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venerdì 29 settembre 2017

Sicilia Cronaca era in diretta.
Appello al ministro dell'interno, Marco Minniti
Noi Agrigentini riteniamo che sia davvero improcastinabile una sua ispezione presso la prefettura di Agrigento, od ancora un suo interessamento, possibilmente congiuntamente al suo collega ministro della Giustizia, Andrea Orlando, riguardo allo stato dell'arte delle inchieste relative alla gestione di migranti, acqua e rifiuti, nell'Agrigentino.
Consideri che a causa proprio di alcune illegali gestioni, ben circostanziate, siamo sommersi dalla ‘munnizza’ da almeno una decina d'anni a questa parte ed inondati da maleodoranti liquami fognari, sparsi ovunque; oltre che tartassati con tariffe e bollette relativi a questi pessimi servizi che sono il triplo della media nazionale !
Ci mancavano adesso pure gli sbarchi-fantasma degli ultimi mesi, una vera e propria invasione di migliaia di migranti, in mezzo ai quali si annidano dei presunti terroristi e delinquenti nordafricani; sbarchi che sono tuttora in corso lungo tutte le nostre spiagge ed ora siamo a posto!
Riteniamo di vivere in un contesto in cui si registra anche un vero e proprio degrado istituzionale.
Abbiamo la disgrazia di vivere in quella che secondo tutte quante le statistiche ufficiali è una delle ultime province d’Italia, ossia la provincia del ministro Alfano il quale ha le mani in pasta in tutte quante le controverse vicende in materia di gestione degli immigrati e non solo, ma anche di acqua, rifiuti, beni confiscati e quant'altro è utile a rafforzare il suo potere, quello della sua famiglia e dei suoi sostenitori. Un potere politico-affaristico e clientelare che viene esercitato nel contesto più generale di un'isola, la Sicilia, trasformata in una colonia da sfruttare ed in una pattumiera multirazziale, enorme ricettacolo di qualsiasi tipo di rifiuti, anche quelli per così dire, dal volto formalmente istituzionale.
Le ultime allarmanti e gravissime novità? In questi ultimi mesi, ed il ministro degli Esteri Alfano, agrigentino, non si sta accorgendo dell'ultimo micidiale regalo che sta facendo alla sua provincia agrigentina: migliaia di immigrati in mezzo ai quali, come detto, si nascondono degli incalliti delinquenti e dei pericolosissimi terroristi che, quotidianamente, arrivano ormai del tutto indisturbati, direttamente sul bagnasciuga delle spiagge agrigentine, sfuggendo a qualsiasi controllo ed identificazione!
Di questo fenomeno, ai media nazionali, è stato imposto di non parlarne, per nascondere non tanto la polvere, ma in questo caso i migranti sotto il tappeto, una tappeto di ipocrisie e di falsità !
La gente ha giustamente paura, è terrorizzata e chiede, inutilmente, aiuto allo Stato che, finora, assiste inerme a quella che ormai a molti sembra un'occupazione militare.
Coloro i quali sbarcano, come abbiamo avuto modo di sottolineare in questi giorni, indossano anche delle magliette nere con l'effigie di simboli che richiamano il terrorismo di radice islamica. Si tratta di giovani che si scambiano tra di loro mazzette di banconote e degli strani pacchi, pieni non si sa di che cosa.
Le Forze dell'Ordine da qualche mese assistono, senza ancora intervenire, a questi sbarchi clandestini ed anonimi.
Ci risulta anzi che i responsabili provinciali dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica della provincia di Agrigento si sono rifiutati di rilasciare un'intervista ad una giornalista della RAI, del TG 2.
Noi agrigentini vogliamo sapere cosa sta succedendo, siamo seriamente preoccupati, anzi oserei dire veramente terrorizzati!
Si tratta di una vera e propria invasione che dura da mesi e nessuno interviene.
Ci rivolgiamo al Ministro dell'Interno, Marco Minniti, perché intervenga su questa ultima scandalosa vicenda degli sbarchi-fantasma, ma anche riguardo alla gestione illegale del centro di accoglienza per immigrati di Lampedusa, i cui servizi per qualche decina di milioni di euro sono stati affidati senza celebrare alcuna gara d'appalto. Su questa vicenda c'è giacente, dentro gli uffici della Prefettura agrigentina, una richiesta di chiarimenti da parte dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, risalente al 2015, a cui non sappiamo se sia stata data alcuna risposta.
Sempre nell'Agrigentino, sono stati affidati complessivamente più di 200 milioni di euro di appalti, senza celebrare gare d'appalto, come emerge ad esempio, se si spulciano soltanto alcuni dei decreti di affidamento dell'ATO AG 2, uno dei quali è a firma di Claudio Guarneri, già segretario provinciale del PDL di Alfano, quando il suo collega ministro era segretario nazionale del PDL. Il Guarneri ha firmato un affidamento in proroga dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, del valore di oltre 20 milioni di euro, nella qualità del dirigente della GE.S.A. S.p.A. di Agrigento. Si tratta di uno dei tanti affidamenti diretti ad un’associazione temporanea d’impresa, la cui capofila è la ditta ISEDA di Porto Empedocle. Il decreto in questione è il n° 47 del 28/12/2012. Ed ancora in un altro decreto, il n° 2 del 10/01/2013, l'ulteriore proroga di oltre 20 milioni di euro, la quinta per l'esattezza in 5 anni, è stata firmata dal commissario liquidatore della società, la Dott.ssa Teresa Restivo. Questo susseguirsi di anomale proroghe si protrae, nell’Agrigentino, dal 2009 ad oggi. Infatti è notizia di questi giorni che, nella città di Agrigento, sono stati riaffidati, ancora una volta attraverso una proroga di 2 anni, i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti sempre alla stessa società, la ISEDA, capofila di un'associazione temporanea d'impresa. La ISEDA, tra l’altro, è dal 1996 ad oggi che, a seguito di almeno una decina proroghe non proprio legittime continua, da 21 anni a questa parte, a gestire i servizi relativi alla la raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti, nella città di Agrigento, del valore di oltre 120 milioni di euro. Tali servizi, dal 2007, non contemplano peraltro, in maniera riteniamo anch'essa illegittima, l'effettuazione della raccolta differenziata dei rifiuti.
Caro ministro dell'Interno Minniti, anche la gestione di acqua e depuratori, una decina dei quali, da 2 anni a questa parte, sono stati sequestrati dalle Autorità Giudiziarie, risente dell'influenza del suo collega ministro Alfano che, fino allo scorso anno, come lei sa, occupava il suo posto.
La vogliamo informare che, da ministro dell'Interno, Alfano, ha omesso di rispondere a delle precise interrogazioni parlamentari, relative a queste gravissime situazioni fin qui evidenziate ed riguardanti tanto altro ancora, relative ad una provincia perennementesommersa dai rifiuti ed inondata dai liquami fognari non depurati. Di tali gestioni illegali, di acqua, depuratori e rifiuti, e delle relative conseguenze anche sotto il profilo igienico sanitario se ne sono occupate 2 Commissioni Parlamentari Nazionali d'Inchiesta. Quella che ha indagato sul ciclo dei rifiuti e dei reati ad esso correlati, presieduta dall'On. Alessandro Bratti e la Commissione Nazionale Antimafia, presieduta dall'on. Rosy Bindi. Tali fatti sono peraltro emersi nel corso della visita risalente allo scorso anno, proprio della Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia, presso la Prefettura di Agrigento.
In quell'occasione emergeva un quadro preoccupante rispetto alla gestione della stessa Prefettura, praticamente alla mercé del suo collega Alfano, oggi Ministro degli Esteri e che ha nominato, a dicembre 2013, quale prefetto della Città dei Templi, il pugliese Nicola Diomede. Il Diomede dovrebbe conoscere benissimo la realtà agrigentina, visto che, prima di essere nominato prefetto, ha ricoperto per oltre 20 anni numerosi incarichi dirigenziali, presso la Prefettura agrigentina. A maggio del 2013, 7 mesi prima di nominarlo prefetto, il ministro Alfano ha messo per così dire alla prova il Diomede, nominandolo capo della sua segreteria politica.
Tra un prefetto e l’altro, nel frattempo, cosa succede presso la Prefettura agrigentina?
Per 3 anni consecutivi, ad esempio, quando essa era retta dalla dott. ssa Francesca Ferrandino, oggi prefetto a Messina, si è lasciato operare, senza certificazione antimafia Girgenti Acque, la società di gestione dei servizi idrici e fognari agrigentini, del valore complessivo di 1 miliardo di euro.
Da premettere che l'azionista di maggioranza, nonché legale rappresentante di questa società, Marco Campione, oltre ad essere un pregiudicato per reati contro la Pubblica Amministrazione, continua a gestire il servizio idrico integrato in 27 comuni agrigentini. Egli senza che alcun organo di controllo amministrativo ha mai elevato una sanzione nei suoi confronti, continua ancora oggi a reiterare una serie di reati di truffa, falso ed inquinamento ambientale, per i quali è sotto processo presso 2 tribunali, quello di Agrigento e quello di Sciacca.
Si tratta di una serie di processi penali che riguardano, non solo il Campione ma anche altri componenti del consiglio di amministrazione da lui presieduto, oltre che tecnici e dirigenti, anche quelli che avrebbero dovuto controllare, per conto dell'ATO idrico di Agrigento, la corretta e legale gestione di questi servizi pubblici.
Riteniamo che oltre alla Regione ed all'ATO idrico, tale società avrebbe dovuto essere da tempo sottoposta al controllo di legalità da parte della Prefettura, in ordine anche e non solo all'applicazione di una serie di norme relative alla legislazione antimafia, ma se non altro per fare osservare una lunga serie di obblighi contrattuali, fin qui disattesi, da almeno 6 anni a questa parte. Oltretutto, come evidenziato anche dall'Autorità Nazionale Anticorruzione, in più di un suo pronunciamento ufficiale, in casi del genere, considerato che Marco Campione, azionista di maggioranza e legale rappresentante della società che gestisce tali servizi pubblici, è stato condannato in via definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione, probabilmente avrebbe dovuto essere destituito proprio da parte della Prefettura agrigentina, già alcuni anni fa!
Su questa delicata vicenda, ma anche riguardo all'illegale gestione dei rifiuti nell'Agrigentino, sono state presentate inoltre delle interrogazioni parlamentari, nel 2013 e nel 2015, indirizzate a tutto il Governo Nazionale ed in modo particolare al ministro Alfano, quali quella del senatore dei 5 Stelle Mario Michelle Giarrusso e del suo gruppo parlamentare.
A nessuna di queste interrogazioni è stata mai data una risposta, né da parte della Prefettura di Agrigento, né da parte della Regione Siciliana, che ha poteri di controllo in materia di gestione dei servizi pubblici locali, e né tanto meno da parte del già ministro dell'Interno, oggi ministro degli Esteri, l'agrigentino Angelino Alfano.
Salvatore Petrotto

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