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giovedì 3 settembre 2015

dirò tanto per dire

Dirò tanto per dire: stando a Roma di amicizie ce ne ho tante e di diverso colore sapore e spessore. Tra l'altro ho il mio commercialista, proveniente anche lui dalla banca d'Italia, qiesta sede sociale di Mammona, ed è di padre cattolico e di madre ebrea. ma lui senza essere un marrano è molto sionista. Parliamo e battagliamo- Lui difende ad oltranza Israele, io dopo il mio viaggio di nozze colà, odio con tutte le mie forze il sionismo che non riesco a scindere dall'ebraismo. Parliamo, ovvio, di Israele e di Palestinesi (che io considero miei fratelli dato che per un paio di secoli stanziarono al mio paese ingravidando tutte le femmine a portata di mano specie se rom. Ad un certo punto, esasperato, il mio amico semiebreo mi dice. "sai quanto è vasto Israele? quanto la Lombardia, Sai quanti siamo noi ebrei? milioni ed altri milioni arrivano da tutto il mondo. Noi dobbiamo stare ad Israele e ci prendiamo tutto il territorio che ci serve. I palestinesi li cacciamo via; loro si ribellano ma noi siamo potenti armati ed abbiamo per amici gli hienki. Forse i palestinesi qualche ragione ce l'hanno ma noi siamo i più forti e ci prendiamo quello che ci serve. Loro ci lottano e noi li massacriamo. Possiamo continuare così all'infinito". Discorso cinico qiuanto volete ma che ha un senso profondo. Ma mi domando se i "massacrati" arrivano a Palmira e vedendo ruderi degli antichi massacratori romani, hanno voglia di mandare in fumo quei simboli della loro antica schiavitù in attesa di potere mandare in fumo il Muro della vergogna di Gerusalemme, ma sono davvero incivili, massacratori della inesistente civiltà plurimillenaria  d'Occidente, tribali? Non rispondo.

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