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lunedì 5 ottobre 2015

L'orchidea del Cicolano: ce ne informa la prof.ssa Maria Pia Calapàdi Milazzo. Grazie profesoressa.

Nigritella rubra widderi

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Nigritella di Widder
Nigritella widderi01.jpg
Nigritella rubra subsp. widderi
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
OrdineOrchidales
FamigliaOrchidaceae
SottofamigliaOrchidoideae
TribùOrchideae
SottotribùOrchidinae
GenereNigritella
SpecieN. rubra
SottospecieNigritella rubra subsp. widderi
Classificazione APG
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Monocotiledoni
OrdineAsparagales
FamigliaOrchidaceae
Nomenclatura trinomiale
Nigritella rubra widderi
(Teppner & E.Klein)H.Baumann & R.Lorenz, 2005
Sinonimi
Bas.: Nigritella widderi
Teppner & E.Klein, 1985Gymnadenia widderi
(Teppner & E.Klein)
Teppner & E.Klein, 1998
Nomi comuni
Nigritella appenninica
La Nigritella rubra subsp. widderi (Teppner & E.Klein) H.Baumann & R.Lorenz, 2005 è una pianta della famiglia delle Orchidaceae.


Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine generico (Nigritella), deriva dal latino e si riferisce al colore scuro dei fiori della specie tipo (Nigritella nigra). Il nome specifico (rubra) deriva sempre dal latino e si riferisce invece al colore dell'infiorescenza; il secondo nome specifico (widderi) è in onore del botanico austriaco Felix Joseph Widder (1892–1974).
In lingua tedesca questa pianta si chiama Widders Männertreu; in lingua francese si chiama Nigritelle de Widder.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta erbacea alta da 5 a 20 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono di tipo fascicolato e secondarie da bulbo, e sono posizionate nella parte superiore dei bulbi.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da alcuni piccoli bulbi ovoidali a forma digitato-lobata le cui funzioni sono quelle di alimentare la pianta, ma anche di raccolta dei materiali nutritizi di riserva.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è breve, semplice ed eretta. La sua superficie è striata e la sezione è angolosa.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

  • Foglie basali: sono poche ed hanno una forma lineare-graminiforme; sono scanalate longitudinalmente.
  • Foglie cauline: sono progressivamente ridotte a delle squame patenti simili a brattee.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è una breve spiga terminale con una forma ovoide (o sub-ovoide) o anche emisferica con molti piccoli fiori appressati e non contorti sull'asse (il labello si trova nella posizione originaria superiore). I fiori si trovano alle ascelle di brattee lunghe quanto i fiori stessi o anche di più.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[1]. I fiori sono colorati da rosso a rosa con sfumature bianche (specialmente quelli posti alla base dell'infiorescenza). Dimensione dei fiori: 5 – 10 mm.
  • Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[2]
  • Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i segmenti sono molto simili tra di loro (a parte il labello) ed hanno una forma lanceolata con apice acuto. La disposizione di questi segmenti è patente e sporgenti obliquamente in avanti.
  • Labello: il labello è intero e semplice (non diviso in due parti). Rispetto ad altre orchidee è più simile agli altri tepali, ma solamente un po' più grande a forma ovata e allargata. I margini basali sono rialzati quasi congiunti, si presenta quindi con delle fauci tubuliformi (nell'insieme il labello è panciuto). Sul retro è presente un piccolo sperone rigonfio.
  • Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[3]. In questa specie quest'organo è molto corto, e il rostello sporge in avanti. Il polline è conglutinato in pollinii (o masse polliniche). Le masse polliniche sono collegate al retinacolo tramite una caudicola. Il retinacolo consiste in una ghiandola vischiosa sporgente e nuda (privo di borsicola). L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme[4], e non è contorto.
  • Fioritura: da giugno ad agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio[5].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:
  • per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). La disseminazione è di tipo anemocora.
  • per via vegetativa in quanto uno dei bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui.
  • Impollinazione: il labello di questa orchidea non è molto vistoso (come in altre orchidee) in quanto non ha una funzione attrattiva primaria per gli insetti impollinatori. Questi sono tipicamente delle farfalle che sono attratte di più dall'insieme dell'infiorescenza e dai suoi profumi. Inoltre il labello essendo specializzato per le farfalle non è resupinato (ruotato di 180°) per facilitare l'accesso al nettario contenuto nello sperone ad altri insetti con proboscide più grande[6].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

  • Habitat: l'habitat tipico di questa pianta sono le praterie rase subalpine e alpine, ma anche zone semi-rocciose. Il substrato preferito calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente secco.
  • Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1800 fino a 2200 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e subalpino.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Ordine: Seslerietalia variae
Alleanza: Seslerienion variae

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

Le Orchidaceae sono una delle famiglie più vaste della divisione tassonomica delle Angiosperme; comprende 788 generi e più di 18500 specie[8]. Il genere Nigritella non è molto numeroso e comprende solamente alcune piccole orchidee terricole, a distribuzione prevalentemente Eurasiatica.
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella iniziale).
La posizione tassonomica di questa pianta è in via di definizione in quanto alcuni botanici la considerano appartenente al genere Nigritella, mentre altri la fanno appartenere al genere Gymnadenia con la denominazione Gymnadenia widderi (Teppner & E.Klein) Teppner & E.Klein, 1998[9]. Le incertezze sono dovute oltre che alle differenze morfologiche tra i due generi considerate fondamentali da alcuni botanici o di poca importanza da altri, ma anche dovute da alcune analisi filogenetiche a favore della fusione dei due generi che però non sono state convalidate da ulteriori ricerche[10].

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
  • Nigritella widderi Teppner & E.Klein, 1985 (Bas.)
  • Gymnadenia widderi (Teppner & E.Klein) Teppner & E.Klein, 1998

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le specie del genere Nigritella sono molto simili tra di loro, facilmente si ibridano creando individui intermedi di difficile separazione, inoltre sono delle piante molto variabili (alcune sono tertraploidi). Qui di seguito elenchiamo alcune di queste specie e sottospecie:
  • Nigritella rubra (Wettst.) K.Richt. (1890) - Nigritella rossa: (è la specie nominale) l'infiorescenza è più allungata; il colore dei fiori è più decisamente rosso-rubino; la parte basale del labello è meno panciuta.
  • Nigritella rubra subsp. buschmanniae (Teppner & Ster) H.Baumann & R.Lorenz (2005) - Nigritella di Adolfine Buschmann: ha una struttura più robusta, mentre le brattee dell'infiorescenza presentano dei margini biancastri e denticolati.
  • Nigritella corneliana (Beauverd) Gölz & H.R.Reinhard, 1986 – Nigritella di Cornelia Rudio: l'infiorescenza è più simile alla Nigritella rubra ma con una colorazione più chiara (quasi rosato-biancastra); la base del fusto è inoltre ricca di foglie (fino a 18 contro le 6 – 10 della rubra).
  • Nigritella lithopolitanica Ravnik (1978) – Nigritella delle Alpi di Kamnik: si trova in Slovenia e nei Länder austriaci della Stiria e della Carinzia; ha una colorazione più chiara e l'infiorescenza è più globosa.
  • Nigritella archiducis-joannis Teppner & E.Klein (1985) – Nigritella dell'Arciduca Giovanni: si trova solo nella Stiria; l'infiorescenza è più rosata e i fiori sono meno aperti.
  • Nigritella stiriaca (Rech.) Teppner & E.Klein (1985) - Nigritella della Stiria: si trova nei Länder austriaci della Stiria, Salisburgo e Vienna; l'infiorescenza e ha una forma più conica; i fiori sono più piccoli (5 – 7 mm) e i tepali più stretti.

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

In alcune aree è una pianta protetta quindi ne è vietata la raccolta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pignatti, Vol. 3 pag. 700
  2. ^ Tavole di Botanica sistematica. URL consultato il 22 gennaio 2010.
  3. ^ Musmarra, pag. 628
  4. ^ Pignatti, Vol. 3 pag. 700
  5. ^ Strasburger, vol. 2 - pag. 808
  6. ^ Botanica sistematica, pag. 133
  7. ^ Flora Alpina, vol. 2 - pag. 1116
  8. ^ Strasburger, vol. 2 - pag. 807
  9. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW. URL consultato il 21 gennaio 2010.
  10. ^ G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee. URL consultato il 19 gennaio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • T.G. Tutin, V.H. Heywood et Alii, Flora Europea, Cambridge University Press 1976. ISBN 052108489X
  • Rossi W. Orchidee d’Italia. Quad. Cons. Natura 15. Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica, Bologna, 2002.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 92.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 725, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 1116.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 807, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 287, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.

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