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sabato 20 giugno 2015

Lathyrus latifolius (molto diffuso a Racalmuto, in ispecie al Serrone, Villa Nalbone.)

Lathyrus latifolius (molto diffuso a Racalmuto, in ispecie al Serrone, Villa Nalbone.

 Lathyrus latifolius L. - Cicerchione

Messaggioda attilio e mirna » 29 gen 2008, 15:47
Lathyrus latifolius L.
Sp. Pl.: 733 (1753)

Lathyrus megalanthus B. Steud.

Fabaceae

Rubiglione, Cicerchione, Veccione, Cicerchia a foglie larghe, Broad-leaved Everlasting-pea, Gesse à large feuilles, breitblättrige Platterbse.

Forma Biologica: H scand - Emicriptofite scandenti. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con portamento rampicante.

Descrizione: Pianta erbacea perenne con rizoma legnoso verticale dal quale ogni anno si sviluppano fusti fioriferi e fusti sterili robusti e glabri. 
Il fusto, ramoso da 1 fino a 3 m di lunghezza, prostrato ascendente o rampicante, glabro, è munito di 2 ali larghe 2,5-6 mm, appiattite e seghettate al margine.
Foglie con rachide alato, lunghe 3-5 cm, composte da un paio di foglie lanceolate, glauche, generalmente a 5 nervature parallele, terminanti con cirri ramosi e prensili. Nella intersezione del fusto si sviluppano delle larghe stipole, ovate, ovate-lanceolate o lineari-lanceolate, frequentemente acuminate, normalmente provviste di un dente alla base a forma di ghiandola fogliare.
I fiori in gruppi di 3-12, formano una infiorescenza peduncolata a racemo lasso.
Corolla papilionacea lunga 2-3 cm, con pedicello di 6-12 mm, vessillo spatolato, ali laterali di un color roseo-porporino o roseo vivace e carena bianco-verdastra.
Calice tubuloso con denti superiori brevi e gli inferiori allungati, generalmente triangolari-lanceolati.
Ovario densamente glandoloso e stilo contorto e cilindrico nella parte inferiore.
Il frutto è un legume a coste dorsali lisce, lungo 5(7)-10 cm, contenente 10-12 semi subsferici, bruno-rossastri.

Tipo corologico: S-Europ. - Europa meridionale.

Antesi: maggio - agosto

Habitat: Si diffonde in mezzo a cespuglieti, siepi , boschetti, dove trova la possibilità di estendersi e di arrampicarsi fra le piante, grazie ai cirri prensili, dalla zona costiera a quella montana da 0 a 1200 m.

Immagine


Note, possibili confusioni: Lathyrus tuberosus L. -Cicerchia tuberosa che si differenzia per il rizoma orizzontale munito di bulbilli, talvolta grossi quanto una nocciola. Fusto eretto, angoloso, senza ali. Stipole lineari lanceolate. Racemi più brevi da 2-7flori. Corolla rosso-purpurea.

Lathyrus sylvestris L. - Veccione, -Cicerchia silvestre, con stipole acuminate, semisagittate, più strette di 1/2 del fusto e segmenti lineari lanceolati, la corolla 13-20 mm, racemo lasso 4-10 flori, di colore roseo o roseo-porporino con carena bianco-verdiccia. Legumi 5-6(7) cm.

Tassonomia filogenetica

Magnoliophyta
Eudicotiledoni
Rosidi
OrdineFabales Bromhead
FamigliaFabaceae Lindl.
TribùLathyreae
GenereLathyrus Miller


______________________________________________________________________________

Etimologia: Lathyrus, latinizzazione proveniente dal greco per indicare una leguminosa, sembra significasse “eccitante” in quanto si credeva avesse effetti afrodisiaci.
Latifolius dal latino: a larghe foglie.

Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia Vol. III., Bologna
Zangheri P. 1976- Flora Italica vol. II, Padova
Lauber K. e Wagner G., 2001 -Flora Helvetica. Berna
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C., 2005 -An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma


Scheda realizzata da Mirna Medri
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attilio e mirna
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LATHYRUS LATIFOLIUS



Quella di sopra è una foto professionale di internet. Sotto il mio maldestro tentativo di fotografare quella pianta quale l'ho rinvenuta qui a Racalmuto  contrada Bovo. 
Lezione comunque datami dall'impareggiabile Linneo Racalmutesis, il medico dentista dr. Giovanni Salvo

carte di studio

Allegato n.° 1


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DESCRITTIONE GENERALE

DEL NUMERO DELLI FUOCHI, ANIME, E VALORE DELLE

Facultà così delli Stabili allodiali, come dei Mobili delle persone Seculari


DEL REGNO DI SICILIA

CONFORME CON LA NUMERATIONE ULTIMAMENTE FATTA
Nell'Anni 1652. e 1653.

CON IL RIPARTIMENTO DI QUANTO L'ANNO AD OGNI

Università toccha pagare delli Donativi si offeriscono à S.Maestà, con
riguardo alla detta Numeratione publicata nel Governo

DALL'ECCELLENTISSIMO, E REVERENDISS. SIGNOR

DON PIETRO MARTINEZ RUBIO

ARCIVESCOVO DELLA CITTA DI PALERMO, ETC.

Presidente, e Capitan Generale per S.M. in detto Regno,


DALLA ILLUSTRISSIMA DEPUTATIONE DEL REGNO,


DEPUTATI DELLA QUALE SONO

Del Bracchio Militare          Del Bracchio Eccl°             Del Bracchio Demaniale:
------------------------          ------------------------            ----------------------------

D. Ettore Pignatello, & Ara-                    D. Simone Caraffa,                          Il Pretore di Palermo
    gona Princ. di Castelvetr.                       Arcivescovo di Messina.               D. Vincenzo Landolina.

D. Francesco Branciforte,                        L'Abbate Don Gio: Antonio        
     Duca di S. Lucia.                                      Geloso.                                         D. Bernardo Ferro.
                                                                                                                                    Decimonono.

D. Antonio Reytano,                                Don Diego Marotta, Presi-           D. Vincenzo Dente,
     Marchese di Gallidoro.                             dente del Concistorio.                   Duca di Pilyno.

D. Sipione Cottone, & Arago-                 Don Gio: Andrea Massa,  
     na Marchese d'Altamira.                           conte di S. Gio:la Punta.

Stampata in Palermo nella Stamperia di Nicolò Bua à 20. di Maggio 1658.
-----------------------------------------------------------------------------------------------
Imprimatur Abbas Gelosus V.G.   Imprimatur Denti P.P.

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[Pr. 14 - 3F - 17]
DD.7

DECHIARATIONE
DELLA PRESENTE

DESCRITTIONE.


Perche il tempo, come solito và sempre variando il statodelle cose, e soggiacendo per tal causa, à mutazione le persone, e facultà; per onde dalli Signori Vicerè di questo Regno, di tempo in tempo si ordina farsi nova numeratione per sonseguirne principalmente due fini.

Il primo, la riforma delli Soldati della Militia cossi di Cavalli, come di Fanti, stabilita con molta prudenza per guardia dell'istesso Regno.

L'altro, per ripartire con uguale proportione il pagamento delli donativi, che nelli Parlamenti si offeriscono à Sua Maestà, acciò ogni Università venghi à portare quel peso uguale alle sue forze.

E per quel che tocca alla Milizia fù ella nell'anno 1595, dall'Eccellentissimo Signor Conte d'Olivares all'hora Vicerè, e Capitan Generale di questo Regno riformata, e stabilita con diverse ordinationi, acciò riuscisse più facile, & espedito questo servitio. Fù ripartito tutto il numero della Milizia in 57. compagnie, facendo che 1600. soldati da cavallo venissero distribuiti in 26. compagnie, & nove mila fanti in altre 31. ordinandosi che nella scelta, e ripartimento dei soldati per assegnarli alla cavalleria si havesse riguardo, & all'età, & alla facoltà, e nelli fanti si havesse solamente l'occhio all'età, & attitudine della persona.

Fatte queste 57. compagnie furono dall'istesso Signore distribuite in diece Sargentie, & assignate ogn'una di loro per la difesa di quella parte onde il peso fosse proportionato alle forze d'ogn'uno, & il Regno tutto difeso con maggiore agevolezza.

Sargentie.
 Li nomi delle sargentie sono di Sciacca, di Giorgenti, di Caltagirone, di Schichili, di Lentini, di San Filippo, di Taormina, di Patti, di San Fratello, e di termine.

Sciacca.
 La Sargentia di Sciacca tiene cinque compagnie di cavalli, le quali sono, di Alcamo, di Carini, di Castelvetrano, del Busachino, e di Calaabellotta, che arrivano al numero di 265. cavalli: hà di più altre quattro compagnie, di fanteria cioè di Morreale, di Saleme, del Bsachino, e di Calatabellotta , che fanno il numero di 1212. fanti.

Giorgenti.
 La Sargentia di Giorgenti hà due compagnie di cavalli cioè quella di Naro, e quella di Ragalmuto, nelle quali si numerano 91. cavalli: due altre compagnie di fanti cioè di Naro, di Sutera, le quali constano di cinquecento cinquanta soldati.

[omissis]

La città di Palermo, Messina, Catania, Siragusa, Trapani, Licata, Agusta, e Melazzo non sono comprese nel ripartimento della sudetta militia, stando gli habitatori di quelle sempre pronti alla difesa delle proprie mura.
E questo è quanto tocca al primo fine per la riforma della Militia.

D O N A T I V I

Donativi.
 In ordine poi al secondo per il Ripartimento di regij Donativi, si è di sapere che tredici sono li Donativi, tanto ordinarij, quanto estraordinarii, che hoggi paga il Regno di Sicilia, e sono li seguenti, cioè

1 Il Donativo ordinario.                        8 Di Cavalleria
2 Di Galere.                                             9 Di Perceptori.
3 Di Fortificationi.                               10 Di Regenti.
4 Di Ponti.                                            11 Di Scudi 300 V.
5 Di Macina.                                        12 Di Scudi   45 V.
6 Di Palazzi.                                          13 Di Scudi   65 V.
7 Di Torri.

Bracchij.
 Questi tredici donativi si hanno andato in diversi tempi da questo Regno offerendo per servitio di Sua Maestà, e benefitio del medesimo Regno, nelli Parlamenti, che di tre in tre anni, si celebrano dalle tre ordini delle persone d'esso Regno, chiamati Bracchij, cioè Ecclesiastico, Militare, e Demaniale.

Ecclesiastico.
 Nel primo ch'è l'Ecclesiastico vi intervengono l'Arcivescovi, Vescovi, Abbati,, & altri Prelati, e beneficiati del Regno che sono summoniti, e chiamati à detti Parlamenti.


Militare.
Nel secondo ch'è il  Militare, seu Baronale, vi intervengono tutti Titoli, e Baroni del Regno, che han Vassallaggio di quaranta fuochi in sù.

Demaniale.
 Nel terzo ch'è il Demaniale vi intervengono li Procuratori delle Città; e Terre del Rè.

Di detti Donativi alcuni sono stati offerti perpetui alcuni  per tempo limitato per l'effetti, e cause che à suo luogo diremo, e si hanno andato, e si vanno confirmando, e proprogando di tempo in tempo nelli detti Parlamenti, ch'ogni tre anni si celebrano.

In alcuni di detti donativi vi concorre, è contribuisce il Bracchio Ecclesiastico ch'è summonito alli Parlamenti, venendo però confirmati da S. Santità, & in questi tali Donativi dove il sudetto Bracchio concorre, vien tassato per la sesta portione, l'altri cinque porzioni (ò pure tutto l'integro donativo, dove detto Bracchio Ecclesiastico Ecclesiastico non concorre) si riparte sopra l'Università del Bracchio Militare, che sono le Terre, e Vassallaggi delli Signori, e Baroni di questo Regno, e sopra l'Università Demaniali, che sono le Città, e Terre di S. Maestà.

Dando, e ripartendo à ciascheduna Città, e Terra il peso, che giustamente li tocca, cioè del Donativo della Macina secondo il numero delle Anime, e nell'altri dodici Donativi secondo la quantità di facoltà tengono di limpio, conforme li reveli  fatti dalli loro Cittadini tanto di mobile, quanto di stabile allodiale, pochè li beni feudali non son compresi, ne si revelano, ne si numerano, perchè questi per antica consuetudinesono esenti del pagamento de' Regij Donativi, restando li loro feudi soggetti al servitio Militare, eccetto quelli che sono infeudati dall'anno 1625. a questa parte, ò pure che nelli loro privilegij vi sia clausola che habbiano à concorrere.

Palermo.
 La Città di Palermo non è stata mai numerata, ne descritta, ma per antichissima osservanza è stata arbitrata la decima parte del regno, perciò se li riparte, e sel'incarica per la sua rata, e porzione la dedcima parte di essi donativi, levando però prima in quelli donativi, dove il Bracchio Ecclesiastico contribuisce la sesta parte toccante à detti Ecclesiastici.

Messina.
[omissis]

[omissis]


Delli sudetti donativi al numero 9. s'esigono dalla R.C. per via delli tre Percettori delli tre Valli, secondo le significatorie che li venno dalla Deputazione del R., e sono, cioè il donativo Ordinario, di Galere, di Fortificationi, di Macina, di Palazzi, di Percettori, di Cavalleria, di Scudi 45 V. e Scudi 65 V. L'altri quattro che sono Ponti, Torri, e Regenti, & Scudi 300 V. s'esigono, e s'amministrano dalla Deputazione del Regno, e si spendino à polise delli Deputati.

E tutti li sudetti donativi si è stabilito pagarsi ogn'anno in tre eguali porzioni chiamate Tande, ogni quattro mesi, cioè primo di Settembra, primo di Gennaro, e primo di Maggio, la particolarità, perche causa, & in che tempi, e modo sono stati detti Donativi, quì sotto si dichiara.

D O N A T I V I    D E L L  A   R.    C O R T E


Ordinario 1495
  Il primo è il donativo chiamato Ordinario, ò sia di trecento mila florini, perche si offeriscono ogni tre anni a Sua Maesta florini trecentomila di tarì sei di moneta di questo Regno, che importano scudi 50V. l'anno, e fù questo donativo offerito, e principiato à detta somma nell'anno 1495. in tempo del Re Ferdinando il Cattolico, nel governo del Vicerè D. Giovanni di Lanuzza, in un Parlamento detenuto in Messina à 7. di Febraro del detto Anno, perche prima era solito il Regno offerire solo florini 150V. à raggione di florini 50 V. l'anno, e molto più prima quando principiò il Regno à dare Donativi alli suoi Serenissimi Re, che fu in tempo del rè Alfonso, se li offerirono florini  125 V. in cinque anni à raggione di florini 25 V. l'anno, dopo si augumentò detto Donativo, come si disse à 150 V. florini per tre anni, à raggione di 50 V. l'anno, & ultimamente in detto anno 1495. à 300 V. florini in tre anni, à raggione di 100 V. l'anno, che sono scudi  50 V., & à questa somma dal detto tempo in poi, infn hoggi sempre s'hà andato continuando, e confirmando di tre in tre anni in tutti li Parlamenrti. E perciò si chiama donativo Ordinario, & in questo donativo vi concorre, e paga il Bracchio Ecclesiastico la sesta parte, e l'altri cinque portioni, una integra metà si riparte, e la devono pagare l'Università del Bracchio Militare, che sono le Terre, e Vassallaggi delli Signori del Regno [corsivo ns.], e l'altra integra metà si riparte, e la devono pagare l'Università Demaniali, che sono le Città, e Terre di Sua Maestà.

1567
Galere 1561. Il secondo è il Donativo chiamato delle Galere di scudi 450 V. ch'è solito offerirsi à Sua Maestà ogni nove anni, à raggione di scudi 50V. l'anno à tarì 12. per scudo, moneta di questo Regno, questo Donativo hebbe principio nell'anno 1561. nel Parlamento detenuto in Palermo à 24. d'Aprile 4. Indit. in tempo del Rè Filippo II. di Spagna, e primo in questo Regno di Sicilia nel governo di D. Giovanni Lacerda Duca di Medinaceli, nel qual Parlamento offerì il Regno à S. Maestà per anni novi il soldo di sei Galeri, quali doveano essere oltre il numero ordinario delle diece Galere che Sua Maestà teneva all'hora in questo Regno, à raggione di Scudi 6 V 500. per Galera, che importava la somma scudi 39V. l'anno, che in detti anni novi furono scudi 351 V. E perche il Regno in un precedente Parlamento estraordinario detenuto à ultimo di Luglio 4. Ind. 1560. havea fatto servitio, e Donativo a Sua Maestà di scudi duecento mila, per recattito delli gr. 23. e dui denari, imposti sopra l'estrationi di Vettovaglie nel medesimo Parlamento, per onde per più comodità, e per havere li denari pronti si diede potestà alli Deputati del Regno d'esigere, e servirsi per detti anni nove delle Tande imposte per lo recattito di detti grani, e quello che sopra più haviano d'esigere delli scudi 39 V. per il soldo di dette sei Galere, l'havessiro di convertire in recattito di detti grani, fu poi il medesimo servitio del soldo di dette sei Galere confirmato, e prorogato per altri anni sei nel governo di D. Garsia Toledo in un Parlamento detenuto a 15. di      Giugno 1567. In virtù del quale il Reggno offerì a Sua Maestà  altri scudi 300 V. a raggione di  scudi 50 V. l'anno, quali scudi 50 V. dovevano servire ogn'anno, cioè scudi 39 V. per il soldo di detti sei Galere, oltre il numero di dieci, che Sua Maestà teneva all'hora in questo Regno, & il resto di detti scudi 50V. l'anno si dovessero convertire in riscattito di detti grani, con conditione, che detti nsei Galere si dovessero dare a soldo e che il carico di Generale, e li Capitani d'essi s'havessero di dare à Regnicoli di questo Regno di Sicilia, alli quali si dovesse pagare lo detto stipendio, e non ad esteri, e forastieri, e perche  poi da Sua Maestà per suoi urgenti necessità furono spesi l'introiti di detti donativi in altri affari, in un Parlamento à 14. Aprile 1573. il Regno disgavò à Sua Maestà dell'obligo che havea di spendere detti denari negl'effetti predetti, tanto di quelli non havesse fatto per il passato, com'anche di quello gli restava all'hora à fare per l'avvenire, di modo che il Regno si contentò, & approbò per ben speso il passato, e che havesse potuto impiegare  à beneficio suo libero quello che restava, acciò S.M. se n'havesse potuto servire nelli suoi urgenti necessità non potendoli all'hora il Regno dare altro aiuto, espirati poi detti anni sei s'andò detto donativo confirmando, e continuando per scudi 450 V. ogni nove anni, à ragione di scudi 50 V. l'anno con li medesimi clausuli, e conditioni, come nell'oblationi delli detti anni 1561. e 1567. & a detto donativo vi concorre per la sua sesta portione il Bracchio Ecclesiastico, & il resto si riparte, e lo pagano, cioè una integra metà l'Università Militari, l'altra integra metà l'università Demaniali [corsivo, ns.], conforme il donativo ordinario.

Fortificationi 1543
  Il terzo è il donativo chiamato di Fortificationi di 100 V. florini in tre anni, che importa scudi 16 V 666. e due terzi l'anno, quale s'offerisce à S.M. ogni tre anni per le fabriche  di Muraglie, e Fortificationi  delel Città, e Terre maritime del Regno, benvisti al Reggitore con clausula che in nessun modo si possano spendere in frabriche, e fortificationi di Castelli, e nel pagamento delli quali cento mila florini concorre per la sesta parte il Bracchio Ecclesiastico, & il resto si riparte  una integra metà l'Università Militari, l'altra integra metà l'università Demaniali [corsivo, ns.],  nella forma del Donativo Ordinario.

Hebbe questo Donativo principio, e fù offerito à Sua  Maestà nel governo di D. Ferrante Consaga Prencipe di Molfetta, nel Parlamento conchiuso à 4. di Marzo prima Ind. 1543. in virtù del quale il Regno offerì detti cento mila florini da pagarsi in sei anni per l'effetto sudetto, s'è andato poi di tempo in tempo prorogando, e cossi come fù offerto in sei anni, s'hà andato offerendo di tre in tre anni, di forma che viene il Regno à pagare per detto donativo detti scudi 16 V. 666. e due terzi l'anno.

Macina 1564
 Il quarto Donativo appartenente alla R. C. è il donativo chiamato della Macina, di scudi centgo mila l'anno, nel quale non concorre il Bracchio Ecclesiastico, & hebbe principio nel Parlamento detenuto in Messina in tempo del governo di D. Giovanni Lacerda Duca di Medinaceli a 2. di Luglio 1564. per lo qual Parlamento si dice che il Regno havea imposto nel Parlamento precedente le Gabelle del Pilo, Merci, e Seta, e conoscendo esser perniciose al servitio di Sua Maestà, e del publico, quelli abolero, & in cambio di quelle offerirono, e diedero à Sua Maestà, per anni undeci  cento mila scudi l'anno, da cavarsi dalla gabella della Macina, a denari novi per Tummino di Frumento che si macina, perche arbitrarono il Regno essere all'hora, dedotte le Città franche, e persone Ecclesiastiche un milione d'Anime, che importava tarì uno, e gr. quattro per anima, qual gabella si dovesse pagare nemine esente, tanto privilegiato, quanto non privilegiato, eccettuate quelle persone, e Città che sono state tassate nel donativo ordinario, e per esentione non han pagato di forma tale, che Sua Maestà sempre havesse da cavare le sudette scudi cento mila l'anno effettivi, e che le Città franche siano esenti, e vadano in danno delle soggette, havendo dato la potestà alli Deputati del Regno di far ripartimento di quanto haverà da toccare pro rata ad ogni Città, e Terra del Regno, di detto donativo, & in caso che la Gabella di detti denari novi non fosse sufficiente per pagare la somma, che ad ogni Città li verrà tassata dalli detti scudi cento mila, debbiano le Città, e Terre del regno assupplire augumentando per consiglio, uno, ò più piccioli, insino che si cavi la somma che à loro sarà tassata, & avanzando vadano in beneficio delle Città, per pagamento d'altre Tande, e che habbiano li Giurati, e Cittadini potestà di commutare in altre Gabelle, & in altro arbitrio, come à loro parerà detta gabella di Macina dummodo che sempre s'habbia da mettere sopra le cose comestibili, e putabili, ne si possi mettere per tassa, ò colletta, e trattandosi di gabelle non si metta sopra la bestiame, ne sopra dove la R.C. ci hà gabella, e questo Donativo è con conditione, che le Città del regno non siano obligati à prestare letti, nè a prestare denari per soccorso dei soldati, si è andato poi questo Donativo di tempo in tempo insin hoggi di novde in nove anni prorogando, e confirmando  con le medesime clausule, & essendo questo Donativo imposto rispetto all'anime, si riparte in confuso sopra ogni Città, e Terra tanto militare [corsivo ns.], quanto Demaniale, la rata che li tocca secondo la quantità dell'anime che ogn'uno tiene, ratizando sopra tutta la quantità di tutto il Regno, deducendo però prima da detto Donativo la decima della Città di Palermo.

Palazzi 1567
  Il quinto è il donativo chiamato di Palazzi per le frabriche delli regij Palazzi di Palermo, e Messina, di scudi 20 V. in tre anni, à raggione di 6 V 666. e due terzi l'anno, che fù offerto nell'anno 1567. à 15. di Giugno, in tempo del governo del Duca di Medinaceli, è si è andato ogni tre anni sempre prorogando, in questo donativo concorre il Bracchio Ecclesiastico per la sua portione, il resto si riparte una metà sopra le Terre Militari [corsivo ns.], e l'altra metà sopra le Città Demaniali, non includendoci le cinque Città pretese franche.

Percettori 1570
 Il sesto Donativo appartenente alla R. C.  è il Donativo di Percettori, di scudi 3 V 600. l'anno, fu questo donativo offerto, & instituito perpetuo l'anno 1570. nel Parlamento detenuto in Palermo à 21. di Decembre, nel governo del Vicerè Marchese di Pescara, per salario delli Percetgtori delli tre Valli, à raggione di scudi 1 V 200. per Percettore, per havere d'esigere li Donativi, per alleviare li Regnicoli delli spesi di Delegati, e Capitand'armi, che pativan per l'esattione di detti Donativi, con conditione che detto officio  si dia à Regnicoli, & non ad esteri, e che detti Percettori non habbiano d'havere altre giornate per l'esigenza  di detti Donativi, & in questo Donativo concorre il Bracchio Ecclesiastico per la sua portione, il resto si riparte una metà sopra l'Università Baronali [corsivo ns.], e l'altra metà sopra l'Università Demaniali, non includendoci le cinque Città pretese franche, havendo da entrare à Sua Maestà tutto l'integro Donativo.

Cavalleria 1579
 Il settimo è il Donativo chiamato di Cavalleria, quale hoggi si esige à raggione di scudi trentatremila trecentotrentatre & un quarto l'anno, quale fù insituito nell'anno 1576. Nel parlamento detenuto à 9. d'Agosto, in virtù del quale il Regno offerì à Sua Maesta scudi 200 V. per cinque anni, à raggione di scudi 40 V. l'anno, per il soldo di 300. Cavalli Leggieri, suoi Generale, e Capitani, & havendoli poi nell'anno 1579. à 8. d'Aprile detenuto altro Parlamento in tempo del governo del Signor Marc'Antonio Colonna; e restandone due anni delli cinque che s'offerì detto Donativo, e vedendosi il Regno gravato per l'alloggiamenti delli detti soldati, si contentò di confermare detto Donativo per detti due anni che restavano, e continuando per altri tre seguenti, con accrescerli altri scudi 10 V. l'anno in tutto à raggione di 50 V. l'anno, con che Sua Maestà havesse da abolire, e da levare detta Cavalleria, & in cambio di quella havesse da mantenere altri sei Galere, quale dovessero essere uniti con altri sei Galere che il Regno pagava, da ripartirsi in tre squadre, à quattro per squadra, sotto la cura di tre capi Regnicoli, e questo oltre il numero delli dieci  che Sua Maestà mantenuta in questo Regno, e perche poi Sua Maestà non restò sevita abilire detta Cavalleria, perciò nel Parlamento detenuto à 18. di Giugno dell'anno 1582. confirmò detto Donativo per altri anni quattro, à raggione di scudi 40 V. l'anno, e fù sempre prorogato di tre in tre anni, con conditione, che quando Sua Maestà fosse servita levare la Cavalleria, l'havesse potuto applicare à quello l'havesse piaciuto, come seguio, che nell'anno 1636. in tempo del governo del Signor Duca di Montalto che abolio, & estinse il Regno detta Cavalleria Leggiera, e diede pleno iure, & in perpetuum à Sua Maestà li 40 V. scudi che si pagavano per detta Cavalleria, per servirsene nell'effetti, che meglio à Sua Maestà l'havesse piacciuto, si come se ne hà servito per sue urgenti necessità per difesa della fede Catholica, e di questo stesso Regno. In detto Donativo contribuiva il Bracchio Ecclesiastico per la sua sesta parte, ma perche poi per il Parlamento detenuto à 18. d'Agosto X. Ind. 1642. in tempo del governo del Signor Almirante di Castiglia si moderò la perpetuità di detto Donativo per la sesta parte del detto Bracchio Ecclesiastico à soli anni novi, perciò si ridusse lo detto Donativo in soli scudi 33 V. 333 & un quarto, li quali tutti si ripartono una meta sopra le Terre Militari [corsivo ns.], e l'altra metà sopra le Città Demaniali, senza includerci le Città franche, andando in danno delle Città soggette la portione toccheria alle Città franche.


Scudi 45 V. 1642
 L'ottavo Donativo  appartenente alla R. C. è il Donativo perpetuo di scudi 45 V. quale fù instituito, & offerito dal Regno nell'anno 1642. in tempo del governo del Signor Almirante di Castiglia nel Parlamento detenuto in Palermo alli 18. d'Agosto X. Ind. 1642. per abolire l'impositioni, e gabelle del dui per cento imposta sopra tutto quello che si vendeva, e sopra la Carta bollata nel Parlamento detenuto in Messina à 23. di Marzo /. Ind. 1639. nel governo di D. Francesco de Mello Conte d'Assumar, che havendo fatto servitio à Sua Maestà d'annui  scudi 150 V. perpetui da cavarsi dalla impositione della detta Carta bollata, e dui per cento, e conoscendo il Regno con l'esperienza il comun danno, l'immenso interesse, e detrimento universale che havia seguito à Sua Maestà, & Università del Regnoper detti impositioni per estinguersi in loco di quelle offersero à Sua Maestà 110. V. scudi l'anno perpetui, con potestà di poterseli vendere, & alienare, è dare come li tornava più servitio da cavarsi cioè scudi 30 V. annui da assignarsi, & essigersi in tanti Tandi sopra l'Università da ripartirsi, conforme si costuma nel Donativo di Scudi 300 V. appartenente alla Deputation del Regno , per pagamento delli quali scudi 30 V. l'Università havessero da imporre le gabelle, che meglio l'havesse piacciuto, con il solito Consiglio, e con l'approbatione del Real Patrimonio, quale dovessero sepratamente administrare à nome della R. C. per pagamento di questo Donativo, & per cavarsi il restante di scudi 80 V. s'imposero le infrascritte Gabelle, cioè tarì uno sopra ogni migliaro di vigni, & per ogni cinquanta  viti alti, seu pergole, Tarì uno per ogni quaranta piedi d'olivi, Tarì uno per ogni 30. piedi di celsi. Et in caso d'impositioni, e gabelle sudette non havessero stati suffecturi al pagamento delli detti scudi 80 V. annui, si dovessero assupplire con haver dato potestà alla Deputatione del Regno d'imporre sopra l'Università del Regno tante altre Tande, insino che arrivi al mancamento nella stessa forma, come si dispose delli sopradetti scudi 30 V. con conditione, che non havesse potuto eccedere la somma d'altri scudi 15 V. tantum, si come sorftì, che havendosi pratticato l'esigenza di detti impositioni, e visto che non erano suffecturi, la Deputatione del regno impose li detti scudi 15 V. annui, e così detto Donativo si ridusse à detti scudi 45 V. nel qual Donativo non vi concorre, ne è tassato il Bracchio Ecclesiastico, perciò si riparte solamente sopra l'Università del Regno in confuso, tanto Militari [corsivo ns.], come Demaniali, sicome il donativo di scudi 300 V.

Scudi 65 V. 1645
  Il nono, & ultimo Donativo appartenente alla R.C. è il Donativo di scudi 65 V. annui offerti dal regno in perptuum à Sua Maestà nel Parlamento detenuto in Palermo à 13. di Luglio 1645. in tempo del governo del Vicerè Marchese de los Veles, quando soprastava il pericolo d'una potente Armata, che il Turco comune inimico del nome Christiano stava preparando, e perciò offerse il Regno il sudetto Donativo, con conditione però d'haversi d'abolire, si come si abolero l'impositioni, e gabelle sopra vigne, pergole, celsi, & olivi imposti nel Parlamento precedente, quali s'haviano imposto in cambio del dui per cento, e carta bollata, nelli quali scudi 65 V. nella sola sesta parte di scudi 50 V. concorse il Bracchio Ecclesiastico, & l'altri scudi 15 V. à complimento di detti scudi 65 V. li dovessero pagare l'Università del Regno, tanto Militari [corsivo ns.], quanto Demaniali, da ripartirsi ad uso di Tande, conforme il Donativo di scudi 45 V. con facoltà all'Università di poterseli recattare à raggione di 10. per cento, la portione che ad ogn'una di essi toccasse, con conditione che d'essi scudi &5 V. e loro capitale di scudi 50 V. si dovessero convertire per le spese, & occorrenze per la fortificatione del Regno, e li scudi 15 V. e loro capitale ad effeto di dare sodisfattione alli negotianti che tenevano assignatione sopra detti impositioni di vigni, pergole, celsi, & olivi, atteso che detto scudi 15 V. furono surrogati in loco di detti impositioni. E perche l'offerta di detto Donativo come si disse fù che si dovesse ripartire, come il Donativo di scudi 45 V. è questo fù con conditione che si havesse da ripartire, come quello delli scudi 300 V. il quale si riparte in confuso sopra l'Università tanto Militari [corsivo ns.], quanto  Demaniali, non includendoci le cinque Città pretese franche, come à suo luogo diremo, perciò della medesima forma si riparte questo Donativo delli scudi 65 V.

E questi sono li Donativi che appartenno alla Regia Corte, resta l'esplicatione dell'altri quattro appartenenti alla Deputatione del Regno.




DONATIVI CHE ENTRANO NELLA DEPUTATIONE
del Regno , e si spendono à Polise di detta Deputatione.


Ponti 1561
 Il primo è il Donativo chiamto di Ponti, di Scudi 24 V. in tre anni, à ragione di Scudi 8V. l'anno, che di tre in tre anni nelli Parlamenti ordinarij il Regno offerisce per la fabricacione, e racconci dei ponti, per comodità de' Viandanti, hebbe  questo donativo principio nell'anno 1561. à 24. Aprile 4. Ind. nel Parlamento detenuto in Palermo in tempo del governo del Vicerè D. Giovanni Lacerda Duna di Medinaceli, per lo quale il Regno offerse pagare per fabrica e racconci di detti Ponti Florini 48 V. in tre anni, à ragione di Florini 16 V. l'anno, che sono scudi 8 V. l'anno della nostra moneta, di tarì 12. per scudo, & in questo donativo concorre per la sesta portione il bracchio Ecclesiastico, l'altri cinque portioni si ripartono, una integra metà sopra l'Università Militari [corsivo ns.], e l'altra integra metà sopra l'Università Demaniali, nemine esente , includendoci le cinque Città pretese franche, della maniera si riparte il Donativo ordinario di scudi 300 V. Florini, perchè la sua oblatione cossi è fatta, e l'administratione, & esecutione di questo Donativo  appartiene dall'intutto alla Deputatione del Regno.

Torri 1579 Il secondo è il Donativo delle Torri, di scudi 10 V. in tre anni con la potestà che si dona alli Deputati del Regno di poterlo aumentare, dummodo che non eccceda in tutto scudi 30 V. à ragione di scudi 10 V. l'anno, si come al presente si esige, per quello che più fosse necessario per pagamento del soldo di Torrari, e spese di monitioni. Principiò questo Donativo in tempo del governo del Signor Marc'Antonio Colonna, nel Parlamento detenuto in Palermo à 9. di Aprile 7. Ind. 1579. nel quale il Regno offerì scudi 10 V. per la fabricatione delli Torri nelle spiaggie maritime di questo Regno per guardia di esso; da pagarsi in due anni, à ragione di scudi 5 V. l'anno, con haver dato la cura, & administratione di esse alla Deputatione del Regno, fù di novo detto donativo confirmato nella medesima conformità à 18. di Giugno 1582 à 17. di Maggio 1585. e à 8. d'Aprile 1588. per scudi 10 V. in tre anni, e dall'hora in poi sempre si andò detto Donativo di triennio in triennio prorogando nell'anno però 1594. nel Parlamento detenuto à 24. di Maggio fù data potestà alli Deputati del regno di poter tassare di più la quantità del denaro che sarà necessario, cossi per le spese di guardie, come d'altri provisioni, che più bisognassero per mantenimento d'esse Torri, in virtù della quale potestà li Deputati declararo haver bisogno d'onze settecento, fù dopoi in virtù del Parlamento detenuto à 9: d'Aprile 1597. nel governodel Marchese di Geraci per detto aumento, e potestà accresciuto detto Donativo à scudi 20 V. in tre anni, e finalmente accresciuto à detti scudi 30 V. à ragione di scudi 10 V. l'anno con faver dichiarato il Regno nel Parlamento detenuto in Palermo à 14. di Maggio 13 Ind. 1630 che detta potestà data alli Deputati di poter aumentare detto Donativo, non possa eccedere la sudetta somma di scudi 30 V. e con questa conditione sin hoggi questo Donativo in tutti li Parlamenti si hà andato offerendo, e confirmando di triennio in triennio, & in questo Donativo vi concorre per la sua sesta portione il bracchio Ecclesiastico, l'altri cinque portioni si ripartono intieramente,  una integra metà sopra l'Università Militari [corsivo ns.], e l'altra integra metà sopra l'Università Demaniali, non includendoci le cinque Città pretese franche, havendo d'entrare intieramente li scudi 10 V. l'anno alla Deputatione, la quale hà la cura, & esecutione di questo servitio, & à suo carico stà il castigo delli Torrari nelli mancamenti, & eccessi, del loro officio.

Regenti 1609
  Il terzo Donativo spettante alla Deputation del Regno è il donativo chiamato di Regenti, di scudi 8593. e tre quarti che si paga in tre anni, à ragione di scudi 2864. e tarì sette l'anno della nostra moneta di Sicilia di tàrì dodici per scudo, poichè la sua oblatione è di Ducati 7500. à ragione di ducati 2500. l'anno. dundeci reali per Ducato, che sono tarì tredici, e grana quindeci per Ducato, che fanno li sudetti scudi 2864. e tarì 7. l'anno, li quali il Regno paga alli Ministri del Supremo Conseglio d'Italia, residenti nella Real Corte di S.M. in aiuto di spesa che fanno per allogare le loro Case. Principiò detto Donativo nell'anno 1609. in  tempo del governo del Marchese di Vigliena, nel Parlamento detenuto in Palermo à 22. di Maggio in virtù del quale per detto effetto offerse il Regno di pagare per anni tre Ducati 2 V. l'anno d'undeci reali per ducato, con conditione che detto Donativo non s'havesse potuto convertire in altro effetto, & in caso che S. M. se ne havesse voluto servire in altra causa s'havesse inteso il sudetto Donativo estinto, e come non fatto; s'andò poi detto Donativo di triennio in triennio sempre prorogando nella medesima conformità, insino all'anno 1642. che s'aumentò à scudi 7500. in tre anni. à ragione di scudi 2500. l'anno d'undeci reali l'uno, in virtù del Parlamento detenuto in Palermo à 18. d'Agosto nel governo del Signor Almirante di Castiglia, & à tal forma dall'hora in poi s'hà andato di triennio in triennio insin'hoggi prorogando, nel pagamento dello quale Donativo concorre il Bracchio Ecclesiastico per la sua sesta portione,. l'altri cinque portioni integralmente si ripartono una integra metà sopra l'Università Militari [corsivo ns.], e l'altra integra metà sopra l'Università Demaniali, non includendoci le cinque Città pretese franche, acciò interamente possino entrare alla Deputatione li sudetti scudi 8593. e tre quarti in tre anni.

Scudi 300 V. 1612
 L'ultimo delli quattro Donativi appartenenti alla Deputatione del Regno è il Donativo estraordinario, hoggi  perpetuo (insin che si ricattino le infrascritte rendite) chiamto di Scudi 300 V. che s'esige à ragione di scudi 181 V. 751. l'anno, di moneta di questo Regno, di tarì 12. per scudo, fù stabilito, e principiato questo Donativo nell'anno 1612. nel governo del Duca d'Ossuna, nel parlamento conchiuso in Palermo à 22. d'Agosto del medesimo anno, e fù offerito per anni 9. perche trovandosi all'hora il Patrimonio Reale molto disuguale, avanzando l'esito all'introito, particolarmente per il pagamento di molti sugiugationi, che la R.C. pagava à diversi personi sopra le Doghane, R. Tesoreria & altri Regij effetti suggiogati in diversi tempi dalli Sig. Vicerè predecessori, per alcuni urgenti bisogni di S.M. perciò conchiuse il Parlamento per egualamento di detto Patrimonio Reale di servire S.M. con doi milioni, e settecento mila scudi di moneta di questo Regno, di tarì 12. per scudo, in termine di anni novi, à ragione di scudi 300 V. l'anno, da cavarsi dall'infrascritti impositioni, e gabelle, cioè dalli Regalìe, dell'estrattioni per fuori Regno, delli Zuccheri, Formaggi, Cascavalli, Sorre, Tonnine, e Vini, della gabella sopra la licenza dell'Armi, che furono dal Vicerè in nome di S.M. offerite al regno per sussidio di questo Donativo, & dalle impositioni, e gabelle imposte dal Parlamento, cioè di tarì uno sopra ogni libra di seta al Manganello, della gabella sopra tutti li Coijri, e Scarpi, dall'estrattione di tarì dodeci per Botte che s'estraesse di Mare per infra Regno, eccettuato quello di dovea estraere per venire nella Città di Palermo, havendosi detta Città obligato di risarcire, e sodisfare in tante Tande quello, che ogn'anno havesse importato la sudetta estrattione di Vino, che s'havia d'estrarre per venire in essa Città, e quello che havesse mancato delli sudetti estrattioni, impositioni, e gabelle, ad arrivare à detti scudi 300 V. l'anno si dovesse ripartire sopra le Univerità del Regno delli dui bracchij Militare [corsivo ns.], e Demaniale, in tante Tande, restando cura all'Università d'imporre quelle gabelle, che fossero necessarie per pagare quello li dovea tocchere delli sudetti Tandi; nelli quali non s'incluse, ne concorse  il Bracchio Ecclesiastico, il quale solo si contentò (venendo prima la conferma di S. Santità) di restar obligato al apagamento delle gabelle che s'havessero imposto per pagare detto Donativo, con conditione che non s'havesse possuto applicare in altro, eccetto che in pagarne per via della Deputatione del regno li sudetti Suggiugatarij dovuti dalla R.C. anche quelle suggiugationi fatti dalla Città di Palermo per prestiti fatti alla detta R.C. conforme l'assignatione li dovea esser fatta dal Patrimonio, & avanzando somma si havesse da applicare in pagamento di Fanterie, Galere, Castelli, e Salarij, e che l'administratione di detto Donativo, e gabelle, che per esso di imponessero, si dovessero administrare dalla Deputatione del regno, e nessuno Ministro etiam Reale, ò Tribunale, ancorche fosse3 d'ordine di Sua Maestà si potese intromettere nell'administratione di detto Donativo, e soi introiti, altrimente si havesse inteso revocato l'assenso del Parlamento, havendo incominciato l'esecutione di tutto ciò, & arbitrato da principio valere li sudetti estrationi, impositioni, e gabelle scudi 220 V. l'anno l'altri scudi 80 V. per complire li sudetti scudi 300 V.  stante la potestà datoli dal Parlamento li ripartio in Tande sopra l'Università [corsivo ns.]. Et havendoli le sudette gabelle administrato dalla Deputatione per un'anno, e dall'esperienza conosciuto che una di esse, quale fù quella sopra scarpi, e corami non arrivare al diesgno che se ne sperava, con haver lassato li Regnicoli sopramodo angariati senza frutto alcuno, fù perciò dalla detta Deputatione con consulta di Teologi, e Giuristi del Conseglio Reale abolita la detta gabella di corami e scarpi, e trasportata l'esigenza di detto Donativo la maggior parte in Tande, a somma di scudi 220 V. l'anno, per sodisfattione delle quali fù imposta generalmente con l'approbatione Viceregia, e consulta di Teologi, & Giuristi, tarì quattro di gabella sopra ogni salma di frumento che si macina, con conditione, che volendo l?università trasportare detta gabella in altri impositioni, l'havessero potuto fare; precedendo li loro Consigli, fù poi detto Donativo in virtù del Parlamento detenuto in Palermo à 31. di Luglio 1615. nel governo del medesimo Duca d'Ossuna prorogato, e confirmato con le medesime clausule, e conditioni per altri anni nove, à complimento d'anni decidotto, che venivano à spirare nell'anno 1630. e per lo Parlamento conchiuso in Palermo nel governo del signor Principe Filiberto fù prorogato per altri anni sedeci, che con li sei che ancor  durava, erano altri anni 22. che si venia ad estinguere nell'anno 1646. frà li quali termino si sarebbero reluiti li renditi, stante haversi dato potestà alla Deputatione del Regno di potere esigere non solo li scudi 27. V. l'anno che avanzavano al pagamento annuale di detti suggiugatarij, ma ancora il beneficio che veniva dal scalamento delli renditi, seguito in virtù della Prammatica Reale dallo 7. allo 5. per cento, acciò con detto avanzo, e discalo havesse potuto la Deputatione andar reluendo tutti li sudetti renditi, e lo Regno havesse havuto disgravato di così grosso peso, sicome seguio in parte, che insino all'anno 1635. se ne ricattarno scudi 55 V. e se s'havesse continuato quanto durava detto Donativo si sariano quasi tutti estinti, e ricattati, ma perche sopragiunsero altri urgenti bisogni à S.M. & havendosi dalli Sig. Vicerè domandato novi donativi, s'andò perciò levando, e pigliandosi dell'introiti, & effetti applicati al detto donativo.

Primieramente in tempo del governo del Duca d'Alburcherche nel Parlamento detenuto in Palermo à 13. di Maggio 1630. se ne levorno scudi 125  V. per complire li scudi 150 V. offeriti à S.M. per le fascie della Serenissima Regina, per la nascita del Prencipe Baldassare, e doti della Serenissima Maria Regina d'Ungaria sorella di S.M.

Altri scudi 300 V. nel governo del Duca d'Alcalà, per il Parlamento detenuto in Palermo à 16. di Giugno dell'anno 1633. dalli introiti della gabella della seta.

E nell'altro Parlamento detenuto in tempo del medesimo Duca d'Alcalà à 13. d'Ottobre 1635. si perpetuò detta gabella di seta, & pleno iure si diede à S.M. acciò quella s'havesse potuto vendere, sicome si vendio, levandola da detto donativo, e per non far mancamento detti introiti di seta, al pagamento di suggiugatarij, perciò si prorogorno tutti l'Arbitrij, gabelle d'Armi, estrattioni, Tande di detto donativo, infinche se recattassero le rendite.

E finalmente in tempo del governo del Precipe di Paternò à 5. di Giugno 1636. nel secondo delli tre Parlamenti estraordinarij che detto Prencipe detenne havendo domandato à nome di S.M. al regno nuovo donativo, e non potendoli dare altro aiuto si contentò di restituirli, sicome li restituio le gabelle d'Armi, & estrattioni, dandoli pleno iure à S.M. acciò quelli vendesse, & alienasse sicome gli havesse piaciuto, di forma che havendo levato dette regalie , che importavano scudi 80 V. in circa l'anno, si ridusse il detto donativo nelli soli scudi 220 V. annuali, che in Tande si pagavano dalli Università, de quali dovendosene discalare scudi 55 V. per il recattito fatto delli sudetti renditi, restava detto Donativo di scudi 165 V. annuali, quali (stante la mala esatione, e quello si erogava per li salarij di Ministri, & altri spesi, che vi erano necessarij per l'administratione del medesimo donativo) non erano suffetturi à pagare l'annualità à suggiugatarij, perciò fù stabilito che delli scudi 55 V. delli crediti reluiti se ne discalassero scudi 38219: & il donativo si ridusse à scudi 181 V.781 l'anno, sicome al presente s'esige, li quali si ripartono sopra l'Università del regno in confuso, tanto Militari, quanto demaniali, secondo la quantità delli facoltà di limpio che ogn'una d'essi Università, e coi suoi Cittadini, si trovano haver revelato [corsivo ns.], levando però prima la decima parte toccante alla Città di Palermo, sicome al presente si ha ripartito.


E questi sono li sudetti tredici donativi tanto ordinarij, quanto estraordinarijj, che il Regno paga per servitio di S. M. e del medesimo Regno.

Oltre di questi donativi sole il Regno ogni tre anni offerire all'Eccell. Regitori per suo agiuto di costa 2 V 500. da pagarsi in una Tanda, e scudi 500. al suo Camariero, ne può il Regno offerirli, e far donativo di più somma ne à detti Vicerè, ne ad altra persona, poiche vi ostano l'ordini Reali emanati in tempo del Serenissimo Rè D. Filippo III. di felice memoria à 20. d'Ottobre 1612. per li quali prohibisce  poter dare il Regno Donativo etiam alli Vicerè oltre la sudetta somma di scudi 2 V 500. & il Protonotaro è prohibito poter stipulare tali Donativi, sotto pena di privatione d'offitio, e pena di scudi mille, à quelli che ci concorrono, quale lettere è obligato il Protonotaro leggere, e notificare à tutti li Parlamentarij nel primo congresso in ogni Parlamento si celebra.

E questo è quello appartiene al secondo fine, per il ripartimento di Regij donativi.

Per consequutione del qual fine per ordine dell'Illustrissima Deputatione del Regno si hà devento alla Stampa della presente Descrittione Generale di tutto il numero delli Fuochi, Anime, e somma delle Facultà  alodiali delle persone seculari di tutti l'Università del Regno tanti Militare, quanto Demaniale, havendosi distintamente posto per ogni Valle delli tre che il Regno vien diviso, (cioè Val di Mazzara, Demine, e Noto) tutte le Città, e Terre che in ogn'uno d'essi Valli caschano quelle di S.M. secondo la precedentia tengono nelli Parlamenti, e quelle delli Signori, e Baroni, secondo l'ordine dell'Alfabeto.

Nella quale descrittione si deve avvertire che la somma in essa posta è d'Onze, Tarì, e Grana, l'istessa è nel ripartimento di donativi, non ostante che l'oblationi d'essi siano stati fatti in florini, e scudi, si sono ridotte in dette onze, che sono dui scudi, e mezzo, per ogn'onza, di tarì trenta per ogn'una, e detti tarì costano di grana venti per ogni tarì, e li grana di piccioli sei per ogni grano, moneta di questo Regno.

Si avverte anche che la somma posta nell'ultima colonnetta della descrittione generale che dice (somma appurata con la bonatenentia sopra la quale si hà fatto il ripartimento) sarà questa.

Si hà detto di sopra che li detti donativi si ripartino sopra l'Università del Regno cioè quello della macina, secondo il numero dell'anime, e l'altri secondo la quantità delle facultà di limpio, ch'ogni Università, e suoi Cittadini si trovani haver revelato [corsivo ns.], perciò in quelli reveli di facultà ch'ogni persona fà, se vi sono compresi beni stabili che siano situati fuori di quelle Città, ò Territorij dove son fatti tali reveli, e situati in altre Città, Terre, ò Territorij questi sichiamano bonatenenti in Territorij alieni, esteri rispetto quella Città dove sono situati detti beni, della somma di tali beni se ne disgrava quell'Università dove è fatto il revelo, e se ne aggrava quella Città dove detti beni stabili son situati, e da detto aggravio, e disgravio viene à restare la somma di liquido, che si dice somma appurata alla bonatenentia, sopra la quale si fà il ripartimento, e questo per chiarezza del tutto, espedita in Palermo à 15. di gennaro 1658.
S.E.S.
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dati relativi a Racalmuto contenuti nella suddetta Istruttione:



V A L
D I
M A Z Z A R A



























Numero, e Nomi delle Città, e terre del Val di Mazzara










R E A L I
Numero di Fuochi
Maschi di 18. in 50. anni
Maschi di altra età
Femmine d' ogni età
Somma di tutte l'anime
Numero di Cavalli
numero di Giumenti
Numero di Bovi
Num. di Vacche aratorij
Valore di beni Stabili allodiali
Valor di beni Mobili
Somma delle Gravezze
Resto di liquido di tutte le facultà
Somma appurata dalla Bonatenentia sopra la quale si fa ripartimento
1
PALERMO
 













2
GIRGENTI
2398
1690
2599
4836
9125
116
30
985
398
175257,16
80220,5
54663,9
2008814,12
202333
3
TRAPANI.
5405
3216
4066
12129
19411
126








4
MAZZARA
1964
1346
4066
12129
19411
126








5
SCIACCA
2278
1850
2148











6
TERMINE
2476
1824
2620











7
MARSALA














8
NARO
1978
1440
2278
4255
7973
69








9
LICATA














10
POLIZZI














11
MONTE SI S. GIULIANO













12
SALEME














13
CONIGLIONE














14
SUTERA














15
CASTRONOVO















BARONALI














16
ALCAMO














17
ALCARA














18
ALTAVILLA














24
BIVONA














25
S. BIASE
97
66
113
164
343
0
3
6
11
29,12
641,15
627,27
43
43
26
BONPINSERI
131
104
92
209
405
8
4
24
23
1622,6
831,16
739,22
1714
1690
27
BUSACCHINO














28
BURGIO
1239
964
1362
2464
4790
31
31
230
91
43175
2116,27
14692,2
49647,11
47644
29
CACCAMO














30
CALAMONACI
136
169
137
363
669
6
0
24
14
4789,11
2640,1
1990,28
5438,14
5545
31
CALTABELLOTTA
991
712
921
1747
3380
26
24
118
79
23084
14815,1
4870,21
33028,19
34154
32
CALTAFIME














33
CALTANISSETTA
2656
2273
2670
5107
10050
89
159
935
257
114072,16
48161,11
23997,3
138236,24
136479
34
CALTAVUTURO, E XILLATO













35
CAMMARATA, S. GIOVANNE
2296
1751
2318
4287
8356
143
93
283
179
58229,19
32625,27
13550,1
77305,1
77521
36
CAMASTRA
133
114
132
224
470
5
9
55
41
3371,18
1483
2267,5
2587,13
2571
37
CAMPOBELLO
85
75
115
172
362
8
3
4
15
1906,25
475,21
1018
1364,16
2571
38
CAMPOFRANCO
341
270
300
576
1146
16
9
96
61
4653,08
3504,O4
1837,2
6319,22
6482
39
CANNIGATI
1230
890
1447
2673
5010
40








40
CAPACI














41
CARINE














42
S. CARLO
22
10
17
33
69
0








43
CASTEL'AMMARE














44
CASTELTERMINE
544
444
652
1280
2276
31








45
CASTELVETRANO














46
CASTROFILIPPO
283
220
343
553
1116
6








47
S. CATALDO
363
319
368
679
1366
26








48
S. CATHERINA
392
244
338
439
1021
23








49
CATHOLICA
1072
787
1281
2220
4288
39








50
CHIUSA
1368
980
1601
2716
5297
73








51
CIMINNA














52
CONTESSA
253
211
297
488
996
32








53
DELIA
198
238
287
546
1071
13








54
S. ELISABETTA
179
128
258
373
759
1








55
FAVARA
18
640
1080
1918
3638
20
15
108
93
19162,18
9730,19
8779,14
20113,23
20579
56
GIBELLINA














57
GIULIANA
510
399
634
1007
2040
26








58
GODRANO














59
GROTTE
380
265
507
814
1586
16
9
96
61
10108,07
5482,01
4194,26
11395,12
11598
60
S. LORENZO














61
LUCCA
64
43
65
105
213
2
0
11






62
S. MARGARITA
313
277
336
590
1203
23
22
182






63
MARINEO














64
MENFI
168
139
169
268
576
4
0
25






65
MEZZOIUSO














66
MISILMERI














67
MONTEALLEGRO
153
97
104
204
405
0
1
19






68
MONTEAPERTO
198
172
239
399
810
4
4
57






69
MONTEDORO
78
72
71
137
280
0
6
57
33
132,O8
909,26
453,15
588,19
586
70
MONTEMAGGIORE














71
MONTEVAGO
92
81
107
195
383
11
10
39






72
MORREALE














73
MUSSUMELI
1599
1174
1396
3251
5821
127
93
259
50
27624,1
18656,11
7923,2
38456,24
38344
74
S. NINFA














75
OGLIASTRO














76
PACECCO














77
PALMA
473
412
577
1461
2450
11
19
105
124
6015,06
4848,06
4676,19
6186,23
5968
78
PALAZZO ADRANO
908
668
921
1571
3160
88
100
409






79
PARTANNA
1718
1460
1888
3774
7122
87
123
423






80
PIANA DEI GRECI
1085
879
1015
1970
3864
81
137
734






81
POGGIO REALE














82
PRIZZI
895
686
968
1526
3180
91
56
499
146
27958,04
21294,2
11346,2
37906,2
37392
83
RACALMUTO
1239
1066
1526
2573
5165
52
38
218
191
37635,17
13749,08
14380
37004,17
37391
84
RAVANUSA
244
139
363
461
963
3
11
15
32
2855,12
1180,15
1337,17
2698,1
2321
85
REFAUDALI
1245
730
1120
1883
3733
23
20
167






86
RESUTTANA














87
RIBERA
129
114
140
238
492
6
3
37






88
ROCCA PALUMBA














89
SANTO STEFANO DI BIVONA
821
663
847
1449
1959
39
70
69






90
SALA DI PARUTA














91
SAMBUCA
1583
1192
1609
2975
5776
124
112
651






92
SCLAFANI
332
261
346
591
1198
15
11
63






93
SICULIANA
310
269
345
595
1029
4
6
34






94
SOMMATINO














95
TORRETTA














96
TRABBIA














97
VALLELONGA














98
VALGUARNERA E RAXALI













99
VICARI














100
VILLAFRANCA














101
VITA















SOMMARIO DEL VALLE
86154
65720
86724
171161
323605
4705
3966
24282
8557
436465,6
1794355,02
1417897
4741116,7
4704457

RAPP.% RACALMUTO/VAL DI M.
1,438122
1,622
1,759605
1,503263
1,5960816
1,10521
0,958
0,8978
2,23209
8,622711618
0,766240786
1,01418
0,780494815
0,794799

RAPP.%PRIZZI/VAL DI M.
1,038837
1,044
1,116185
0,8915582
0,9826795
1,93411
1,412
2,055
1,70621
6,405554069
1,186732824
0,80021
0,799520501
0,794821

RAPP.% RAVANUSA/VAL DI M.
1,445087
1,111
1,291453
1,1001338
1,1535668
0,48884
0,504
0,6878
8557
436465,6
1794355,02
1417897
4741116,7
4704457

RAPP.% GROTTE/VAL DI M.
0,441071
0,403
0,584613
0,4755756
0,4901037
0,34006
0,227
0,3954
0,71287
2,315891562
0,305514234
0,29581
0,240346752
0,246532


































Numero di Fuochi
Maschi di 18. in 50. anni
Maschi di altra età
Femmine d' ogni età
Somma di tutte l'anime
Numero di Cavalli
numero di Giumenti
Numero di Bovi
Num. di Vacche aratorij
Valore di beni Stabili allodiali
Valor di beni Mobili
Somma delle Gravezze
Resto di liquido di tutte le facultà
Somma appurata dalla Bonatenentia sopra la quale si fa ripartimento
83
RACALMUTO
1239
1066
1526
2573
5165
52
38
218
191
37635,17
13749,08
14380
37004,17
37391

RACALMUTO
1756
1336
1722
3055
6063
29
57
24
31
71444,02
7576,01
31811,1
47208,23
49253,1

sargentia a. 1760
517
270
196
482
898
-23
19
-194
-160
33808,85
-6173,07
17431
10204,06
11862,1




Allegato n.° 2

Grafici relativi al censimento del 1505
Ripartizione della tanda del donativo regio prima e dopo                                                           
     il censimento del 1505, secondo le attuali province (valori in onze)
Legenda: a = donativo in onze prima del censimento; b = dopo il censimento; c= % di b totale; d = imposta per fuoco (in tarì) calcolata su b totale.

Legenda: a = donativo in onze prima del censimento; b = donativo in onze dopo il censimento;  A = n.° fuochi; B =  % a/A; C = % b/A; D = b - a;
 E = C - B.


Grafico delle variazioni assolute e percentuali del donativo del 1505.

Fuochi del 1505, nonché fuochi e “facultà” del 1548



Allegato n.° 3



Allegato n.° 4


Allegato n.° 5
Dai Registri della Matrice di racalmuto sono desumibili questi dati:

anno
dati disponibili
n.° mesi
mortalità annua stimata
popolazione media
% su pop. media
media annua
1600
84
5
201,6
4455
4,53
205
1601
100
4
300
4456
6,73
205
1617
50
4
150
4472
3,35
205
1618
144
12
144
4473
3,22
205
1619
262
12
262
4474
5,86
205
1620
159
11
173,45
4475
3,88
205

Prima della grande peste del 1771-72, questi sono gli analoghi dati:


anno
dati disponibili
n.° mesi
mortalità annua stimata
popolazione media
% su pop. media
media annua
1652
102
9
136
5344
2,54
172,5
1653
140
12
140
5362
2,61
172,5
1654
189
12
189
5380
3,51
172,5
1655
116
12
116
5398
2,15
172,5
1656
103
12
103
5416
1,90
172,5
1657
148
12
148
5434
2,72
172,5
1658
160
12
160
5452
2,93
172,5
1659
237
12
237
5470
4,33
172,5
1660
186
12
186
5488
3,39
172,5
1661
142
12
142
5506
2,58
172,5
1662
163
12
163
5524
2,95
172,5
1663
190
12
190
5542
3,43
172,5
1664
208
9
277,33
5560
4,99
172,5
1665
235
12
235
5578
4,21
172,5
1666
183
12
183
5596
3,27
172,5
1667
134
12
134
5614
2,39
172,5
1668
255
12
255
5632
4,53
172,5
1669
201
12
201
5650
3,56
172,5
1670
130
12
130
5668
2,29
172,5
1671
124
12
124
5686
2,18
172,5


Ed a cavallo tra i due secoli abbiamo:

anno
dati disponibili
n.° mesi
mortalità annua stimata
popolazione media
% su pop. media
media annua                                                                        
1686
12
2
72
4671
1,54
130
1687
173
12
173
4696
3,68
130
1688
119
12
119
4721
2,52
130
1689
104
12
104
4746
2,19
130
1690
94
12
94
4771
1,97
130
1691
108
12
108
4796
2,25
130
1692
156
12
156
4821
3,24
130
1693
105
12
105
4846
2,17
130
1694
112
12
112
4871
2,30
130
1695
99
12
99
4896
2,02
130
1696
115
12
115
4921
2,34
130
1697
164
12
164
4946
3,32
130
1698
162
12
162
4971
3,26
130
1699
162
12
162
4996
3,24
130
1700
134
12
134
4996
2,68
130
1701
121
12
121
5021
2,41
130
1702
94
12
94
5046
1,86
130
1703
113
12
113
5071
2,23
130
1704
188
12
188
5146
3,65
130
1705
119
12
119
5171
2,30
130
1706
103
12
103
5196
1,98
130
1707
83
5
199,2
5096
3,91
130
1713
55
4
165
5346
3,09
130
1714
117
12
117
5371
2,18
130
1715
129
11,5
134,61
5396
2,49
130

Allegato n.° 6

OGGI LI 17 MAYO 1802                                                                                              
NOTA DI PERSONE LI QUALI PASSARONO DI QUESTA ALL'ALTRA VITA                                                                                             

NOME
COGNOME
PATERNITA'
NOTA


VINCENZO
LA MATINA
GIROLAMO



ANTONIO
LA MATINA
GIROLAMO



ANGELA
PALERMO (LA)
GIUSEPPE



CARMELA
PALERMO
GIUSEPPE



ALESSANDRO
AGRO (D')




ANGELA
LA LIOTA




ANGELO
TAVERNA




ALOISIA
TAVERNA

FIGLIA


FALCI
VINCENZO
GAETANO



CARLO
MORREALE

FOGITE
FOGITE

ROSALIA
MORREALE

MOGLIE
FOGITE

CALOGERA
MORREALE

FIGLIA
FOGITE

ANTONINO
MORREALE

FIGLIO
FOGITE

CALOGERO
MORREALE

FIGLIO
FOGITE

NICOLO'
MORREALE

FIGLIO
FOGITE

RAIMONDO
MORREALE


FOGITE

DOROTEA
MORREALE

MOGLIE
FOGITE

STEFANO
BRUTTO

MASTRO


MAREANNA
BRUTTO

FIGLIA


LEONARDO
LO DESTRO

MASTRO
FUGGITO

GRAZIA
LO DESTRO

MOGLIE
FUGGITO

ARNONE
NICOLO'




ANTONIO (?)
LA ROCCA


FUGGITO

CALOGERO
CASTILLUZZO
ANGELO



ANTONIA
CASTILLUZZO
ANGELO



VINCENZO
CASTILLUZZO
ANGELO



CALOGERO
CASTILLUZZO




MARIA
SALVAGIO
GIOVANNI



GIOVANNI
PITROZELLA




SANTA
LA ROCCA




AGRO' (D')
CROCIFISSA



31
ALOISIO
LA MONICA