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lunedì 3 ottobre 2016


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Idee Italia
Banche: la riunione decisiva?
Enzo Umbrella - 3 ottobre 2016
La cessione delle quattro Banche poste “in risoluzione” nel novembre 2015 (Banca Marche, Banca Etruria, Cassa Risparmio Ferrara e CariChieti) è ancora in alto mare. Anche se per tre di queste (Ferrara esclusa) UBI Banca, sollecitata dalle autorità italiane, ha presentato una offerta di acquisto, le condizioni capestro poste dalla Vigilanza Europea di Francoforte (SSM) rendono più difficile l’operazione. Il termine per chiudere la questione delle quattro banche era il 30 settembre e l’inserimento di UBI ha convinto Bruxelles a concedere una proroga.
Di questo si parlerà nell’incontro odierno al Ministero dell’Economia, presenti i massimi esponenti della Banca d’Italia e delle principali banche per cercare una soluzione per le quattro banche.
La riunione avviene dopo le richieste della Vigilanza Europea a UBI Banca per autorizzare l’acquisto.
Da parte sua, UBI Banca chiede al Fondo di risoluzione: il riconoscimento di un badwill (avviamento negativo) per 1,1 miliardi, la migrazione dei crediti delle banche sui propri “modelli interni” di valutazione (il che le farebbe risparmiare 400 milioni di capitale), agevolazioni fiscali sulla cessione dei “non performing loans” (che potrebbero arrivare, secondo alcuni calcoli, fino a 5 miliardi).
Il SSM sembra contrario alla migrazione sui “modelli interni”, ponendo come condizione un aumento di capitale di 600 milioni, mentre UBI è disposta a ricapitalizzare per 400 milioni.
Tutto ciò aggiunge difficoltà al potenziale acquirente e all’intero sistema bancario, alla prese con altre soluzioni complicate.
Si tratta dell’aumento di capitale di MPS per il quale si attende la presentazione del piano industriale per capire modi e tempi della realizzazione, del rafforzamento patrimoniale di Unicredit, della soluzione finale per le due banche venete di proprietà di Quaestio sgr (che gestisce il Fondo Atlante, costituito da Cassa Depositi e Prestiti, Fondazioni bancarie, principali banche e altri intermediari per garantire l’aumento di capitale delle Popolare Vicenza e Veneto Banca e per acquistare sofferenze dal sistema) e delle altre banche in difficoltà: CARIGE, Cassa di Risparmio di Cesena, ora di proprietà del Fondo interbancario dei depositi, Cassa Risparmio di Rimini e CARIGE. In questo quadro UBI Banca, il cui titolo è stato nelle settimane scorse bersagliato da vendite connesse a tale acquisizione, non intende svolgere il ruolo di salvatrice e chiede un supporto, magari del Fondo di garanzia sui depositi.
Pertanto l’incontro odierno travalica la vicenda delle quattro banche e diviene l’occasione per discutere su tutte le crisi del sistema bancario.
Strettamente collegato infatti c’è il finanziamento del “Fondo di risoluzione”. Si tratta dello strumento istituito presso Banca d’Italia che ha reso possibile la citata operazione del novembre scorso, separando i crediti in sofferenza delle quattro banche e la nascita delle “good banks”. Il Fondo, azionista delle nuove banche, è stato finanziato con un prestito di Unicredit, Intesa e Ubi Banca da 1,6 miliardi, garantito dalla CDP. Il piano iniziale prevedeva il rimborso coi ricavi della vendita. Ma, anche se UBI acquisterà tre delle quattro, l’incasso del Fondo sarà nullo (a causa della emersione delle citate NPL). L’offerta di UBI è in pratica un nuovo salvataggio e ciò renderebbe impossibile il rimborso dei 1,6 miliardi di prestito.
Si aprono quindi due strade: far scattare la garanzia della CDP o chiedere nuovi finanziamenti al sistema bancario (che ha già anticipato tre anni di contribuzione). Le banche, già provate dai salvataggi, dai coti del Fondo Atlante, dall’acquisto di CariCesena e dalle nuove, imposizioni del SSM, fanno una forte e comprensibile resistenza.
Il MEF delimita la portata dell’incontro, affermando che non si prenderanno decisioni e che non verranno fornite comunicazioni al termine della riunione.
La partita delle tre banche è ancora aperta: il Consiglio di gestione di UBI dovrebbe riunirsi a breve per decidere come rispondere al SSM, ma il percorso di risanamento del sistema bancario italiano è sempre più irto di ostacoli.

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Commenti
Lillo Taverna Mi piacerebbe partecipare a qualche incontro off shore per dire qualcosa di alternativo e forse di risolutivo. Al di là del moralismo e del populismo!

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