La
traballante prosa del Messana traccia un quadro della situazione politica a
Racalmuto duntante il fascismo che va preso - lo ripetiamo - con le molle. Ma
qualche elemento di prima mano ce lo fornisce. Sappiamo solo così di
antifascisti operanti a Racalmuto. Le loro vicende sono palesemente enfiate. Un
riscontro possiamo coglierlo dale schedature della polizia, oggi consultabili
presso l’Archivio Centrale dello Stato in Roma.
Secondo
il Messana, il maggiore esponente comunista dell’epoca fu Edoardo Roma. Abbiamo
visto che la locale caserma dei carabinieri già nel 1925 lo definisce un
“pericoloso comunista”, portando acqua al mulino dellenfasi antifascista del
nostro storico racalmutese. Pericoloso lo fu, però, non a lungo, se lo
schedario puntuale e puntiglioso del capo della polizia Arturo Bocchini (11) lo ignora del tutto. Forse a motivo
delle influenti protezioni fasciste che al Romano venivano dalle sue parentele
bene inserite nel regime. Vi sarà pure un motivo se la famosa medaglia di
fedelta quarantennale al PCI non fu conferita nel 1961 ad Edoardo Romano
(vedansi le precedenti annotazioni del Messana).
Nelle
nostre ricerche a Roma, di racalmutesi finiti negli schedari di polizia durante
il fascismo troviamo:
1)
Vella Vincenzo;
2) Vella Diego;
3)
Picone Chiodo Calogero;
4)
Sacerdoti Edmondo;
5)
Messana Everardo.
Ma
dei cinque sudetti nominativi i veri racalmutesti sono tre (Vella Vincenzo,
Picone Chiodo Calogero e Messana Everardo), nessuno viene schedato in quanto
comunista, e i due schedati (Picone Chiodo Calogero e Messana Everardo) hanno
poco di politico.
Vella Vincenzo, è personaggio di risalto durante i Fasci siciliani,
è attivo nell’era prefascista e rientra nei ranghi durante il fascismo.
Schedato già dalla questura di Girgenti sin dal primo settembre del 1896, ne è
“radiato” l’8 aprile 1936 «tenuto conto della buona condotta e delle prove di
ravvedimento» ed essendosi «espresso in senso favorevole al Governo nazionale.»
Nel
1893 si era lanciato nell’agone politico a capo del movimento contadino e
zolfataio del luogo, con cipiglio e furore. Agì anche fuori di Racalmuto: lo
troviamo impigliato nella repressione dei moti rivoluzionari dei Fasci in quel
di Milena. Ecco quel che ci racconta Arturo Petix: «Nel pomeriggio del 27
luglio del 1893, a Milocca, in casa del contadino Luigi Schillaci, posta nella
robba Valenti (oggi via Gioberti) si riuniva un gruppo di contadini con lo
scopo di costituirsi in fascio dei lavoratori. [...] A quella riunione furono
presenti l’Avvocato Vincenzo Vella, presidente del fascio dei lavoratori di
Racalmuto e l’insegnante Rinaldo Di Napoli, presidente di quello di Grotte
)ASCL, Carp. n. 9, Pubbl. Sicur., lettera del 2 agosto 1893).»( 12). Abbiamo sopra fornito alcuni dati
del fascicolo sul Vella dell’Archivio Centrale dello Stato. Li integriamo qui
trascrivendo quant’altro vi è annotato.
«N.° 16434 - Prefettura di Girgenti, comune
di Racalmuto - Vella Vincenzo fu Giuseppe e della Vincenza Tinebra nato in
Racalmuto il 17 ottobre 1868, residente a Racalmuto mandamento della Provincia
di Girgenti.- Laureato in giurisprudenza - celibe - Socialista rivoluzionario -
statura 1,58 - corporatura robusta, capelli castano scuri, viso oblungo, fronte
alta, occhi castani, naso giusto, barba alla mefistofele e di colore castana
scura, mento tondo, bocca regolare, espressione fisionomica satirica,
abigliamento (sic) abituale, veste decente in nero.
«Riscuote nell’opinione pubblica
fama di fanatico stravagante. Di carattere volubile. Di educazione limitata, in
quanto che si appartiene a famiglia di esercenti miniere. Di corta
intelligenza. Di coltura scarsissima. Ha compiuto gli studi nel liceo ed il corso
di università in legge. Non possiede titoli accademici. E’ lavoratore fiacco.
Ritrae i mezzi di sostentamento dalla poca proprietà lasciata alla famiglia
dall’Avv. Tinebra Vincenzo. Frequenta la compagnia dei pochi affiliati al
partito socialista di questo Comune e
dei Comuni di Grotte ed Aragona. Mal si comporta nei suoi doveri con la
famiglia, di cui dovrebbe essere il sostegno, causa la morte del padre,
trascurandola completamente. Non gli sono state affidate cariche amministrative
e politiche. E’ iscritto al partito socialista rivoluzionario. Non ha
precedentemente appartenuto ad altro partito.
«Ha molta influenza nel partito
socialista locale, di cui è il capo e di cui fa il promotore. La sua influenza
è circoscritta al luogo dove risiede. E’ stato in corrispondenza epistolare con
i componenti il comitato centrale socialista di Palermo, con l’avv. Maniscalco
direttore della Giustizia Sociale, coi nominativi Rao Gaetano, Presidente del
disciolto fascio dei lavoratori di Canicattì, Di Napoli Rinaldo Presidente del
disciolto fascio di Grotte, coll’onorevole Colajanni e col presidente della
Federazione Regionale Socialista Lombarda. Non è stato, nè è in relazione
epistolare con individui del partito all’Estero. Presentemente è in relazione
epistolare col Direttore del periodico ‘La Riscossa’ di Palermo, il presidente
del Comitato Regionale della Federazione Socialista Ligure, coi sudetti Di
Napoli e Rao, col Direttore del periodico ‘La Lotta di classe’, e dicesi in
relazione epistolare con Bosco Garibaldi e l’on. De Felice.
«Non ha dimorato all’estero, nè vi
riportò condanne, e non ne fu esplulso. - Ha appertunuto al disciolto fascio
dei lavoratori di Racalmuto, con la carica di Presidente. Presentemente non
appartiene ad alcuna associazione sovversiva di mutuo soccorso o di altro
genere. Durante il 1893 ha collaborato ai periodici sovversivi ‘La Lotta di
Classe’ e ‘La Giustizia Sociale’. Di tanto in tanto spedisce corrispondenze
alla ‘Riscossa’, ed alla ‘Lotta di Classe’.
-------------
«Riceve i periodici ‘La lotta di
classe’ e ‘la Riscossa’ ed opuscoli editi a cura del Comitato Regionale della
Federazione socialista Ligure. Fa propaganda fra gli esercenti arti e mestieri,
con poco profitto. E’ capace tenere conferenze. Ne ha tenute nel 1893, nel
locale di questo disciolto fascio dei lavoratori, e nel domicilio di qualche
socialista di qui. - Verso le autorità tiene un contegno sprezzante. Non ha
preso parte a manifestazioni del partito cui è ascritto a mezzo della stampa
firmando cioè manifesti, programmetti. Ma ha preso parte in occasione della
dimostrazione organizzata in questa Stazione ferroviaria il 2 Novembre 1893, al
passaggio dell’on. Colajanni, nella quale circostanza il fanatismo dei
dimostranti raggiunse il colmo, intervenne la forza pubblica, fu percosso il
Deputato di P.S. del tempo, malmenati il Maresciallo ed i militi.
«Nelle elezioni ammimistrative di
Racalmuto del 1905 è stato eletto consigliere comunale. »
[Aggiunta
in calce la posteriore data: Girgenti 14 gennaio 1908 - il prefetto Mario
Rebucci].
«Prefettura di Girgenti - Cenno biografico
del 20 ottobre 1913 - Andatura attempata. - Gode nell’opinione pubblica fama di
uomodi poco carattere e di nessuna serietà. D’intelligenza ed educazione medie,
è mordace ed aggressivo, quando scrive per i giornali, tanto che ha un frasario
tutto suo speciale, fatto di volgare turpiloquio, appunto perché nelle lotte
sia politiche che amministrative non sa fare a meno di attaccare in modo
triviale le persone degli avversari, invece di combattere le idee. E’ laureato
in legge, ma la sua cultura non va oltre gli studi fatti e le molte
pubblicazioni socialiste lette e ben poco ben assimilate. Di natura fiacca,
lavora lo stretto necessario, approfittando di quello che ricava dalla poca
proprietà immobiliare a lui lasciata da un suo avo. Tenace nelle lotte, ma non
nel carattere, egli varia di continuo e con molta leggerezza di relazioni
politiche e di amicizie personali, a seconda della convenienza e
dell’opportunità del momento, non si può dire quindi egli abbia in ciò una
direttiva sicura, per quanto inclini nella scelta verso gli elementi sovversivi
o politicamente esaltati. Si deve a tale sua malleabilità di carattere ed
azione se egli sia stato consigliere comunale ed anche assessore supplente.
Nella presente lotta politica, egli, transigendo con la sua condotta passata,
ha stretto relazione con persone, altra volta attaccate fino all’insulto, per
appoggiare la candidatura socialista dell’Avv. Marchesano. Nel biennio
1893-1894 - egli dette pensiero ed azione ai moti convulsionarii dei ‘fasci’ ed
ebbe perciò il suo quarto d’ora di influenza e di popolarità, fra gli elementi
sovversivi di allora; ma sopravvenuta la repressione egli ritornò quello di
prima, anzi fu lì lì per essere inviato a domicilio coatto, a termini dell’art.
3 della legge 19 luglio 1894. [..]
Successivamente egli si occupò dei suoi affari privati per cui fece dimora a
Delia ed a Casteltermini. Nel presente fa qualche pubblicazione sui giornali
della provincia a carattere sovversivo; fa come può, ma con scarso profitto,
propaganda fra gli operai ed è presidente della lega di miglioramento tra gli
zolfatai di Racalmuto.
«E’ capace di parlare al pubblico,
ma non di tenere conferenze vere e proprie, ciò quindi ha fatto sempre che se
ne sia presentata l’occasione; in lui però più che la facilità di parola è
comune il turpiloquio, che, in fondo, tradisce la sua origine volgare. Peò
passato tenne verso l’autorità un contegno altero e sprezzante; ora però si
mostra remissivo e rispettoso. Ma ha preso parte a vere e proprie pubbliche
manifestazioni di carattere del partito. Nel 1893 intervenne in manifestazioni
più o meno violente e, successivamente, in un pubblico spettacolo si lasciò
andare a qualche atto inconsulto. Mai fu sottoposto alla pregiudiziale ammonizione
e fu solo proposto, ma non assegnato, a domicilio coatto. Non ha subito
condanne, ma ha i seguenti precedenti penali. Il 1° settembre 1893 fu arrestato
in Milocca per istigazione a delinquere; a 7 maggio 1894 fu assolto dal
Tribunale di Girgenti dall’imputazione di violenza e resistenza ad agenti della
forza pubblica; a 19 maggio 1894 la camera di consiglio di Girgenti disse non
luogo per l’imputazione di tentativo di fare insorgere gli abitanti del regno
contro i poteri dello stato. Nello assieme il Vella, per quanto sempre
relativamente temibile, non è più il sovversivo di una volta e non è più da
ritenersi un socialista veramente combattivo, perché, in fondo, non riesce a
farsi pigliare sul serio da alcuno. L’età, il male cronico di cui è affetto e
qualche debito hanno fiaccato e piegato il suo carattere, naturalmente a ciò
disposto, ed oggi si aggioga al carro di taluni conservatori, liberali
d’occasione, con la stessa facilità con la quale si metterebbe loro contro, se
gli tornasse opportuno, data anche la sua venalità.»
-----
«Relazione Prefettura: Dall’elenco
allegato al n.° 16085 del 3.7.1911 risulta pericoloso. - Girgenti 1912: N.°
1128 del 23.4.1912 - E’ stato rieletto Consigliere Comunale di Racalmuto e
poscia nominato assessore. Non tiene più contegno sprezzante con le autorità e
si è mostrato favorevole al Governo per la guerra in Libia - Professa sempre
idee socialiste e viene pertanto vigilato.»
------
«Prefettura: 27 11.1925 - Professa
tuttora principi socialisti e non tralascia occasione per fare propaganda
antifascista. E’ attentamente sorvegliato. - Prefettura: 21.1.1929. - In data
2.12.1926 venne diffidato ai sensi dell’art. 166 legge P.S. In atto serba
regolare condotta morale e politica mantenendosi estraneo ad ogni manifestazione
contraria all’attuale Regime. Prefettura: 3.7.1931 - .. socialista
rivoluzionario. Continua a tenere buona condotta politica, dedicandosi
esclusivamente alla sua professione di avvocato. I suoi atteggiamenti nei
riguardi del Regime sono favorevoli e mostra in apparenza di essersi ravveduto.
Però non si ritiene opportuno, almeno per ora, di proporlo per la radiazione
dallo schedario dei sovversivi, e si continua a esercitare su di lui assidua
vigilanza. - Prefettura: 21.2.1933 - Risiede a Racalmuto, dove esercita la
professione di procuratore legale presso quella pretura. Non spiega alcuna
attività politica e tiene atteggiamento favorevole al Regime. Viene sempre
sorvegliato non avendo dato prove sicure di ravvedimento. - Prefettura:
22.12.1934 - Non ha dato luogo a rilievi in linea politica, e nei riguardi del
Regime si mostra apparentemente favorevole. Viene vigilato. - Prefettura:
25.9.1935 - Durante il terzo trimestre del corrente anno non ha dato luogo a
rilievi con la sua condotta politica. Viene vigilato.» (13)
* * *
Quanto
a Vella Dante Nunziato fu Giuseppe, nato a Racalmuto il 3 marzo 1908, abbiamo
fornito in precedenza i dati dello schedario centrale che lo riguardano. Appartenente ad una famiglia di anarchici di
Grotte, i suoi legami con Racalmuto sono del tutto accidentali e di mera
anagrafe. La madre era una Pedalino Di Rosa, sorella di quello che è stato un
affermato notaio di Milano, e discreto verseggiatore in dialetto. Il Pedalino,
come si è detto, brigò tanto nel 1930 per farsi riconoscere i meriti di essere
stato tra i sansepolcristi del 1919. Il 27 dicembre 1937, il suo nome però
viene associato sia pure molto casualmente con quello dell’anarchico Dante
Nunziato Vella di cui è zio materno. Il prefetto G. Marzano esclude ogni
favoreggiamento, ma si dà il caso che da allora il Pedalino ha qualche screzio
col fascismo. Oggi, la figlia tiene a rivendicare un passato (inesistente)
antifascista del padre. Ciò ha sorpreso i redattori del locale foglio di
Racalmuto Malgrado tutto, che avevano
- ed a ragione - visto il Pedalino come un antesignano del fascismo.
* * *
La
schedatura di Picone Chiodo Calogero (14)
fa emergere una figura che comunque la si giri difficilmente può venire
riportata nell’ambito dell’antifascismo. Trattasi, piuttosto, di un
avventuriero che opera ai margini della truffa. Certo, siamo in pieno contrasto
con la idealizzazione che la lettura locale (il citato libro del Messana e Malgrado tutto) hanno di recente
sfornato. Latrscrizione dei dati d’archivio chiarisce meglio l’assunto.
«Picone Chiodo Calogero fu Giuseppe e fu
Munisteri Pinò Ignazia, nato a Racalmuto il 17 aprile 1884, qui abitante
(Milano), avvocato - 1,68 circa. - Avuta da Agrigento il 14/7/1932 n.° 33032 -
1° gennaio 1930: Cartolina postale di
Picone Chiodo all’avv. Sincero Rugarli, corso Umbero I°, 26 Roma. Si parla di
libri e di abbonamenti a riviste. La questura di Roma definisce il Rugarli
‘noto socialista schedato’. Non sa nulla sul Picone Chiodo. - 27 febbraio 1930
- Consolato generale di Nizza - Riceve una lettera dall’avv. C. Picone Chiodo
Via Tritone 201: Roma 24 febbraio 1930: ‘Ricevo il suo pregiato invito a
presentarmi nella Regia Cancelleria per comunicazione che mi riguarda. Trovomi
in Italia nostra da circa 15 giorni. Sarei grato a V.S. se volesse farmi
conoscere l’oggetto dell’invito, non dovendo più venire a Nizza ..’
«Questura di Roma n. 023885 del 2 aprile 1930: C. Calogero Picone Chiodo
.. con recapito presso il notaio Schillaci Guido. - Regia Questura di Roma da
quella di Agrigento: Il 16.3.1904 dall’Amministrazione Comunale di Racalmuto il
Picone venne incaricato dello insegnamento nella quinta classe elementare e
tale incarico tenne sino alla fine del 1907. Laureatosi in legge, nell’ottobre
1907 si recò a New York per accompagnarvi una sorella, e a mezzo di un suo
parente, che colà risiedeva da parecchi anni, cercò fortuna facendo il
pubblicista, ma non ebbe successo, e l’anno successivo ritornò in patria
riprendendo, nel luglio del 1908, l’insegnamento elementare, che tenne sino al
febbraio del 1912. Durante la sua permanenza a Racalmuto, esercitò,
saltuariamente, anche la professione di avvocato. Nel 1912 si trasferì a
Milano, dove, il 26.2.1914, sposò certa Matilde Margherita Ochert da Monaco.
«In seguito a tale matrimonio, e
dopo breve permanenza a Monaco, ottenne la rappresentanza di alcune fabbriche
tedesche di colori. Durante la guerra fu prima soldato di artiglieria a
Messina, e poi Ufficiale presso il distretto militare di Agrigento, ove
disimpegnò la carica di aiutante maggiore. Ultimati gli obblighi militari
ritornò con la famiglia a Milano, occupandosi nuovamente di colori. Nei primi
del 1922, si trasferì a Rovato (Brescia) e nel novembre dello stesso anno
ritornò stabilmente a Milano, dove aprì uno studio legale in Via Col di Lana 3,
recandosi ad abitare al Viale Ticinese n.° 3.
«Nei primi del 1929 si recò a
Parigi allo scopo, come si disse, di pubblicare alcuni libri e di occuparsi di
studi spiritici. Già in Italia il Picone aveva pubblicato un libro di
sociologia criminale, un altro sul bolscevismo, un opuscoletto della biblioteca
Vallardi sulla cambiale, ed un libro di spiritismo intitolato ‘La verità
spiritualistica’.
«Ultimamente, da Roma, ha inviato
ai conoscenti un biglietto di partecipazione dell’apertura di uno studio legale.
Durante la sua permanenza a Racalmuto professò teorie socialiste, ma senza
accanimento. Si vuole che a Milano contasse numerose relazioni nell’ambiente
socialista. Il predetto risulta di temperamento nervoso, eccitabile, ma
oltremodo pavido.
«La Questura di Milano ha
comunicato che il Picone ha risieduto in quella città dal 1913 al 1928, epoca
in cui si recò all’estero, senza dar luogo a rilievi in linea politica e
mantenendo contegno indifferente nei riguardi del Regime.
«Questura di Roma: 8 luglio 1930 -
L’avv. Picone Chiodo Calogero è pertito ieri per Monaco di Baviera accompagnato
dalla moglie Ockert Matilde fu Adolfo e dai figli Giuseppe, Ignazio ed
Isabella.
«27.5.1932- Viene riferito da fonte
fiduciaria che il segnalato Picone Chiodo Calogero, avvocato, residente a
Parigi al n.° 203 Bld. Voltaire, continua a svolgere attiva propaganda contro
il Regime, trattando e criticando violentemente questioni relative al Regime.
Benchè apparentemente voglia far credere di non interessarsi di politica, la sua
azione è notoriamente dannosa, perché svolta fra elementi intellettuali.
«1° luglio 1932 Prefetto di
Agrigento: Risulta di buona condotta morale ed a suo carico non risultano
precedenti e pendenze morali. Egli non ha in questi atti precedenti politici,
ma è notorio che nel suo Comune di origine professava idee socialiste. Il Picone
si allontanò da Racalmuto una prima volta nel 1914, e in un secondo tempo nel
1923. Il 14.2.1914 contrasse matrimonio con certa Occhert Matilde.
«N.° 16434 - Prefettura di Girgenti, comune
di Racalmuto - Vella Vincenzo fu Giuseppe e della Vincenza Tinebra nato in
Racalmuto il 17 ottobre 1868, residente a Racalmuto mandamento della Provincia
di Girgenti.- Laureato in giurisprudenza - celibe - Socialista rivoluzionario -
statura 1,58 - corporatura robusta, capelli castano scuri, viso oblungo, fronte
alta, occhi castani, naso giusto, barba alla mefistofele e di colore castana
scura, mento tondo, bocca regolare, espressione fisionomica satirica,
abigliamento (sic) abituale, veste decente in nero.
«Riscuote nell’opinione pubblica
fama di fanatico stravagante. Di carattere volubile. Di educazione limitata, in
quanto che si appartiene a famiglia di esercenti miniere. Di corta
intelligenza. Di coltura scarsissima. Ha compiuto gli studi nel liceo ed il
corso di università in legge. Non possiede titoli accademici. E’ lavoratore
fiacco. Ritrae i mezzi di sostentamento dalla poca proprietà lasciata alla
famiglia dall’Avv. Tinebra Vincenzo. Frequenta la compagnia dei pochi affiliati
al partito socialista di questo Comune e
dei Comuni di Grotte ed Aragona. Mal si comporta nei suoi doveri con la
famiglia, di cui dovrebbe essere il sostegno, causa la morte del padre,
trascurandola completamente. Non gli sono state affidate cariche amministrative
e politiche. E’ iscritto al partito socialista rivoluzionario. Non ha
precedentemente appartenuto ad altro partito.
«Ha molta influenza nel partito
socialista locale, di cui è il capo e di cui fa il promotore. La sua influenza
è circoscritta al luogo dove risiede. E’ stato in corrispondenza epistolare con
i componenti il comitato centrale socialista di Palermo, con l’avv. Maniscalco
direttore della Giustizia Sociale, coi nominativi Rao Gaetano, Presidente del
disciolto fascio dei lavoratori di Canicattì, Di Napoli Rinaldo Presidente del
disciolto fascio di Grotte, coll’onorevole Colajanni e col presidente della
Federazione Regionale Socialista Lombarda. Non è stato, nè è in relazione
epistolare con individui del partito all’Estero. Presentemente è in relazione
epistolare col Direttore del periodico ‘La Riscossa’ di Palermo, il presidente
del Comitato Regionale della Federazione Socialista Ligure, coi sudetti Di
Napoli e Rao, col Direttore del periodico ‘La Lotta di classe’, e dicesi in
relazione epistolare con Bosco Garibaldi e l’on. De Felice.
«Non ha dimorato all’estero, nè vi
riportò condanne, e non ne fu esplulso. - Ha appertunuto al disciolto fascio
dei lavoratori di Racalmuto, con la carica di Presidente. Presentemente non
appartiene ad alcuna associazione sovversiva di mutuo soccorso o di altro
genere. Durante il 1893 ha collaborato ai periodici sovversivi ‘La Lotta di
Classe’ e ‘La Giustizia Sociale’. Di tanto in tanto spedisce corrispondenze
alla ‘Riscossa’, ed alla ‘Lotta di Classe’.
-------------
«Riceve i periodici ‘La lotta di
classe’ e ‘la Riscossa’ ed opuscoli editi a cura del Comitato Regionale della
Federazione socialista Ligure. Fa propaganda fra gli esercenti arti e mestieri,
con poco profitto. E’ capace tenere conferenze. Ne ha tenute nel 1893, nel
locale di questo disciolto fascio dei lavoratori, e nel domicilio di qualche
socialista di qui. - Verso le autorità tiene un contegno sprezzante. Non ha
preso parte a manifestazioni del partito cui è ascritto a mezzo della stampa
firmando cioè manifesti, programmetti. Ma ha preso parte in occasione della
dimostrazione organizzata in questa Stazione ferroviaria il 2 Novembre 1893, al
passaggio dell’on. Colajanni, nella quale circostanza il fanatismo dei
dimostranti raggiunse il colmo, intervenne la forza pubblica, fu percosso il
Deputato di P.S. del tempo, malmenati il Maresciallo ed i militi.
«Nelle elezioni ammimistrative di
Racalmuto del 1905 è stato eletto consigliere comunale. »
[Aggiunta
in calce la posteriore data: Girgenti 14 gennaio 1908 - il prefetto Mario
Rebucci].
«Prefettura di Girgenti - Cenno biografico
del 20 ottobre 1913 - Andatura attempata. - Gode nell’opinione pubblica fama di
uomodi poco carattere e di nessuna serietà. D’intelligenza ed educazione medie,
è mordace ed aggressivo, quando scrive per i giornali, tanto che ha un frasario
tutto suo speciale, fatto di volgare turpiloquio, appunto perché nelle lotte
sia politiche che amministrative non sa fare a meno di attaccare in modo
triviale le persone degli avversari, invece di combattere le idee. E’ laureato
in legge, ma la sua cultura non va oltre gli studi fatti e le molte
pubblicazioni socialiste lette e ben poco ben assimilate. Di natura fiacca,
lavora lo stretto necessario, approfittando di quello che ricava dalla poca
proprietà immobiliare a lui lasciata da un suo avo. Tenace nelle lotte, ma non
nel carattere, egli varia di continuo e con molta leggerezza di relazioni
politiche e di amicizie personali, a seconda della convenienza e
dell’opportunità del momento, non si può dire quindi egli abbia in ciò una
direttiva sicura, per quanto inclini nella scelta verso gli elementi sovversivi
o politicamente esaltati. Si deve a tale sua malleabilità di carattere ed
azione se egli sia stato consigliere comunale ed anche assessore supplente. Nella
presente lotta politica, egli, transigendo con la sua condotta passata, ha
stretto relazione con persone, altra volta attaccate fino all’insulto, per
appoggiare la candidatura socialista dell’Avv. Marchesano. Nel biennio
1893-1894 - egli dette pensiero ed azione ai moti convulsionarii dei ‘fasci’ ed
ebbe perciò il suo quarto d’ora di influenza e di popolarità, fra gli elementi
sovversivi di allora; ma sopravvenuta la repressione egli ritornò quello di
prima, anzi fu lì lì per essere inviato a domicilio coatto, a termini dell’art.
3 della legge 19 luglio 1894. [..]
Successivamente egli si occupò dei suoi affari privati per cui fece dimora a
Delia ed a Casteltermini. Nel presente fa qualche pubblicazione sui giornali
della provincia a carattere sovversivo; fa come può, ma con scarso profitto,
propaganda fra gli operai ed è presidente della lega di miglioramento tra gli
zolfatai di Racalmuto.
«E’ capace di parlare al pubblico,
ma non di tenere conferenze vere e proprie, ciò quindi ha fatto sempre che se ne
sia presentata l’occasione; in lui però più che la facilità di parola è comune
il turpiloquio, che, in fondo, tradisce la sua origine volgare. Peò passato
tenne verso l’autorità un contegno altero e sprezzante; ora però si mostra
remissivo e rispettoso. Ma ha preso parte a vere e proprie pubbliche
manifestazioni di carattere del partito. Nel 1893 intervenne in manifestazioni
più o meno violente e, successivamente, in un pubblico spettacolo si lasciò
andare a qualche atto inconsulto. Mai fu sottoposto alla pregiudiziale
ammonizione e fu solo proposto, ma non assegnato, a domicilio coatto. Non ha
subito condanne, ma ha i seguenti precedenti penali. Il 1° settembre 1893 fu
arrestato in Milocca per istigazione a delinquere; a 7 maggio 1894 fu assolto
dal Tribunale di Girgenti dall’imputazione di violenza e resistenza ad agenti
della forza pubblica; a 19 maggio 1894 la camera di consiglio di Girgenti disse
non luogo per l’imputazione di tentativo di fare insorgere gli abitanti del
regno contro i poteri dello stato. Nello assieme il Vella, per quanto sempre
relativamente temibile, non è più il sovversivo di una volta e non è più da
ritenersi un socialista veramente combattivo, perché, in fondo, non riesce a
farsi pigliare sul serio da alcuno. L’età, il male cronico di cui è affetto e
qualche debito hanno fiaccato e piegato il suo carattere, naturalmente a ciò
disposto, ed oggi si aggioga al carro di taluni conservatori, liberali
d’occasione, con la stessa facilità con la quale si metterebbe loro contro, se
gli tornasse opportuno, data anche la sua venalità.»
-----
«Relazione Prefettura: Dall’elenco
allegato al n.° 16085 del 3.7.1911 risulta pericoloso. - Girgenti 1912: N.°
1128 del 23.4.1912 - E’ stato rieletto Consigliere Comunale di Racalmuto e
poscia nominato assessore. Non tiene più contegno sprezzante con le autorità e
si è mostrato favorevole al Governo per la guerra in Libia - Professa sempre
idee socialiste e viene pertanto vigilato.»
------
«Prefettura: 27 11.1925 - Professa
tuttora principi socialisti e non tralascia occasione per fare propaganda
antifascista. E’ attentamente sorvegliato. - Prefettura: 21.1.1929. - In data
2.12.1926 venne diffidato ai sensi dell’art. 166 legge P.S. In atto serba
regolare condotta morale e politica mantenendosi estraneo ad ogni
manifestazione contraria all’attuale Regime. Prefettura: 3.7.1931 - ..
socialista rivoluzionario. Continua a tenere buona condotta politica,
dedicandosi esclusivamente alla sua professione di avvocato. I suoi
atteggiamenti nei riguardi del Regime sono favorevoli e mostra in apparenza di
essersi ravveduto. Però non si ritiene opportuno, almeno per ora, di proporlo
per la radiazione dallo schedario dei sovversivi, e si continua a esercitare su
di lui assidua vigilanza. - Prefettura: 21.2.1933 - Risiede a Racalmuto, dove
esercita la professione di procuratore legale presso quella pretura. Non spiega
alcuna attività politica e tiene atteggiamento favorevole al Regime. Viene
sempre sorvegliato non avendo dato prove sicure di ravvedimento. - Prefettura:
22.12.1934 - Non ha dato luogo a rilievi in linea politica, e nei riguardi del
Regime si mostra apparentemente favorevole. Viene vigilato. - Prefettura:
25.9.1935 - Durante il terzo trimestre del corrente anno non ha dato luogo a
rilievi con la sua condotta politica. Viene vigilato.» (13)
* * *
Quanto
a Vella Dante Nunziato fu Giuseppe, nato a Racalmuto il 3 marzo 1908, abbiamo
fornito in precedenza i dati dello schedario centrale che lo riguardano. Appartenente ad una famiglia di anarchici di
Grotte, i suoi legami con Racalmuto sono del tutto accidentali e di mera
anagrafe. La madre era una Pedalino Di Rosa, sorella di quello che è stato un
affermato notaio di Milano, e discreto verseggiatore in dialetto. Il Pedalino,
come si è detto, brigò tanto nel 1930 per farsi riconoscere i meriti di essere
stato tra i sansepolcristi del 1919. Il 27 dicembre 1937, il suo nome però
viene associato sia pure molto casualmente con quello dell’anarchico Dante
Nunziato Vella di cui è zio materno. Il prefetto G. Marzano esclude ogni
favoreggiamento, ma si dà il caso che da allora il Pedalino ha qualche screzio
col fascismo. Oggi, la figlia tiene a rivendicare un passato (inesistente)
antifascista del padre. Ciò ha sorpreso i redattori del locale foglio di
Racalmuto Malgrado tutto, che avevano
- ed a ragione - visto il Pedalino come un antesignano del fascismo.
* * *
La
schedatura di Picone Chiodo Calogero (14)
fa emergere una figura che comunque la si giri difficilmente può venire
riportata nell’ambito dell’antifascismo. Trattasi, piuttosto, di un
avventuriero che opera ai margini della truffa. Certo, siamo in pieno contrasto
con la idealizzazione che la lettura locale (il citato libro del Messana e Malgrado tutto) hanno di recente
sfornato. Latrscrizione dei dati d’archivio chiarisce meglio l’assunto.
«Picone Chiodo Calogero fu Giuseppe e fu
Munisteri Pinò Ignazia, nato a Racalmuto il 17 aprile 1884, qui abitante
(Milano), avvocato - 1,68 circa. - Avuta da Agrigento il 14/7/1932 n.° 33032 -
1° gennaio 1930: Cartolina postale di
Picone Chiodo all’avv. Sincero Rugarli, corso Umbero I°, 26 Roma. Si parla di
libri e di abbonamenti a riviste. La questura di Roma definisce il Rugarli
‘noto socialista schedato’. Non sa nulla sul Picone Chiodo. - 27 febbraio 1930
- Consolato generale di Nizza - Riceve una lettera dall’avv. C. Picone Chiodo
Via Tritone 201: Roma 24 febbraio 1930: ‘Ricevo il suo pregiato invito a
presentarmi nella Regia Cancelleria per comunicazione che mi riguarda. Trovomi
in Italia nostra da circa 15 giorni. Sarei grato a V.S. se volesse farmi
conoscere l’oggetto dell’invito, non dovendo più venire a Nizza ..’
«Questura di Roma n. 023885 del 2 aprile 1930: C. Calogero Picone Chiodo
.. con recapito presso il notaio Schillaci Guido. - Regia Questura di Roma da
quella di Agrigento: Il 16.3.1904 dall’Amministrazione Comunale di Racalmuto il
Picone venne incaricato dello insegnamento nella quinta classe elementare e
tale incarico tenne sino alla fine del 1907. Laureatosi in legge, nell’ottobre
1907 si recò a New York per accompagnarvi una sorella, e a mezzo di un suo
parente, che colà risiedeva da parecchi anni, cercò fortuna facendo il
pubblicista, ma non ebbe successo, e l’anno successivo ritornò in patria
riprendendo, nel luglio del 1908, l’insegnamento elementare, che tenne sino al
febbraio del 1912. Durante la sua permanenza a Racalmuto, esercitò,
saltuariamente, anche la professione di avvocato. Nel 1912 si trasferì a
Milano, dove, il 26.2.1914, sposò certa Matilde Margherita Ochert da Monaco.
«In seguito a tale matrimonio, e
dopo breve permanenza a Monaco, ottenne la rappresentanza di alcune fabbriche
tedesche di colori. Durante la guerra fu prima soldato di artiglieria a
Messina, e poi Ufficiale presso il distretto militare di Agrigento, ove
disimpegnò la carica di aiutante maggiore. Ultimati gli obblighi militari
ritornò con la famiglia a Milano, occupandosi nuovamente di colori. Nei primi
del 1922, si trasferì a Rovato (Brescia) e nel novembre dello stesso anno
ritornò stabilmente a Milano, dove aprì uno studio legale in Via Col di Lana 3,
recandosi ad abitare al Viale Ticinese n.° 3.
«Nei primi del 1929 si recò a
Parigi allo scopo, come si disse, di pubblicare alcuni libri e di occuparsi di
studi spiritici. Già in Italia il Picone aveva pubblicato un libro di
sociologia criminale, un altro sul bolscevismo, un opuscoletto della biblioteca
Vallardi sulla cambiale, ed un libro di spiritismo intitolato ‘La verità
spiritualistica’.
«Ultimamente, da Roma, ha inviato
ai conoscenti un biglietto di partecipazione dell’apertura di uno studio
legale. Durante la sua permanenza a Racalmuto professò teorie socialiste, ma
senza accanimento. Si vuole che a Milano contasse numerose relazioni
nell’ambiente socialista. Il predetto risulta di temperamento nervoso,
eccitabile, ma oltremodo pavido.
«La Questura di Milano ha
comunicato che il Picone ha risieduto in quella città dal 1913 al 1928, epoca
in cui si recò all’estero, senza dar luogo a rilievi in linea politica e
mantenendo contegno indifferente nei riguardi del Regime.
«Questura di Roma: 8 luglio 1930 -
L’avv. Picone Chiodo Calogero è pertito ieri per Monaco di Baviera accompagnato
dalla moglie Ockert Matilde fu Adolfo e dai figli Giuseppe, Ignazio ed
Isabella.
«27.5.1932- Viene riferito da fonte
fiduciaria che il segnalato Picone Chiodo Calogero, avvocato, residente a
Parigi al n.° 203 Bld. Voltaire, continua a svolgere attiva propaganda contro
il Regime, trattando e criticando violentemente questioni relative al Regime.
Benchè apparentemente voglia far credere di non interessarsi di politica, la
sua azione è notoriamente dannosa, perché svolta fra elementi intellettuali.
«1° luglio 1932 Prefetto di
Agrigento: Risulta di buona condotta morale ed a suo carico non risultano
precedenti e pendenze morali. Egli non ha in questi atti precedenti politici,
ma è notorio che nel suo Comune di origine professava idee socialiste. Il Picone
si allontanò da Racalmuto una prima volta nel 1914, e in un secondo tempo nel
1923. Il 14.2.1914 contrasse matrimonio con certa Occhert Matilde.
«Ambasciata Parigi del 26.9.1932:
Si riscontra la nota di codesto Ministero, nella quale l’avv. Picone Chiodo è
qualificato ‘antifascista’. Tale appellativo non sembra in armonia con le
informazioni fornite dalla stessa Prefettura. L’attività svolta a Parigi per la
costituzione di una ‘Association Internationale pour la lutte contre le crîme’
lo ha portato a contatto di elementi francesi che nutrono sentimenti massonici
ed ostili al Regime, ma non avrebbe avuto, per quanto risulta, alcuna attività
antifascista.
«26.9.1932 minuta del Ministero
Interno: Il Picone, pertanto, è per lo meno politicamente sospetto, provenendo
le informazioni fiduciarie da fonti attendibili, e pertanto egli rimane
iscritto nel Casellario politico per quei provvedimenti che questo Ministero crederà
di adottare sia per la vigilanza all’estero, sia in caso di un suo eventuale
rientro nel Regno.
«13 ottobre 1932 Affari Esteri
all’Ambasciata a Parigi: Sono evidenti i suoi legami con noti esponenti della
massoneria. Provvedimento. ‘da perquisire, segnalare e vigilare’. 3 dicembre
1932: Detto socialista è scomparso da Parigi e sconoscesi dove possa trovarsi.
28 gennaio 1933 Prefettura di Agrigento: L’Ufficio di P.S. di frontiera di
Ventimiglia informa che il 26 gennaio ore 22 è entrato di transito nel Regno,
diretto a Monaco di Baviera. Avv. Picone Chiodo, iscritto nella rubrica di
frontiera, schedina n.° 35132, e
perquisizione ha avuto esito negativo. Idem 2.2.1933: Connazionale avv.
Picone Chiodo Calogero, munito passaporto n.° 053285 reg. 1385 rilasciato
Questura di Bolzano il 6.8.1928, accompagnato consorte ... è stato perquisito
con esito negativo.
«17.3.1933 Affari Esteri, Consolato
di Monaco: Ha chiamato il Ciodo per soddisfare il suo debito verso l’editore
Schmidt.. Rilascia una lettera a sua difesa [ove si parla di ‘compensazione
occulta’ fra debiti e crediti].
«Monaco 8.3.1933 lettera Picone: E’
tuttora pendente un conto che avrebbe dovuto essere definito negli anni
1927-28. Il Drenler .. si vanterà mio ceditore della somma di lire 2.000 ... mi
vanto ancora creditore di tutte le provvigioni sugli affari conclusi
direttamente dalla ditta con i clienti italiani durante circa sei anni (1920-26
=1927). Non ricordo esattamente Il signor Drenler .. non volle adempiere ..
complessivamente non volle liquidare circa lire 4.000 per gli affari da me
conclusi.
«23.3.1933 Consolato Monaco di
Baviera: L’avv. Picone si è sempre dimostrato un entusiasta del Regime e non ha
qui dato motivo a sospetti di antifascismo. Ha fatto anzi domanda per essere
iscritto al Fascio di Grasse di recente istituzione. Sarei grato a codesto R.
Ministero se volesse comunicarmi in base a quali elementi sono stati formulati
i sospetti di antifascismo.
11
) Sulla figura di Arturo Bocchini, obiettivo ci appare il giudizio che risulta
dalle pagine di Renzo De Felice - Mussolini il fascista, l’organizzazione
dello Stato fascista (1925-1929) - Einaudi Tascabili 1995, pag. 464
e segg.
12
) Arturo Petix - Da Milocca a Milena - Milena 1984, pag. 101
13
) Archivio Centrale dello Stato - C.P.C. (Casellario Politico Centrale) - Busta 5344, n.° 016202
14 ) Archivio Centrale dello Stato - C.P.C. (Casellario Politico Centrale) - Busta 3951.
13
) Archivio Centrale dello Stato - C.P.C. (Casellario Politico Centrale) - Busta 5344, n.° 016202
14 ) Archivio Centrale dello Stato - C.P.C. (Casellario Politico Centrale) - Busta 3951.
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