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sabato 12 marzo 2016

foto di Museo Carretti, Pupi e Tradizioni Popolari Siciliane - Antonio Curcio.
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Lillo Taverna Per una semplice ragione: ogni landa siciliana, ogni lembo di terra sicana, ogni quartiere di un stesso paese nel corso dei secoli si è fatta una sua lingua, un suo vocabolario, certe strane sue inflessioni. Questo perché le lingue sono o morte (latino greco etrusco etc) o se sono vive cambiano vorticosamente a seconda dei gusti della cultura delle necessità pratiche. Vedi ad esempio Montedoro: era una nostra appendice racalmutese. Se tu li senti i montedoresi di oggi rebbrividisci rispetto alla bella lingua di noi fontanari (anche se hanno cambiato la toponomastica da Via Fontis a Via Gramsci per questioni di contrasti tra i vari eurialo e niso nostrani). E già a Racalmuto come parlava con accecnto orripilante Leonardo Sciascia non parla certo nessun membro della mia famiglia, fontanari puro sangue.

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