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sabato 31 dicembre 2016

                                       

ED ORA SOLO UN LIBERO CIRCOLO
 
 

 Il Mutuo Soccorso, con il volto e la fisionomia dei giorni 

nostri, documentatamente la sua data d'inizio il 19 febbraio   

1910: ottant'anni fa rispetto a questo scritto. Il primo vero    

presidente - ormai del tutto libero dai condizionamenti delle    

grandi famiglie racalmutesi - è Giuseppe Romano, coadiuvato      

dal segretario Vincenzo Tinebra e dal Vice Segretario Giuseppe   

Martorelli. La cassa è affidata a Salvatore Morreale fu          

Benedetto. Giacomo Sciascia, Camillo Buscarino, Calogero Cino    

fu Pietro, Giovanni Borsellino, Calogero Mendola, Salvatore      

Marranca, Calogero Candido, Alberto Scibetta, Gaetano Rosina,    

Carmelo Martorelli, Francesco Grillo, Vella Antonio, Nicolò

Balsamo e Trifonio Lo Cicero compongono il nutrito consiglio     

di amministrazione. I controlli sono quattro: Calogero
 
Puma,Salvatore Morreale, Francesco Caratozzolo e Giovanni              
Fantauzzo. Sono nomi che ancor oggi echeggiano appartenenze a    

famiglie del ceto medio racalmutese. Le prime decisioni sono     

sintomatiche del nuovo corso: vanno rispettati i genitori dei    

soci, ragion per cui si modifica lo statuto aggiungendo          

l'articolo 37 in forza del quale, in caso di morte dei           

congiunti,convivenza o non convivenza, si deve accompagnare la   

salma colla Bandiera; viene dato ordine espresso al            

Cameriere che tutti i giornali non devono uscire dal Sodalizio   

per nessuna ragione, e nemmeno i giornali arretrati. Le         

pubblicazioni al centro dell'attenzione sono ora "il             

Romanziere e la Tribuna Illustrata" la disaffezione al           

Listino della Camera di commercio relativo ai prezzi dello     

zolfo è palese ed eloquente. Lo Cicero Vincenzo non pare         

prendere molto sul serio i divieti della nuova                   

amministrazione: si porta a casa i giornali del sodalizio e      

distrugge una cartella della tombola. Viene nominata una         

commissione d'inchiesta, alla quale vengono chiamati i           

consiglieri Scibetta, Vella e Borsellino, per appurare i fatti    

e "richiamare all'ordine il sudetto socio Lo Cicero Vincenzo".  

L'illuminazione del cesso è un problema: l'incombenza ad         

ovviarvi ricade sullo "stesso presidente sig. Restivo            

Pantalone"¯ che intuibilmente ricopre la carica unitamente al     

Romano. Un numero di soci propone di organizzare "una gita a     

Palermo in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Unità  

d'Italia". Democraticamente si decide con una rituale            

votazione in seno al consiglio. Su tredici votanti, sono otto    

i favorevoli. Cinque consiglieri non sono d'accordo. Non vi      

sono però ulteriori resistenze. "Ad _un'animità (è un vezzo     

per il circolo storpiare l' _unanimità dei consensi!) si        

stabilisce di stanziare L. 100 per agevolare le spese di         

viaggio". E qui una simpatica nota: "Il Presidente, visto che    

le condizioni finanziarie del sodalizio son ristrette, di moto   

proprio propone che le sudette L. 100 vengano complimentate      

dal Signor Morreale Salvatore fu Benedetto e dal sudetto         

Presidente Signor Romano Giuseppe. Il Consiglio visto l'atto     

generoso dei sudetti Signori ad unanimità accetta e vota un      

atto di lode." In definitiva anche noi, sottolineando quel       

minuscolo evento.                                            

Il circolo progredisce nella democrazia associativa inventando   

la votazione con il sistema dei fagioli, anzi - per dirla con    

la divertente deformazione del segretario Tinebra - "delle       

fagiuole". Inaugurano il nuovo sistema, il 4 giugno 1910, i    

postulanti soci Alessi, Randazzo e Rosina. "Si passa a           

votazione - verbalizza il buon Tinebra - per mezzo delle         

Fagiuole la domanda a socio del sig. Alessi Michele la quale     

viene accettata _ad'unanimità_ (sic!). Si passa a votazione la   

domanda a socio del signor Randazzo Vincenzo la quale viene      

accettata ad'unanimità. Si passa a votazione la domanda a      

socio del sig. Rosina Giuseppe la quale viene accettata ad'     

unanimità.                                                    

Perdono ogni speranza di riconquista del Mutuo Soccorso i        

decaduti Tulumello. Il 12 ottobre 1910 si dimettono da soci      

ben tre componenti di quella famiglia: il Cav. Nicolò            

Tulumello, il cav. avv. Salvatore Tulumello e il cav. Luigi      

Tulumello. Anche un certo Castronovo Salvatore li segue nelle    

dimissioni. Il nuovo sodalizio non fa una grinza: accetta le     

dimissioni seccamente. Pensa, anzi, a migliorare                 

l'illuminazione e "rinnova l'abbonamento col Sig. Parisi         

Salvatore per la fornitura dei beccucci e le riparazioni         

necessarie dal maggio 1910 al maggio 1911¯. Al contempo "si dà   

l'incarico al Presidente di provvedere all'impianto di un nuovo     

campanello elettrico".Non si manca di comperare una dozzina di   

sedie nuove. Si aumenta al cameriere Sferrazza Alfonso "la       

mesata da L. 49 a L. 52 tenendo presente sia che il prezzo del   

carburo trovasi in aumento sia che i beccucci che si usa         

attualmente sono di maggior forza". Il Mutuo Soccorso è          

divenuto un circolo ricreativo del medio ceto di Racalmuto. I    

simboli massonici che perdurano nel suo timbro sono segni        

ereditati, senza alcun significato. Fuori Racalmuto qualche      

equivoco nasce in proposito. Si bussa a quattrini a titolo di    

solidarietà e 'fratellanza'. La risposta è inequivoca, anche     

se gentile: "si delibera tenuto conto alla deficiente finanza    

del sodalizio di ritornare le lettere di aiuto mandateci dalle   

Società di  Spaccaforno e di Mezzanile". Il circolo non è        

neppure pacifista (e natutalmente neppure il contrario: è solo    

ricreativo). Il 24 dicembre del 1910 risponde picche ad un       

comitato 'pro-pace' costituitosi a Racalmuto. Lo scoprire che    

alla fine del 1910 potesse allignare a Racalmuto un comitato     

pacifista ci sorprende alquanto. Certo in quel periodo vi era    

un'ondata libertaria. Eravamo sotto il ministero Luzzatti. Di    

guerre all'orizzonte vi era quella della Libia. Il movimento     

locale doveva essere di tendenza socialista. Ma gli ispiratori   

racalmutesi non dovevano essere persone di nessun conto, se un   

navigato presidente quale Giuseppe Romano formula il diniego     

del Mutuo Soccorso in termini persino ossequiosi. Ecco il        

testo della lettera inviata nel natale del 1910: "EGREGI         

SIGNORI COMITATO PRO-PACE - RACALMUTO, in risposta al cortese    

invito fatto pervenire dalle SS.II. a me ed ai componenti la     

deputazione della Società di M. S. ed Elettorale mi pregio       

significare alle SS.II. che non consentendo i regolamenti del    

Sodalizio che provvedimenti di simile natura potessero essere    

presi in esame e discussione dalla Presidenza e dalla            

deputazione senza che se ne desse comunicazione all'Assemblea,   

dati i termini brevi dell'invito, e per tanto mancando il        

tempo anche ad una convocazione di urgenza dell'Assemblea        

augurando la buona riuscita del plausibile intento siamo         

obbligati dall'astenerci dall'intervenire alla riunione. Prego   

le SS. II. voler gradire i sensi della più alta considerazione   

della Deputazione e della S.M. Soccorso ed Elettorale e dal      

Presidente. - Racalmuto li 25 dicembre 1910 - F.to Giuseppe      

Romano". La scusa è palesemente imbarazzata. Ma non si può       

fare a meno di dare giudizi favorevoli. I termini sono            

approssimativi. L'intento 'plausibile' per dire encomiabile.   

E' un intento che purtroppo noi ignoriamo. Alla riunione si      

augura "la buona riuscita". In fondo, deputazione e presidenza   

ne hanno la pi— alta considerazione.                           

Il fervore politico locale non scema e il M.S. finisce col       

venirne in qualche modo coinvolto. Vi è una commissione          

elettorale. Questa invia al circolo una lettera con cui si       

chiede la designazione di un socio "onde far parte della         

rappresentanza civica". Il consiglio ne discute e "per           

acclamazione nomina il presidente signor Giuseppe Romano". E     

questi "seduta stante accetta". La debolezza politica del        

presidente - ci pare - non tornò gradita. Il 17 aprile 1911,     

le cariche sociali risultano radicalmente cambiate. E'           

Gioacchino Taibi (vecchia conoscenza) che torna a fare il        

presidente. Suoi Vice sono Federico Scifo e Giacomo Giudice. I   

neo-soci Alessi, Rosina e Randazzo assurgono al rango di         

consiglieri, unitamente a: Carmelo Marranca, Francesco           

Caratozzolo, Calogero Piraneo,  Baldassare Tinebra, Luigi        

Alaimo Di Loro, Salvatore Patti, Giovanni Borsellino (il solo    

rieletto) Calogero Cino fu Amedeo. Il segretario è ora           

Giuseppe Martorelli. Entrano subito sei nuovi soci (tra gli      

altri Giuseppe SICURELLA fu Pietro, notevole figura del          

paese e, poi, del circolo). Giuseppe Romano si dimette da        

presidente e Vincenzo Tinebra da segretario. Il 26 aprile 1911   

entra a far parte del Mutuo Soccorso Luigi CASUCCIO di           

Calogero. Si dimetterà per emigrazione il 3 maggio 1912.         

Ritornerà socio dopo qualche anno e vi resterà fino alla fine

deisuoigiorni, avendo ruolo e cariche importanti nella vita del    

Mutuo Soccorso.                                                

Il socio Messana Clemente chiede ed ottiene che si deve          

accompagnare tutti quanti la Bandiera "ogni qual volta esce e  

sino al ritorno dentro il Circolo." Soci e mogli, quando        

muoiono, devono essere accompagnati sino al cimitero; "gli       

altri di famiglia ...sino alla Croce." Incombenza non sempre     

rispettata. Qualche socio inadempiente subirà provvedimenti di  

        rigore.                                                      

Il problema scottante rimane sempre quello della disciplina      

nella sala di gioco. Riferiamo uno dei tanti episodi di          

irrequietezza per la rilevanza dei due protagonisti coinvolti.   

"Il giorno 17 corrente <dicembre 1911>, mentre si giocava allo   

"SCECCO" successe un mal'inteso (sic!) tra i soci Martorana      

Pietro e Tinebra Baldassare; quest'ultimo abusando del           

silenzio civile del Martorana lo caricò di molte parole          

ingiuriose ad onta dell'intervenimento di molti altri soci..."  

 
L'allontanamento per un mese è di rigore. Il verbale si deve     

alla penna di Giuseppe Martorelli.                             

Per tutto il biennio successivo la vita scorre tranquilla e      

nulla di particolare occorre annotare nei verbali consiliari.    

E' solo la quotidianità di un circolo che vi viene segnata:      

soci che entrano, soci che si dimettono, soci che espatriano.    

Le tornate elettorali avvengono a cadenza annuale. I             

nominativi si alternano, ma la rosa dei nomi non è molto        

larga.                                                         

Si giunge, così al 20 ottobre 1913 per leggere questa nota      

colorita: "Il consiglio avendo riconosciuto il buon servizio     

prestato dal cameriere ed il buon umore dei signori soci, l'ha    

nominato 'effittivo', idossando (sic!) il berretto del circolo   

nell'orario di servizio". Era segretario, Martorana; 

Presidente Gaetano Mattina.                              

L'anteguerra scorreva a Racalmuto piuttosto serenamente.         

Qualche problema per l'emigrazione. Tante preoccupazioni ma      

imitate ai ceti miseri che però non risultano molto estesi      

sia per una discreta agricoltura, sia per le industrie            

estrattive locali. Certo, le grandi famiglie di un tempo si      

sono consunte (Matrona e Tulumello, in testa) ma altre vi        

subentrano più mercantili, imprenditoriali e dedite              

all'esercizio di professioni (legali, mediche e                  

farmaceutiche). Hanno la testa sulle spalle, mostrano qualche    

grettezza ma tutto sommato sono operose e dinamiche. I           

Nalbone, i Grillo, gli Alaimo, i Bartolotta, i Caratozzolo, i    

Falletti, i Burruano, i Romano, i Cavallaro sono ora il          

ìGotha' paesano. Non  può dirsi che il Mutuo Soccorso ne sia     

in qualche modo l'espressione. Il loro ritrovo èaltrove. I      

'galantuomini' di paese si ritrovano al Circolo Unione.      

Negli anni che precedono la grande guerra del '15-'18, pure      

nell'estrema periferia del Meridione, anche a Racalmuto può     

registrarsi una qualche eco della imperversante 'belle epoque'. Al

Circolo, gli organi di vertice (presidenti Calogero VOLPE e

Francesco CARATOZZOLO) hanno il loro bel da are per disciplinare il

 'carnevale del 1914'. Il 17 febbraio si verbalizza:

"Dietro progetto e domanda di diversi soci, per il divertimento in

 questo sodalizio per le feste di carnevale,il presidente propone

all'amministrazione di fare una commissione per il mantenimento

dell'ordine interno, e di tutto quello che occorre. Si dà facoltà di

nominare la commissione al V. Presidente sig. Martorana Pietro.     

Il Presidente Signor Rosina Giuseppe ed il Presidente Caratozzolo   

Francesco." Redattore del documento risulta il segretario        

Calogero PUMA.                                                !  

Soci morosi, soci riluttanti a smettere di giocare durante le    

riunioni assebleari e consiliari, svendita di vecchi giornali,   

ricompensi al cameriere (ora Vella Vincenzo) per straordinari    

durante le feste di carnevale, dimissioni di soci eccellenti     

(anche quelle del presidente Volpe) da fare rientrare,           

contrassegnano le scansioni decisionali di questo periodo.  
 
Qualche atto nobile: "Il presidente fa noto che il Sacerdote     

Romano Carmelo direttore dell'Orfanotrofio gentilmente prega     

la Società di volere offire un obolo secondo quello che          

delibererà, ringraziando anticipatamente di quello che farà.    

La tradizionale parsimonia del circolo subisce qui                

un'encomiabile eccezione. "Il consiglio, riconoscendo giusto e   

doveroso accettare la proposta del sacerdote, delibera ad        

unanimità la somma di L. 25 per consegnarla a suo tempo,         

restando poco contenti di offrire di più non avendo avanzo di    

cassa."

Siamo nel luglio del 1914.                            

La guerra non è lontana. Per Ruggero Fedele, per Gueli           

Salvatore bisogna sospendere i pagamenti dei mensili perché      

in servizio militare. Il socio Bertolino Pietro si infortuna     

sul lavoro e viene esentato dal pagamento della quota sociale    

sino a totale guarigione. I soci morosi da tre mesi verranno,    

comunque  '_affissati'. Si spera con tale sorta di gogna di   

eliminare il preoccupante fenomeno della morosità.                

        Nei verbali rifluiscono                                          

        anche le piccole vicende personali di qualche racalmutese        

        socio. Il 17 ottobre 1914 viene, ad esempio, annotato che il     

        sig. Picone Gaspare si era trasferito per ragioni di servizio    

        a Porto Empedocle. Il 22 ottobre 1914 chiede di essere ammesso   

        come socio Carmelo NOTO che però èdi Milocca, anche se          

        risiede a Racalmuto: è pur sempre ®cognato del socio             

        MESSANA Clemente¯. Viene accolto, insieme al postulante Scimè    

        Giuseppe di Carmelo, dopo che il consiglio ha appurato che       

        entrambi i richiedenti ®sono di buona qualità ed idoneità¯.   !  

 Entra in scena un personaggio piuttosto picaresco e che ci è     

        personalmente simpatico e per noi degno di ammirazione.  E' un   

        ®_self-made man_¯ di paese, di pochi studi, di tanto cervello,   

di irrefrenabile iniziativa, effervescente, imponente,     

generoso quando occorre, non privo di spregiudicatezza, è un    

uomo che sa affermarsi economicamente, che forse si è           

        arricchito col sale ed altre iniziative tutte dispiegate nella   

        non troppo esaltante plaga racalmutese. Un soggetto che subiva   

        il fascino delle donne ... e del circolo, ove anche giocava      

        grosso, ma per dominare gli altri del suo censo di origine,      

        magari carrettieri come lo era stato lui, ma che carrettieri     

        erano rimasti mentre lui era assurto al rango di                 

        'industriale'. Parliamo di Angelo Collura di Salvatore,          

        ammesso come socio nella seduta consiliare del 30 ottobre        

        1914. Presiedeva Francesco Caratozzolo, verbalizzava Calogero    

        Puma.                                                         !  

        Il 1914 si conclude con inconvenienti di gioco. ®Il controllo    

        Schillaci Carmelo trov• in un tavolo 6 soci che giocavano alla   

        zicchinetta; in tanto l'invita  a smettere col gioco che         

        ancora non era permesso; dopo parecche volte ebbe risposta di    

        continuare a giocare e lui fare il verbale, tale rifiuto         

        sembrava scherzevole. Dopo parecchi minuti venne il presidente   

        e, prima di invitarli a smettere, un socio consegnòle carte.    

        Il consiglio, riconosciuto che per la prima volta si suol        

        passare pur ad una minima punizione, delibera il seguente        

        ordine del giorno. Il consigliere Cino Calogero fu Pietro fa     

        conoscere al consiglio che trovandosi parecchie volte a veder    

        giocare alla tombola ha visto degli abusi irregolari, cioé: 1ø   

        quello di non pagare la relativa tassa: 2ø che molti soci        

        volenterosi di voler passare del tempo con la detta tombola      

        non hanno mai potuto divertirsi per insufficienza di cartelle    

        essendo sempre sei soci che si impegnano le 24 cartelle. Ad      

        evitare questo propone che ogni socio debba pigliare il          

        massimo di tre cartelle, per cos giocare diversi soci. Il       

        consiglio accetta la proposta e delibera di fare un avviso       

        nella sala di giuoco insieme all'ordine del giorno <cos         

        concepito>: 'Con deliberazione del 1ø dicembre 914 corrente      

        mese sono pregati indistintamente tutti i Sigg. soci che         

        volendo giocare alla tombola, tassativamente non possono         

        prendersi non piùdi tre cartelle. Inoltre sono pregati di       

        ubbidire, rispettare e non abusare verso il socio che vuole      

        l'ordine della Società molto più quelli che sono in carica.      

        Chi trasgredisce menomamente a tale deliberazione sarà punito    

        giusto il regolamento.¯                                       !  

        Si apre qualche velo sulla atmosfera della vita associativa di   

        quel tempo. Principalmente, resta un documento linguistico.      

        Traspare una lingua italiana popolare e paesana, intrisa di      

        locuzioni dialettali tradotte con reminiscenze di ardue e rare   

        letture (forse del Romanziere e dell'Illustrazione Italiana: i   

        periodici cui il circolo era abbonato). Se il documento non Š    

        pregevole quanto a testimonianza della trascorsa vita paesana    

        (il gioco della tombola èoggi solo consuetudine natalizia       

        delle famiglie e non più delle sale ristagnanti di fumo di un    

        circolo ricreativo), è pur sempre un bell'esempio di prosa       

        del ceto medio racalmutese, agli albori del secolo. Ci pare      

        una ragione sufficiente per tramandarlo.                      !  

        L'aumento del costo della vita a Racalmuto Š scandito dal        

        solito incremento del salario del cameriere. A fine 1914, il     

        mensile passa da L. 56 a L. 60: in vent'anni è cresciuto del     

        50%. Ovviamente, all'epoca l'inflazione non era galoppante.      

        Una smazzata di carte ora è di L. 0,60, ma ogni giocatore deve   

        corrispondere L. 0,10.                                        !  

        L'anno della guerra (1915) inizia con un nuovo consiglio: vi     

        accedono uomini nuovi come Angelo Collura, fresco socio,         

        Nicolò Casuccio, Carmelo Schillaci Ventura. Il 6 febbraio 1915   

        viene ammesso come socio Calogero Saccomando di Giacomo.         

        Trattandosi di un mio parente (fratello di mia madre), non       

        posso sottacere il peraltro indifferente avvenimento. Morirà     

        giovanissimo con la 'spagnola'. Il segretario del momento (L.    

        Martorana) ha una gradevolissima calligrafia. Dopo, perù, sarà   

        la volta di Giuseppe Collura, altra istituzione del circolo.     

        Alla presidenza torna un nome familiare: Salvatore Restivo       

        Pantalone.                                                    !  

        Appena socio e consigliere  Angelo Collura si fa cogliere in     

        fallo. Viene ammonito per avere turbato insieme con Nicolò       

        Bruccoleri ®la quiete del circolo la sera del 14.2.1915¯. La     

        punizione sembra non soddisfare il segretario Lorenzo            

        Martorana. Ce lo fa pensare il tono della sua lettera di         

        dimissioni. ®ORDINE DEL GIORNO: dimissioni presentate in data    

        19 febbraio 1915 dal segretario di questo sodalizio Sig.         

        Martorana Lorenzo. <...> per tale deliberazione si è passata     

        la votazione col sistema della fagiuola, in modo che, chi vota   

        la fagiuola bianca si intende respingere le dimissioni, invece   

        chi vota la fagiuola  rossa intende accettare le dimissioni. A   

        tale fine si trascrive integralmente la lettera di dimissioni    

        del sig. Lorenzo Martorana. "Ill. Sig. Presidente del circolo    

        Mutuo Soccorso e S. Città, il sottoscritto visto che i           

        componenti del consiglio non si sono deportati(sic!) bene        

        nella seduta del 18 corrente rassegno le mie dimissioni a        

        segretario. Con osservanza Lorenzo Martorana. - Racalmuto        

        19.2.1915" Passata la votazione è risultata con tredici rossi    

        e tre bianchi; pertanto sono accettate le dimissioni¯. E'        

        solidale col Martorana il consigliere Salvatore Taibi. Anche     

        lui èdimissionario. Pure per lui vi sono tredici faglioli       

        rossi o - testualmente - ®tredici fagiuole rosse¯. Tentenna il   

        consigliere Carmelo Mendola: prima si dimette e poi ritira le    

        dimissioni dichiarandosi ®caduto in un equivoco¯. L'equivoco     

        riguarda il comportamento del nostro Angelo Collura:             

        spariscono i dubbi in proposito quando ben nove tra membri del   

        consiglio e del 'controllo' si dimettono dalle cariche per       

        contestare il consiglio reo di ®avere punito con parzialità un   

        socio¯. Trattasi dei consiglieri: Carmelo Schillaci Ventura,     

        Giovanni Macaluso, Vincenzo Randazzo, Salvatore Castronovo,      

        Salvatore Alfieri, nonché del V. Presidente Giuseppe Alessi e    

        dei 'controlli' Giuseppe Licata, Michele Sciascia e Giuseppe     

        Scimè. L'amputato consiglio resta pur sempre forte: Gaetano       

        Mattina e  Salvatore Restivo Pantalone sono sempre presidenti;   

        come consiglieri vi sono ancora nomi prestigiosi: Giovanni       

        Borsellino, Francesco Grillo, Giacomo Sciascia, Antonio          

        Castronovo, Nicolò Casuccio, Giovanni La Rocca, Carmelo          

        Mendola, Giovanni Fantauzzo, Giovanni Tinebra e Vincenzo         

        Alfano Burruano. Giuseppe Collura, con la sua calligrafia        

        simpatica ed un po'infantile e con il suo stile a mezzo tra il   

        dialetto e la lingua italiana, assurge da Vice Segretario a      

        verbalizzante ufficiale e duraturo. Angelo Collura - come si     

        vede - aveva determinato un terremoto nell'amministrazione e     

        non erano passati  che pochi mesi dalla sua entrata nel Mutuo    

        Soccorso.                                                     !  

        Dal luglio 1915 le sedute possono svolgersi solo in seconda      

        convocazione. E' scoppiata la guerra. Soci, consiglieri -        

        quelli giovani almeno - stanno altrove: partono per il           

        servizio militare. La seduta del 14 dicembre 1915, indetta per   

        convocare l'assemblea per il giorno 22 dicembre, si restringe    

        a pochissimi elementi: ®Sotto la presidenza del signor           

        consigliere anziano Calogero Candido, sono presenti: La Rocca,   

        Giovanni, Tinebra Giovanni, Mendola Carmelo, Castronovo          

        Antonio, Patti Santo¯. In tutto, solo sei componenti.          

                                                                   

  SCOPPIA LA PRIMA GRANDE GUERRA                               

        La grande guerra del 1915-18 incise profondamente nel tessuto    

        sociale di Racalmuto: i suoi contadini, i suoi zolfatai, la      

        sua migliore giovent— venne strappata dal lavoro e dalla         

        famiglia e fatta penare nelle trincee di terre tanto lontane     

        quanto inestricabili per lingua, cultura, tradizioni. I lutti    

        furono poi feroci, spesso irreparabili. La miseria incattiv i   

        ceti pi— colpiti. I 'galantuomini' riuscirono spesso a farla     

        franca. Quando fu possibile, l'esonero in sede di leva non       

        manc• ai baldi virgulti dei notabili racalumutesi, riformati     

        in modo forse compiacente. I figli dei poveri - talora gi…       

        dichiarati 'rivedibili' per deformazioni fisiche cui la          

        miniera non era del tutto estranea - vennero di frequente        

        rivisitati, dichiarati abili e inviati al fronte. Presso il      

        Municipio sono ancora consultabili quei registri di leva.        

        Andrebbero ben studiati. La locale ®PRO-LOCO¯ potrebbe           

        dedicarvisi.                                                  !  

        Gli echi della guerra sono anche presenti nei verbali del        

        Mutuo Soccorso. Sono echi flebili. Eppure fanno intuire un       

        quadro di angoscia, di privazioni, di accoramento: la vita Š     

        triste, preoccupata; la distrazione Š svogliata; la vivacit…     

        spenta. In un trienno non vi sono incidenti di gioco: non era    

        mai successo.                                                 !  

        Il 1916 scandisce gi… le assenze forzate di tanti giovani        

        soci: il consiglio Š subito chiamato (16 febbraio) ad abbonare   

        mensili. Due biglietti a Gueli Salvatore, ®perch‚ soldato        

        permanente¯; uno al socio Falco Giuseppe, ®perch‚ soldato¯;      

        uno a Taibi Nicol• di Gioacchino, ®perch‚ soldato permanente¯;   

        uno a Salvatore Alaimo Di Loro di Luigi, ®perch‚ soldato         

        permanente¯.  Una melanconica litania!                        !  

        La vita rincara brusamente. ®Il consiglio approva l'aumento di   

        L. 5 al cameriere come compenso del rincaro del carburo¯. La     

        quota sociale viene notevolmente aumentata: viene portata a L.   

        1,50 a bimestre. Si chiede al proprietario della casa ®un        

        discalo dell'affitto¯. La compagine sociale attiva si            

        striminzisce; il 28 novembre 1916 si decide di conseguenza di    

        ridurre l'organico dell'amministrazione: un solo presidente e    

        dieci soltanto i consiglieri. Unico pure il vice presidente.     

        Naturalmente non si pu• fare a meno di un segretario e di un     

        suo vice, nonch‚ del cassiere. Il circolo, comunque, non sa      

        rinunciare a tre 'controlli' ad al suo bravo 'portabandiera'.    

        Le feste natalizie restano sempre sentite. ®Il consiglio          

        delibera di complimentare L. 3 al cameriere per servizio delle   

        feste natalizie¯. Dobbiamo la notizia al segreterio G. La        

        Rocca. Nel 1917 gli subentra Salvatore Giardina.              !  

        Un suo incerto verbale ha in qualche modo attinenza con la       

        guerra. ®Si passa alla votazione pei bimestri a pagarsi del      

        socio Sicurella Giuseppe, visto il consiglio che finora non Š    

        stato alla saputa del _concedo_ illimitato che ha avuto dopo     

        aver prestato servizio per un lungo periodo di tempo alla        

        chiamata alle armi. <Strano quel congedo accordato nell'aprile   

        del 1917, proprio quando mio nonno - attempato contadino e gi…   

        padre di cinque figli - doveva invece partire per il fronte,     

        ove veniva disintegrato da una granata! _n.d.r_.> Conciliando    

        allo stesso Sicurella Giuseppe si sottomette a pagare marzo      

        aprile e anno. Si passa alla votazione dei bimestri arretrati    

        dal socio Alfano Burruano Vincenzo quale il consiglio delibera   

        la facolt… di proroga sino al giorno venticinque c.m. Passato    

        quel tempo _ips.fatto_ resta cancellato da socio. Si passa       

        alla votazione per il compenzo al cameriere per il ricaro del    

        carburo, ed ananimit… viene approvato tale compenzo, perch‚      

        giuste alle informazione assunte  risulta veritiera la sudetta   

        domanda per conpenzo. Š delibera la somma di L. 11.25 in         

        favore del sudetto cameriere, per l'agumento del detto carburo   

        dal 1ø gennaio al 15 marzo che sono giorni settantacinque.¯   !! 

        A noi questa prova - sgangherata, dalla sintassi                 

        approssimativa, zeppa di idiomatismi paesani e racalmutesi -     

        torna avvincente: Š genuina, peculiare,                          

        deliziosamente ®na‹f¯. Il Mutuo Soccorso, affrancatosi dalle     

        grandi famiglie Savatteri-Matrona prima e Tulumello dopo, non    

        ha del resto avuto manie intellettualistiche. Anzi si Š          

        tenuto lontano dai 'colti' del luogo. Quando qualcuno di essi    

        ha chiesto di far parte del sodalizio, Š stato accolto ma -      

        accortamente - Š stato snobbato nelle elezioni per le cariche    

        sociali. Gli intenti erano, peraltro, quelli di accaparrarsi     

        una clientela per le proprie mene politiche. Successe all'avv.   

        Burruano. Successe ad altri. I segretari scrivevano come         

        sapevano: piuttosto male; ma per quel che serviva, riuscivano    

        a cavarsela e non avevano tentazioni dominatrici. Ai Collura,    

        Giardina, La Rocca, Vincenzo Tinebra o Vincenzo Fantauzzo        

        va dunque un pensiero                                            

        grato e rispettoso ad onta delle loro gradevoli                  

        sgrammaticature e della loro soggettivissima sintassi.        !  

        La guerra Š sempre pi— dura; anche per le casse del circolo.     

        Nel mese di aprile del 1918 (il 21) ®il Presidente fa            

        osservare che la cassa trovasi in debito e facendo i conti non   

        si pu• pagare mensilmente a tutti gli esiti, e quindi propone    

        che si faccia un mutuo in seno a tutti i soci senza nessun       

        interesse¯. L'idea Š veramente originale e risulter… vincente.   

        Il successivo 15 maggio il consiglio Š riunito per registrare    

        il successo dell'iniziativa. Seguiamone il resoconto fornitoci   

        dal segretario Salvatore ROSINA. ®Il Presidente d…               

        comunicazione che dietro il deliberato fatto da questo           

        consiglio di amministrazione in data del ventuno del mese di     

        aprile u.s. onde deliberava di concordarsi delle volontarie      

        somme fra socŒ per supplire alle deficienze di cassa onde        

        provvedere al pagamento del fitto dei locali, alla fornitura     

        di carburo ed altro. Ritenuto che a tale appello si sono         

        spontaneamente resi pronti i Signori:                         !  

        _MORREALE_ [Salvatore[ fu Benedetto per la somma di L.15 !  

        _VOLPE_ [Calogero[ fu                                            

                             Calogero L.10    

        _DI VITA_ [Nicol•[ fu Francesco   L.10 !  

        _LICATA_ [Nicol•[ fu Liborio L.10 !  

        _MARRANCA_ [Carmelo[ fu Giuseppe L 5 

        _FARRAUTO_ [Calogero[ fu Salvatore  L. 5 !   

        _MATTINA_ [Gaetano[ fu Salvatore  L.10 !  

        _RESTIVO PANTALONE_ [Salvatore[ fu Orazio"@@@"@@@@"@@@"@@L.10 !  

        _CARATOZZOLO_ [Francesco[ di Felice@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L.20 !  

        _TAIBI_ [Gioacchino[ fu                                          

        Leonardo@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L. 9,50                      !  

        _FARRAUTO_ [Salvatore[ di Angelo@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L. 5 !  

        _SICURELLA_ [Giuseppe[ fu Pietro@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L.10 !  

        _MENDOLA_ [Carmelo[ fu Calogero@@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L. 5 !! 

        somme che hanno versato che saranno soddisfatti con gli avanzi   

        di cassa o in caso di scioglimento della Societ… con le somme    

        a ricavarsi dalla vendita della mobilia della medesima           

        societ…. Premesso l'anzidetto i detti socŒ versano nelle mani    

        del Cassiere Signor Sferrazza Carmelo le sudette somme.¯      !  

        Quei benemeriti sottoscrittori non ci rimisero, comunque, i      

        loro soldi. Il rimborso fu deciso l'anno dopo - seduta del 18    

        maggio 1919 - sotto la presidenza alquanto ricorrente di         

        Calogero Volpe. Il segretario Vincenzo Tinebra annotava: ®Si     

        d… incarico al Sig. Presidente di pagare il sudetto mutuo        

        facendosi rilasciare ricevuta, per mezzo di un'elenco a firma    

        del ricevente¯.                                               !! 

        Una nota di cronaca si registra nell'estate del 1918. ®Il        

        segretario <Salvatore Rosina> presenta una dimissione fatta      

        dal socio Signor La Rocca Nicol•. - Dietro discussione fatta,    

        considerando che il sopra detto La Rocca Š stato un socio di     

        buoni indoli e buoni costumi non si accettano le dimissione e    

        si incarica lo stesso presidente a parlare col detto La Rocca    

        a ritirars le dimissione fatte.¯ Riportiamo testualmente,anche   

        le libert… linguistiche del buon ROSINA. La Rocca - che          

        sappiamo _di buoni indoli_ - naturalmente ritira le              

        dimissioni, come ci avverte un verbale del dicembre 1918. Il     

        Consiglio, a dire il vero, non era stato tanto premuroso con     

        un altro socio: Camillo BUSCARINO. Questi si era dimesso come    

        La Rocca, ma nella stessa riunione consiliare  le sue            

        dimissioni si accettano all'unanimit….                        !  

        Frattanto la guerra finalmente Š finita. Tanti sono i militari   

        che dovranno sistemare le loro pendenze in tema di quote         

        sociali. Abbiamo rintracciato il relativo elenco che val la      

        pena di riportare, a testimonianza della massiccia chiamata      

        alle armi che si abbattŠ sugli elementi pi— giovani del Mutuo    

        Soccorso. I reduci, comunque, dovettero 'saldare' i loro         

        sospesi di cassa. Oltretutto, il circolo aveva un grosso         

        'mutuo' - senza interessi, per• - da rimborsare. Ecco i nomi: !  

        _POMO Giovanni_                                               !  

        _SCHILLACI Carmelo_                                           !  

        _MARTORANA Lorenzo_                                           !  

        _MARTORANA Pietro_                                            !  

        _MATTINA Calogero_                                            !  

        _MACALUSO Giovanni_                                           !  

        _BRUCCULERI LUCA Giuseppe_                                    !  

        _PATTI Salvatore_                                             !  

        _SICURELLA Giuseppe_                                          !  

        _SCIASCIA Michele_                                            !  

        _SCIASCIA Giuseppe_                                           !  

        _ACQUISTA Camillo_                                            !  

        _BAIAMONTE Giuseppe_                                          !  

        _BRUCCULERI Nicol•_                                           !  

        _GUELI Salvatore_                                             !  

        _BALSAMO Nicol•_                                              !  

        _SCIASCIA Francesco_                                          !  

        _SCIME' Calogero_                                             !  

        _DI BENEDETTO Salvatore_                                      !  

        _PUMA Calogero_                                               !  

        _COLLURA Giuseppe_                                            !  

        _CASUCCIO Nicol•_                                             !   

        _CIMINO Salvatore_                                            !  

        _ALFANO BURRUANO Vincenzo_                                    !!!

        Inizia il dopo-guerra. I danni economici sono pesanti. Il        

        costo della vita prende la rincorsa. ®Si Š presentata una        

        domanda dal cameriere Vella Vincenzo per l'aumento dello         

        stipendio. Il consiglio terr… in considerazione perch‚           

        realmente Š troppo poco il salario che ha e quindi pregher… la   

        nuova amministrazione per aumentare lo stipendio.¯ Il verbale    

        Š datato 18 gennaio 1919 e non per nulla a Racalmuto             

        era usuale                                                       

        dire ®dopu natali, lu friddu e la fami¯. Figuriamoci dopo il     

        Natale di fine guerra!.                                       !  

        Ma Š pur sempre un ritorno alla pace. Gli animi ora sono pi—     

        disposti a scaldarsi. Ecco infatti una pagina di effervescenti   

        polemiche, datata 10 febbraio 1919: durante la guerra sarebbe    

        stata impensabile. ®Il segretario fatto l'appello nominale       

        risultarono presenti i signori: Di Vita Nicol•, Borsellino       

        Giovanni, Fantauzzo Giovanni, Ruggeri Fedele, Volpe Calogero,    

        Licata Nicol•, Farrauto Calogero, Patti Salvatore, Mendola       

        Carmelo e Marranca Carmelo. Il Presidente riferisce che il       

        socio La Rocca Giovanni si Š permesso cancellarsi colle sue      

        proprie mano dalla tabella affissa al circolo, dalla carica di   

        controllo, che era stato proposto dalla commissione pel 1919.    

        Il Signor La Rocca Giovanni era stato invitato con biglietto     

        di presentarsi alla riunione presente del consiglio delle ore    

        19« per essere interrogato quale fu il motivo a spingerlo a      

        fare quella azione a cancellarsi. Il Consigliere Volpe propone   

        al Presidente di fare entrare al socio La Rocca e farle una      

        paternale. Il Consiglio si associa alla proposta del             

        consigliere Volpe. Il Presidente fa chiamare il signor La        

        Rocca il quale non trovasi presente nel Circolo ed a proposta    

        del consigliere Licata si mand• a chiamare fino a domicilio      

        dal cameriere che rispose non potere venire. Il Presidente e     

        tutto il Consiglio che aveva tutta la piena volont… di           

        sorpassare ad una punizione, a tale rifiuto di venirsi a         

        disculpare innanzi il consiglio, il Presidente propone che vi    

        sia data una punizione di cinque giorni di sospensione del       

        circolo. Il Consiglio approva ad unanimit… di voti¯.          !  

        Il Circolo, dunque, ritorna a veleggiare nelle sue consuete      

        acque. Ripicche, incidenti diplomatici, provvedimenti di         

        rigore e .. sospensioni. La guerra Š proprio finita. Pace        

        esterna e vivacit… interna. Talora conflittuale. I tempi grigi   

        e dimessi del triennio 1915-1918 sono - vivaddio - finiti e      

        rimossi.