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lunedì 28 novembre 2016

Non son certo tenero io con la BI per faccende personali che un istante fa ho cerato di ridicolizzare. Ma amo la verità. La questione sindacale mi rattrista ma non più di tanto. Certo basisco quando Visco mi rispomde che deve chiusere Rieti per le ferree leggi dei costi/benedici del blancio che anualmente è costretto a firmare. Sotto i baffi me la rido. Ma è la questione tragica e comica al contempo di carattere costituzionale che mi impone seria meditazione. Rammento quarantanni fa come aggredivo nell'UNIONE la incongruenza giuridica del Consiglio Superiore della Banca d'Italia. L'assurdo di passare per vaglio di codesti signori se promuovibile o meno dipo che come ispettore di vigilanza avevo fracassato le loro banche. Ma da qui alla dissennata dissoluzione dell'Istituto di Emisione ed altro di Tremonti ce ne passa. Non è colpa della Banca d'Italia se fu rapinata della Vigilanza Bancaria per passarla ad una Consob più arrendevle a glabro guru dei tre monti. Fu certo cattiveria di Occhiuto quando nell'Ottobre del 1974 cassò l'autonmia della Banca Centrale nel dispensare misure di ristoro in caso di tracollo bancario. L'avere cestinata la vecchia gloriosa seppur fascista legge bancaria si deve a certi fanatici rossi, molto amici miei per fare nome e cognome. E via disccorerndo. Ma io penso che sia arrivata l'ora della resipiscenza, forse dell'autotutella e chi è vissuto in Banca d'Italia ( ed io vi ho speso oltre un ventennio della mia vita) debba adoperarsi perchè si dia a Cesare quello che è di Cesare strafottendomene di quello che si deve a Dio, che spesso mi pare camuffarsi da IOR, (Istituto Opere di religione) con sede in quel cortile che porta agli Archivi Segreti Vaticani ove ebbi misercordipsamente talvolta accesso. Calogero Taverna

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