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sabato 27 febbraio 2016


Oddio! mi son detto mentre rispolveravo Malgrado Tutto nel mio ispettivo controllo volto a scoprire qualche nuova mariola celia sul mio 'nobile' cognome. A vedere che un Tal Butera stava pontificando se giuda racalmutesi sì, giuda racalmutesi no, ebbi dei palpiti sussultori. Non nego fascino e verve alla penna di questo tosto intellettuale, Certo sorrido a vedermi seguire in una mia topica dattilografica (si sa le sbadataggini del mio scrivere col dito sono invereconde) e scrivere compunto 'questio' anziché quaestio come dire 'lamento poetico' invece di banale "questione" che però solo questa può venire "vexata".  Questo Butera non so se è sempre quello che ebbe a stroncare il mio sgangherato italìco scrivere. Sugnu sicilianu di racarmutu e mi nni vantu!

 

Dal faceto al serio diciamo che agitare falsi problemi può anche significare fughe irresponsabili, accidiosi compiacimenti.

 

L'inciucio con Grotte può essere furbo diversivo di rinsecchite Regalpetre. Non si farà, non perché è buono o è cattivo, semplicemente perché denatalità ed invecchiamento della popolazione non consentiranno più in cinque o sei comuni di una unica interland tanti sindaci., consigli comunali, squadre assessorili e Grotte e Racalmuto verranno  inciuciati insieme sì ma con Castrofilippo e Montedoro e Bompensere  e Milena e forse Comitini Zolfare; e certo tra Racalmare e la Confina non più steccati daziari. Grotte avrà i suoi giudei tutti per sé, Racalmuto la violenta presa di lu Ciliu ed altro senza che un sindaco  autoctono con fascia tricolore  presieda svegliandosi dai sonni perpetui mettiamo di un Messana racalmutese.

Il Butera che in fin dei conti aveva ben parlato 'scatascia' in coda emettendo i suoi alti lai per il crollo del Racalmare premio letterario addossato ad uno Sciascia ormai in fase di defunzione. Qui mi disgusto alquanto. Chiarito che Tano Savatteri non può dirsi indigeno racalmutese: per stazza (anche se invero richiama un suo antenato che si permise di far cadere stecchito a terra moto davvero per un ceffone il suo mitateri) e per cultura e per nascita è meneghino e si nota a sua gloria, dare enfasi ad un ergastolano pluriomicida è stato atto canagliesco. Ben lo comprese l'acuto ed astuto mio caro amico Gaspare Agnello che giustamente voleva invitare alla saggezza dell'Antimafia.  Niente da fare, l'hanno giubilato. Se poi a venire giubilato fu lo stesso PREMIO A Grassonelli, mi pare degna punizione etica e politica. 

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