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mercoledì 31 maggio 2017

Alcuni privilegi della Banca d'Italia Spa - 13 gennaio 2005

Sono più di 10.000 i dipendenti dell'associazione a delinquere Bankitalia. Fuori i nomi!


Tratto da: "L'Italia dei privilegi", di Raffaele Costa, Mondadori 2002
BANCA D'ITALIA

Il governatore più ricco del mondo.
Tra chi dirige le banche centrali nei paesi industrializzati, il governatore di Bankitalia è quello che guadagna di più. In base a un'inchiesta del prestigioso settimanale inglese "The Economist", infatti, risulta che il governatore italiano percepisce uno "stipendio" che si aggira sui 960 milioni di lire annui, contro i 760 milioni dei suoi colleghi inglese e tedesco, i 600 milioni di quello giapponese, i 400 di quello francese e i circa 300 di quello statunitense.
Il governatore più ricco del mondo e la retribuzione a 13 voci.
Lo stipendio è solo la parte più cospicua della retribuzione, sia di un dirigente che di un appartenente alla carriera operativa della Banca d'Italia; essa, infatti, è composta da 13 differenti voci. Lo stipendio è costituito da una parte fissa (che, per il contratto della carriera direttiva, va da un massimo, per un funzionario generale di 150 milioni a un minimo, per un funzionario di 2a di 42 milioni annui lordi) e da due assegni variabili, che vengono corrisposti sulla base dell'anzianità di servizio, di qualifica e dei giorni di effettiva presenza sul posto di lavoro nell'anno precedente.
Indennità, compensi particolari e premi.
La Banca d'Italia ha, anni fa, deciso di trasferire la sua sede operativa fuori Roma e, precisamente, ma Vermicino, piccola località nel Comune di Frascati, a due passi dalla capitale. Si tratta di un "trasloco" che l'istituto paga a caro prezzo, intorno ai 5 miliardi di spese in più l'anno: i dipendenti che sono stati o verranno trasferiti nei nuovi uffici percepiranno, infatti, varie indennità comprensive di un contributo annuo lordo per mezzi di trasporto, un contributo straordinario di primo inserimento per tre anni pari al 75% di un quinto dello stipendio lordo), un contributo per la spesa di asilo nido e scuola materna.
Ma i privilegi di cui godono i dipendenti dell'istituto sono ben altri. Come esempi possiamo ricordare l'indennità di rischio, che può arrivare, per i dipendenti della carriera direttiva, ma quasi 6 milioni di lire l'anno, oppure l'indennità di residenza, pari al 6,4% della retribuzione lorda annua (sia per i dipendenti della carriera direttiva sia per quelli della carriera operativa), che lievita all'aumentare delle dimensioni del Comune di residenza e del nucleo familiare, o l'indennità di bilinguismo, corrisposta ai dipendenti che lavorano nelle sedi di Aosta o Bolzano. Esiste, anche, tutta una serie di compensi speciali che spettano ai dipendenti dell'istituto: ricordiamo, per esempio, il compenso per le prestazioni in caveau o in "sacristia" (così si chiamano i locali in cui è custodito il denaro dell'istituto). Si tratta di quasi 4000 lire al giorno in più nella busta paga di tutti i dipendenti che trascorrono, quotidianamente, almeno tre ore in locali siti al di sotto della sede stradale (!), somma che diventa di oltre 5000 lire nel caso in cui il lavoro si svolga nelle vere e proprie sacristie della banca, indipendentemente dal fatto che le stanze si trovino sotto terra o all'ultimo piano del palazzo sede di lavoro.
Per chi lavora in Bankitalia, oltre alla già sostanziosa retribuzione, è stato previsto anche un "premio di presenza". Si tratta di questo: per ciascuno dei primi 226 giorni dell'anno nei quali il dipendente si è presentato in ufficio, il medesimo riceve una somma pari allo 0,031% della retribuzione lorda annuale per ciascun giorno; se, poi, si superano i 227 giorni, ecco apparire in busta paga un'ulteriore 0,050% (100 mila lire circa per ogni giorno), mentre se si superano le 242 presenze, un altro 0,11% (220 mila lire circa). Tutto questo e altre cose fanno sì che il totale effettivo di quanto spende la banca d'Italia annualmente per i dipendenti (nel 2000 risultavano in servizio 8647 persone), e cioè compreso il trattamento integrativo di quiescenza del personale (Tqp), sia ammontato a 2361 miliardi di lire; vale a dire che ogni dipendente costa, annualmente, più di 273 milioni.
Oltre a indennità e premi, ai dipendenti della Banca d'Italia, spetta tutta una serie di compensi particolari che vanno a rimpinguare la busta paga. Ecco, allora, il compenso per gli addetti ai servizi di segreteria particolare (10.330 lire lorde al giorno), quello per gli addetti alle stanze di compensazione (può arrivare,a seconda del grado, a quasi 14 mila lire giornaliere), quello per i bozzettisti e gli incisori che stampano le banconote (poco più di 23 mila al giorno), quello per la mansione di custode (60 mila lire lorde per ogni giorno festivo), alcuni, più astrusi, come quello per lo sfalsamento dell'orario di lavoro (spetta al personale che deve anticipare o posticipare l'inizio e il termine dell'orario di lavoro: se lo spostamento avviene tra le 8.00 e le 9.00 del mattino, nella busta paga del dipendente entra ogni giorno il 20% di un trecentosessantesimo dello stipendio che diventa il 33% se lo "sfalsamento" avviene dalle 8.00 alle 7.00).
In missione con lo scooter.
La regola generale è che il dipendente va considerato in missione quando, anche a bordo di uno scooter, si reca per lavoro in un luogo distante oltre 25 chilometri dal Comune di residenza.
A ogni dipendente spetta in questo caso, e in ogni caso, un non meglio specificato rimborso spese di rappresentanza forfetario, che ammonta a oltre 5 milioni l'anno per i funzionari di massimo grado. Parliamo della diaria. Per i funzionari di grado più elevato, per esempio, vale 499 mila lire al giorno, quando la missione li porta in città italiane con più di 200 mila abitanti, e può aumentare quando la missione implica ispezioni o perizie giudiziarie. Per quanto riguarda i viaggi all'estero, la diaria ha consistenza variabile: si va dalle quasi 770 mila lire (sempre al giorno) per una città come New York, agli oltre 2 milioni per missioni nei paesi del Medio Oriente o dell'Opec.
Ma non è finita. C'è anche un curioso e munifico contributo di viaggio. Spetta per missioni che comportino uno spostamento significativo. La cifra raddoppia dopo i 300 chilometri e triplica quando si è inviati oltre i confini europei con un volo aereo che duri più di tre ore. Il regolamento avverte che non verranno tollerate furbizie: "I viaggi devono compiersi di norma per la via più breve". Vietato insomma passare dalle Maldive per raggiungere Parigi.
Indennità di gondola.
Alla Banca d'Italia il dipendente (carriera operativa) con qualifica di autista che guida effettivamente un'autovettura acquisisce il diritto a un'indennità speciale, pari a 883.200 lire l'anno, che va a sommarsi allo stipendio. L'autista che lavora a Venezia è addetto alla guida di un motoscafo, con diritto a un'indennità maggiorata pari a 1.143.300 lire.
Investigatore svogliato.
La sonnolenta e privilegiata Banca d'Italia, avvezza più ai discorsi di routine del governatore che al controllo delle banche, si occupa raramente dei comuni cittadini e li tutela ben poco dai privilegi e dalle vessazioni dell'attuale sistema creditizio. Uno di questi, sul quale indaga con tutto comodo da molti mesi la Banca d'Italia (che non dimentica di essere una società di proprietà, principalmente, delle casse di risparmio) riguarda il bancomat relativamente al quale si è configurato un cartello fra tutte le banche (lo ha documentato il presidente della Confcommercio Billè). Cartello per fare che? Per ottenere un po' di soldi in più dai cittadini che per 317 milioni di volte nel 2000 si sono recati a compulsare gli utilissimi mostri d'acciaio dell'informatica fino a farvi transitare 44 mila miliardi.
Pensionati di via Nazionale.
I dipendenti della Banca d'Italia sentono di essere davvero speciali soprattutto nel momento della riscossione della pensione.
A differenza degli altri lavoratori dipendenti, per i quali le riforme Amato e Dini hanno progressivamente introdotto il sistema contributivo (tanto versi di contributi, tanto riscuoti una volta in pensione), i dipendenti dell'Istituto di emissione incassano ancora vitalizi calcolati con il più generoso sistema retributivo ancorato all'ultima busta paga (almeno per i edipendenti assunti prima dell'aprile '93).
Per tutti i dipendenti, l'Istituto di emissione versa regolari contributi all'Inps che, in presenza dei requisiti anagrafici e di anzianità lavorativa richiesti per tutti i lavoratori, provvede alla relativa pensione. Questa, però, non viene incassata dai lavoratori ma dalla stessa Banca d'Italia. Ai dipendenti, la Banca riconosce un trattamento molto più favorevole attraverso un fondo integrativo interno, amministrato con un apposito regolamento (quello in vigore è del '92). Cosa prevede? Prima della riforma pensionistica, si poteva andare in pensione con soli vent'anni di servizio, a prescindere dall'età anagrafica. Grazie alla clausola d'oro, inoltre, le pensioni restavano ancorate agli stipendi dei pari grado ancora in servizio. Nel '97, la "clausola d'oro" è stata soppressa e i vent'anni di servizio minimo per ottenere la pensione Bankitalia sono stati portati a ventidue. Ma una volta maturati questi anni e in presenza dei requisiti Inps (trentacinque anni di contribuzione totale ne cinquantasette di età), l'assegno che si riscuote è calcolato in percentuale (fino all'81% per oltre trentacinque anni di servizio) sull'ammontare dell'ultima busta paga percepita.
Queste regole non valgono per quattro persone: governatore, direttore generale e i due vicedirettori generali. Il loro trattamento pensionistico è segreto. (Cfr. "L'Espresso", 23 marzo 2001).
Roma operaia.
Il privilegio di lavorare a Roma non è di poco conto: è nella capitale che si può svolgere il lavoro con proficui risultati anche se l'indice di affollamento è rilevante e il lavoro non sempre è flessibile.
Su 8.647 dipendenti della Banca d'Italia ben 4.090 all'inizio del 2001 lavoravano a Roma, mentre tutte le quasi cento filiali sparse sul territorio nazionale contavano 4.557 unità. Fra "gradi superiori" e "direttivi" la Banca d'Italia conta 1.951 generali che comandano i restanti 6.000 soldati semplici: un generale ogni tre soldati, peggio, molto peggio dell'Esercito.
Molto ambito, per chi non ha titoli di studio, il posto di operaio alla Banca d'Italia; in totale sono 592 gli operai di cui ben 581 operano a Roma e ben... 11 in tutto il resto d'Italia.
Tutti generali.
Su 8.647 dipendenti della Banca d'Italia ben 1.951 appartengono o ai gradi superiori (666) oppure sono funzionari (1.285). Di questi 1.219 stanno a Roma (possiamo dire "comodamente"?). Le 99 filiali contano in tutto 732 "superiori o direttivi". Tirando le somme a Roma su 4.090 dipendenti, un vero ma discutibile esercito, ben 1.219 sono generali.
Una sola, grande famiglia.
In base alle regole che la stessa Banca d'Italia si è data, possono essere riconosciute come persone a carico del dipendente, e quindi permettere le relative esenzioni fiscali al dipendente stesso, non solo il coniuge o gli eventuali figli, ma anche i genitori, le sorelle e i fratelli. Con un solo limite: che il medesimo congiunto non può essere riconosciuto a carico, nello stesso tempo, di più di u8n dipendente o un pensionato dell'istituto.

[I guardaspalle]

Presso la Banca d'Italia operano ben 2.000 carabinieri, ai sensi delle leggi 26.1.1982 n.21 e 22.7.1998 n.254. A custodire il debito pubblico oppure il tesoro della regina (gioielli in grande quantità) che nessuno sta schiodando da cinquant'anni? Ovvio che agli stessi, non sempre affaticati, spettino indennità particolari.

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