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sabato 14 ottobre 2017

Lillo Taverna Me la rido un po'. Bando alle ipocrisie, anche alle mie. Il 'questore' Messana ha poco a che vedere con Racalmuto e forse men che meno con gli eredi di quel Luigi Messana benevolmente descritto dal fazioso storico di famiglia E.N. Messana . Stando a quel che viene vergato da pag. 202, codesto mastru Luiggi Missana era un 'borghese arricchito dell'ultimo '700 attraverso il commercio degli zolfi, la amministrazione del conte [qui un grosso strafalcione storico] che tenne per molti anni , e l'esazione, più tardi, della tassa del macinato'- [Oddio che si lascia scappare lu zzi Geniu?]. Codesto Luiggi Ggeniu non ci dice quando è nato. Noi ne sappiamo la data e la paternità e con la paternità l'origine racalmutese sprisce. Insomma la vogliamo smettere con tutti codesti don e donna. Io conosco una sola vera romana DONNA: Donna Giovanna Messana. Scendo al livello dei pettegolzzi dei nobili galantuomini racalmutesi? Forre ma mai arriverò alle sardoniche alture di Leonardo Sciascia: " Don Ferdinando Trupia salta su dal dvano - ho settant'anni, ma una bella donna la sento da qui alla chiesa del carmine... l'altro giorno, a Palermo, sapete che mi disse una donna? Tu meglio di un giovane di vent'anni sei, mi disse, non è una cosa normale ... Pare anche a me che non è cosa normale, propro voglio andarci, i nervi sono. Il barone Lascuda leva gli occhi dal giornale ... ed io che dovrei fare? Chiudermi tra quattro mura e non uscire più di casa, questo dovrei fare ...Etc. Etc." E giù botte contro don Ferdinando, contro il Barone Lascuda, Al Circolo Unione di cui sono eretico socio c'è ancora una lucidissima memoria storica. Cadono le vesti onomastiche, si fanno nomi e cognomi veri, e si integrano con le peggiori cose le reticenze di Nardu Sciascia, Ettore Messana non fece mai parte di quel Circolo, le scuole le fece a Palermo, si laureò davvero. Sua madre era tutt'altro che racalmutese, La moglie neanche. Mi sono intestardito a farlo racalmutese. Ma Ettore Giusepep Tancredi Messana del becero minchionismo racalmutese non ha nulla. E statene certi che non si portava a letto le cugine. Aveva di meglio.
GP CACCIATO -- sopra 'onirico ripudio della sulfurea Racalmuto. Sotto idillio, (Collezione privata di Lillo Mulé)



Lillo Taverna
Gentilissimo professore Casarrubea,
La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici.
Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.
A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-
Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici.
La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
7 novembre 2014
Lillo Taverna
07/11/2014 22:31
Lillo Taverna
Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.
Lillo Taverna
07/11/2014 22:51
Lillo Taverna
Lillo Taverna
07/11/2014 22:52
Lillo Taverna
L'ispettore generale di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi. Altro che stagista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto questo. Documentato.
9 novembre 2014
Lillo Taverna
09/11/2014 21:53
Lillo Taverna
16/03/2016 17:32
Postato da Blogger su Contra Omnia Racalmuto il 6/17/2014 07:06:00 PM «Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue.
Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura nemica e vincitrice che è assetata di vendetta.
Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”.
E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito.
I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna cognizione di causa.
Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”.
Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo.
Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra.
Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana.
Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.»
Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare.
2 novembre 2014
Lillo Taverna
02/11/2014 11:20
Lillo Taverna
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
2 novembre 2014
Lillo Taverna
02/11/2014 18:17
Lillo Taverna
Lillo Taverna
02/11/2014 18:17
Lillo Taverna
Sei riuscito a fotografare qualche documento? Ora che ti sei esposto, dovrai a mio parere, documentare. Qualche storico potrebbe appropriarsi delle tue notizie per scrivere un altro libro. O forse potrebbe avvalorare le tue ricerche e aiutarti a risolvere questo difficile problema.
Il mio giudizio? Sei l' "unico grande storico" dei nostri tempi. Pubblica un libro su questo caso. Il merito sarà tutto tuo.
3 minuti fa
Grazie, ma non voglio elogi. Non so che farmene ad 80 anni. Noi avevamo una controversa aperta su Ettore Messana. Può darsi al limite che tu avessi allora ragione. Io ti ho frastornata. Ma allora credevo di avere ragione, ed ora ancor di più. Scrive il Casarrubea nel libro citato (pag. 19): "Su tale persistenza ha giocato anche l'erronea pretesa che procedendo la storia per accumulazione, non si può mai sovvertire l'ordine delle conoscenze acquisite e che pertanto "i fatti torici sono immodificabili". Questa visione empiristica o lombrosiana è scorretta. [...] Nulla è pertanto modificabile del giudizio o della ricostruzione del passato, fino a quando nuove conoscenze, nuovi documenti non vengano ad aggiungersi al mosaico dei fatti, arricchendolo o modificandolo". Parole forse contraddittorie ma in definitiva accettabili. Solo che mi pare che a stabilire se vi sono "nuove conoscenze, nuovi documenti=, atti a sovvertire giudizi storici stratificati non può essere nessun altro se non lo "storico professionista", quello che avrebbe fatt su un periodo su taluni decorsi storici ricerche scientifiche. Nel caso di specie lo stesso Casarrubea. Non parliamo poi della Cernigoi: per lei nulla cambia, la sua è una verità immutabile. Certo che mi sto documentando, certo che faccio ritrarre fotocopie (domani subito all'EUR a far fare quelle foto), ma carissima non approderò a nulla: non faccio parte della consorteria degli storici patentati e a dirti la verità disdegno di farvi parte.
7 novembre 2014
Lillo Taverna
07/11/2014 14:35
Lillo Taverna
Gentilissimo professore Casarrubea,
La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici.
Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.
A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-
Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici.
La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
7 novembre 2014
Lillo Taverna
07/11/2014 22:31
Lillo Taverna
Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.
Lillo Taverna
07/11/2014 22:51
Lillo Taverna
Lillo Taverna
07/11/2014 22:52
Lillo Taverna
L'ispettore generale di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi. Altro che stagista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto questo. Documentato.
9 novembre 2014
Lillo Taverna
09/11/2014 21:53
Lillo Taverna
16/03/2016 17:35
La Nuova Alabarda
MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI?
Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi son...o oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che
"la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia".
Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:
"Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".
Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.
Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:
"Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".
Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).
Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.
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Lillo Taverna Ancor oggi posso leggere su FB tutta questa sfilza di insolenze che mi propina la "signorina" Cernigoi, che obiettivamente fa propaganda antitaliana supportando come verità assulute le nefandezze postbelliche del regime titino.
Oltre a questa bacheca, LA NUOVA ALABARDA, la dessa immette informaticamente il BLOG LANUOVAALABARDA il cui contatto suona la nuovaalabarda@gmail.com.
In FB, come può constatarsi, non è possibile contrapporre commenti a difesa o a rettifica. Quanto al blog, mi vedo minacciato insolentito diffidato a contattarmi perché sarebbe contatto personale e riservato della signorina Cernigoi.
Devo precisare che con il professore Casarrubea siamo venuti a chiarimenti esaustivi e civili come si addice a galantuomini della generosa terra di Sicilia. Laddove all'inizio ebbi a sbagliare con termini alquanto pesantucci, ho dovuto ammettere le mie colpe e chiedere scusa.
Con la signorina Cernigoi non solo non mi è possibile ogni civile chiarimento ma mi vedo insolentito, come ben si può constatare qui sopra, e minacciato di stalking (non so cosa sia), e di ricorso ai poteri inquisitori della polizia postale. Io, invero, non vedo l'ora che ciò faccia avendo strali al mio arco per ribaltare la frittata.
Ma devo stare attento qui ad usare il termine "strale" perché la goriziana signorina Cernigoi ha una sua molto personale convivenza con la lingua italiana. Per lei l'elegante ad allusivo termine "infilzare" come dire venire elegantemente e sapidamente "infilzati" o "contestati" è equivalente di "calci in culo" sornionissima espressione di Melchiorre Gerbino, personaggio da cui sono stellarmente lontano per cultura, per cifra etica e militanza politica.
Ora La Cernigoi mi dà del "fascista" sol perché metto i titini alla berlina: nebbie mentali femminili. Certo non sono né storico, né letterato, né pubblicista: so solo che la "storia" è "scienza sociale " e quindi deve tendere alla "avalutatività". In ogni caso la storia non "condanna" fa o tenta di fare "verità" in ordine ad un passato, senza ottundere l'obbiettività.
La costituzione della "provincia di Lubiana" va letta e capita sulla base di testi obbiettivi tipo quello del grande storico T. Sala.
In qualche altra parte , ma sempre qui sopra, la signorina Cernigoi, scandalizzata dal fatto che in Sicilia tanti miei amici anche a 80 anni mi chiamano Lillo anziché Calogero come registrato nell'ex convento delle clarisse a Racalmuto, mi vuol negare persino il piacere di tenere un blog: paturnie postmestruali. Sì, sono logorroico: lo ammetto.. E questo perché mi sono serviti fiumi di parole per rettificare la triplice calunnia di Li Causi avverso Ettore Messana.
sono un vetero comunista e tale resto. Avere propinato l'Ulivo è stata una devianza imperdonabile. Certo figlia dell'assurdo berlingueriano del compromesso storico. Tutto è stato compromesso anche l'onore. Renzi per me ha ragione. Se perde il PD (che ha già sonoramente perso) salta il sistema. Preciso che il sistema è già saltato. Ne avremo credo prova lampante il 5 novembre in Sicilia. Facciano tutte le leggi che vogliano, M5S è già il nuovo. Renzi si autoproclami 'candidato premier'; subirà lo schiaffo di essere il candidato di un aggregato politico che siì e no arriva terzo. Prima forza parlamentare sarà M5S. Se Di Maio non sa parlare e soffre di congiuntivite farà un corso accelerto alla CEPU e sarà anche plurilaureato. Giustianiano era folle, criminale, zotico e decismente incolto ma eccolo padre del diritto moderno di tutta l'umanità. Già "cesare fui ..." Calogero Taverna
[Contra Omnia Racalmuto] Vade retr!!!!




lun 11/07/2016, 17:43

Che io ami provocare redo che sia indubitabile. Mi vado a leggere di straforo una sapida nota dell'ex sindaco Petrotto che voleva fare le bucce al grande questore Messana,  racalmutese doc-  Petrotto non era ancora finito sotto la mannaia della Antimafia e quindi amava spararle grosse. Gli chiedo conto e ragione. Non sa che rispondermi. Si basava solo su un deturpante link di Casarrubea. Parto al contrattacco. Faccio una sventagliata di provocazioni. Colpisco nel segno una candida giornalista triestina la CERNIGOI. Teneva un blog LANUOVAALABARDA. Aveva trovato dei "pizzini" infamanti il Messana negli archivi di Trieste e credeva di poter fare il colpo grosso. Ne scrive. Scrive al Casarrubea. Costui coglie la palla al balzo e le spara grosse credendo di poter contare sulla sagacia archivista di codesta giornalista di sinistra e petulante.

Aggredita da me, ecco come la Cernigoi cerca di districarsi. Si limita insomma a ribadire che il nome del Messana l'aveva trovato nell'elenco dei vittoriosi Titini, ebbri di vendetta contro i propri connazionali come contro gli sconfitti italici.

Ma si dà il caso che l'archivio centrale dello Stato italiano è pieno di documentazione storica al riguardo. La richiesta titina di procedere come criminale di guerra contro il Messana  è di straforo e rientra in elenchi ricolmi di nomi non tutti precisi ( il caso del Messana) di fatto cervellotici, ridondanti di accuse inventate. Gli elenchi avverso italiani che avevano indossato la divisa militare in Slovenia, fittissimi. Vi finisce anche un parente del mio amico Salamone. Questi mi fa avere una copia di quell'elenco che riguardava il suo congiunto. Abominevole cosa.

Morì subito dopo la fine della guerra quel parente del mio amico favarese. Morì con tutti gli onori militari e civili. False le astiose e fazione accuse.  Come per il valente mio concittadino Ettore Messana, come ho potuto abbondantemente dimostrare. Lo reputavano responsabile dell'esecuzione di un loro capo partigiano. Messana si era sbracciato per fare inchieste serie obiettive e puntigliose. Un fascicolo di 72 veline fitte fitte all' ACS di Roma lo comprova. Alla Cernigoi tutto ciò era sfuggito. Casarrubea pur di dimostrare i suoi assunti accusatori non se ne curò.  Alle mie contestazioni il Casarrubea sbandò, sviò, scaricò la responsabilità sulla Cernigoi.

L'altro appiglio accusatorio la Cernigoi credette di averlo trovato nel pamphlet di uno strano poliziotto a nome Ricciardelli. Era rimasto neghittoso a Trieste. Cernigoi trova quel pamphlet
e ne fa il suo principale capo di accusa. Perché un questurino fascista della Politica  di stanza a Trieste ce l'avesse tanto con Messana che era stato accusato di non avere "'anino del fascista" è presto detto. Spiega il tutto il capo della Polizia Senise: vendette postume dei fascisti sparpagliatisi nelle vare questure d'Italia. E il Ricciardetti ora al riparo nell'internazionalità  di Trieste crede di potersi vendicare del suo ex capo Messana e stila un vituperoso attacco che però finì negli scaffali del locale archivio.
Faccende non tanto intricate ma miserevoli che la Cernigoi aveva il dovere di chiarire. Se ne è guardata bene e si  è messa a infangare il glorioso grande racalmutese ETTORE MESSANA.
Il grottesco direttore di Malgrado Tutto sembra tenerle bordone.
E poi ci voglion anche inciuciare. Bade retro!!!

Calogero Taverna







La Nuova Alabarda
20 giugno •
APPUNTI SU ETTORE MESSANA.
Ho ricevuto negli ultimi tempi alcuni messaggi da tale Lillo Taverna, che mi "accusa" di "essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana", del quale Taverna starebbe ricostruendo una biografia.
In effetti ho avuto modo di scrivere alcune note su questa persona, denunciata come criminale di guerra alle Nazioni unite, basandomi su documenti ufficiali dei quali ho indicato anche la collocazione archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria su questa persona.
Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.
Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 (Copia del rapporto originale in lingua inglese si trova nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551 Zbirka Kopij, škatla 98, pp. 1502-1505), lo accusa (sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione) di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”.
Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dottor Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre che furono condannati a pene minori.
Messana e gli altri furono anche accusati di avere creato false prove nel corso di una indagine da loro condotta, in conseguenza della quale 16 persone innocenti furono fucilate dopo la condanna comminata dal giudice Macis. Si tratta dell’indagine per l’attentato al ponte ferroviario di Prešerje del 15/12/41, per la quale indagine, come risulta da altri documenti della questura di Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri Raffaele Lombardi ed altri agenti e militi furono proposti per onorificenze e premi in denaro per la buona riuscita delle indagini relative: Messana ricevette come riconoscimento per il suo operato la “commenda dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro”.
Il 21/9/45 l’Alto Commissario Aggiunto per l’Epurazione di Roma inviò una nota al Prefetto di Trieste nella quale era segnalato il nome di Ettore Messana. Il Prefetto richiese un’indagine alla Polizia Civile del GMA (ricordiamo che all’epoca Trieste era amministrata da un Governo Militare Alleato e la polizia era organizzata sul modello anglosassone), il cui risultato è contenuto in una relazione datata 6/10/45 e firmata dall’ispettore Feliciano Ricciardelli della Divisione Criminale Investigativa, dalla quale citiamo alcuni passaggi.
“Il Messana era preceduto da pessima fama per le sue malefatte quale Questore di Lubiana. Si vociferava infatti che in quella città aveva infierito contro i perseguitati politici permettendo di usare dei mezzi brutali e inumani nei confronti di essi per indurli a fare delle rivelazioni (…) vi era anche (la voce, n.d.a.) che ordinava arresti di persone facoltose contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami da cui aveva ricavato lauti profitti.
Durante la sua permanenza a Trieste, ove rimase fino al giugno 1943, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto Ispettorato Speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.
Ma anche qui, così come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia, che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici (…)”. Questa relazione è conservata in Archivio di Stato di Trieste, fondo Prefettura gabinetto, b. 18. L’Ispettore Ricciardelli aveva già svolto servizio in polizia sotto il passato regime fascista ed era stato internato in Germania sotto l’accusato di favoreggiamento nei confronti di ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare.
A fronte di tutto ciò ci si aspetterebbe che Messana sia stato, se non condannato per quanto commesso sotto il fascismo, quantomeno “epurato” dalla Pubblica Sicurezza. Invece lo ritroviamo nell’immediato dopoguerra nella natia Sicilia, a dirigere, alle dipendenze dell’ex funzionario dell’OVRA a Zagabria, Ciro Verdiani, un “Ispettorato generale di PS per la Sicilia”, un “organo creato per la repressione della delinquenza associata, e specificamente per la repressione del banditismo che faceva capo a Giuliano (il “bandito” Salvatore Giuliano, n.d.a.)” (questa definizione è tratta dalla sentenza di Viterbo, emessa il 3 maggio 1952 dalla Corte d’assise di Viterbo, presieduta dal magistrato Gracco D’Agostino, in merito alla strage di Portella della Ginestra del 1/5/47). Per sapere come i due alti funzionari di PS svolsero il compito loro affidatogli, leggiamo alcuni stralci dalla sentenza emessa in merito alla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini di Giuliano spararono sulla folla che si era radunata per festeggiare il Primo maggio, uccidendo undici persone tra cui donne e bambini e ferendone molte altre.
“L’Ispettore Verdiani non esitò ad avere rapporti con il capo della mafia di Monreale, Ignazio Miceli, ed anche con lo stesso Giuliano, con cui si incontrò nella casetta campestre di un sospetto appartenente alla mafia, Giuseppe Marotta in territorio di Castelvetrano ed alla presenza di Gaspare Pisciotta, nonché dei mafiosi Miceli, zio e nipote, quest’ultimo cognato dell’imputato Remo Corrao, e dal mafioso Albano. E quel convegno si concluse con la raccomandazione fatta al capo della banda ed al luogotenente di essere dei bravi e buoni figlioli, perché egli si sarebbe adoperato presso il Procuratore Generale di Palermo, che era Pili Emanuele, onde Maria Lombardo madre del capo bandito, fosse ammessa alla libertà provvisoria. E l’attività dell’ispettore Verdiani non cessò più; poiché qualche giorno prima che Giuliano fosse soppresso, attraverso il mafioso Marotta pervenne o doveva a Giuliano pervenire una lettera con cui lo si metteva in guardia, facendogli intendere che Gaspare Pisciotta era entrato nell’orbita del Colonnello Luca (si tratta dell’ex generale dei Carabinieri Ugo Luca, che tra il 1949 e il 1950 coordinò l’uccisione di Giuliano in Sicilia”, già “uomo di fiducia personale di Mussolini”, come scrive Giuseppe Casarrubea in “Storia segreta della Sicilia”, Bompiani 2005) ed operava con costui contro Giuliano”.
Quanto a Messana leggiamo che “l’Ispettore Generale di PS Messana negò ed insistette nel negare di avere avuto confidente il Ferreri (Salvatore Ferreri, detto “fra Diavolo”, sarebbe stato infiltrato nella “banda” di Giuliano per farlo catturare; Ferreri sembra essere stato tra gli organizzatori degli attacchi contro i sindacalisti a Partinico del 1947; fu ucciso dai Carabinieri pochi giorni dopo il massacro di Portella della Ginestra), ma la negativa da lui opposta deve cadere di fronte all’affermazione del capitano dei Carabinieri Giallombardo, il quale ripetette (sic) in dibattimento che Ferreri fu ferito dai carabinieri presso Alcamo, ove avvenne il conflitto in cui restarono uccise quattro persone; e, ferito, il Ferreri stesso chiese di essere portato a Palermo, spiegando che era un agente segreto al servizio dell’Ispettorato e che doveva subito parlare col Messana”; Salvatore Ferreri era “conosciuto anche come Totò il palermitano, ma definito come pericoloso pregiudicato, appartenente alla banda Giuliano, già condannato in contumacia alla pena dell’ergastolo per omicidio consumato allo scopo di rapinare una vettura automobile”.
Verdiani morì a Roma nel 1952, e il suo “decesso fece in modo che il suo ruolo in quegli anni piano piano si dissolvesse sotto i riflettori”.
Per approfondire la questione dei rapporti tra la “banda” Giuliano, l’Ispettorato generale di Messanae Verdiani ed i servizi segreti statunitensi ed italiani, nonché sul riciclaggio da parte di questi di personale che aveva operato con la Decima Mas di Borghese, vi rimandiamo al citato studio di Casarrubea, “Storia segreta della Sicilia”.

I non fatevi intimorire
2 • 21 giugno alle ore 20.52
o
Rimuovi
La Nuova Alabarda certo che no!
1 • 22 giugno alle ore 8.34
Rimuovi
Valentino Roiatti I fascisti italiani in Slovenia hanno compiuto crimini inenarrabili. Basta chiedere ai loro storici ci racconteranno la verità. In ogni caso a Lubiana , meglio non parlare
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Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni accusatorie. Ne farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto segnalare copie dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla Cernigoi, ho commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal siciliano all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi della Polizia  Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate ho qui una prova provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le responsabilità. Ma forse ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria, signora. Se impapocchia cose di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin dei conti niente di grave; basta una semplice doverosa rettifica. dato che il suo dire sta danneggiando gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm.  san Lazzaro e San Maurizio (onorificenze meritatissime sulle quali signora ex goriziana lei non ha titolo alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI PS, dottore Ettore Messana da Racalmuto.
Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale, sarà tutt'altra musica.