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domenica 10 maggio 2015

La triade di Diomede

Questo marco col suo caro dio si tenga lontano da me. Se vuole lezioni di democrazia gliene posso dare a iosa. Ma mi fa ridere con questo cipiglio da prete spogliato. Se mi conosce usi un altro linguaggio. Se non mi conosce si stia almeno zitto. Un bel tacere non fu mai scritto L'ho forse chiamato in causa? Come si permette di chiamarmi in causa. Non si permetta. E lasci stare la democrazia che sconosce e la religione che mi infastisce. Non per chiarire o altro. Solo gli dico che un fringuello inesperto e vacuo non può permettersi di farmi la predica su un mio dibattito col signor sindaco.E alle mie puntualizzazioni non può sciorinare offese. Controlli. E non mi tedii. Prego e straprego Emilio di chiudere questa bacheca che è divenuta un lupamare omo se non dopato. Mi si ragguaglia che il povero Emilio ha rogne infinite da affrontare. A chi gli rompe la minchia dice: ma va' a far in culo. Io ho il prefetto che mi chiama ogni cinque minuti. Che mi assilla, che vuol scaricare su di me chissà quali responsabilità. Già il prefetto! Quel Diomede, quel personaggio che prendeva gli archivi del comune e li chiudeva nella stanza accanto e non si faceva più vedere. Quante glie ne ho dette. Quanto ne ho scritto. Chi non ricorsda il mio sarcastico sberleddo alla "triade di Diomede". Ma mi faccia il piàcere! Certo lo stanno assilando qui dal Viminale. E ci sto mettendo un carico da undici, checchè osi blaterare quel vendiduenne lecchino, ingegnere del nulla. Statevene alla larba bambocci. Noi vecchi ottantunenni siamo prossimi a morire. E' legge di natura; ma voi dopati del cazzo non vivrete a lunga manco se vi mettete a fare le quarant'ore un giorno sì e un giorno no!

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