Peppi Brucculeri convinto che così si propizia il voto dei fascisti che però sono puri e quindi non so quanto gradiranno un siffatto non liliale passaggio a Nord-Ovest alquanto innaturale. Per un posticino a Peppi andranno a pregare le slave madonne majukoriane?

La significatività dei due sondaggi ATIPICI di MalgradoTutto dovrebbe far meditare chi di dovere e indurli in resipiscenze operative se ancora in tempo. Borsellino invero cerca di risalire la china imbarcando platealmente Peppi Brucculeri convinto che così si propizia il voto dei fascisti che però sono puri e quindi non so quanto gradiranno un siffatto non liliale passaggio a Nord-Ovest alquanto innaturale. Per un posticino a Peppi andranno a pregare le slave madonne majukoriane?
Emilio  che ha ben capito che i racalmutesi come gli italiani vanno subito in soccorso del vincitore e scappano se in tempo dalla barca dei perdenti vorrebbe sfruttare la caparbietà del suo pio consanguineo nel dimostrarmi che niente pericolo, è tutto un falso trucco. E ciò in quanto lui fu abile a votare 4 volte per il parente. Già, vien fatto di chiedere: ma se ciò nonostante Emilio arriva così in basso, la cosa non è ancora più grave? Il fatto è la barca: cacciati via i nerboruti rematori, finiti contro scogli perniciosi, attiratisi le ire di chi come me oddio! la penna in mano la sa tenere, la barca va proprio allo sprofondo. Poi con tutte quelle maschere per occultare impresentabili volti, ci stiamo affrettando tutti a scappare.
Popò ovviamente gongola: ma stia attento, statisticamente il suo è un trend discendente e con questi chiari di luna la imprevedibile lista cinque stellata può scavalcare; quattro cose giocano a favore di questa: il tempo, il simbolo, l'ira  funesta che sale dal basso anche dai ceti non frequentatori della piazza  tra l'Agorà e il BS e l'effetto traino del voto europeo (se per le europee si vota 5 stelle perché non votarle per il Comune). Gli scaramantici della vecchia logica paesana mi contestano, ma io sogghigno.
Per gli altri due candidati non so che dire. Non ho elementi e mi taccio.

domenica 11 maggio 2014

Antiqua probo!!

Contra Omnia Racalmuto

...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendolunedì 20 maggio 2013

  
STORIA DEL BENEFICIO DEL CROCIFISSO DI RACALMUTO ED ALTRE VICENDE

La confraternita della “Mastranza” alla fine del Settecento.
Stralciamo dalla documentazione che ancora (ma fino a quando?) si conserva nella chiesetta dell’Itria alcuni spunti che ci illuminano non solo sulla solita attività della buona morte che ogni confraternita si propone – e si proponeva, in ispecie, a Racalmuto – ma, e soprattutto, sul risveglio dei “mastri” e cioè di questo piccolo ceto medio della società contadina, sempre solerte e significativo nel nostro paese.



Desumiamo dagli archivi parrocchiali dati che ci ragguagliano sui matrimoni più significativi del secolo: ecco come già allora le migliori famiglie non amavano inquinarsi ma circoscrivevano nel loro stretto ambito gli intrecci nuziali per non disperdere le loro ricchezze accumulate non sempre onestamente, quasi sempre con un pizzico di pratica usuraia. La chiesa, indulgente, perdonava e benediceva; del resto al sacerdozio si poteva accedere se si era facoltosi, se si apparteneva dunque alle schiatte egemoni del paese.

Il beneficio del Crocifisso.



La vicenda del beneficio del Crocifisso è lunga, tortuosa ed intrigante ed ha dato adito ad almeno un paio di complicate vertenze giudiziarie. Leggiamo nella bolla che si tratta dei seguenti beni:

in oppido praedicto reperiatur Ecclesia Sancti Antonij jam diruta cum Immagine SS.mi Crucifixi quae detinet salmas tres et tumulos quatuor terrarum in pheudo Mentae Status Racalmuti cum onere proprietatis unciae 1.6. aliam clausuram terrarum salmae unius tumulorum quatuordecem et quarti unius cum dimidio in dicto Statu et pheudo Racalmuti et contrata di Garozza cum onere proprietatis unciae 1.6.7.3. et tarinorum viginti quatuor Conventui Sancti Francisci de Assisia dictae Terrae.

Negli atti giudiziari dell’arciprete Tirone avverso i coniugi Giuseppe Savatteri e Concetta Matrona abbiamo la ricostruzione della provenienza di tali beni. Come risulta da un atto del 3 settembre 1659, la Confraternita del SS. Crocifisso di Racalmuto aveva diritto ad un canone di proprietà «primitivo veluti jus pheudi et proprietatis su terre della Menta e Culmitella». Trattavasi, in base a quel che si desume da altri atti, di un fondo di quattro salme e tumoli sei di terre ubicate nel feudo Menta, contrada Fico Amara, detta - secondo l’arc. Tirone - «in quei tempi Mercanti». Del resto aggiunge l’arciprete che «il nome di contrada fico amara e Mercanti andiede in disuso. Questa contrada prese nome di SS. Crocifisso.»

Non essendo stato pagato tale canone per più di un triennio, ed essendo state le suddette terre abbandonate, la confraternita del SS. Crocifisso esperì il diritto domenicale di avocazione del fondo per distruzione di migliorie, mancata corresponsione del canone ed abbandono delle terre dell’enfiteuta che era tal Giaimo Lo Brutto. Essa, pertanto, fu immessa nel pieno possesso delle cennate terre della Menta secondo il rito del tempo con atto notarile del 3 settembre 1659,  redatto innanzi a quattro testimoni.

Gli atti giudiziari tacciono sulle vicende che intercorsero tra il 1659 ed il 1767, un intervallo di tempo in cui si colloca la dotazione dell’Oratorio Filippino. Intanto non so su che cosa basi l’arc. Tirone il ruolo sostenuto dalla Confraternita del SS. Crocifisso. Di questa conosco il vago accenno contenuto nell’elenco della Giuliana della Curia Vescovile - voce Racalmuto, pag. 205 - che riguarda la «conferma della Conf.ta del SS. Crocifisso - reg.tro 1669-70, pag. 488».  Ma qualche chiarimento lo troviamo in quest’atto del 10 ottobre 1648 del notaio Michelangelo Morreale. Trattasi della «recognitio pro Archiconfraternitate SS.mi Crucifixi contra Donnam Vittoriam del Carretto e Morreale». In esso la Del Carretto (del ramo collaterale dei locali conti) si obbliga di corrispondere  al «Rev. D. Joseph Thodaro .. uti procuratori venerabilis Archiconfraternitatis SS.mi Crucifixi fundatae in Ecclesia Sancti Antonii huius terrae Racalmuti .. uncias quinque red. ann. cens. et red.bus dictae Archiconfraternitatis cession. nomine Petri Piamontesio et alijs nominibus in scripturis debitas, et anno quolibet solvendas supra loco qui olim erat dicti quondam de Monteleone vigore contractus emphiteuci celebrati in actis notarij Nicolai Monteleone die XXIIIJ Maij XII ind. 1584 et contractus solutionis donationis et assignationis  in actis not. Simonis de Arnone die 31 aug. 1605 et aliorum contractum  in eis calendatorum.» inoltre «supradicta Donna Victoria .. solvere promisit .. seque sollemniter obligavit et obligat eidem de Thodaro dicto nomine pro se et pro successoribus in dicta Archiconfraternitate in perpetuum uncias centum quatraginta una p.g. tempore annorum decem in decem equalibus solutionibus et partitis anno quolibet facere numerando et cursuro a die date literarum Civitatis Agrigenti ... Et sunt uncias 141 in totalem complimentum omnium censuum decursorum annorum retropreteritorum enumerandorum ab anno 1608 usque et per annum presentem inclusive , ratione d. unc. quinque anno dictae Archiconfraternitate debitae super dicta vinea.»

Quell’arcicofraternita era dunque operante dentro la chiesa di S. Antonio e siamo nel 1648. Ne è procuratore il sac. d. Giuseppe Todaro che muore il 7 maggio 1650.[1]Successivamente alla morte del sacerdote Todaro, si rinviene l’atto del 3 settembre 1659 di cui sopra; dopo dell’arciconfraternita si perdono le tracce e tutto fa pensare che si sia estinta: si spiega forse così perché in un primo tempo i benefici di quel sodalizio finirono all’Oratorio di S. Filippo Neri, per volere del Vescovo Rini.

Nel 1767 il vescovo Lucchesi Palli si ritrova vacanti quei beni dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e con bolla dell’8 luglio 1767 li assegna al sac. D. Francesco Busuito. La ricostruzione di un successivo beneficiario, il sac. Don Calogero Matrona, fatta il 15 giugno 1870, è particolarmente vivace ed intrigante.

«Con Bolla di erezione in titolo dell’8 luglio 1767 - vi si legge fra l’altro - da Monsignor Lucchesi fu eretto nella Cappella del SS.mo Crocifisso dentro la Chiesa Madre di Racalmuto un beneficio semplice in adjutorium   Parochi di libera collazione da conferirsi a concorso ai naturali di Racalmuto con le obbligazioni di coadiuvare il Parroco nell’esercizio della sua cura, di celebrare in diverse solennità dell’anno nell’anzidetta Cappella numero trenta Messe, costituendosi in dote del beneficio taluni beni, che esistevano nella Chiesa senza alcuna destinazione, dandosene anche l’amministrazione allo stesso Beneficiale. Riserbavasi però il Vescovo fondatore il diritto di conferire la prima volta il beneficio, di cui si tratta, senza la legge e forma del concorso in persona di un soggetto a di lui piacimento.

«In seguito di che con bolla di elezione del 10 luglio 1767 dallo stesso Monsignor Lucchesi fu eletto per primo Beneficiale il Sac. Don Francesco Busuito di Racalmuto, allora Rettore del Seminario di Girgenti dispensandolo dall’obbligo del concorso, e dalla residenza, e facoltandolo ad un tempo a sostituire a di lui arbitrio un Ecclesiastico, per adempire in di lui vece le obbligazioni e pesi tutti al beneficio inerenti.

«Appena verificatasi tale elezione, come risulta da un avviso dato dal Parroco locale di quel tempo, dal Sac. Don Giuseppe Savatteri qual uno degli eredi e successori di D. Giaimo Lo Brutto di Racalmuto impugnavasi la fondazione e ricorrendo al Tribunale della Reggia Gran Corte Civile, otteneva lettere citatoriali contro il detto Reverendo Busuito, affine di rivendicare i fondi constituiti come sopra in dote al beneficio come appartenenti al suddetto Lo Brutto. Sostenevasi dal Savatteri che la Confraternita del SS.mo Crocifisso dentro la suaccennata Chiesa Madre percepiva onze cinque annue per ragion di canone enfiteutico sopra quattro salme di terre esistenti nello Stato di Racalmuto contrada Menta dotate alla moglie del suddetto D. Giaimo Lo Brutto dalla di lei zia D. Vittoria del Carretto, annuo canone destinato per legato di maritaggio di un orfana. Nel 1659 i Rettori della cennata Confraternita per attrarsi di pagamento del canone anzidetto e per deterioramenti avvenuti nei suddivisati fondi, unitamente all’Arciprete e Deputati dei Luoghi Pii senza figura di giudizio e senza le debite formalità giudiziarie s’impossessavano di quei fondi e melioramenti in essi fatti dal predetto Lo Brutto. Si credettero autorizzati a far ciò senza ricorrere alle procedure giudiziarie da un patto enfiteuco solito apporsi in simili contratti, in cui espressavasi, che venendo meno il pagamento o deteriorandosi il fondo fosse lecito all’Enfiteuta di propria autorità ripigliarsi il fondo enfiteuco, come tutto rilevasi dagli atti di possesso presso Notar Michelangelo Morreale di Racalmuto sotto il 3 settembre 13 Ind. 1659. Così postasi la Chiesa in possesso dei fondi, conosciutosi che pagate le onze cinque per legato di maritaggio ed i pesi efficienti, il resto delle fruttificazioni rimaneva senza destinazione, pensavasi dal Vescovo Monsignor Lucchesi per di esse fondare il beneficio anzidetto, che indi conferivasi al sopra indicato Sac. Busuito. Impugnavasi questo fatto dal sac. Savatteri e facevalo come sopra citare a fin di chiarirsi nulla la suddivisata fondazione. Ma il beneficiale frapposti buoni amici persuase il Savatteri a rimettere tutto al saggio arbitrio di S.E. Rev.ma Monsignor Vescovo di Girgenti, il quale tutto riponendo sotto lo esame dell’Assessore Canonico d. Nicolò A. Longe, fattesi varie sessioni inanzi a lui con l’intervento dell’arciprete di Racalmuto per parte del Beneficiale e di altra persona per parte del contendente Savatteri, dichiaravasi dall’Assessore nullo l’impossessamento dei fondi e riconosciuta evidentemente la usurpazione dei fondi fatta dalla Chiesa. Ma protrattosi a lungo l’affare, pria di definirsi pubblicavasi la prammatica della prescrizione del 22 settembre 1798, quindi il Beneficiale avvalendosi di tal legge non volle più fare ulteriori trattamenti della causa, né arrendersi alle pretensioni del Savatteri.

«Morto però il Beneficiale, il cennato Savatteri fece ricorso al Re e dalla Segreteria Reale abbassavasi biglietto alla Giunta dei Presidenti e Consultori per informare. Moriva intanto il Savatteri ed il di costui erede Don Pietro Cavallaro e Savatteri agendo con più di moderazione pensava di mettere l’affare in mano del Vescovo Monsignor Granata, e desiderandosi dal ricorrente che il beneficio rimanesse, si contentava soltanto che divenisse patrimoniale e proprio della di lui famiglia e suoi discendenti.

«Il Vescovo conosciuta la validità delle ragioni e la pienezza del diritto del ricorrente, perché fondato il beneficio sopra beni proprii di D. Giaimo Lo Brutto di lui autore, a vista della patente usurpazione fattasi dalla Chiesa, della non ecclesiasticità del beneficio, perché fondato senza la volontà del padrone dei fondi, pensò accordarne la prelazione ai discendenti della famiglia Brutto. Quindi perché conobbe la verità delle cose per conscienzioso temperamento pensò conferire anche in minore età quel beneficio ad un chierico erede dei beni, che è l’attuale investito Cavallaro. Ed infatti il conferì con decisione del 16 giugno 1804. [...] Ottenne per ciò pria dispensa della Santa Sede, perché al detto chierico avesse potuto conferire il beneficio nella minore età di anni 14, lo dispensò dalla legge del concorso e dell’obbligo della coadiuvazione del Parroco nello adempimento degli offici parrocchiali sino all’età del sacerdozio e gli diede l’amministrazione dei beni dotalizii [...]»

Al beneficiale don Ignazio Cavallaro succede il nipote (figlio della sorella) don Calogero Matrona, con bolla di Monsignor Domenico Turano del 1° marzo 1875. Ma non fu una successione pacifica. Vi si rivoltò contro Giuseppe Savatteri, unitamente alla moglie donna Concetta Matrona, con cause, ricorsi, appelli che durarono decenni. Eugenio Messana, nello scrivere le sue memorie su Racalmuto, risente ancora di quel clima infuocato che in proposito si respirava ancora nella sua famiglia.

Il beneficio del Crocifisso è quindi oggetto di una bolla di collazione nel 1902 (cfr. reg. Vescovi 1902 pag. 703). Viene poi assegnato al padre Farrauto, per passare nelle mani di padre Arrigo. Attualmente è accentrato presso la Curia vescovile di Agrigento.



Racalmuto coinvolto nella controversia liparitana del 1713





L’eredità arcipretale del Lo Brutto tocca a Fabrizio Signorino: su di lui cade la tegola dell’interdetto. Senza ricorrere al Mongitore, sappiamo dai libri della matrice che:



eodem die 2 settembre 1713 VII ind. die 3 settembre 1713 VII Ind.Vigilia Sanctae Rosaliae hora vigesima fuit affixum interdictum generale locale in hac terra Racalmuti.

Si dovette affiggere la bolla episcopale di interdetto generale il 3 settembre 1713, nel giorno di Santa Rosalia: forse fu anche per questo che dopo meno di un secolo decadde a Racalmuto il culto di Santa Rosalia, prima egemone ed a carico della universitas. L’ordine è quello di approfittare della notte (hora vigesima, per aggirare e raggirare le autorità civili).

Le sepolture, dal giorno dopo, non possono farsi in chiesa, ma in un luogo a ciò “deputato” dal signor arciprete. Il primo a farne il piccolo di pochi mesi Santo Bordonaro, figlio del chierico coniugato con tale Ninfa:



4/9/1713 – SANCTUS  F. CL. CONIUG. STEFANI ET NINFAE BORDONARO;                            IN LOCO DEPUTATO A REV.DO ARCH.

L’esordio è duro e sembra che non si guardi in faccia a nessuno. Dopo, data la legge, trovato l’inganno: basta una bolla a pagamento di sovvenzione delle crociate per avere cristiana sepoltura in chiesa.

Certo, scatta ora il dramma della regolare somministrazione dell’estrema unzione: quest’atto ne lascia traccia:

5/9/1713 - AGOSTINA F. DI M° STEFANI ET CATARINAE            RIZZO di anni  11; sepolta IN UNA EX FOVEIS DEPUTATA A REV. ARCH. IN VIA S. GREGORII  - GRATIS PRO DEO -  ROBORATA ANTE OFFICIUM INTERDECTI.

La fanciulletta, undicenne, figlia di mastro Stefano e Caterina Rizzo, viene tumulata - con quale strazio, è facile intuire - nelle fosse comuni prescelte (e benedette) dall’arciprete Signorino, degradanti nella scoscese contrada di S. Gregorio (S. Grigoli). E’ povera ed il funerale è avvenuto gratis pro Deo; era stata “roborata” - confortata e temprata alla morte - secondo i sacri canoni, alcuni giorni prima, quando non era scattato l’ Officium interdecti.

Ma ora muore un notabile, un Romano: non può certo venire esposto all’inclemenza del clima e di altro:

7/9/1713 - SALVATORE ROMANO VIR JOSEPHAE ROMANO di anni 45; sepolto in MATRICE, PER PRIVILEGIUM BULLAE SANC. CRUCIATE e pure GRATIS PRO DEO.

Le note dell’atto funerario svelano parecchi aspetti religiosi ma anche sociali ed economici della Racalmuto del tempo. Il Romano muore a 45 anni, ad un’età che pur supera di molto l’età media della mortalità del secolo dei lumi in quel di Racalmuto. Appartiene ad una delle più prestigiose famiglie del luogo, ma è caduto in miseria e per i suoi funerali non può corrispondere i diritti ecclesiastici dei c.d. festuarii. Supplisce la carità dei preti, che il funerale lo fanno lo stesso, gratis pro Deo. Il settecento fu a Racalmuto, come altrove in Sicilia, misero, in crisi economica profonda, con punte di grande fame per tutti. A fine secolo, i sacerdoti racalmutesi ottengono l’autorizzazione dell’Ordinario ad impegnare gli arredi sacri per approvvigionare l’Universitas di grano per la pubblica fornitura del pane quotidiano. Lo studio del Valenti (cfr. Calogero Valenti - Ricchezza e povertà in Sicilia nel secondo settecento) può estendersi anche al primo settecento e le considerazione sulla povertà di Grotte si attagliano appieno pure a Racalmuto.

Ciò nonostante il buon Romano ha sepoltura nella Matrice: aveva la bolla della santa crociata: un privilegio che scavalca il rigore dell’interdetto del Ramirez, comminato per la difesa dei beni materiali del ricco vescovo di Catania.

Desta pietà la fine di questa neonata racalmutese: muore a soli quindi giorni: una “gloria”; potrebbe trovarsi un cantuccio nelle carnaie delle chiese; ma è povera ed è illegittima: finisce - sia pure gratis pro Deo - nel nuovo pauroso cimitero all’aperto, che l’arciprete ha degnato dell’acqua benedetta:

11/9/1713 - ANTONINA F. JULIAE VIRTULINO INZIONE PATRE IGNOTO VIRTULINO 15 GIORNI - IN FOVEA NON BENEDICTA DEPUTATA A REV.DO ARCH. IN VIA S. GREGORII OB INTERDICTUM - GRATIS PRO DEO.

Frattanto la miseria genera violenza: mastro Stefano Savatteri viene folgorato dalla lupara all’età di 44 anni. E’ povero ed i funerali avvengono gratis pro Deo. Ma è anche mastro: appartiene alla confraternita del Tau. La su sepoltura deve avvenire nell’oratorio della confraternita - interdetto o non interdetto:

16/9/1713 - STEFANUS MAG. VIR PAULAE SAVATTERI - 44 - IN ORATORIO TAU ET SOLUM FUIT ROBBORATUS SACRO OLIO UNCTIONIS OB MORTEM VIOLENTAM GRATIS PRO DEO.

Quando a morire è un “galantuomo”, l’imbarazzo del cappellano detentore dei libri della Matrice è evidente; il suo latino si ingarbuglia, comunque la sepoltura avviene in chiesa, nonostante l’interdetto:

5/10/1713 – FRANCISCUS  DON  VIR MARIAE   PUMO -  45        IN ECCLESIA S. JOSEPH PER PRIVILEGIUM BULLAE SS.ME CRUCIATAE OB INTERDICTUM

Le annotazioni sparse qua e là nel libro dei morti contengono queste altre notizie:

A 28 AGOSTO 1713 - L'INTERDETTO IMPOSTO DELL'ILL.MO E REV.MO SIGNOR FRA D. FRANCESCO RAMIREZ ARCIVESCOVO E VESCOVO DI GIRGENTI - CON IL CONSENSO DELLA S. SEDE NELLA CHIESA CATTEDRALE DI GIRGENTI, ET IN TUTTA LA SUA DIOCESE - FU' RIMOSSO; E PROSCIOLTO DOMENICA - 27 AGOSTO 1719 AD HORAM 22 - DAL REV.MO SIGNOR DR. DON GIUSEPPE PANCUCCI CA. TES., E VIC. GENERALE APOSTOLICO CON L'ACTORITA' DELLA S. SEDE PER VIA DELLA SAC: CONGREGATIONE DELL'IMMUNITA' 



Li bro dei MORTI 1714-1724

A 28 AGOSTO 1713 - L'INTERDITTO FU IMPOSTO DELL'ILL.MO E REV.MO SIGNOR D. FRANCESCO REMIRENZ ARCIVESCOVO E VESCOVO DI GIRGENTI CON IL CONSENSO DELLA S. SEDE NELLA CHIESA CATTEDRALE DI GIRGENTI, ET IN TUTTA LA SUA DIOCESE

L’interdetto durò poco meno di sei anni e - forse anzi tempo - fu revocato il 27 agosto 1719, stando alle precisazioni dei libri parrocchiali:

FU' SCIOLTO DOMENICA  QUARTA D'AGOSTO  AL DI' 27 DELL'ORA VIGIGESIMA SECUNDA 1719 - DAL REV.MO SIGNOR DR. DON GIUSEPPE PANCUCCI CA. TES., E VIC. GENERALE APOSTOLICO CON L'ACTORITA' DELLA S. SEDE.



[1]) Secondo l’elenco della Matrice sarebbe invero deceduto il 7 aprile 1650 a 52 anni (cfr. col. 3 n.° 62). Si rilevano però due inesattezze. Nessun dubbio sulla data di morte può sorgere stante il seguente atto della Matrice:

7

5

1650

Todaro

Giuseppe Sacerdote

sepolto nella chiesa di S. Maria del Monte

gratis


Sull’età del  Sacerdote Todaro è da precisare che era già chierico nel 1598 come risulta del tuo elenco:

4

1598

GIUSEPPE

TODARO

CHIERICO

12

1600

GIUSEPPE

TODARO

CHIERICO

9

1632

GIUSEPPE

TODARO



4

1634

GIUSEPPE

TODARO



e nella visita del 1608 è già sacerdote abilitato alle confessioni. Sono portato a pensare che il sacerdote sia morto settantenne e questo potrebbe essere il suo atto di battesimo:

26

12

1580

Todaro

Joseppi

Vincenzo Mastro

Violanti



 Pubblicato da  Calogero Taverna     a  01:21         
 

Mio caro Roberto. Io ho provato a votare Messana 10 volte e in diverse ore e giorni. Mi è riuscito una volta sola e sono stato bloccato e da quel disgraziato 17 non sono riuscito a scrollarlo. Certo se volevo lo inondavo di voti. Mi interessava vedere se agli ingenuotti il gioco riusciva ed ho appurato che no. Ma a chi mi dà zero tagliato (a me che insomma non era facile prendere per i fondelli) assicuro che una cosa perspicua ha fatto Malgrado Tutto e solo a Malgrado Tutto sinora è riuscita, e cioè cercare di carpire le linee tendenziali. E ci è riuscito alla grande. Bravi quelli di Malgrado Tutto. Io li ringrazio. Mi hanno dato motivi per ponderare, orientarmi e farmi dopo scegliere a ragion veduta. Caro Roberto: ho ottant'anni e ad imparare una cosa al giorno ho un gran bagaglio di nozioni da confondere non dico il padre eterno ma tanti preti parruccati sì!!

Mio caro Roberto. Io ho provato a votare Messana 10 volte e in diverse ore e giorni. Mi è riuscito una volta sola e sono stato bloccato e da quel disgraziato 17 non sono riuscito a scrollarlo. Certo se volevo lo inondavo di voti. Mi interessava vedere se agli ingenuotti il gioco riusciva ed ho appurato che no. Ma a chi mi dà zero tagliato (a me che insomma non era facile prendere per i fondelli) assicuro che una cosa perspicua ha fatto  Malgrado Tutto e solo a Malgrado Tutto sinora è riuscita, e cioè cercare di carpire le linee tendenziali. E ci è riuscito alla grande. Bravi quelli di Malgrado Tutto. Io li ringrazio. Mi hanno dato motivi per ponderare, orientarmi e farmi dopo scegliere a ragion veduta. Caro Roberto: ho ottant'anni e ad imparare una cosa al giorno ho un gran bagaglio di nozioni da confondere non dico il padre eterno ma tanti preti parruccati sì!!

Non dici che votavi con quattro computer diversi. E no caro Pio, se ti serve per scaramanzia fai bene. Ma pensa un po': pur votando 4 volte (credo con quattro computer diversi o password diverse) il tuo candidato finisce terzo e dal mattino si vede il buon giorno. Terzi, si finisce miseramente a casa. Io questo sondaggio l'ho trovato molto ammonitore. Se invece di volerlo ridurre a insignificante Cassandra, si pensi a Cassandra e si corre ai ripari, forse qualcosa si può salvare. Ma dove vuoi andare caro Pio se resti schiavo di sedicenti costituzionalisti, o di maschere per certi volti, o limitandoti a pluribaciare anziché fare politica con chi ha qualcosa da prospettare?

Non dici che votavi con quattro computer diversi. E no caro Pio, se ti serve per scaramanzia fai bene. Ma pensa un po': pur votando 4 volte (credo con quattro computer diversi o password diverse) il tuo candidato finisce terzo e dal mattino si vede il buon giorno. Terzi, si finisce miseramente a casa. Io questo sondaggio l'ho trovato molto ammonitore. Se invece di volerlo ridurre a insignificante Cassandra, si pensi a Cassandra e si corre ai ripari, forse qualcosa si può salvare. Ma dove vuoi andare caro Pio se resti schiavo di sedicenti costituzionalisti, o di maschere per  certi volti, o limitandoti a pluribaciare anziché fare politica con chi ha qualcosa da prospettare?

Chissà che non voglia nominarmi suo collaboratore assessorile ed insieme stilare e quindi mettere in atto un vero progetto aziendale sulla falsariga di quello che vado predicando nel deserto, vox clamantis in deserto!!!!

Certo, se i risultati erano diversi, i giudizi cambiavano. Da mihi factum tibi dabo jus diciamo noi giuristi. Non sono rispettosamente d'accordo con Roberto: i due sondaggi ATIPICI di Malgrado Tutto sono cose serie. A me stanno dicendo tanto. Ovvio ho passato tutto al setaccio del mio vetusto mestiere ispettivo. E i risultati mi portano molto lontano da quello che scrive il mio carissimo e stimatissimo amico Lillo Mendola. MalgradoTutto ha già espletato un primo sondaggio quando ancora le liste erano in abbozzo ed alcune mancavano. La lista del dottore Enzo Sardo svettò con oltre duecento consensi. Peregrini figuravano Carmelo ed Emilio con una ottantina appena di consensi. Insomma Enzo li sopravanzava per tre volte. Ora Enzo mi pare sceso ad appena 150 consensi in quel campione che specifico ma significativo lo è sempre. Si attesta al 25% ma la lista cinque stelle da zero sale al secondo posto ad appena un paio di punti sotto Enzo: un altro piccolo balzo e davvero potremmo avere Falletti sindaco di Racalmuto. Sarebbe un benefico salvifico salto di qualità nel paese. Tutta la bolsaggine politica racalmutese al macero. Non sarà il paese della ragione ma Racalmuto ha memoria di elefante e credo che davvero voglia dare dei plateali calci in culo ai soliti evasori, ai soliti approfittatori, ai soliti accaparratori dei posticini comunali, ai soliti furbastri appaltatori del nulla, ai fabbricanti di criminali sovraffatturazioni. Tutto questo è sfuggito alla Agenzia delle Entrate di Canicattì? I suoi funzionari che hanno fatto? Etica cattolica, scrittura ecclesiale, politica paesana? Chi meglio di 5 stelle saprebbe postulare che si faccia finalmente giustizia, serietà, imprenditorialità, saggezza amministrativa a Racalmuto? Ditemelo e io corro a votarlo e a farlo votare. Io una speranzella ancora ce l'ho. Oggi ho incontrato quel grande clinico che è il professore Adile. Ha la stessa mia visione aziendalistica. Chissà che non voglia nominarmi suo collaboratore assessorile ed insieme stilare e quindi mettere in atto un vero progetto aziendale  sulla falsariga di quello che vado predicando nel deserto, vox clamantis in deserto!!!!

Piccolo rumore per nulla? Beati loro che ci credono; io ci credo!

Chiuso il sondaggio scatta un moto di smarrimento. Che ci dice? Posso assicurare che non c'è nulla di taroccato. Da vecchio ispettore che perde il pelo ma non il vizio ho tentato di gonfiare i voti per un candidato: nulla da fare, il computer pronto a bloccarmi con un gentile ma indiscutibile "grazie ma hai già votato". Dunque? Due signori che venendo da lontano credevano che fosse una burletta mettersi a capo di una lista per proporsi come sindaci vengono negletti dal sondaggio: ritornate a casa, pare che dicano gli autointervistati da Malgrado Tutto. E le impressioni tattili della piazza, e il luogo magico tra l'Agorà e il BS corrono in tal senso. Cu cci lu fici fari, fuori due. Ne restano quattro. E qui la grande sorpresa: il responso preelettorale sembra dire "Popò Sindaco con dieci consiglieri e la minoranza ai rombanti di cinque stelle". E gli altri due signori molto più blasonati in partenza? A casa, melanconicamente a casa!! Quando chiedo commenti ai derelitti, questi stizzosamente fanno un altero gesto di supponenza. Piccolo rumore per nulla? Beati loro che ci credono;  io ci credo!