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mercoledì 21 ottobre 2015

cose vecchie di oltre un quinquennio riesumate tanto per ridere (e possibilmente sorridere)

Lorcia Lorca: IL CAPRONE


Dove non arriva il mio puritanesimo!

IL CAPRONE

IL GREGGE DI CAPRE E' PASSATO

ACCANTO ALL'ACQUA DEL FIUME

NELLA SERA DI ZAFFIRI E ROSA,

CHE E' PIENA DI ROMANTICA PACE,

guardo

il gran caprone.

... Salve, muto demonio!

sei il più forte

degli animali

Eterno mistico

d'inferno

carnale ...

Quanto incanto

nella tua barba,

e nella fronte così spaziosa

o rude don Giovanni!

Che grande accento è nel tuo sguardo

mefistofelico

e passionale!

Vai per i campi

con il tuo gregge,

dove sei stato fatto eunuco,

tu che sei un vero sultano!

La tua sete di sesso

non si placa mai;

imparasti bene

dal padre Pan!

La capra ti segue lentamente

innamorata ed umile;

ma son insaziabili le tue passioni;

la vecchia Grecia

ti comprenderà.

Oh essere di profonde leggende sante

di deboli asceti e Satanassi

con mansuete fiere e profonde grotte,

alla cui ombra ti videro

soffiare la fiamma

del sesso.

Caproni cornuti

dalle brave barbe!

Nero concentrato di medioevo!

Voi siete nati con Filommeide

dalla pura schiuma di mare,

e le vostre bocche

l'adularono

sotto lo splendido ammasso di stelle.

Venite dai boschi pieni di rose

dove la luce è uragano;

venite dai prati di Anacreonte,

pieni di sangue dell'immortale.

Caproni!

siete metamorfosi

di vecchi satiri

ormai perduti.

Siete prodighi di lussuria vergine

come nessun altro animale.

Illuminati del mezzogiorno

Attenti,

ascoltate

là dal fondo delle campagne

il gallo che quando passate

vi dice: Salve!

Garcia Lorca






Chi si appropria di Lorca sono proprio io e un po' la dice lunga sul mio ormai vetusto vezzo di insolentire donne in foia in pre e post stop definitivo dei loro fastidiosi cicli. Nessuno può accusarmi di linguaggio scurrile; spesso è solo vagamente allusivo, ma il contenuto osè lo è proprio oltre il limite della decenza, del riguardo alle cose di santa romana chiesa ai novelli papi cicciu dei poverelli argentini ed anche a monacali usi solitari.


Mi chiedo: se alla Chiesa romana non gliene importava niente se un Bernini, avesse o non avesse un recondito arcano nobile mistero alla Sciascia, era esplicito nel deliziarsi delle solitarie delizie di monache romane o di sante spagnole, se, via!, Tiziano era ancora più libertino, se non so dove ma in quel periodo maniaci dipintori soddisfacevano il loro voyeurismo con certi loro immaginifici approcci lesbici, dicevamo, alla Chiesa nulla importava, bastava pagare lauti censi o elemosine redentrici, allora perché laiche bigotte mi aggrediscono credendomi indulgente alla blasfemica zozzeria sol perché ho diffuso quadri divini e commenti ironici come quelli che seguono?



·       Una soave affabile signora romana, affascinante più del sole che sorge nella mia natia Racalmuto da dietro il Castelluccio, quando è estate, sia pure indirettamente mi vuol disorientare dalle mie anguste, pedestri, ironiche visioni delle opere dell'arte propinandomi questo particolare berniniano.
 Credo che alle donne che non possono vedersi in certi loro declivi dei terminali singulti d'amore il Bernini può far loro pensare che abbiamo una santa, che digiuna, che gli affanni di un corpo giovane sono stati mortificati e libera dagli artigli della carne salgono sino ai cieli e vedono e dantescamente si immergono nelle paradisiache luminarie della suprema potestà divina. Estasi di santa, dunque, estasi di Santa Teresa d'Avila. Per i tanti incolti come me, propino qui sotto anch'io la cultura in pillole delle enciclopedie virtuali (ma poco virtuose)..
 Ma ad un maschio come me, aduso a considerar peccato le gioie del sesso sin dai suoi 12 anni e mezzo, ma un peccato di cui non ha mai potuto fare a meno e piano piano ha dismesso di pensare che godendo su questo pianeta può davvero finire all'inferno perché offenderebbe de sexto et de nono quel suo padre celeste che, via, è stato poi lui a mettergli quel piacevole fuoco nelle vene che dal gioco solitario piano piano ma sempre più piacevolmente e partecipativamente l'ha potuto infondere ad un'altra creatura del signore, molto pù bella ma meno irosa nelle gioie d'amore. E davvero quello sguardo, quella bocca languidamente socchiusa l'ha affascinato per essere anche lui il coautore dell'orgasmo femminile. E non se n'è più confessato come del resto non faceva neppure con i suoi primi e solitari atti impuri, anche se il prete confessore birichino voleva sapere, curiosava.
 Ma qui la santa è vestita, e le donne nei giacigli del peccato per arrivare lì dove in due ci si arriva con un insaziabile cimento erano ignude e a dir vero non del tutto monde (per parafrasare il D'Annunzio del Piacere). E allora chissà forse le sante sogliono godere sole e vestite. VERGINE SERAFICA. Vergine chi - per giunta con sangue ispano - ebbe "travagliato percorso", un po' arduo a convenirne; SERAFICA, a dilettar gli occhi su questo splendido viso "in estasi" , non si è molto disposti a credere. Ma questa è arte barocca e al barocco possiamo ascrivere ascetezze alla Borromini ma anche devianze alla Bernini, almeno a Roma, città davvero libera, anche se sede d papi, o appunto per questo
 

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