Carissimo Totò
credo che Canicattì ed i paesi circonvicini siano una grande
hinterland sicana la cui capitale potrebbe essere proprio Canicattì.
Purtroppo v'è stata una imperdonabile incuria da parte delle
autorità di settore agrigentine e degli
enti erogatori di fondi anche europei.
Invece di studiare il centro sicano autoctono si è iniziati
con S. Angelo Muxaro per le connessioni con Kocalo e quindi con la Magna Gracia
agrigentina, si è proseguiti con le tombe a tholos di Milena per i reperti di
influenza micenea, con il girovagare di quello strambo ma geniale archeologo
che fu negli anni '60 Adamesteanu (?), per finire con Castellana, teorizzatore
di improbabili miniere di zolfo sicane in quel di Palma di Montechiaro. Si
pensi che solo di recente, ma a Milena, si sono fatti scavi scientifici che
hanno portato a datare certe ceramiche a dieci mila anni fa, sovvertendo tutte
le datazioni, non solo quelle antiche di Diodoro Sicolo e di Tucidide, ma anche
quelle supponenti dei sovrintendenti agrigentini.
C'è materia per dibattiti, scontri e soprattutto intriganti
proposte televisive. La più ravvicinata potrebbe essere un dibattito
propedeutico tra te, il sottoscritto e due validi studiosi canicattinesi quali
l'Augello e la responsabile dell'archeoclub di Canicattì. Se presente, il Di
Natale sarebbe oltremodo utile e gradito.
Passando ad altro, ti prego di dare uno sguardo al blog di
Scimé ed alla mia corrispondenza. Un tuo commento su quel blog mi tornerebbe
assai gradito.
Salutissimi
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