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mercoledì 24 febbraio 2016


Gent.mo Professore Mazzare-Fardella,

 

 

Mi permetto di disturLa, anche per iscritto. Data la complessità dei quesiti che mi ribollono dentro, uso questo sistema. Va da sé che ove Ella li ritenesse impropri o inopportuni può bellamente censurarli.

La mia intima illusione è che Ella abbia tempo voglia ed interesse di darmi risposte scritte che in un primo tempo – se autorizzato – potrei pubblicare nel mio sito. E poi mi sarebbe più facile farne una degna edizione.

 

Oggi sono stato all’Accademia dei Lincei a seguire un convegno sul tema Theodor Mommsen e l’Italia.

Il prof. Luigi Capogrossi dell’Università di Roma ha trattato: Mommsen, De Ruggiero e l’Italia romana.

 

Mi ha colpito l’accenno – invero il detto cattedratico non è perspicuo nella facondia – all’ager publicus. Non vi sono affinità tra quella categoria giuridica e la proprietà delle terre nella Sicilia feudale, almeno quella instauratasi con l’avvento degli Aragonesi? I documenti in mio possesso sembrerebbero confermarlo --- ma so bene come sia terreno sdrucciolevole per i dilettanti come me.

 

Il professore romano accennava anche all’aporia di popoli, comuni, municipi che parlavano “greco” e secondo lui difficilmente potevano adattarsi al diritto romano, al latino, cioè. Penso a Racalmuto che fu territorio greco dal V secolo avanti Cristo sino all’avvento degli arabi, anzi dei berberi. Quale diritto romano quei paesani (o villani, sia pure con le annotazioni del Peri) erano capaci di rispettare? Un tesoretto del V e VII secolo – rinvenuto in una località racalmutese e studiato dal Guillou - riguarda imperatori bizantini, i quali forse imponevano le loro leggi che credo squisitamente ellenistiche. Ma so essere questa materia infida e quindi mi limito ad una deferente provocazione.

Certo resto impressionato di fronte a passi come questo (che desumo dalla “alluvionale” caterva di dati del mio sito www.racalmuto.net):

Data Panormi die sexto octobris octavae Ind.s 1579 ex parte E.S. illustrissimi proregis  Magna Curio referat Hieronymus Carbonus Secretarius, et referendarius, eodem facta relactione prefata Ecc.a Sua providit et mandavit quod fiant literae Sindacatori Civitatis Agrigenti.- Carbonus Secretarius et referendarius, in conformità della quale provista con voto, e parere della Regia Gran Corte havemo per tenore della presente provisto, e confidando nella persona vostra vi dicimo, e committimo, e comandamo che alla ricivuta di questa nostra letteradebbiate personalmente conferire in detta terra di Racalmuto, ed in quella in giorno di festa ad sonum campanae in loco publico solito e consueto d’essa terra debbiate congregare e fare congregare universali consiglio dell’università e popolo d’essa terra, allo quale consiglio, al manco d’internire ed intervenga la maggior parte d’esso popolo cioè dui parti delli genti d’essa terra che solino e ponno intervenire in consiglio, alli quali preposizioni lo contento in detto inserto memoriale, ed essendo  lo consiglio di quella la maggior parte d’esso popolo cioè li due parti delli genti d’essa terra che solino, e ponno intervenire in detto consiglio alli quali preposizioni [a.v.: alli quali preponiri] lo contento in detto inserto memoriale, ed essendo lo consiglio di quella la maggior parte di quello contento devenire al detto accordio di fari leggiri da un notaro publico in presenza vostra ad esso consiglio la supradetta stipulazione che da parte di detti supplicanti vi sarrà supplicato, talmente che ogn’uno pozza intendiri ed essere capaci del continuto in detti capitulazioni ed accordio s’ha da fare, ed essendo la maggior parte d’esso consiglio quello accordato, e contendandosi di tale accordio conforme ad esse capitulazioni vi farete nominare ed eligere due persone di quelli che hanno intervenuto in detto consiglio per sindaci e procuratori d’essa università per potere contrattare, e compliri lo detto effetto della nominazione ed elezione delli quali sindaci e procuratori farete fare nota ed atto publico per notaro con tutte le clausole juramenti ed altri soliti e consueti secondo lo stile di notaro, e detta capitulazione in presenza di detti sindaci e di detto consiglio congregato, e del detto illustre conte, seu in sua assenza in presenza di un suo procuratore, debbiate fare publicare e stipulare dell’una e dell’altra parte con l’intervento serto tenore d’essa capitulazione contratto publico con tutte le clausole stipulazioni juramenti renunciazioni, ed obligazioni soliti apponersi in simili transazioni ed istrumenti publici, e secondo che tra loro cioè essi parti sarrà appuntato, e quello publicato e stipulato che sarrà debbiate voi come nostro delegato e della R.G.C. in nomine, e parte nostra e della Vicereggia autorità e potestà e di detta Reggia G.C. confirmare ed approbare ed a quello e tutti e singoli cossì in quello contenti interponere l’autorità e potestà nostra e di detta R.G.C. pariter et decretum, acciochè inviolabilmente s’habbia eseguire ed osservare perpetuamente nel modo che sarrà detto accordio concluso e publicato cossì come noi ex nunc pro tunc con consiglio e parere di detta Regia G.C. nostro Reg: munimine quello approbamo roboramo, validiamo, e confirmamo e tutti e singoli altri cossì a quello contenti alli quali interponiamo la nostra autorità potestà pariter et decretum dandoci nell’esecuzione delli cosi premissi la onnimoda autorità e potestà ac vices et voces nostras et Magnae Regiae Curiae comandando per le presenti a tutti e singoli officiali d’essa terra ed a chi spetta che in la esecuzione delli cosi premessi vi debbiano prestare ogni brachio aiuto e favore quante volte richiesti sarranno, e delli giornati che vachirete per detto effetto una con l’accesso vi farete pagare a raggione di onze ... il giorno d’essa università sopra lo patrimonio e beni di quella, e cossì eseguirete con effetto senza aspettar da noi altro mandato ne consulta, e delle presenti nostre lettere contraria revocatione, ne supercessoria alcuna eseguendo nisi fuerit parte citata et audita juxta capitulum Regni contrarium a contrario sub pena florenorum mille fisco regio applicandorum. Data Panormi die vigesimo nono Februarij nonae Ind. 1580. - Marcus Antonius Colonna, vidit Grimaldus, dominus vicerex mandavit mihi Valerio Arcabaxio; visis per Grimaldum, presententur et exequantur, Ascanius de Barone delegatus.

Die decimo tertio Januarij nonae ind. 1581 - presentes literae presentatae sunt per eximium de Barone delegatum quod exequantur et deinde virtute aliarum literarum delegatorialium fuit destinatus delegatus magnificus et eximius dictus Ascanius de Barone U.J.D. civis predictae civitatis Agrigenti tenor quarum in omnibus et per omnia per modum ut infra sequitur:

Philippus etc. Vicerex in hoc Siciliae Regno Magnifico Ascanio de Barone U.J.D. fideli Regi dilecto salutem.- Simo stati supplicati e per noi provisto del tenor che siegue videlicet:

Illustrissimo et Ecc.mo Signore, Bartolo Curto, Pietro Barberi, Cola Capobianco et consorti foro creati deputati circa la questione vertente fra l’università della terra di Racalmuto e l’illustre conte di quella ottennero lettere di V.E. a  29 del mese di febraro p.p.  dirette al Magnifico Eustachio Protopapa Sindicatore degente in la Città di Girgenti per conferirsi in detta terra di Racalmuto, e congregari consiglio confirmari l’accordio che s’have trattato, e tratta tra essa università e dettoillustre conte, e cossì come largamente si contiene in dette lettere, e perché il detto magnifico sindacatore si partio della detta città che aveva finito detto officio supplicano a V.E. sia servita provedere ed ordinare per manco interesse e dispensio di quella povera università in loco dello detto magnifico sindacatore abbia d’eseguire le dette lettere di V.E. alcun dottore degente in la città di Girgenti, o di Naro che sono propinqui di detta terra di Racalmuto benvisto a V.E. e si muti il nome in dette lettere di detto sindicatore, e si metta al detto dottore eligendosi per V.E. ut Altissimus etc. Martius  - Panormi die duodecimo Aprilis octavae ind. 1580 - Ex parte Eccellentiae Illustrissimi Domini Proregis M.R.C. provideat pro ut convenit Antonius Martius Secretarius et referendarius, in conformità della quale nostra provista con voto e parere di detta R.G.C. per tenor della presentevi dicimo committimo ed espresse mandamo che vi debbiate conferire in detta terra di Racalmuto et exequiri  questi littiri a detto Magnifico Protopapa olim Sindicaturi in detta città di Girgenti iuxta eorum seriem continentiam et tenorem. Data Panormi die 29 februarij octavae ind. 1580 e seguendo tutti e singoli premissi in dette lettere contenti facendovi pagare per vostre giornate sopra [a.v.: iuxta]la forma di nostre lettere che noi per la presente vi damo la medesima autorità potestà, ac vices et voces nostras et M.R.C. cum suis dependentibus et emergentibus annexis et connexis iuxta seriem continentiam et tenorem di dette lettere, e cossì quelli osservirete ed eseguirete, comamndando ancora a tutti e singoli officiali dello Regno che vi debbiano prestare brachio, e favore tante volte quante per voi sarranno richiesti e non farrete il contrario non aspettando da noi altro mandato, ne consulta ne di dette lettere, ne delli presenti contraria revocatoria ne supercessoria alcuna nisi fuerit abscripta P.E. et audita iuxta Regni capitulum.- Panormi die tertio Junij octavae Ind. 1580 Marco Antonio Colonna - vidit Grimaldus  - Dominus   Vicerex et generalis capitaneus mandavit mihi Antonio Martio - Visis per Grimaldum - presententur et et exequantur in forma Ascanius de Barone delegatus die tertio decimo Januarij nonae indictionis 1580 [a.v., più corretta: 1581] presentes literae presentate sunt per eximium dominum de Barone delegatum quod exequantur quibus literis exibitis et presentatis dicto magnifico Ascanio fuissent ex inde exequutae et presentate quarum vigore dictus magnificus Ascanius delegatus in Maiori Ecclesia dictae terrae Racalmuti loco solito et consueto detinere consilio ubi fuit congregatio omnium populorum facta et convocata ad sonum campanae ut moris est iuxta continentiam ipsarum literarum proposuit et suam propositionem fecit eius consilij et expositionis dicti domini Ascanij responsiones [a.v.: responsionis] dictae universitatis talis est ut infra sequitur, videlicet:

Die decimo quinto januarij nonae ind. 1581- Consilium congregatum et eximium dominum Ascanium de Barone U.J.D. delegatum E. Suae virtute literarum datarum Panormi die tertio Junij octavae Ind. 1580 et aliarum literarum, ad sonum campanae in maiori Ecclesia terrae Racalmuti die dominicae, vocatis et congregatis duabus tertijs partibus populi  invenire [a.v.: intervenire] solitis in consilio pro ut cum juramento retulerunt mihi: Laurentius Justinianus, Jacobus Monteleone et Antonius de Alaymo Jurati dictae terrae esse duas tertias partes populi solitas intervenire in consilio super accordio facto infra universitatem dictae terrae et illustrem D. Hieronymum de Carrectis comitem dictae terrae, per quem dominum de barone delegatum fuit expositum in dicto consilio tenoris sequentis videlicet

 

 

Tempo fa mi permettevo di annotare:

 

Ritornando al nostro tema del carteggio del 1577, resta evidente che vi si trova uno spaccato della vita pubblica comunale, dal taglio democratico, con istituzioni pubbliche che esulano dal diritto romano e da quello del sorgere dello stato moderno; affiora qualche dato che fa pensare alla tipica organizzazione greca della Polis, con la sua Ecclesìa, e con il ricorso al voto cittadino espresso in una solenne adunanza tenuta nell’Ecclesiastérion.

Al suono della campana della Ecclesia dell’Annunziata, sita nel centro della grande piazza di Racalmuto che dal vecchio Santissimo si allargava nello spiazzo ove ora sorgono le torri campanarie della Matrice e si riversava nell’attuale Piazza Castello per risalire nel largo ove ora sonnecchiano i palazzotti degli invadenti Matrona [la vaniddruzza di Matrona].

Nel confrontare l’attuale assetto urbanistico con  quello che l’ex voto del Monte ci fa intravedere, c’è da esecrare la mania piccolo borghese degli arricchiti di Racalmuto dello scorso secolo di piazzarsi con i loro casamenti sopraelevati sulle case terrane (o al massimo solerate) nel bel mezzo della storica piazza dell’Università di Racalmuto. E dire che riuscirono a farsi credere anche dalle menti più elette del nostro paese  come dei benemeriti filantropi!

Certo marginale appare il ruolo dei del Carretto in questa vicenda fiscale. Quel che rileva è il ricorso pubblico al prestito, quello cioè che oggi avviene tra i Comuni e la Cassa Depositi e Prestiti. Solo che allora per Racalmuto siffatta Cassa DD.PP. era nient’altro che uno strozzino di Agrigento, tal Caputo, superriverito ed adulato dal pubblico notaio.

 

Oggi non ne sono tanto sicuro: Finora ho sfruttato l’incultura imperante al mio paese per andare esente da critiche … ma è giunto il momento che qualcuno – autorevolissimo – mi corregga. Spero per iscritto in modo che possa pubblicare qualcosa di serio sulla storia del mio paese.

 

La riverisco con incommensurabile stima e mi dichiaro Suo dev.mo

Calogero Taverna – via Lorenzo ROCCI, 68 – 00151 ROMA tel. 0665742876

 

 

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