Emilio Messana
4 aprile alle ore 13.17
.
Si fa un gran parlare di gestione dei rifiuti – diretta, in
house, in appalto dopo-la scelta del Consiglio Comunale di Racalmuto di non
approvare il piano finanziario dell'Aro e gli atti di gara,.
Il rischio da evitare
è che su un tema così delicato si faccia confusione.
Il fuoco della
polemica deve servire a far emergere proposte e soluzioni per mitigare il
carico fiscale.
Spararla grossa o
denigrare chi amministra potrà regalare un po' di popolarità, ma non aiuta ad
abbassare le bollette ai cittadini.
La tassa sui rifiuti
è influenzata dal costo del servizio e dalla platea dei contribuenti. Abbiamo
iniziato il censimento degli immobili non dichiarati e il recupero delle somme
dovute per gli anni pregressi.
Insieme agli uffici e
al consiglio comunale abbiamo approntato delle linee guida che aiuteranno i
contribuenti a definire le loro posizioni beneficiando di un abbattimento delle
sanzioni e di una comoda rateizzazione.
Le somme che saranno
versate andranno a decurtare i costi del servizio per l'anno in corso e per
quelli a venire, alleggerendo le bollette Tari a carico dei cittadini.
Ad un problema
abbiamo dato una soluzione, confrontandoci con tutti. Punto.
Non abbiamo inveito
contro chi il problema lo aveva determinato, nè abbiamo replicato a quanti
pensavano di blandire il naturale malcontento dei cittadini interessati da una
campagna di accertamento così imponente.
L'Aro nasce tra i
Comuni di Grotte e Castrofilippo, in un secondo momento la Commissione
Straordinaria decide di associare anche Racalmuto.
Il Piano di
intervento - bocciato dal Consiglio Comuale – è stato elaborato dalla
Commissione straordinaria ed approvato dalla Regione.
Il Piano di
intervento prevede la raccolta differenziata porta a porta ed un costo del
servizio comprensivo degli oneri di conferimento dei rifiuti di €.
1.085.000,00, al netto dei costi dell’ATO e degli introiti CONAI. Più saremo
bravi a differenziare il rifiuto e a renderlo "nobile", più saremo in
grado di venderlo direttamente ai consorzi di filiera, senza affrontare i costi
degli impianti di selezione.
Questo piano è noto-
da almeno nove mesi - certamente a quanti hanno partecipato alle ultime
elezioni amministrative e in particolare, ai consiglieri comunali. Noi abbiamo
proseguito un lavoro che era stato iniziato dalla Commissione Straordinaria e
che rispetto alla gestione del passato che si proroga in emergenza, prevede un
abbattimento dei costi.
Oggi è messo in
discussione il modello di gestione. I consiglieri comunali e anche il comitato
cittadino sostengono che la gestione in appalto è più onerosa della gestione in
house. La scelta spetta al Consiglio Comunale che ne assume la responsabilità
politica e amministrativa. In questi mesi noi abbiamo prorogato l’esecuzione
dei contratti della GESA con le ordinanze sindacali previste dal d.lgs 152 del
2006. Questo potere per Racalmuto scade il 30 aprile.
I consiglieri hanno
lasciato lavorare gli uffici sui capitolati di gara per mesi e, all’ultimo
momento, decidono di cambiare modalità di gestione del servizio.
Il servizio rifiuti
può essere gestito o all'esterno, dandolo in appalto, o tramite una società a
totale partecipazione pubblica ( gestione in house providing) oppure da un
società a capitale misto pubblico privato. La società a totale partecipazione
pubblica dovrà assumere personale, rispettando le norme di legge nazionali e
regionali, i contratti collettivi nazionali che prevedono la salvaguardia del
personale operativo che attualmente svolge il servizio.
E' certo che una
gestione diretta con risorse comunali e personale comunale non è possibile. Chi
lo afferma o ignora le leggi di settore o è in malafede. E con l'ignoranza e la
malafede le bollette non si abbassano e i comuni si dissestano.
La società pubblica
può non caricare gli utili come costo del servizio a carico dei cittadini, ma
dovrà caricare i costi amministrativi ( ragioniere, direttore tecnico,
amministratori, magazzinieri ecc.), i costi per reperire le risorse finanziarie
- perché il Comune di Racalmuto è in pre dissesto e non ha i soldi per fornire
alla società il capitale necessario per dotarsi dei mezzi e pagare regolarmente
gli stipendi e i contributi, né è nelle condizioni di pagare regolarmente le
fatture del servizio.
Fatte le debite
precisazioni, gli uffici stanno raccogliendo i dati e le informazioni
necessarie per impostare e valutare la gestione in house providing del servizio
rifiuti, così come richiesto dal Consiglio Comunale.
Accanto a quanti
pensano che con la gestione in house si possa effettivamente risparmiare, vi
sono poi quelli che cavalcano la questione per denigrare l’amministrazione
comunale. Noi non abbiamo niente a che vedere con il sistema fallimentare dei
rifiuti, né con i vecchi schemi e le vecchie logiche. Per noi contano soltanto
gli interessi della nostra comunità: questo è l’unico parametro che ci orienta
nelle decisioni che prendiamo, che ci guida nel confronto con il consiglio
comunale e con i movimenti cittadini, che ci consente di parlare il linguaggio
della verità e della chiarezza con i nostri concittadini.
Piace a Edoardo Romano, Gaetano Restivo e altri 5.
Luigi Iannello oltre ciò se con il consorzio aro si usano i
fondi europei per acquistare tutto il necessario per la raccolta e lo
smaltimento, il costo per i contribuenti verrebbe ancora meno. Il consiglio
comunale, per dirla in buona fede, è completamente impazzito,...Altro...
Calogero Mattina Caro sindaco io non mi spiego con quale
criterio la tassa viene calcolata in base ai metri quadri delle abitazioni e
non per nuclei familiari, mi spiego meglio ...sono le case a produrre rifiuti o
le persone ? Non Le sembra che questa tassa dei rifiuti sia un'altra IMU ??
Saluti
Lilio Messana Caro Calogero Mattina, la tarsu era calcolata
soltanto sui metri quadri, la tari tiene conto anche del nucleo familiare.
Lillo Taverna e così abbiamo tariffa, ici, imposta di
famiglia, dilatazione illimitata del costo del servizio (cfr. un certo art. 1)
e come pontifica Lauricella persino una surrettizia imposta patrimoniale senza
le debite autorizzazioni costituzionali. Non certo colpa né del sindaco né del
comune ma del legislatore. Solo che i regolamenti li fa l'ente autarchico
locale e un briciolo di equità in più non guasterebbe.
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