Per fortuna abbiamo un signore di Barcellona Pozzo di Gotto, ma sposato felicemente con una racalmutese DOC che ha a cuore le sorti degli antichissimi sicani di casa nostra. Attorno al 1995 ebbe a portare alla caserma dei carabinieri una “fazzolettata” di reperti; ne ebbe copia del verbale di consegna (purtroppo andata smarrita); di quei reperti oggi nessuno sa più nulla.
Ma in seguito il Calderone ha avuto la ventura di immettersi in un profluvio di materiale archeologico che trattori e bulldozer andavano scompaginando: ne ha fatto una diligente ed approfondita silloge e ha consegnato il tutto ai BB.CC:
Eccone, in appendice l’inventario. Possiamo considerare Orazio Calderone di Barcellona Pozzo di Gotto il padre dell’archeologia racalmutese, che – ne siamo certissimi assurgerà a rilevanza platenaria per quanto ha tratto con i sicani, i sicani.micenei, e dopo i bizantini.
Per questi ultimi Racalmuto ha interessato moltissimo il più grande bizantinista, il francese André Guillou: il tesoretto trovato in località montagna in un fondo bene individuato rivelava effigie di imperatori bizantini. [1] Quelle monete ora giacciono, confuse e nascoste, nell’eternamente chiusa Sala IX (Antonino Salinas) del Museo di Agrigento. Ai racalmutesi – salvo che non siano racomandatissimi – non è dato di vedere le monete dei loro antenati racalmutesi. Al Comune non sono state fornite neppure le fotografie. Ma il Comune le ha mai chieste? Ne sa forse qualcosa?
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