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domenica 15 febbraio 2015

il Giornale di Sicilia sui fatti di Riesi del 1919


GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre















Dopo i tumulti di Riesi































Truppe rientrano a Riesi















Lo stato dei feriti















Un sottotenente ucciso















CALTANISSETTA 10 notte.































Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.















Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue.















Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.















Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.















Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.















I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.















Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.















Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.















L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.















In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.















Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.



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Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.




Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere:







“Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”





Di sicuro, il Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.



E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.



La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.




E’ in corso ancora una indegna lite che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro la figlia della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non puo vivere coniugalmente con una disendente del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire) siciliano”, quello dei tempi insomma bandito Giuliano di Montelepre.




E costoro, codesti detrattori vogliono almeno procedere ad un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie ora che vengono a galla mari di documenti non tanto giustificativi del Messana quanto comprovanti senza ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi le infamie che artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.


i saluti. Calogero Taverna

7 agosto 2014 12.28

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Caro dott. Tsaverna, per tagliare la testa al toro, come si suol dire, basterebbe che lei rendesse pubblici alcuni dei documenti che riabilitano Messana. In fondo a chi, com un minimo di serietà fa una ricerca, solo i documenti interessano, perchè sono quelli che necessitano alla formulazione di un giudizio, o alla sua riformulazione. Mi creda, il resto conta poco.

7 agosto 2014 17.04

Gentilissimo Professore, non sono per niente d'accordo. Io i documenti li ho già pubblicati, anche se non tutti. Questi documenti e gli altri non riabilitano il Messana per il semplìce fatto che non c'è nulla da riabilitare. Quello che c'è è che io conto ben sette fonti che falsando documenti, accantonandone altri evitando di completare le ricerche archivistiche, storiche e persino giornalistiche, trascurando sentenze passate in giudicato hanno calunniato il Messana. Provato che il Messana nel 1919 non fu stragista, che nel 1942 non fu criminale di guerra e peggio, che diciamo il primo maggio del 1947 non era "capo del banditismo siciliano" (sue parole), che di conseguenza da siffatte intenzionali calunnie ne sono derivati gravissimi danni alla famiglia di OGGI, delle due una: o le fonti - come ho cercato in tutti i modi di farle ravvedere - rettificano le loro calunniose condanne, o saranno i competenti tribunali a stabilire la verità dei fatti con le conseguenze del caso. Quindi il toro può starsene tranquillamente con la sua testa sul collo. Né a me (extra partes) né alla offesa signora Giovanna Messana può importare dei calunniatori . Credo che la signora stia preparando le carte per passarle al suo avvocato romano nel prossimo settembre. Intelligenti pauca.

9 agosto 2014 15.59

https://www.youtube.com/watch?v=kO3xQWhrePE











Eppure io resto là, inchiodato alla mia sicilitudine, ai miei scoramenti, alle mie ombre, ai miei dolori ma anche ai miei siciliani sapori, alle mie siciliane brame, al mio essere LILLO, al mio risibile diminutivo: cosa può capirne la goriziana Cernigoi, tutta arroganza incolta, sapienza del nulla, né storica né atta a comprendere il diverso da sé. La mia CASTA DIVA sta altrove, nei sogni dei cieli dell'assurdo nei peccaminosi pascoli dei monti selenici, nel profondo del vulcano etneo. Bellini o mio Bellini, non dirglielo alla Cernigoi, quella non sa sognare, sa adagiarsi solo sugli aculei vindici di slavi repressi.

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www.youtube.com

10 agosto 2014 17.29

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Se un giornalista o uno scrittore di una certa fama, UMBERTO SANTINO, ha voglia di infilare in uno articolo come questo:













Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus



La strage di Portella della Ginestra


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