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venerdì 27 febbraio 2015

Racalmuto tartassato

Sorge il problema della pletorica compagine impiegatizia del Comune di Racalmuto: 243 addetti. Per sostenere 243 addetti, entrati come siamo ormai nell'ottica capitalistica mitteleuropea dei costi/benefici, il Comune di Racalmuto dovrebbe disporre di un fatturato di almeno 10 volte il monte salari dei propri dipendenti, come dire  oltre settanta milioni di euro annui. La Banca d'Italia che è la anca d'Italia è entrata in questo ordine di idee dei costi/benefici e sta procedendo ad una drastica riduzione delle sue spese. Sta chiudendo filiali su filiali, ha bloccato le assunzioni, spinge all'esodo dei suoi dipendenti e spesso sono i migliori che se ne vanno. Il Comune di Racalmuto non può pensare di continuare a tirare a campare. Non può più assumere, la qualità della sua compagine impiegatizia scema a vista d'occhio, gli incentivi per un miglioramento professionale non può non sa non vuole accordarli. Impiegati tantissimi ma demotivati, pagati in modo miserevole, il detto evangelico di dare la giusta mercede agli operai indecentemente vilipeso.
E allora? Vi stanno le soluzioni. Occorre iniziativa, mentalità manageriale, intelligente ripiegamento delle assurde norme agle ineludibili obblighi di giustizia sociale, di civiltà di benessere della cittadinanza tutta. La via maestra è quella delle MUNICIPALIZZATE cui distaccare i tanti dipendenti con professionalità non potuta sfruttare come dipendenti comunali a qualsiasi titolo sia a contratto a termine, sia come LSU sia come vincitori di concorso per posti di umiliante lavoro. Restino pure dipendenti del comune ma potrebbero bene integrare i loro magri emolumenti con le retribuzioni aggiuntive in imprese d'interesse municipale, imprese che peraltro incrementerebbero le entrate fiscali dello stesso Comune. Quel Comune che oggi disinvoltamente pretenderebbe dall'intera comunità racalmutese ben due milioni di euro per una TARSU  relativa al 2008 ben oltre il quinquennio della legale decadenza. E ciò mediante artifici e raggiri. Soprattasse e sanzioni desunte da un REGOLAMENTO mai pubblicato; tariffe debordanti l'art. 1 del Regolamento che per altre vie si invoca quando sfruttabile oltremisura dagli stessi UFFICI TRIBUTARI colpevoli almeno di omessa pubblicazione di atti dovuti, triplicazione del costo complessivo di un servizio a Tariffa, retrodatazione a sette anni prima di dati catastali odierni peraltro manco accertati. Una sorta di rapina per mano pubblica, roba da codice penale che lascia del tutto indifferenti le varie caserme dei carabinieri, le varie procure della repubblica, le varie autorità di controllo sia provinciale, sia regionale, sia nazionale, Ministero dell'Interno del siciliano Angelino Alfano compreso. La ragione, la giustizia, l'equità, il culto del bene comune, quando torneranno ad albergare a Racalmuto? Se paese di Sciascia, cultura, stampa, mass media non dovrebbero avere un qualche interesse,  non dovrebbero adoperarsi perché chi dorme si svegli chi non vigila vigili, chi decide provveda? 

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