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lunedì 27 novembre 2017

La Vigilanza bancaria della Banca d'Italia s'inceppa dinanzi a quel falò ispettivo della cultura di Via Nazionale,91. le 'sofferenze bancarie': quelle occulte che i segugi dell'Ispettorato s'inebriano nel rinvenirle valutarle e stabilirne come in una palla di vetro le previsioni di perdita. E ciò non tanto per una sorta di inquietante gioco ma per farne base per la liquidazione fallimentare della banca inquisita e dei creditori beccati con le mani in questo indefinibile sacco delle 'sofferenze' nascoste ai superiori organi di vigilanza: BI e Consob.
Già, cosa sono le sofferenze secondo la ingenua invenzione dalla Vigilanza sulle aziende di credito? Io non riuscii mai a saperlo e nel ventennio della mia attività ispettiva passavo ad altro se mi trovavo banche collabenti fra le mani. (dalla Fabbrocini, alla Banca Privata Finanziaria, alla Cassa di Risparmi (sic) di Livorno).
Lascio la Banca d'Italia nel 1981; forte era allora l'assillo di dare un contenuto più corposo a questo concetto, più da patologia medica che bancaria, dei crediti in sofferenza e dopo discussioni, pensamenti e ripensamenti si credette nel 2000 di poterli definire quali "crediti per il cui recupero sono state iniziate azioni giudiziali, nonché crediti vantati nei confronti di clienti che versano in gravi e non transitorie difficoltà economiche e finanziarie, tali da consigliare, per il rientro dell'esposizione, l'inizio di atti di rigore, anche se si soprassiede per motivi particolari".
Faccenda complessa che lasciata alla prudenza degli amministratori, nella visione però della valutazione subordinata al concetto della continuità dell'impresa, può avere una sua dignità logica e concreta, ma quando a stabilire lo stato di decozione di un credito interviene un estraneo quale un pur addottrinato ragazzotto del Servizio ispettivo della Banca d'Italia, a me vien la pelle d'oca.
Per di più neppure questa contorta disposizione che possiam leggere a pag. 314 dell'Appendice alla Relazione BI sul suo 94° esercizio (1987) ebbe lunga vita; mandata in soffitta la vecchia legge bancaria, disciplinato il bilancio secondo concezioni europeistiche estranee di sicuro alla nostra plurisecolare cultura ragionieristica, tutto diviene tranchant, ora apoditticamente: sono crediti in sofferenza, "i crediti in valore nominale nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) e in situazioni sostanzialmente equiparabili)." (v. Appendice BI - Bilancio anno 2000), pag. 128*).
E Visco come si sta compottando? Diversamente da Carli e da Fazio non è molto prolisso nellle sue Relazioni annuali. Noi cogliamo però uno spunto rivelatore del comportamento del suo ispettorato quanto al tema delle sofferenze, a pag. 122 della sua Relazione Annuale presentata il 26 maggio 2015. Eccolo: "Qualità dei crediti .... si è osservato un peggioramento dovuto al protrarsi della fase avversa del ciclo; vi ha contribuito, analogamente a quanto osservato in occasione di precedenti interventi ispettivi, il recepimento nei bilanci dei 15 maggiori intermediari - avvenuto simultaneamente - dei risultati della revisione delle qualità degli attivi (asset quality review AQR; cfr. Rapporto sulla stabilità finanziaria . 2. 2014).
Questo parlare inglese a me sa di astuzia peggiore del latinorum manzoniano, specie dopo Brexit. Affidate l'AQR agli anglomani della Vigilanza Ispettiva di via Nazionale 91 di concerto con i gatti soriani dipinti di rosso del celebrato Servizio Studi e vedrete subito finire in sofferenza De Benedetti Mazzamaglia, il padre di Renzi ed ora Bettega, Zonin. Lotto e tanti ricchi ladri di poveri in canna, a dire della cinquestellare vulgata. Ecco che davvero quella che per dirla con D'Alema è solo una crisi di liqidità divenire crisi di sistema. E sì, basta che un ragazzotto con vesti ispettive della BI metta in sofferenza un credito vistoso sol perché mostra qualche momento di difficoltà e quella valida e coraggiosa impresa finisce fra le sofferenze della Centrale dei Rischi e la via al fallimento si spalanca inesorabile.
Con ciò non posso dare ragione a Renzi: mi è antipatico. Ma il problema c'è ed è grosso. La soluzione? Possibile ma spetta al Parlamento non alla BCE: alla Camera e al Senato insomma non a Draghi oggi e domani forse ad un giurato nemico dell'Italia, nordeuropeo con i 'conti a posto'.
Calogero Taverna

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