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venerdì 23 ottobre 2015

la Repubblica - Domenica, 6 ottobre 1985 - pagina 4
La notizia anticipata dall' Espresso
CUCCIA ACCUSATO DI FAVOREGGIAMENTO TRASFERI' TITOLI DEI FONDI NERI IRI?


ROMA - Il consigliere di "Mediobanca" Enrico Cuccia ha ricevuto un mandato di comparizione con l' accusa di favoreggiamento reale nell' ambito dell' inchiesta giudiziaria sui cosiddetti "fondi neri" dell' Iri, che dal gennaio scorso è affidata al giudice istruttore di Roma Roberto Napolitano. La notizia anticipata in un servizio pubblicato sul prossimo numero dell' Espresso, è stata confermata negli ambienti del palazzo di Giustizia di Roma. Cuccia sarebbe stato incriminato perchè avrebbe fatto da intermediario di alcuni imputati nell' inchiesta, tra i quali il presidente di "Mediobanca" Fausto Calabria e il presidente dell' "Aiscat" Sergio De Amicis, per il trasferimento di Buoni del Tesoro per un importo di 103 miliardi di lire dalla Bnl alla Comit. Quei titoli, secondo l' accusa, facevano parte dei cosiddetti "fondi neri", danaro sottratto dalla contabilità ufficiale dei bilanci di alcune società del gruppo ed utilizzato per fini diversi da quelli istituzionali. Il giudice Napolitano ha firmato anche 25 comunicazioni giudiziarie che sono state notificate a personaggi del mondo finanziario milanese nelle quali si ipotizza il reato di ricettazione. Secondo quanto si sostiene nel servizio dell' Espresso - ma in questo caso la notizia non è stata ufficialmente confermata - il magistrato sospetta che essi abbiano acquistato certificati di credito per diversi miliardi come copertura per esportare valuta all' estero. Proseguono intanto le polemiche sulla testimonianza resa da Cuccia al processo contro Sindona. Dopo che il presidente dei deputati democristiani Rognoni aveva affermato, l' altro ieri, che "è molto difficile non provare un sentimento di grande amarezza di fronte alle giustificazioni di Cuccia circa il silenzio nel quale ha tenuto le minacce che Sindona espressamente gli aveva fatto a danno dell' avvocato Ambrosoli", ieri sono intervenuti il capogruppo dei deputati del Pri Battaglia e il radicale Spadaccia. Il repubblicano è del parere che "Rognoni avrebbe potuto essere meno imprudente nelle sue osservazioni, se avesse ricordato che, quando Cuccia riceveva da Sindona minacce analoghe e quelle rivolte all' avvocato Ambrosoli, il ministro del Tesoro La Malfa riceveva pressioni per favorire Sindona, che era protetto e amico di uomini che appartengono al partito di Rognoni". Spadaccia, pur affermando che Cuccia ha "gravemente sbagliato", ricorda che, mentre arrivavano a Cuccia e Ambrosoli "inequivocabili avvertimenti mafiosi, contemporaneamente essi venivano avvicinati, interessati, premuti da mandatari a vario titolo non solo di Sindona, ma anche di Andreotti". Ieri un legale milanese, Gabriele Leccisi, ha presentato una denuncia a titolo personale contro Cuccia per non aver segnalato ai magistrati le minacce di Sindona ad Ambrosoli.

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