Giunto a pag. 113 trovo l'indicazione di una nota, la n. 148. La nota n. 148 recita Cfr. Nara, Primo rapporto dettagliato sull'interrogatorio del dott. Otto Begus, esponente dell'Rsba Grecia e in Italia, 7 agosto 1945. cit.
Quella nota poi a pag. 482 viene appioppata al MESSANA, Ettore. Forse ricordo male. Torno a rileggere il punto di pag. 113:
"Nell'estate '44, al suo arrivo a Verona, Ragen entra in contatto con Eugenio Wolk, comandante del gruppo "Gamma". I due discutono di una rete di sabotaggio da attivare al momento dell'ingresso delle truppe alleate. Ragen non ha rpporti di fiducia col comandante del "Vega" perché pensa che questi faccia il doppio gioco di Borghese [148]".
Torno a ripetermi; ma Ettore Messana che c'entra? Io sono un lettore disattento. E' notorio. Ma tutto mi fa pensare che Casarrubea o è uno scrittore sfasato o vi mette una punta di zizzania per spingere il lettore a giudicar male il Messana comunque o a prescindere.
Rammento uno scambio d notizie tra me e il Casarrubea. Gli dico che la vicenda del Borghese è ancora misteriosa. Valerio Borghese Junio aveva una banchetta in via Veneto a Roma. Dopo il colpo di Stato mancato, quello delle Guardie Forestali di Cittaducale, la banchetta andò a carte quarantotto. La Banca d'Italia spinse l'allora avvocato Michele Sindona a prelevarla (per tutelare i depositanti) e quell'archivio scottante sparì nel nulla. D'accordo con il padre di Massimo D'Alema. cercai di far emergere quella vicenda nell'inchiesta Sindona di San Mancuto. Ma quando l'on. Giuseppe D'Alema cercò di interrogarmi pubblicamente, saltò su come una furia Emmanuele Macaluso e lo tacitò maledettamente. Poi glie la fece anche pagare non ricandidandolo. L'on. D'Alema padre dovette scappare a Valle della Lucania pe evitare di essere incarcerato per violane di segreto di Stato, perseguito da Vitalone per la faccenda della lista della P2. Casarrubea ovviamente non ne sapeva nulla. Non ne sa nulla. Poteva come storico far lui l'uomo della verità nascosta, visto che poi Borghese sempre a dire di Casarrubea. ebbe parte negli eventi del banditismo siciliano dell'immediato dopoguerra, ma nulla. Al Casarrubea interessa solo demonizzare Messana e impedirmi di proporre l'intestazione di una strada a Racalmuto al questore di ferro Ettore Messana.
Quella nota poi a pag. 482 viene appioppata al MESSANA, Ettore. Forse ricordo male. Torno a rileggere il punto di pag. 113:
"Nell'estate '44, al suo arrivo a Verona, Ragen entra in contatto con Eugenio Wolk, comandante del gruppo "Gamma". I due discutono di una rete di sabotaggio da attivare al momento dell'ingresso delle truppe alleate. Ragen non ha rpporti di fiducia col comandante del "Vega" perché pensa che questi faccia il doppio gioco di Borghese [148]".
Torno a ripetermi; ma Ettore Messana che c'entra? Io sono un lettore disattento. E' notorio. Ma tutto mi fa pensare che Casarrubea o è uno scrittore sfasato o vi mette una punta di zizzania per spingere il lettore a giudicar male il Messana comunque o a prescindere.
Rammento uno scambio d notizie tra me e il Casarrubea. Gli dico che la vicenda del Borghese è ancora misteriosa. Valerio Borghese Junio aveva una banchetta in via Veneto a Roma. Dopo il colpo di Stato mancato, quello delle Guardie Forestali di Cittaducale, la banchetta andò a carte quarantotto. La Banca d'Italia spinse l'allora avvocato Michele Sindona a prelevarla (per tutelare i depositanti) e quell'archivio scottante sparì nel nulla. D'accordo con il padre di Massimo D'Alema. cercai di far emergere quella vicenda nell'inchiesta Sindona di San Mancuto. Ma quando l'on. Giuseppe D'Alema cercò di interrogarmi pubblicamente, saltò su come una furia Emmanuele Macaluso e lo tacitò maledettamente. Poi glie la fece anche pagare non ricandidandolo. L'on. D'Alema padre dovette scappare a Valle della Lucania pe evitare di essere incarcerato per violane di segreto di Stato, perseguito da Vitalone per la faccenda della lista della P2. Casarrubea ovviamente non ne sapeva nulla. Non ne sa nulla. Poteva come storico far lui l'uomo della verità nascosta, visto che poi Borghese sempre a dire di Casarrubea. ebbe parte negli eventi del banditismo siciliano dell'immediato dopoguerra, ma nulla. Al Casarrubea interessa solo demonizzare Messana e impedirmi di proporre l'intestazione di una strada a Racalmuto al questore di ferro Ettore Messana.
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