Che Ornella usi la parola e la usi violandola, capovolgendola, dilatandola, sopprimendola, sviandola, sovvertendola, incrociandola, deridendola, bramandola, coitandola, lambendola, deridendola e potremmo continure con tutti i gerundi del mondo, è fuor di dubbio. In questo inaspettato squarcio Ornella però ci scavalca e ci disorienta: eccola a tesseere con la parola l'intima substantia della parola. San Matteo, più filosofo del medico Luca pur essendo mio collega di banca. dice nel vulgare di Hieronimus: da mihi panem transustantialem. Ornella sembra oggi volerci dare il senso substantualis della PAROLA, non Parola del Signore certo ma parola della SIGNORA PENNACCHIONI FUOr DI DUBBIO. SI OFFENDERA' SE LE DICO CHE STAVOLTA VA OLTRE IL SUO SEMINATO, FORSE PERSINO OLTRE A SUA CIABATTA. Sia come sia, non v'è PAROLA sine substantia. Verbum et res simul stabunt simul cadent. Mi scuserà Ornllla per il mio latinorum ma è la mia vacua saccente ignobile PAROLA.
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