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lunedì 7 settembre 2015

il bluff di santa rosalia racalmutese

Mi sollazza tanto sentir raccontare fandonie su questa Santuzza palermitana e farla magari divenire cittadina Racalmutese dicendo addirittura esserci nata. Se una santuzza Sinibaldi vi fu mai (gli storici veri sogghignano e lo stesso gesuita Cascini nel Seicento è molto cauto, figurarsi poi i padri boillandisti) beh, il buon Dio avrebbe dato questo portento di santità nell'UNDICESIMO SECOLO e Racalmuto nell'XI secolo non  era sorto e al limite era ancora post-arabo e non so se si chiamasse Gardutah. Ma che importa? Il Castelluccio datato in indiscutibili carte della Gancia nel XIV secolo lo si fa svevo, e magari con qualche ondeggiamento si fa svevo anche il Castello Chiaramontano anch'esso dichiarato trecentesco id est1375 dalle austere carte vaticane post avignonesi. E' noto quale ruolo ebbe il medico (non protomedico) Marco Antonio Alaimo nel raccomandare al cardinale DORIA il nostro Pietro d'Asaro e visto che c'era confonde una donazione di una sua antenata in artefice della chiesetta che stava di fronte al palazzetto di suo padre medico, mentre il tutto risale ad una Chiaramonte che ci dominava e vessava da lontano prima che i rapaci sedicenti marchesi di Sahona (i Del Carretto, facessero talora peggio di lei e talora meglio di lei). Racalmuto a cui l'arrapata vedova Ventimiglia aveva imposto questo culto rosaliano, non ha mai amato questa poco miracolosa santuzza palermitana. Appena giunta a Racalmuto l'unico miracolo che fece fu domare una indemoniata mentre portavano certi ossicini a San Francesco; costei irritata dal frastuono di quella strana processione era scoppiata in blasfeme invettive (ce lo conferma il Cascini). Il secondo miracolo (se così si può chiamare) fu l'importazione da Palermo della peste ad opera di quei famigli  del Dei Carretto costretti a partire da Racalmuto, infettarsi a Paslermo e tornare carichi di peste con ossicini comprati dai francescani che truffaldinamente rilasciarono una pergamena in caratteri onciali (di ardua lettura a dire il vero). Vedo qui impettito il mio amico DIACONO (che il popolino distorce in DIAVOLO) che porta un bel manufatto argenteo (La professoreessa Leone in Scimé ne ha fatto una acuta e pregevole trattazione nella sua tesi di laurea che andrebbe recuperata studiata e diffusa). In quella sorta di ostensorio ci stanno ossicini che io dico di animali. I Francescani di ogni tempo non sono nuovi nel contrabbandare per sacre reliquie che so sangue di gallina per sudori sanguigni del defuntio da decenni padre Pio- Mi piacerebbe che per amore della scienza si prendessero quelle reliquie dette di "santa Rosalia" e si facessero analizzare. Che soprese che avremmo. Ma Racalmuto che la sa lunga e non si lascia affascinare né da me. né dal prof, Nalbone e mancio dal gesuita Parisi se la ride sornionamente. Ha scelto per sua padrona e REGINA la Madonna del Monte ed ha tranquillamente lasciato ilbero il punito canonico Mantione di vendere quella chiesetta ad un prete della baronale famiglia dei Grillo che ne fece una STALLA.

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