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sabato 9 luglio 2016



Roma, Morgante si sfila da capo di gabinetto: non mi faccio mettere nel tritacarne

di Mauro Evangelisti
Una nuova spina nella gestione delle nomine da parte di Virginia Raggi. Dopo il caso di Andrea Lo Cicero, annunciato come assessore in campagna elettorale e poi scaricato 24 ore prima della formazione della giunta, il sindaco perde per strada anche Daniela Morgante, giudice della Corte dei conti, già assessore al Bilancio nella scorsa legislatura. Ieri è stata la stessa Morgante a spiegare: non sono più disponibile. Da due giorni si inseguivano le voci di un clamoroso ripensamento della Raggi e alla fine la Morgante ha detto basta al tiki taka del Campidoglio. Ripete: io non voglio entrare nelle problematiche interne dei 5 Stelle, ho la mia professione, figuriamoci se mi faccio mettere nel tritacarne, non sono certo stata io a farmi avanti, non sono disponibile a essere sottoposta a una sorta di valutazione.
A cercarla era stata la sindaca di Roma, due settimane fa: prima le aveva chiesto di fare l'assessore al Bilancio, poi, sette giorni dopo, la capo di Gabinetto. Così ieri sera Daniela Morgante ripeteva: il clima di incertezza che si è diffuso e che non è stato smentito è incompatibile con le condizioni di certezza e di chiarezza sulle base delle quali avevo dato la mia disponibilità, quando mi è stato richiesto. Nei pasticci del movimento non vuole entrare, ha messo in chiaro. Secondo gli insider M5S, la Morgante paga la convinzione del duo Raggi-Frongia che la giudice della Corte dei Conti sia riconducibile alla parlamentare del mini direttorio, Roberta Lombardi. Va ricordato che sul ruolo di capo di Gabinetto si è giocato uno degli scontri più duri tra il duo magico Raggi-Frongia e il mini direttorio, con la sindaca che voleva a tutti i costi il suo fedelissimo come capo di Gabinetto e i vertici M5S che si sono opposti, temendo che cozzasse con disposizione della legge Severino. Ora che l'Anac ha dato ragione alla Raggi, c'è addirittura chi prefigura a settembre un mini rimpasto, con Frongia capo di gabinetto. Per ora l'ufficio è retto dalla vicario, Virginia Proverbio. In stand-by il magistrato milanese Carla Raineri.
Intanto contro la giunta romana partono dal Pd le prime bordate. Nel mirino il neo assessore al Bilancio Marcello Minenna, dirigente Consob. Il deputato pd Giampaolo Galli ha annunciato un'interrogazione parlamentare. Vuole sapere se Minenna si è dimesso oppure se si è limitato a comunicare il nuovo incarico restando a tutti gli effetti un dipendente Consob. «L'assessorato al Bilancio assegnato a Minenna - fa notare l'esponente dem - comprende la delega delle partecipate.Tra queste ci sono anche società quotate in Borsa, come Acea, e quindi soggette al controllo della Consob. La scelte di Minenna, controllato e controllore - conclude Galli - finirebbe quindi per determinare una macroscopica situazione di conflitto di interessi».
«Galli si è inventato una presunta incompatibilità», replica una nota M5S. «È sufficiente consultare il sito web Consob per constatare come l'Ufficio analisi quantitative non abbia alcuna competenza in materia di società quotate». Minenna da ieri pomeriggio si è messo al lavoro. Obiettivo: approvare l'assestamento di Bilancio entro luglio.

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