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sabato 4 novembre 2017

Vinciguerra
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[Contra Omnia Racalmuto] Niente Azione Cattolica .. solo teatranti
 
gio 13/06/2013, 15:08

 Alle ore 10 del 29 giugno 1950, anno santo, si stinnichiava a panza ‘n terra il non ancora ventiquattrenne (gli anni li farà il 21 novembre) Alfonso Puma Pagliarello di Calogero (per tutti lu zzi Caliddru):adosso gli piombava un prolifico Spirito Santo nella fastosa cattedrale di Giurgenti. Officiava il principesco mons. Peruzzo (invero di bassa nordica famiglia). Bastò un veni creatar spiritus cantato invero da una apprezzata schola cantorum del vescovile seminario al suono di un organo imperioso ben suonato da padre Cucciara, e subitò fu Sacerdos secundum ordinem Melchisedech.  Insieme a lui Vincenzo Burgio, Andrea Cammilleri, Giuseppe Ciaccio, Sebastiano Gentile , Luigi Pellitteri, Michele Polizzi, Antonino Vinciguerra e Salvatore Volpe. Io a quella cerimonia c’ero e sia pure frastornato dalla mia labile memoria  posso arrogarmi il diritto di ragguagliare e testimoniare. Mi pare che vi fosse qualche altro, ma se l’annuario non li riporta più qualcosa sarà successo: la santa morte non è che risprmi preti e manoche in giovane età, ma purtroppo – per i fedeli – dopo ad Agrigento vi fu eretica area ed anche per quel divieto di non potersi sposare, tanti gà preti finirono mariti, al solo stato civile ‘sintende.  E per quelli che ricordo furono i migliori, quelli più colti  o che passavano per tali.

Padre Puma era stato un buon teologo ma non eccelso. Quello che aveva voglia di primeggiare, in contesa con padre Pirrera,  era il nostro padre Calogero Salvo, consacrato un anno prima, proteso – sembrava – ad alte cariche, ma per suoi smarrimenti nelle astuzie clericali, finì in depressione  funzionale, non fu manco monsignore, neppure parroco decente, alla fine solo rettore del Collegio e quandosi permise di stigmatizzare il mestiere della recente defunta Moana Pozzi si prese su Malgrado Tutto tante di quelle male parole da Fofu Sciè da restare esterrefatti.

Padre Puma venne subito requisito dall’arcigno Arciprete Casuccio , lo vedete qui longilineo serio ma sereno, dignitoso, diciamo altero. Se ne sta tra il nostro quasi liliale padre Puma e l’impagabile Giugiu di Falco, personaggio ancora vivo e vegeto per doverlo adulare oltre il decente in questa sede.

Padre Puma è qui in prossimità del natale del 1950. Dico questo perché questa che vedete nulla ha che fare con azioni cattoliche, con clericali assemblee, con vicende pentacostali: è solo la foto ricordo di un dramma tutto al maschile a titolo: ho ucciso mio figlio!

Insomma, mi dispiace prr il mio caro amico dottor Carmelo Rizzo, questa è solo una delle tante foto ricordo della filodrammatica a suo tempo potuta allignare properio nel teatrino della sacrestia della matrice, in occupazione di parte del giardino.  A quei tempi, al verde attrezzato non si badava.  Ed ovvio, l’arciprete Casuccio non era tipo da fare o da avere a che fare con dei teatranti sia pure dilettanti. Ma una presenza in una foto ricordo non la disdegnava come a fine anno scolastico in occasione della prima comunione.

A quella filodrammatica mi appiccicai pur io  magari  in veste da seminarista che però aveva ormai deciso di buttare alle ortiche la tonachina coi bottoni rossi anche per via di un cappellaccio a larghe falde che rendeva inesorabilmente ridicoli e che allontanava gli sguardi puritani fuori ma ardenti dentro delle ragazzine di allora che non erano quelle petturute e longilinee stanghe di adesso ma un qualche vezzo femmineo lo avevano: Ma neache noi maschietti a dire il vero potevano chiamarci in anteprima giovani “Fico”.

Eppure, io che ho sempre avuto il complesso della non avvenenza fisica a riguardarmi adesso non ero, a 16 anni, da buttar via: sto a fianco di un mio coetaneo, poi compagno di liceo al Pirandelo di Agrigento, Angelo Morreale. Angelo Morreale diverrà poi il marito di una bella nipote di padre Puma, ma allora manco a pensarci. Lo vi suole qui invecchiare con un pizzetto appiccicaticio che lo rende alquanto buffo ma era uno dei belli del paese, bene messo in carne e a confronto dei lilliput del luogo quasi un gigante. Io e lui siamo entrambi seduti e quindi non sfiguro.

Angelo Morreale.  diciamo che era un giano bifronte: frquentava ambienti parrinara ma non disdegnava di far comunella con la nuova jeunesse doré, quella dei Nestore Falletta,  Alfonso Scimé, Peppi Troisi, Carminu Piazza ed altri pochi, di professione “studenti”, figli di papà, come dire di soci del Circolo Unione, già protesi a verniciare di rosso (ma un rosso più che socialista, socialdemocratico) l’essere  già candidati alla crestomazia paesana. Succedendo ai vari Nalbone, Scimé, Alaimo, Sciascia, Fucà e quant’altri già potevano assidersi nelle poltrone del già lodato Circolo Unione.  A questa nuona schiatta di aristocratici social popolari si aggregava soprattutto il poliedrico Totò Marchese e il suo inseperabil amico Elia Avenia.  AngeloMoreale era della casta nobile a pieno titolo ma non ci disdegnava a noi parrinara.  Se mi si dice che c’era già aria di Azione Cattolica, rispondo: non ricordo.
Dal Vangelo secondo Marco (9,38-43.45.47-48)
 
Giovanni gli disse: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”. Ma Gesù disse: “Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare.
Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.
Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.
Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 
Il professore Gallo mi ha chiesto l'amicizia qui in questo arcano mondo informatico. Gliel'ho subito concessa. A prescindere: sono sceso da Roma per venire a votare a Racalmuto e voterò 100 passi e darò il mio voto di preferenza al prof. Gallo di cui apprezzo la militanza politica, la sua raffinata cultura la sua etica operativa. Vorrò dopo avere un contatto con lui, comunque vadano queste squinternate elezioni siciliane che vedono in lizza nemici storici della Sicilia, il lombardo Salvini, secessionista antisiciliano, il decotto Berlusconi di Arcore tacciato di grandissima evasione fiscale a vantaggio delle sue televisioni nordiste e mi riferisco in particolare ai suoi dividend washing che ebbi  a perseguire quando stavo nel Secit di Reviglio, e la virago materna più che fascista di Roma Meloni che non so come si concilierà lei a torto o a ragione nazionalista ad oltranza con il regionalismo sc separatista di Salvini. Spero che il prof. Gallo voglia conferire con me per vedere sin dove ho ragione dove sta il mio torto quando rivendico una politica creditizia siciliana che recuperi lo sbarco in Sicilia di tal Geronzi a credere alle sue confessioni a Mucchetti; quale politica del Turismo e delle correlate strutture Sala d'Ercole vorrà fare, magari con riferimento al 'particulare' dello sperpero di miliardi per non fare l'aeroporto a Racalmuto per non parlare dello Ponte sullo Stretto ed altro ancora; perché mai il gasdotto che tanto ci inquina non debba almeno corrispondere il canone di passaggio.
Rox Bersanelly A chi li vota...diarrea mista a tosse ...
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Gestire
Lillo Taverna Io son venuto in Sicilia proprio per votarli. Ancora la diarrea non mi viene. Però prendo la pillola, (non certo quella delle donne) e se non faccio l'imprudente con questi repentini cambi di temperatura la tosse non mi vien. Solo il voltastomaco se ascolto delle imbecillità. Si abbiano tutte le idee che si vogliano ma non si offenda in termini persino fecali quelli che non la pensano come noi!!!
ssimo Gianni, io sono venuto in Sicilia per votare. Il panorama è quello che è. Siamo nel vortice di una palingenesi radicalmente innovativa. Ai miei tempi sembrava che dovessero essere i 'capelloni' a stravolgere il mondo. Oggi neppure ce ne ricordiamo. Sono molto vecchio per additare vie salvifiche, assennate scelte politiche, vie rivoluzionarie magari non del tutto violente. I movimenti contestatari ci sono stati sempre e sempre ci saranno. Sono però il condimento spesso acidulo del teatrino della politica. Ma la politica è altro, è approdo di rovelli culturali sociali etici e persino religiosi. Non sarà A o B o C a stabilire il corso della storia, figurarsi a raddrizzarlo. Per fortuna alla base di tali sommovimenti politici c'è la ragione umana, nella quale ho fede inossidabile, è la crescita sociale è inarrestabile anche se noi chiusi nel nostro meschino rovello esistenziale individuale non ne percepiamo il senso o la direzione. Come stare in treno quando dall'altra parte si muove un convoglio in senso opposto e noi credano che siamo noi a partire. La mia lunga vita spesso al servizio dei poteri colti silenziosi ma operanti mi spinge a non disperare e soprattutto a non dar peso al mugugno anche disfattista anche corrucciato anche moralistico. Ogni regime negli sviluppi storici che spesso mi sono dilettato a studiare il diritto al mugugno dei popoli soggetti non l'hanno mai negato. E tanto più è scervellato, pazzo, falso tanto più fa loro comodo a questi poteri 'colti', che davvero fanno il mio predicato marxistico intellettuale collettivo, o la realtà pensata alla Hegel che diciamo Stato. 

giovedì 2 novembre 2017

ALBERO GENEALOGICO
di
GIUSEPPE TAVERNA
 
 
MicheleTaverna
et Gratia Barbacon.bus
terrae Gruttarum et habitatores huius terrae
Racalmuti, muore il 9.9.1700 a 32 anni: era
quindi nato nel 1668. Altri figli: Nicolò
Pietro Paolo nato il 10.9.1694 e Baldassare
nato il 6.5.1696.Fu sepolto nella Matrice,
assistito dal Riformato di S. Agostino
(S.Giuliano) P. Giovan Battista. L'Olio Santo
lo ricevette dall'arciprete d. Fabrizio
Signorino.
1)       
 
TAVERNA
 
 
MARIO ANTONINO
ex Michaele Taverna e Gratia Barba, nato il 2 aprile 1698(battezzato il 3) sposa il 29.9.1722 la controindicata Petrotto Santa
 
 
PETROTTO
 
 
SANTA
 
schetta di Nicolò e Maria Petrotto
D. Antonino Macaluso li sposa - Matr. 1722-1731 n. 56
                                                                
2)
 
 
TAVERNA
 
 
PIETRO
di Antonino e Santa Pitrotto, nato il 20.4.1738 (battezzato il 21),il 155.2.1756 sposa la controindicata Ricottone Biagia 
 
 
 
LA LICATA RICOTTONE
 
 
 
 
BLASIA
 
 
 
Raimondo e Santa Brucculeri
 
matrimoni 1751-1763 n. 127 - Arch. Matrice Racalmuto
3)
 
 
TAVERNA
 
 
ANTONINO
 
ex Petro et Blasia Ricottone, nato il 25.10.1761, muore a 41 anni il 6.1.1803, epoca della peste, e viene sepolto a S. Francesco - sposa Giovanna [trovare l'ato di matrimonio] attorno al 1780
4)
TAVERNA
LEONARDO
fu Antonino e la vivente Giovanna olim jugati, sposa il 17.7.1808
LAURICELLA
CONCETTA
fu Giovanni e Calogera Vizzini
Matrimoni 1797-1812 pag. 280
5)
 
TAVERNA
 
CALOGERO
nato nel 1809 ca.
sposa attorno il 1840, muore il 4.8.1879 a 70 anni. - SPOSA IL 20/9/1835 . VEDI N.° 652 (SPONSALI N.° 24)
 
ROSALIA
CARLINO
6)
TAVERNA
GIUSEPPE
di Calogero e Rosalia Carlino, nato il 15.10.1847 (pag. 380, n. 256 dei battesimi Matrice 1849-1850) sposa il 14.9.1873
 
 
CURTO
 
 
GIUSEPPA
 
 
di Leonardo e Anna Maria Carlino
Matrimoni 1864-1877 n.° 399- Sac. Salvatore Mantia interroga e sposa ...
 
7)
 
TAVERNA
 
CALOGERO
nato nel 1877 c.a, sposa attorno il 1907
morto nel 1717 in guerra (maggio 1717)
 
FALCI
 
GIOVANNA
8)
 
TAVERNA
 
GIUSEPPE
 
nato nel 1908, sposa nel 1932
 
 
SACCOMANDO
ROSA, fu Giacomo e Maria Concetta
La Rocca
9)
 
TAVERNA
 
 
GIACOMO
 
nato nel 1936, sposa nel 1967
 
DI MARCO
MARIA di Luigi e Rosetta La Rocca
10)
 
TAVERNA
 
 
GIUSEPPE
 
 
nato IL 25.12.1968