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mercoledì 10 febbraio 2016


Lillo Taverna ha condiviso il post di Assunta Russo.

Assunta Russo

Caro Lillo, non parlerò di te, non dirò della stima e dell'alta considerazione (meritatissime) di cui sei stato circondato, in primis, la mia, e lo dico con orgoglio per avermi tu compresa tra i tuoi prossimi ma, dei molti che ti hanno conosciuto, tra cui personaggi accreditatissimi, per valore morale e civile pubblicamente riconosciuto. Non mi soffermerò sull'elargito tuo "impegno", sulla genialità, sull'eclettismo, il sarcasmo, la sagacia, l'erudizione, la coerenza, la forza delle idee, la memoria puntigliosa e la velocità di connessione...

 Prenderò piuttosto, un solo passo di questo tuo riferito e, precisamente, quello in cui una signora innominata, che non conosco e non leggo, ti avvicina a LIALA. insulto risibile e ti dirò perché.

 Questa signora è "perbene" e ciò la rende sicura di sè. Avrà senz'altro conseguito gli "studi" dai quali ha tratto un posizionamento che la soddisfa così tanto da scoprirsi ad un esame attento.

 Scopro infatti che ha una certa età (Liala), che la sua provenienza è la medio/bassa borghesia, che è furba... ed usa la sua furbizia soprattutto nei confronti degli uomini, è stata una ragazza graziosa, com'era nell'uso etichettare, incline al matrimonio, amante dei complimenti galanti (ah! ah! ah!).

 Al dunque: usa liala anche a sproposito, in quanto scriveva romanzetti rosa e non erotici, ma lo fa lo stesso da furba al fine di piccarti, perché tu, uomo, potresti indignarti per essere messo alla stregua di una donna.

 E qui casca l'asinella, per i mezzucci che usa è chiaro che mente sapendo di mentire.

 La furbizia esclude l'intelligenza si o no?

 Si

 

 

 

Ornella Pennacchioni

Ornella Pennacchioni Buon giorno signora Tina, Assunta Russo, mi permetto di usare il diminutivo che “l'amato Lillo” è solito usare per lei, e converrà che questa è una facile deduzione persino da una che come me, prende abbagli. Dico “mi permetto” poiché noi donne, sa com'è, amiamo il parallelismo della partita. In verità devo dire che lei si è presa un vantaggio poco etico, in quanto non mi legge, come afferma, (ed è l'immagine pubblica) né mi conosce come persona, ma ugualmente illaziona. (rima involontaria). In entrambi i casi, deve tacere. Ma lei è così ben informata su di me, tanto da sembrare vero quanto s'inventa, e se l'affianco con la confidenza del diminutivo, ovvio che non se ne avrà a male. Non gareggio, non ne sento la necessità, né mi lascio andare a deduzioni forsennate su chi non conosco, come lei, che gorgogliando congetture instabili fino all'inverosimile, mi ha paragonata alla gattamorta dell'ultima ora, o alla maliarda datata, con relativi sghignazzi. Ci sarebbe da offendersi non fosse che trovo questo suo atteggiamento goffo e patetico, da principessa del foro con la laurea approssimativa fra le muffe di ieri. Personalmente ho molta simpatia per la sua vena partigiana nei confronti del signor Lillo, seppure possa confermare il contrario riguardo l'interpretazione dello stesso riguardo tutte, dico tutte le mie risposte, ma è ininfluente sulla persona che mai mi permetterei di giudicare, contrariamente a lei nei miei confronti. Povera signora Liala! Mai, dico mai, mi sarebbe venuto in mente di paragonarla al nostro dadaista indomito, e per indirizzo del pensiero, quanto per la forma letteraria. Il signor Lillo mi paragonò all'autrice, in quanto donna, con tutte le peculiarità del caso. Per rispondergli feci copia/incolla, citandolo, e lui disse che lo defraudavo dei suoi scritti. Da quel momento il suo spirito dadainomane fece il peggio: si convinse che lo avessi paragonato a Liala. Neppure io, cara Tina, dal basso della mia indiscussa altezza, avrei potuto rendermi così, magari per gioco, tanto assurda. A lei, un consiglio perentorio: non parli mai più di chi non conosce, in termini disdicevoli, in quanto, sarà sicuramente informata, è persino illegale.

Cordialmente, Ornella Pennacchioni.

 

P.S. Considerata la sua profonda conoscenza col signor Lillo, gli riferisca, per cortesia, di non cancellare i commenti in risposta alle sue arringhe solitarie in cui mi cita, e magari se leggesse attentamente quanto dico, smetterebbe di prendere granchi in cui crede solo lui, e pochi seguaci. Grazie. Nel frattempo, le consiglio un allevamento di asinelli, ritenuti dagli studiosi, animali intelligentissimi. Pertanto, del suo paragone alla mia persona, la ringrazio.

Lillo Taverna

erna CARISSIMA TINA, MI SONO SORSEGGIATO IL TUO GRANLIQUORE ESPRESSIVO, LA TUA pragmatica prosa,il valore del tuo vivere lottando, il tuo sacrosnto impegno, l'ardore del tuo competere. Donna d'oggi, positiva, attiva, letterata, non vacua, non cerimoniosa, co...Altro...

 

Ornella Pennacchioni ha risposto al tuo commento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna ha condiviso il post di Assunta Russo.

 

 

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Assunta Russo

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Caro Lillo, non parlerò di te, non dirò della stima e dell'alta considerazione (meritatissime) di cui sei stato circondato, in primis, la mia, e lo dico con orgoglio per avermi tu compresa tra i tuoi prossimi ma, dei molti che ti hanno conosciuto, tra cui personaggi accreditatissimi, per valore morale e civile pubblicamente riconosciuto. Non mi soffermerò sull'elargito tuo "impegno", sulla genialità, sull'eclettismo, il sarcasmo, la sagacia, l'erudizione, la coerenza, la forza delle idee, la memoria puntigliosa e la velocità di connessione...

 Prenderò piuttosto, un solo passo di questo tuo riferito e, precisamente, quello in cui una signora innominata, che non conosco e non leggo, ti avvicina a LIALA. insulto risibile e ti dirò perché.

 Questa signora è "perbene" e ciò la rende sicura di sè. Avrà senz'altro conseguito gli "studi" dai quali ha tratto un posizionamento che la soddisfa così tanto da scoprirsi ad un esame attento.

 Scopro infatti che ha una certa età (Liala), che la sua provenienza è la medio/bassa borghesia, che è furba... ed usa la sua furbizia soprattutto nei confronti degli uomini, è stata una ragazza graziosa, com'era nell'uso etichettare, incline al matrimonio, amante dei complimenti galanti (ah! ah! ah!).

 Al dunque: usa liala anche a sproposito, in quanto scriveva romanzetti rosa e non erotici, ma lo fa lo stesso da furba al fine di piccarti, perché tu, uomo, potresti indignarti per essere messo alla stregua di una donna.

 E qui casca l'asinella, per i mezzucci che usa è chiaro che mente sapendo di mentire.

 La furbizia esclude l'intelligenza si o no?

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna Prevedevo l'ira funesta della divina Ornella. So che lei ha ragione, il colpevole son io, provoco, aizzo, colgo nel debole specie delle belle donne ( e lei ancora può persino ottundere nell'avanspettacolo della Botero patrizia). Volevo far subito da parafulmine ma stamani alle cinque di mattina in taxi per san San Gallicano di postelena regina postura non ho fatto in tempo. Ma birichinamente il tempo per ritagliare il capolavoro tiniano e metterlo nel mio ostensibile diario l'ho ben trovato si pure alla terza notturna). Chiedo scusa a Tina per non averla messa sull'avviso: perdono, cenere sul capo alla bella incantevole eterna giovinetta Ornella. Io non sono bravo con le donne e la signora Ornella è una gran donna, anche ella positiva, sicuramente altera, di superiore intelletto, di vorace cultura. Sono cinque e più anni che l'avrei scoperta (letterariamente) colpito dal suo estremo estro estetico del non senso (che come insegna la moderna filosofia è il vero senso del senso come il non essere riguardo all'essere).

 

Nasce in quelle Marche o Abruzzo che sia. Respira aria dannunziana, decadente, afrodisiaca, indicibilmente armonica. Ne sugge Ornella tanto umore. Ma non ha motivo di coniugarlo con l'inevitabile malumore esistenziale che ogni genio soffre nel profondo delle sue umane ma misere latebre. In cambio, più cuore, in cambio soave dire, in cambio purezza erotica quale si addice ad una figlia di buona famiglia.

La buona famiglia marchigiana è quella che tale diventa adulterando ma in meglio la scarpetta Geox di quel conterraneo Sutor (che sguazzo quando leggo nel confiteor di Geronzi intriso nel gran latino di De Mattia, che certi manager d'alto lognaggio alla Profumo Nagel Arpe Romiti Maranghi Rossi Simeon e simili dileggiavano questo calzolaio marchigiano invitandolo a non andare oltre la scarpa: sutor ne ultra crepidam, come dire calzolaio il valligiano, quell'accusativo crepidam vale per le ciabatte alla Geox quelle che se ti ostini a camminarci per tre volte sulle pozzanghere d'autunno ci rimetti irrimediabilmente la soletta e i tanti soldi spesi vanno a male.

Lillo Taverna

Lillo Taverna Debbo qui interrompere. La esondante Ornella mi assale. Non so come fare a dirle che io sono e mi sento pirandellianamente UNO NESSUNO CENTOMILA e per me NESSUNO. L'ho scritto pure ieri e mi ha anche applaudito. Quando le dico che ha preso un abbaglio intendo riferirmi al fatto che lei nel bene o nel male mi crede quello che non sono. Perché sono peggio anzi pessimo. Non sono scrittore, non sono poeta. non sono storico, non sono critico, nient'affatto ARTISTA. Fui ispettore e bravino. Come dire mi diverto solo a trovare le falle altrui. E i pregi? non mi interessano. Non posso traslarli in "rilievi". Fagocito i suoi contrappunti? se non mi servono in casa mia, quale norma da codice penale infrango? ma poi non è vero. Quando mi aggrediscono sono felice. Una sfida al mio spirito umoristico ed autocritico. E pare che nel rispondere riuscirei benino. Se volessi essere serioso direi: imitazione carnale di quel Horatius brevis atque obesus (quindi non piaccio alle donne e gli uomini non mi piacciono. Ma l'adropausa che la Pennacchioni mi diagnostica mi salva da isterie senescenti) e forse qualche volta riesco nel oraziano castigat ridendo mores. Voi che ne dite?

Ornella Pennacchioni

 

 

Ornella Pennacchioni Mi ha telefonato la signora Liala. Ha detto che non ti ho mai paragonato a lei, quindi, ho ragione io. E' stata molto cordiale e trovo la sua telefonata di grande solidarietà femminile. Seppure io me la cavi molto bene da sola, il fatto che abbia sollevato coperchio e cornetta, mi lusinga, anzi, mi commuove. Buona giornata, Lillo.

 

Lillo Taverna

 

 

Lillo Taverna P.S. Stimatissima Ornella, perché ostili? torniamo sottili. Non far andare tutto a .. "spiga" (non trovo la parola giusta). Per me la signora Russo è TINA e non certo per quello a cui il tuo essere causticamente donna ti fa pensare. Siamo coetanei. Siamo entrambi vecchi pensionati della Banca d'Italia. Sino al 1975/76 credo che neppure ci conoscessimo. Entrambi militavamo nel più duro dei PCI possibili, entrambi pur in diverse sedi animali sindacali ultra sinistri della CGIL sia pure in versione BI. Dal 1975-76 fino al 1° febbraio 1981 fummo entrambi nella stessa barca dirigenziale del sindacatino ROSSO ultra ROSSO della Banca d'Italia. Dopo io passai ad altri lidi lavorativi o professionali che dir si voglia fuori della Banca d'Italia avverso la stessa Banca d'Italia. Tra la versione ultra ribelle mia e quella passionalmente dedita al bene sociale di Tina non c'era molta convergenza, comunque stima rispetto comprensione delle altrui ragioni tanta. Ci perdemmo di vista. Ci siamo reincontrati l'estate scorsa a prelevare i nostri soldi dalle ormai essiccate nostre pensioni un tempo invero d'oro (ma ora tutt'altro) nella nuova sede CSR di via XX Settembre, Stiamo dialogando: io la trovo più rossa di quello che era e lei forse mi trova un conservatore di destra prestato alla sinistra del tipo De Mattia. Litighiamo fra noi non litigate fra voi, ma rispettiamoci tutti. Due codicilli, se la coscienza è figlia di cattiva memoria alle volte può capitare alle donne che la loro tranquilla coscienza è figlia di addormentata memoria. Credo che non puoi dimenticare che insieme ad una mia compaesana che chiamo per ragioni qui irripetibili prostatica visionaria di maggiukore hai imbastito una strana scommessa a vostro sollazzo e a mia derisione. Non puoi negare che hai TU associato il mio romanzetto ove NON si parla di promessi sposi a Liala. Se tu mantieni quello che scrivi non puoi negarmelo. Ti dirò poi dopo cosa era invece la DONNA DEL MOSSAD.

Ornella Pennacchioni

 

Ornella Pennacchioni Mai, associato il tuo romanzo, che non conosco, a Liala, mai, mai. Dovrei aver letto entrambi, e non è così. Non avrei nessun motivo di negare. Stai portando avanti un fraintendimento penoso e irreversibile. Lasciamo Liala in pace e anche tutti noi. Non sono ostile, riconoscerai il mio sommo gaudio nell'ironizzare, senza offendere, diversamente da altri. Comunque, mai attribuito l'uso del diminutivo di chicchessia, ad uso d'intimità private di cui mi dai spiegazioni non richieste. Sono una donna anomala: non nutro sospetti, né sono curiosa. Emoticon smile

Lillo Taverna

 

Lillo Taverna Contra Omnia Racalmuto

...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.

sabato 26 gennaio 2013

LA DONNA DEL MOSSAD - APOLOGO SUL CASO SINDONA parte prima

Calogero Taverna

La donna del Mossad

Proprietà esclusiva dell’autore (non in commercio)

 

Prefazione (quattro righe, tanto per dire).

Questo è un romanzetto che si può leggere anche con una mano sola

(direbbe Rousseau), ma mi si farebbe un grosso torto.

Cosa voglio dimostrare?

· Contesto Sciascia che parla di Racalmuto quale isola nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di seguito. Un concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo condivido: Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure con un raggio pallidissimo, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza, dell'umano gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda Sindona entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il racalmutese Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso, l'arciprete, la villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori racalmutesi dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A Racalmuto approda una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel nulla (la donna del Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote acquisito viene concupito da una splendida fanciulla israeliana che fa la spola tra il Lussemburgo, Palazzo Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche questa poi sparisce nel nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto (Nova Scotia) ove affluiscono strani fondi per Israele (o forse Mossad).

 

· b) Ma Racalmuto resta piccola e solare, goliardica e bevettola nella ricerca di sapori antichi di cibi afrodisiaci perduti, succube di impotenze erotiche in esplosione tra dotatissimi asini raglianti ed eruditismi da seminario maggiore. Ma là, lontano a Roma a Milano, a Mosca a Varsavia, a Londra, ad Atene a Gerusalemme, in Isvizzera, in Usa,nelle isole Cayman si dipana la grande crisi valutaria (al tempo di passaggio dai cambi fissi ai cambi flessibili) e l'eterna temibilissima speculazione planetaria deve vedersela con la controspeculazione che il concerto dei governatori di allora sanno bene orchestrare pilotando banche ultravigilate, sotto mentite spoglie di spregiudicati speculatori.

 

· c)e piccoli, insignificanti ispettorucoli, persino mal laureati, qualcuno soltanto capitano di lungo corso, vengono inviati a investigare verità che li trascendono, tecniche di cui ignorano persino il linguaggio. Sono strapagati, sono "arrapati" come ogni buon contadinotto strappato alla terra del Sud: i loro capi son peggio di loro: inventori dell'ora erotica, stupidi ma fedelissimi alla quaterna imperante (giganti, magari giganti del male, ma svettanti rispetto agli gnomi che li circondano che contro sole faranno magari ombre lunghissime, ma sempre gnomi restano).

 

· d) fortuna per loro che partito rabbiosamente marxista, sindacato genuinamente operaio (si chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon, Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto l'intellettualissimo Angelo facessero "vigilanza democratica" e presidio delle Istituzioni, dell'autonomia della Banca d'Italia. Una storia ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto ovviamente non è in grado di sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti, il sottoscritto sarebbe stato stritolato, messo alla gogna, mandato forse in galera dai vari Oteri, Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono scordato persino il nome.

 

· e) Mica posso riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro, molto altro che deride Cammilleri, il modo siciliano di far giustizia penale, che per converso esalta il coraggio delle nuove generazioni di giornalisti locali,il vigore delle spinte etiche delle periferie di quel magmatico mondo che è la Regione Siciliana, che irride a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie di partito, ai palazzi del potere romano. Troppa carne a cuocere in appena 72 cartelle: presunzione massima di un sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata banca d'italia sarebbe rimasto a fare l'apprendista barbiere a Racalmuto cimentandosi magari nelle ruffianesche serenate tanto icasticamente vezzeggiate dal suo grande paesano Sciascia.

 

Ornella Pennacchioni

 

Ornella Pennacchioni Se avessi associato ciò alla linea letteraria di Liala, non sarei Ornella Pennacchioni. Non credi? O pensi che io vada a tentoni solo per millantare?

Lillo Taverna

 

 

 

Lillo Taverna Non vai a tentoni, ma o c'è chi scrive per te e tu manco lo sai, o soffri di rimozioni freudiane o io sono un invasato che si inventa persino cose ostensibili dell'altro ieri. Là dove ti assimilo vendicativamente alla Peverelli o alla Va dove ti Porta il cuore di certa Tamara di cui non ricordo il cognome secondo te mi sono creato l'aggancio fantasmatico. Ma questa è questione che non ha senso alcuno. E vero', TI STO STRUMENTALIZZANDO. HAI VISTO CHE AD AGGANCIO HO PUBBLICATO un documento riservatissimo della Banca d'Italia? E l'esordio della epifania della mia epifania mnemonica. Se tu mi avversi e mi insolentisci mi mandi in brodo di giuggiole. Tecniche pubblicitarie cara, anzi carissima. La mia stima nei tuoi confronti sta esondando a dismisura. Gli dei ti hanno donato una penna agile ed appuntita. Più elogiativo di questo non so scrivere.

 

Ornella Pennacchioni

 

Ornella Pennacchioni Non so cosa potrà innescare in te quanto segue: quando fra il cappello e la chiosa, inserisci il tuo consueto magma culturalcitante, a mò di matrioscke, mi anestetizzo, cauterizzo, sperando in una rapida guarigione, la tua, e di non subirne contagio. Lasciamo Freud in pace, non rimuovo, non mento, non glisso. Con sincera simpatia, Ornella.

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Ornella Pennacchioni

 

 

 

 

 

 

 

Ornella Pennacchioni Lillo, hai bisogno urgente di un tomtom, perché le tue risposte non sono mai pertinenti, e in questo ratatouille ti perdi in piroette di casseruole solo tue senza manco i coperchi. Francamente ho molta difficoltà a intravedere alcuna forma di ricatto da parte mia, se non ironico, puntuale garbo, a tanto sgarbo della deliziosa signora Tina che mi ha concesso il raglio finale, e di questo nel mio P.S. la ringrazio ancora.

 

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna Prevedevo l'ira funesta della divina Ornella. So che lei ha ragione, il colpevole son io, provoco, aizzo, colgo nel debole specie delle belle donne ( e lei ancora può persino ottundere nell'avanspettacolo della Botero patrizia). Volevo far subito da parafulmine ma stamani alle cinque di mattina in taxi per san San Gallicano di postelena regina postura non ho fatto in tempo. Ma birichinamente il tempo per ritagliare il capolavoro tiniano e metterlo nel mio ostensibile diario l'ho ben tovato si pure alla ternza notturna).Chiedo scusa a Tina per non averla messa sull'avviso: perdono, cenere sul capo alla bella incantevole eterna giovinetta Ornella. Io non sono bravo con le donne e la signora Ornella è una gran donna, anche ella positiva, sicuramente altera,di superiore intelletto, di vorace cultura. Sono cnque e più anni che l'avrei sciperta (letterariamente) colpito dal suo estremo estro estetico del non senso (che come insegna la moderna filosofia è il vero senso del senso come il non essere riguardo all'essere. Nasce in quelle Marche o Abruzzo che sia. Respira aria dannunziana, decadente, afrodisiaca, indicibilmente armonica.Ne sugge Ornella tanto umore. Ma non ha motivo di coniugarlo con l'inevitabile malumore esistenziale che ogni genio soffre nel profondo delle sue umane ma misere latebre. In cambio, più cuore, in cambio soave dire, in cambio purezza erotica quale si addice ad una figlia di buona famiglia. La buona famiglia marchigiana è quella che tale diventa adulerando ma in meglio la scarpetta Geox di quel conterraneo Sutor (che sguazzo quando leggo nel confiteor di Geronzi intriso nel gran latino di De Mattia, che certi manager d'alto lognaggio alla Profumo Nagel Arpe Romiti Maranghi Rossi Simn eoeoeoeo zvanorio a questo calolaio marhigiano invitavano a non andare oltre la scarpa: sutor ne ultra crepidam, come dire calzolaio il valligiano, quell'accustivo crepidam vale per le ciabatte alla Geox quelle che se ti ostini a camminarci per tre volte sulle pozzanghere d'autunno ci rimetti irrimediabilmente la soletta e i tanti soldi spesi vanno a male.

 

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna Debbo qui interrompere. La esondante Ornella mi assale. Non so come fare a dirle che io sono e mi sento pirandellianamente UNO NESSUNO CENTOMILA e per me NESSUNO. L'ho scritto pure ieri e mi ha anche applaudito. Quando le dico che ha preso un abbaglio intendo riferormi al fatto che lei nel bene o nel male mi crede quello che non sono. Perché sono peggio anzi pessimo. Non sono scrittore, non sono poeta. non sono storico, non sono critico, nient'affatto ARTISTA. Fui ispettore e bravino. Come dire mi diverto solo a trovare le falle altrui. E i pregi? non mi interessano. Non posso traslarli in "rilievi". Fagocito i suoi contrappunti? se non mi servono in casa mia, quale norma da codice penale infrango? ma poi non è vero. Quando mi aggrediscono sono felice.Una sfida al mio spirito umoristico ed autocritico. E pare che nel rispondere riuscirei benino.Se volessi esere serioso direi: imitazione carnale di quel Horatius brevis atique obesus (quindi non piaccio alle donne e gli uomini non mi piacciono. Ma l'adropausa che la Pennacchioni mi diagnostica mi salva da isterie senescenti) e forse qualche volta riecso nel oraziano castigat ridendo mores. Voi che ne dite?

 

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Ornella Pennacchioni

 

 

 

 

 

 

 

Ornella Pennacchioni Mi ha telefonato la signora Liala. Ha detto che non ti ho mai paragonato a lei, quindi, ho ragione io. E' stata molto cordiale e trovo la sua telefonata di grande solidarietà femminile. Seppure io me la cavi molto bene da sola, il fatto che abbia sollevato coperchio e cornetta, mi lusinga, anzi, mi commuove. Buona giornata, Lillo.

 

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna P.S. Stimatissima Ornella, perché ostili? torniamo sottiili. Non far andare tutto a .. "spiga" (non trovo la parola giusta). Per me la signora Russo è TINA e non certo per quello a cui il tuo esere causticamente donna ti fa pensare. Siamo coetanei. Siamo entrambi vecchi pensionati della Banca d'Italia. Sino al 1975/76 credo che neppure ci conoscessimo. Entrambi militavamo nel più duro dei PCI possibili, entrambi pur in diverse sedi animali sindacali ultra sinistri della CGIL sia pore in versione BI. Dal 1975-76 fino al 1° febbraio 1981 fummo enrambi nella stessa barca dirigenziale del sindacatino ROSSO ultra ROSSO della Banca d'Italia. Dopo io passai ad altri lidi laorativi o professionali che dir si voglia fuori della Banca d'Italia avverso la stessa Banca d'Italia. Tra la versione ultra ribelle mia e quella passionalmente dedita al bene sociale di Tina non c'era molta convergenza, comunque stima rispetto comprensione delle altrui ragioni tanta. Ci perdemmo di vista. Ci siamo reincontrati l'estate scorsa a prelevare i nostri soldi dalle ormai essiccate nostre pensioni un tempo invero d'oro (ma ora tutt'altro) nella nuova sede CSR di via XX Settembre, Stiamo dilogando: io la trovo più rossa di quello che era e lei forse mi trova un conservatore di destra prestato alla sinistra del tipo De Mattia. Litighiamo fra noi non litogate fra voi, ma rispettiamoci tutti. Due codicilli, se la coscienza è figlia di cattiva memoria alle volte può capitare alle donne che la loro tranquilla coscinza è figlia di addormentata memoria. Credo che non puoi dimenticre che insieme ad una mia compaesana che chiamo per ragioni qui irripetibili prostatica visionaria di maggiukore una strana scommessa a vostro solazzo e a mia derisione. Non puoi negare che hai TU associato il mio romanzetto ove NON si parla di promesi sposi a Liala. Se tu mantieni quello che scrivi non puoi negarmelo. Ti dirò poi dopo cosa era invece la DONNA DEL MOSSAD.

 

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Ornella Pennacchioni

 

 

 

 

 

 

 

Ornella Pennacchioni Mai, associato il tuo romanzo, che non conosco, a Liala, mai, mai. Dovrei aver letto entrambi, e non è così. Non avrei nessun motivo di negare. Stai portando avanti un fraintendimento penoso e irreversibile. Lasciamo Liala in pace e anche tutti noi. Non sono ostile, riconoscerai il mio sommo gaudio nell'ironizzare, senza offendere, diversamente da altri. Comunque, mai attribuito l'uso del diminutivo di chicchessia, ad uso d'intimità private di cui mi dai spiegazioni non richieste. Sono una donna anomala: non nutro sospetti, né sono curiosa. Emoticon smile

 

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna Contra Omnia Racalmuto

...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.

sabato 26 gennaio 2013

LA DONNA DEL MOSSAD - APOLOGO SUL CASO SINDONA parte prima

Calogero Taverna

La donna del Mossad

Proprietà esclusiva dell’autore (non in commercio)

 

Prefazione (quattro righe, tanto per dire).

Questo è un romanzetto che si può leggere anche con una mano sola

(direbbe Rousseau), ma mi si farebbe un grosso torto.

Cosa voglio dimostrare?

· Contesto Sciascia che parla di Racalmuto quale isola nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di seguito. Un concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo condivido: Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure con un raggio pallidissimo, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza, dell'umano gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda Sindona entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il racalmutese Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso, l'arciprete, la villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori racalmutesi dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A Racalmuto approda una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel nulla (la donna del Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote acquisito viene concupito da una splendida fanciulla israeliana che fa la spola tra il Lussemburgo, Palazzo Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche questa poi sparisce nel nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto (Nova Scotia) ove affluiscono strani fondi per Israele (o forse Mossad).

 

· b) Ma Racalmuto resta piccola e solare, goliardica e bevettola nella ricerca di sapori antichi di cibi afrodisiaci perduti, succube di impotenze erotiche in esplosione tra dotatissimi asini raglianti ed eruditismi da seminario maggiore. Ma là, lontano a Roma a Milano, a Mosca a Varsavia, a Londra, ad Atene a Gerusalemme, in Isvizzera, in Usa,nelle isole Cayman si dipana la grande crisi valutaria (al tempo di passaggio dai cambi fissi ai cambi flessibili) e l'eterna temibilissima speculazione planetaria deve vedersela con la controspeculazione che il concerto dei governatori di allora sanno bene orchestrare pilotando banche ultravigilate, sotto mentite spoglie di spregiudicati speculatori.

 

· c)e piccoli, insignificanti ispettorucoli, persino mal laureati, qualcuno soltanto capitano di lungo corso, vengono inviati a investigare verità che li trascendono, tecniche di cui ignorano persino il linguaggio. Sono strapagati, sono "arrapati" come ogni buon contadinotto strappato alla terra del Sud: i loro capi son peggio di loro: inventori dell'ora erotica, stupidi ma fedelissimi alla quaterna imperante (giganti, magari giganti del male, ma svettanti rispetto agli gnomi che li circondano che contro sole faranno magari ombre lunghissime, ma sempre gnomi restano).

 

· d) fortuna per loro che partito rabbiosamente marxista, sindacato genuinamente operaio (si chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon, Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto l'intellettualissimo Angelo facessero "vigilanza democratica" e presidio delle Istituzioni, dell'autonomia della Banca d'Italia. Una storia ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto ovviamente non è in grado di sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti, il sottoscritto sarebbe stato stritolato, messo alla gogna, mandato forse in galera dai vari Oteri, Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono scordato persino il nome.

 

· e) Mica posso riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro, molto altro che deride Cammilleri, il modo siciliano di far giustizia penale, che per converso esalta il coraggio delle nuove generazioni di giornalisti locali,il vigore delle spinte etiche delle periferie di quel magmatico mondo che è la Regione Siciliana, che irride a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie di partito, ai palazzi del potere romano. Troppa carne a cuocere in appena 72 cartelle: presunzione massima di un sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata banca d'italia sarebbe rimasto a fare l'apprendista barbiere a Racalmuto cimentandosi magari nelle ruffianesche serenate tanto icasticamente vezzeggiate dal suo grande paesano Sciascia.

 

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Ornella Pennacchioni

 

 

 

 

 

 

 

Ornella Pennacchioni Se avessi associato ciò alla linea letteraria di Liala, non sarei Ornella Pennacchioni. Non credi? O pensi che io vada a tentoni solo per millantare?

 

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Lillo Taverna

 

 

 

 

 

 

 

Lillo Taverna Non vai a tentoni, ma o c'è chi scrive per te e tu manco lo sai, o soffri di rimozioni freudiane o io sono un invasato che si inventa persino cose ostensibili dell'altro ieri. Là dove ti assimilo vendicativamene alla Peverelli o alla Va dove di Porta il cuore di certa Tamara di cui non ricordo il cognome secondo te mi sono creato l'aggancio fantasmatico. Mma questa è questione che non ha senso alcuno. E', TI STO STRUMENTALIZZANDO. HAI VISTO CHE AD AGGANCIO HO PUBBLICATO un documento riservatissimo della Banca d'Italia? E l'esordio della epifania della mia epifania minnemonica. Se tu mi avversi e mi insolentisci mi mandi in brodo di giuggiole. Tecniche pubblicitarie cara, anzi carissima. La mia stima nei tuoi confronti sta esondando a dismisura. Gli dei ti hanno donato una penna agile ed appuntita. Più elogiativo di questo non so scrivere.

 

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