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sabato 5 settembre 2015

Alfonso Rizzo, la genialità oscena

piacendomi un mondo mi va di dirne il maggior male possibile. Quadro sconcio, immorale, anarchico, femminilmente dissacrato. Oh! l'orrido divenir madre per una donna. Se giovane se lubrica se vivida nei sensi e nel piacere. Dopo una notte magari di divino amore, orgiastico, finalmente con maschio soggiogato ecco di giorno in giono deformarsi imbrutti+rsi; le candide cosce rigonfiarsi il seno prima annidabile in coppe di champagne espandersi per dkivenire poppe lattee, animalesche e l'addome che la snella vita ora copre di gonfiori mollicci. E poi il sesso che mai bello ora viene persino rifiutato dallo sguardo disgustato dell'uomo con cui pur si è congiunto. Orbene l'artista che dicono soave sognante etereo banalmente efebico mai riesce a dire verità che stomacano ma che sono le uniche vere verità che l'umano genere sa tessere, sia pure Raffaello, mi lascia assente. Ma qui no, ecco un'artista che le verita quelle vere, quelle laide, quelle putrescenti te le sbatte in faccia, ma non è perché è pravo maligno demoniaco semplicemnete perché mi è compaesano, della Racalmuto vera -(che schifo dire Regalpetra). Alfonso Rizzo irascibile dissacrante sornione nudo nell'anima come me, più di me che pur sono fontanaro, la terra delle irose e cedevoli femmine, veementi. insolenti amabilissime. Che agrande pittore Alfonso Rizzo. A questo quadro al di qua del Bene plaudo, batto le mani e me la rido di ogni suo concorrente.

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