sabato 7 febbraio 2015
Questo qui lo dico perché mi sembra che il sindaco Messana e l'ufficio tributi di Racalmuto tendono a sottovalutare le capacità ispettive ed accusatorie appunto del suddetto dottore Calogero Taverna, anche se ormai modesto pensionato INPS da ventun'anni.
Senza questo libro della FELTRINELLI la storia bancaria e finanziaria italiana sarebbe stata ben diversa: niente San Mancuto contro Sindona, il Banco di Roma sarebbe ancora vivo e vegeto, Marcinkus non avrebbe avuto i suoi grossi problemi all'IOR, la finanza ambrosiana non avrebbe lamentato il crack della sua banca, il Banco Ambrosiano, e credo che manco Andreotti avrebbe avuto quel celere oscurarsi dei suoi ultimi decenni. Certo con le ipotesi si può andare all'infinito. Ma dietro questo libro vi era Lotta Continua ancora di Adriano Sofri, ma anche di Boato e De Aglio, per non parlare di Mimmo Pinto e di giovani ignoti (allora) del tipo Cencio o il Malefico etc.
Il libro è firmato LOMBARD: Lombard firmava begli articoli finanziari su taluni fogli di estrema sinistra. Sembravano rivoluzionari, in effetti erano di stampo conservatore del buon nome della Banca D'Italia. Si chiamava in effetti Romano Gattoni ed era ancora Segretario al Sevizio Rapporti col Tesoro della Banca d'Italia.
Sul retro della copertina si diceva che si trattava di "un alto esponente del mondo bancario e finanziario che, pur non potendo uscire dall'anonimato, intende(va) dare battaglia perché il 'Sistena Sindona' non contagi(asse) tutta la vita pubblica italiana".
Lombard era piuttosto noto come Romano Gattoni fra gli addetti ai lavori. Non era lui l'anonimo. La parte centrale del libro, da pag. 37 a pag. 149, non poteva essere stata scritta la Lombard. Era chiaro che proveniva da un ispettore della Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia che aveva angariato sino alla liquidazione coatta amministrativa la banca Privata Finanziaria in quel di Milano. Si trattava - senza tema di smentita - del dottore Calogero Taverna, ispettore appunto della Banca d'Italia Ed era originario di Racalmuto. Del resto segno tangibile è la pag. 37 che qui riportiamo.
Questo qui lo dico perché mi sembra che il sindaco Messana e l'ufficio tributi di Racalmuto tendono a sottovalutare le capacità ispettive ed accusatorie appunto del suddetto dottore Calogero Taverna, anche se ormai modesto pensionato INPS da ventun'anni.
Questo qui lo dico perché mi sembra che il sindaco Messana e l'ufficio tributi di Racalmuto tendono a sottovalutare le capacità ispettive ed accusatorie appunto del suddetto dottore Calogero Taverna, anche se ormai modesto pensionato INPS da ventun'anni.
Senza questo libro della FELTRINELLI la storia bancaria e finanziaria italiana sarebbe stata ben diversa: niente San Mancuto contro Sindona, il Banco di Roma sarebbe ancora vivo e vegeto, Marcinkus non avrebbe avuto i suoi grossi problemi all'IOR, la finanza ambrosiana non avrebbe lamentato il crack della sua banca, il Banco Ambrosiano, e credo che manco Andreotti avrebbe avuto quel celere oscurarsi dei suoi ultimi decenni. Certo con le ipotesi si può andare all'infinito. Ma dietro questo libro vi era Lotta Continua ancora di Adriano Sofri, ma anche di Boato e De Aglio, per non parlare di Mimmo Pinto e di giovani ignoti (allora) del tipo Cencio o il Malefico etc.
Il libro è firmato LOMBARD: Lombard firmava begli articoli finanziari su taluni fogli di estrema sinistra. Sembravano rivoluzionari, in effetti erano di stampo conservatore del buon nome della Banca D'Italia. Si chiamava in effetti Romano Gattoni ed era ancora Segretario al Sevizio Rapporti col Tesoro della Banca d'Italia.
Sul retro della copertina si diceva che si trattava di "un alto esponente del mondo bancario e finanziario che, pur non potendo uscire dall'anonimato, intende(va) dare battaglia perché il 'Sistena Sindona' non contagi(asse) tutta la vita pubblica italiana".
Lombard era piuttosto noto come Romano Gattoni fra gli addetti ai lavori. Non era lui l'anonimo. La parte centrale del libro, da pag. 37 a pag. 149, non poteva essere stata scritta la Lombard. Era chiaro che proveniva da un ispettore della Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia che aveva angariato sino alla liquidazione coatta amministrativa la banca Privata Finanziaria in quel di Milano. Si trattava - senza tema di smentita - del dottore Calogero Taverna, ispettore appunto della Banca d'Italia Ed era originario di Racalmuto. Del resto segno tangibile è la pag. 37 che qui riportiamo.
Questo qui lo dico perché mi sembra che il sindaco Messana e l'ufficio tributi di Racalmuto tendono a sottovalutare le capacità ispettive ed accusatorie appunto del suddetto dottore Calogero Taverna, anche se ormai modesto pensionato INPS da ventun'anni.
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