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venerdì 23 ottobre 2015

n questa settimana in cui da Roma sono migrato a Racalmuto un paesino sull'Altipiano Sicano ho cercato di raccogliere documentazione fotografica sulla macchia mediterranea 
floreale del mio paese- Pessimo fotografo, forte d un triennio al liceo in cui nulla ho imparato in botanica anche perché manco mi potevo permettere il libro di testo, e per giunta daltonico per cui mal distinguo i colori dei fiorellin del prato, eccomi qua a pubblicare l'antologia delle mie folli ricerche. Invero sono tornato qui nel Paese di Sciascia che gli intellettuali locali chiamano solo Regalpetra alla ricerca del krokus di Strabone, che tutti traducono in Zafferano. E lo zafferano si sa fiorisce in autunno.  Un tempo girai le Parrocchie di Girgenti (un classico  per la maestria inventiva di Totuccio Palermo e della mia alquanto folta conoscenza di luoghi e uomini e cose di questo Paesone che Sciascia deride nelle sue Parrocchie di Regalpetra); sotto la grotta che dicono falsamente di Fra Diego rinvenni un krokus giallo che gli intenditori poi dissero essere quello di Strabone, meno il Linneo Giovanni Salvo che lo derubrica come Zafferonastro Giallo. Sto girando e cercando per quei luoghi che a Racalmuto fanno sbcciare crochi e simili, ma niente. Pare che la verità sia quella che date le follie di queste passate stagioni stanno sbocciando i fiori primaverili mentre quelli autunnali non si sa se mai fioriranno e quando.






























 Questa roba qui, queste troffe di foglie cavoline stanno invadendo i terreni alabastrati o gessosi di Racalmuto che ne offre di tutte le specie anche pregiate.






Queste foto ora qui sotto sono state  scattate per quei fiori che mi sono sembrati particolari lungo il ciglio di una strada ad asfalta in località SHIUMETI .





























 A lato della Grotta di Fra Diego (zona archeologica privatizzata interdetta al pubblico) ho ritrovato le sullodate troffe. Sono davvero quelle che chiamano orchidee a spirale?

 Dei fiori ancora neppure il sospetto: restano però gli steli rinsecchiti dei fiori sbocciati l'anno scorso. Ecco  come si presentano. Davvero sono a spirale? Ne dubito fortemente.




 Sono così giunto allo zubbio sprofondato della Miniera di Gibillini: in questa Sicilia ilare e gioiosa, questo luogo fa eccezione: tetro, cupo, silente, impressionante. Scendo giù per la stradella a ginisi. Trovo qualche pianta di fiori particolare. La fotografo e la rimetto all'attenzione critica dei sapienti che forse  mi stanno degnando di un minimo di sorniona attenzione.







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