Un tempo così si piega verso di me l'ancor presidente del Circolo Unione. Ora può anche girarsi dall'altra parte tanto ha dalla sua un non nobile associato senza diploma alcuno che può permetersi dileggi getuuli e offensive divese del suo presiodente se mi trovo a salire in quel circolo che per ben due volte ho salvato dalla gogna.
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sabato 25 novembre 2017
i veri bastardi ladri,,,,,, che rubano la povera gente.
Veneto banca: da Bettega a Ferrarini e Lotto ecco la lista dei cento debitori
La Commissione parlamentare ha acquisito l'elenco dei clienti che tra il 2012 e il 2017 hanno creato un buco da 8 miliardi e 450 milioni
Mentre infuria il vulcanico alterco giudiziario in quel del Veneto, ecco che al mio paesino certi bravi ragazzi a cui voglio tanto bene, non aver dubbi e sparare sentenze. Finalmente hanno trovato 'i veri bastardi ladri ... che rubano [alla] povera gente. E chi difende questa povera gente? Per loro doveva essere Via Nazionale 91. Della Consob non san molto. E i malfattori chi sarebbero? Ma Bettega [proprio quello della Juve? Sì] e poi Ferrarini, e Lotto e giù a scorrere. Ma che ruberie avrebbero commesse? Se ho bene inteso, non avrebbero movimentato adeguatamente, secondo la moderna ideologia della vigilanza pridenziale, i sapientemente valutati e quindi deliberati rapporti creditizi, Insomma le esposizioni regolari sono finite fra gli incagli e quindi in sofferenza, Ma a dire di chi? Pare da parte di bravi ragazzotti che avrebbero preso il seguito ispettivo del mio dimorare allora al Santo Spirito.
E con ciò? Cosa grave , sarbbe stato consumato il reato di omessa segnalazione alla Vigilanza che di conseguenza ne sarebbe stata ostacolata. Da ridere! Per l'Etruria questa vaneggiante fattispecie penale è stata archiviata. Allora ciò che vale per Arezzo non vale per Vicenza? Boh! Questi giudici che quanto a cultura banacaria li ho sempre trovati carenti non si consultan più neppure fra loro? Da sogghignare poi se vera è l'altra accusa di avere impedito la vigilanza della Consob nei confronti si soggetti pur bancari che se non quotati in brsa sono normali società private; e queste devono rispettare diligentemente il codice civile . Anche se vi sono stati rabberciamenti nella impostazione dei bilanci, dovendoci sobbarcare alle incolte sopraffzaioni dela teutonica CE, resta pur sempre vigente l'art. 2.423 bis che vuole valutazione degli attivi secondo prudenza ma "nella prospettiva della continuazione dell'attività".
[Continuerò se e quando ne avrò voglia.]
i veri bastardi ladri,,,,,, che rubano la povera gente.
Veneto banca: da Bettega a Ferrarini e Lotto ecco la lista dei cento debitori
La Commissione parlamentare ha acquisito l'elenco dei clienti che tra il 2012 e il 2017 hanno creato un buco da 8 miliardi e 450 milioni
Mentre infuria il vulcanico alterco giudiziario in quel del Veneto, ecco che al mio paesino certi bravi ragazzi a cui voglio tanto bene, non aver dubbi e sparare sentenze. Finalmente hanno trovato 'i veri bastardi ladri ... che rubano [alla] povera gente. E chi difende questa povera gente? Per loro doveva essere Via Nazionale 91. Della Consob non san molto. E i malfattori chi sarebbero? Ma Bettega [proprio quello della Juve? Sì] e poi Ferrarini, e Lotto e giù a scorrere. Ma che ruberie avrebbero commesse? Se ho bene inteso, non avrebbero movimentato adeguatamente, secondo la moderna ideologia della vigilanza pridenziale, i sapientemente valutati e quindi deliberati rapporti creditizi, Insomma le esposizioni regolari sono finite fra gli incagli e quindi in sofferenza, Ma a dire di chi? Pare da parte di bravi ragazzotti che avrebbero preso il seguito ispettivo del mio dimorare allora al Santo Spirito.
E con ciò? Cosa grave , sarbbe stato consumato il reato di omessa segnalazione alla Vigilanza che di conseguenza ne sarebbe stata ostacolata. Da ridere! Per l'Etruria questa vaneggiante fattispecie penale è stata archiviata. Allora ciò che vale per Arezzo non vale per Vicenza? Boh! Questi giudici che quanto a cultura banacaria li ho sempre trovati carenti non si consultan più neppure fra loro? Da sogghignare poi se vera è l'altra accusa di avere impedito la vigilanza della Consob nei confronti si soggetti pur bancari che se non quotati in brsa sono normali società private; e queste devono rispettare diligentemente il codice civile . Anche se vi sono stati rabberciamenti nella impostazione dei bilanci, dovendoci sobbarcare alle incolte sopraffzaioni dela teutonica CE, resta pur sempre vigente l'art. 2.423 bis che vuole valutazione degli attivi secondo prudenza ma "nella prospettiva della continuazione dell'attività".
[Continuerò se e quando ne avrò voglia.]
giovedì 13 novembre 2014
Rintuzziamo le accuse di Ricciardelli a Messana che pervicacemente la CERNIGOI manine in FB del 20 giugno 2014 di LA NUONA ALABARDA. continuando a dileggiarmi
Rintuzziamo le accuse di Ricciardelli a Messana che pervicacemente la CERNIGOI manine in FB del 20 giugno 2014 di LA NUONA ALABARDA. continuando a dileggiarmi
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo un tempo riportato locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da addurre a lode omaggiante.
Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
E quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia. Nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi.
E quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca.
lunedì 12 settembre 2011
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
“Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro.”
Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti.”
Qui siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a metà del 1941 a Lubiana. Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in una lettera riportata dal grande studioso Sala, viene subito esautorato di fatto dall’esercito. Mussolini voleva una “guerra parallela” ma solo per dimostrare ai tedeschi come può esserci una “occupazione umanitaria”. Del resto a Lubiana vi esano molti coloni italiani e questi Mussolini voleva anche proteggere dalle barbarie teutoniche che erano ben note. In un primo momento, dicono gli storici seri, si cercò a Lubiana di impiantare industrie e attività economiche secondo le concezioni coloniali fasciste. Forse qualche apporto vi fu da parte del Messana. Ma è da escludere. Ove si eccettui forse l’avere comprato del legnami per farsi fare una “camera” per la quale nella famiglia Messana si vagheggia ancora, di quello che insinua il Ricciardelli non resta altro che il sospetto di una malevolenza di bassa cucina burocratica. E la Cernigoi vi corre dietro:
“Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.”
Insomma qui la colpa del Messana è solo quella di essere “amico” del commendatore Gueli ma il Messana “non riuscì ad effettuare operazioni di polizia degne di particolre rielievo”. Onore al merito ma no!? Ecco invece come pasticcia il Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
“Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito”
Quali elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza assoluta di ogni senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un poliziotto che misura la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di polizia, più o meno segreti.
Mi si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
“Si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.)
Che possiamo obiettare? Come fa il Ricciardelli ad affermare che “non c’era addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa dello stesso ufficio politico della Questura (ove pare che militasse proprio il Ricciardelli e quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto ”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e per i precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce l’ha. Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le carte riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti dell’Ufficio Politico della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti malefizi della politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto ci fa pensare che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per scrivere sotto ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte olezzo fascista.
Ma il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei. Il ministero non avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte persecuzione razziale se il Messana nel rappresentare la faccenda non si fosse sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento assolutorio.
Ma giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di censurabile contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la classica ripicca del subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di guerra dedito ai crimini contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale straniero o italico osò tanto.
Procediamo nelle accuse del Ricciardelli.
“Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione stessa.[3]”
Il Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa? Colpa grave? Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio Tamburini?
E per chiusura il denigratore subalterno, a forza di volere diffamare, finisce con testimoniare a favore proprio del Messana.
“Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4]
Che un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo copre di ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8 settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a Trieste, ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati quali il Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio” incappando in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere perseguito. Ed è certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più tragico: in quel biennio Messana non c’era alla questura di Trieste, Ricciardelli, invece, sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della “politica”. E’ l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il Messana che se ne torna a Roma pur di non collaborare con fascisti repubblichini e tedeschi dalla doppia esse. Ammirevole!
Ecco perché tempo fa avevamo scritto:
Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.
Giacomo Saccomando
Italy Births and Baptisms
Altre informazioni nel documento di Giacomo Saccomando
da Italy Births and Baptisms
Nome | Giacomo Saccomando | |||
Sesso | Male | |||
Data di nascita | 21 Sep 1860 | |||
Luogo di nascita | Naro, Agrigento, Italy | |||
Nome del padre | Calogero Saccomando | |||
Età del padre | 40y | |||
Nome della madre | Rosaria Corbo | |||
Età della madre | 33y |
Italy Births and Baptisms, 1806-1900
Numero di batch di indicizzazione | C74054-1 |
Origine del Sistema | Italy-EASy |
Numero di bobina di FamilySearch | 1546598 |
Numero identificativo di riferimento | 1546598 |
Come citare questo documento
"Italia Nati e Battesimi, 1806-1900," database, FamilySearch (https://familysearch.org/ark:/61903/1:1:XVBM-1JK : 8 December 2014), Giacomo Saccomando, ; citing Naro, Agrigento, Italy, reference 1546598; FHL microfilm 1,546,598.
Qui sotto uno scambio acidulo di colpi di spillo tra me e Malgrado Tutto di qualche tempo fa. Ora ben altre sono le mie armi polemiche contro tanti - e taluni di qualche peso - detrattori della fulgida figura del grande servitore dello Stato Ettore Giuseppe Tancredi Messana, racalmutese dal 1884.
Molto posso e dovrei contestare, precisare, ulteriormente suffragare a difesa del Messana; difesa che da un triennio perseguo non per mio uzzolo personale ma per amore della verità e per il rispetto che si deve ai validi servitori di questo Stato, qualunque sia stato il cangiante colore politico dei vari governi che si sono susseguiti.
Estrapolo intanto una risposta che Casarrubea quasi sul letto di morte avrebbe fornita a Malgrado Tutto.
- Giuseppe Casarrubea
- 1 dicembre 2014 a 19:16
- Parecchi documenti obbligano a sospendere un atto amministrativo-politico come quello di intitolare una strada a Messana: soprattutto quelli che riguardano le accuse presentate dalla Commissione delle Nazioni Unite, per crimini di guerra, nel 1945 e quegli altri che dimostrano con quanto rigore Messana, allora questore di Lubiana, organizzò le deportazioni dei partigiani jugoslavi e delle loro famiglie in Italia e in Croazia, nel 1941-1942.
Sorniona e in qualche modo gesuitica risposta: sulla scia di un irruente comizio del Li Causi, molto aveva battagliato il Casarrubea per dar corpo peso e dileggio avverso Messana e cioè Messana stragista di Stato nel 1919 a Riesi, Messana criminale di guerra a Lubiana, Messana capo del banditismo (bontà sua 'politico') nella Palermo di Turi Giuliano.
Qui il Casarrubea taglia le ali alle accuse sue abituali e si aggrappa alla faccenda giuliana del Messana. Insomma, ormai sconfitto in sede giudiziaria (v. querela di diffamazione intentatoali dal generale Giallombardo) e disorientato dalla documentazione che gli propinavo con la solita mia 'naleducazione', al povero Casarrubea non restava altro che scaricare la malandrineria diffamatoria verso Messana sulla incauta e impacciata Cernigoi. Era stata questa infatti a fare apparire come cosa seria le infami postulazioni titine di massiccia condanna per crimini di guerra a tutti quegli italiani che erano stati mandati a Lubiana per mantenervi l'ordine pubblico, dai funzionari di questura ai militari di Roatta a tutti i giudici dei vari tribunali di allora, ivi compreso l'eroe di guerra il dott. Salamone di Favara. Mossa spavalda e finita nel nulla a Roma che ebbe a fare indagini serie.
Contestai il Casarrubea per questa sua sortita su Malgrado Tutto. Ormai prossimo a morire mostrò titubanze e quasi ripensato ravvedimento, non mancando d riconoscere la mia valentia nella caparbia mia ricerca storica.
Stiamo scrivendo a iosa, persino nell'ANPI di Palermo ove stazionano anche amici di Tanu Savatteri, a inconfutabile scagionamento del Messana. E a queste miei accertamenti della verità qui rinvio.
Calogero Taverna.
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A tutti capita di scatasciare, poco male! Capita pure al direttore di Malgrado Tutto. E' perentorio: se qualcuno osa dire bugie [che siamo in chiesa] io lo chiamo in tribunale. E se le "bugie" le dice Terrana e mi dovessero riguardare, cosa debbo fare io? Non si preoccupi Egidio: io mi ci faccio una risata.Poi magari ricambio [e pesantemente].
In questo articolo di Malgrado Tutto del 1° dicembre 2014, vengo fatto oggetto di menzogne, derisioni, infamie ed altro ancora. Comincio col dire che l'articolo che si attribuisce alla REDAZIONE è una "bugia". Sbaglio se dico che è stato scritto e solo da mio cugino Gigi Restivo?
Io ne sono convinto e se posso un sassolino dalla scarpa me lo tolgo. Non se ne adonti Gigi: chi la fa l'aspetti.
Mi si dirà: ma ci pensi ora? Purtroppo l'avevo intravisto, indispettito manco l'avevo letto. Poi non mi riuscì più di rintracciarlo. Non sono bravo nella tecnica archivistica di Malgrado Tutto. Stasera ci sono riuscito ed eccomi qua, a tentare una legittima difesa. Io ancora non ho chiesto di intestare una via a Ettore Messana. non l'ho ancora fatto perché la nipote non vuole. Ha troppa disistima di codesti pseudo giornalisti che per infangare il nome prestigiosissimo di Ettore Messana mi rubano le foto che la nipote mi ha accordato solo a maggior gloria di suo nonno. Bugia la mia signor Terrana? Mi chiami in tribunale.
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gio 19/03/2015, 22:30
Te
A tutti capita di scatasciare, poco male! Capita pure al direttore di Malgrado Tutto. E' perentorio: se qualcuno osa dire bugie [che siamo in chiesa] io lo chiamo in tribunale. E se le "bugie" le dice Terrana e mi dovessero riguardare, cosa debbo fare io? Non si preoccupi Egidio: io mi ci faccio una risata.Poi magari ricambio [e pesantemente].
In questo articolo di Malgrado Tutto del 1° dicembre 2014, vengo fatto oggetto di menzogne, derisioni, infamie ed altro ancora. Comincio col dire che l'articolo che si attribuisce alla REDAZIONE è una "bugia". Sbaglio se dico che è stato scritto e solo da mio cugino Gigi Restivo?
Io ne sono convinto e se posso un sassolino dalla scarpa me lo tolgo. Non se ne adonti Gigi: chi la fa l'aspetti.
Mi si dirà: ma ci pensi ora? Purtroppo l'avevo intravisto, indispettito manco l'avevo letto. Poi non mi riuscì più di rintracciarlo. Non sono bravo nella tecnica archivistica di Malgrado Tutto. Stasera ci sono riuscito ed eccomi qua, a tentare una legittima difesa. Io ancora non ho chiesto di intestare una via a Ettore Messana. non l'ho ancora fatto perché la nipote non vuole. Ha troppa disistima di codesti pseudo giornalisti che per infangare il nome prestigiosissimo di Ettore Messana mi rubano le foto che la nipote mi ha accordato solo a maggior gloria di suo nonno. Bugia la mia signor Terrana? Mi chiami in tribunale.
Si può dedicare una strada a quest’uomo? Le carte sul ruolo del questore Messana nella strage di Riesi
di Redazione | 1 dicembre 2014
RICOSTRUZIONI. L’eccidio di Riesi: 8 ottobre 1919. I contadini tentano di occupare un feudo, si radunano in piazza, ma vengono fatti bersaglio della mitragliatrice dei soldati. Tredici contadini uccisi, un militare ferito. Quell’azione era guidata dall’allora vicecommissario Ettore Messana, originario di Racalmuto. Lo studioso di storia locale Calogero Taverna chiede che Racalmuto gli intitoli una via. Le carte dell’inchiesta ufficiale, pubblicate per la prima volta da Malgrado tutto, spiegano perchè non si può dedicare una strada a quel funzionario di polizia
La storia è antica, ma molto semplice. Uno studioso di storia locale, Calogero Taverna, appassionato delle vicende di Racalmuto alle quali dedica molto impegno, da qualche tempo ha deciso di riabilitare la figura del questore Ettore Messana, ingaggiando polemiche con chi si permette di sollevare ombre sul passato di questo funzionario di polizia che, da molti storici, è dipinto a luci e ombre.Ettore Messana, nato nel 1888, cominciò come commissario in Sicilia, in seguito diventò questore di Lubiana, nei territori occupati dal fascismo, fu trasferito quindi a Trieste. Ricompare nel dopoguerra in Sicilia, a capo dell’Ispettorato generale di pubblica sicurezza incaricato di dare la caccia ai banditi e in particolare a contrastare le azioni della banda di Salvatore Giuliano. In questi passaggi, gli storici hanno sottolineato alcuni comportamenti ambigui, ancora oggi oggetto di studi che riguardano lo stesso Messana e molti altri suoi colleghi dirigenti di polizia che attraversarono il periodo fascista per approdare poi alla Repubblica. Lo storico palermitano Vittorio Coco sta proprio approfondendo il ruolo degli apparati di pubblica sicurezza tra fascismo e dopoguerra.
E proprio a Vittorio Coco dobbiamo la cortesia di averci fornito alcune pagine tratte dal fascicolo di Ettore Messana, nelle quali il capo dell’Ispettorato regionale di Pubblica Sicurezza, commendatore Traina, viene inviato a Riesi dopo la strage dell’8 ottobre 1919 (nella quale restarono uccisi tredici contadini che protestavano) per accertare i comportamenti dell’allora vice commissario Ettore Messana, dei soldati e della truppa che sparò contro la folla di contadini. Il giudizio disciplinare su Messana è abbastanza severo. E dovrebbe bastare quest’inchiesta a convincere lo stesso Calogero Taverna che è impossibile, al momento, dedicare una strada o una piazza di Racalmuto al nome di questo funzionario di polizia considerato, dai suoi superiori dell’epoca, responsabile di avere tenuto dei comportamenti che provocarono la strage.
ECCO IL TESTO DEL RAPPORTO
[Dalla scrittura si evince che il rapporto probabilmente fu trasmesso per telegramma]
Ministero dell’interno – Direzione generale della Pubblica Sicurezza – Roma, 17 ottobre 1919
Per notizia di codesta On. Divisione si comunica quella parte dei rapporti ricevuti dall’Ispettore Generale della P.S. Comm. Trani inviato per un’inchiesta a Riesi (Caltanissetta) che si riferisce al contegno tenuto dal Vice Commissario Messana Ettore in occasione dell’agitazione agraria scoppiata in detto Comune e del conflitto avvenuto colà l’8 ottobre.
“Questi contadini divisi in tre associazioni non hanno partecipato tutti agitazione iniziata sostenuta dalla lega agricola nella quale predominano pochi socialisti ufficiali. Solo primi mesi corrente anno agitatore Butera Giuseppe riuscì costituire lega sfruttando credenza Comune fra reduci di guerra che ritengono debba essere concessa terra. Propaganda negli ultimi tempi assunse forme rivoluzionarie cercando spingere avanti contadini atti violenza inscenando sciopero agrario con promessa che terre lasciate incolte sarebbero state cedute contadini giusta decreto prefettizio 15 settembre circa obbligatorietà coltivazione cereali.
Contro azione dirigenti lega svolgeva sua opera Vice Commissario Messana Ettore venuto qui missione da Mussomeli credendosi incoraggiato telegrammi Prefetto Sottoprefetto che chiedevano provvedesse energicamente perchè libertà lavoro fosse tutelata venisse impedita qualsiasi violenza procedendo norma Legge.
Però Prefetto a richiesta rinforzi telegrafava che ne inviava limitatamente con due mitragliatrici utili scopo intimidazione impressione aggiungendo doversene avvalere caso assoluta legittima difesa dopo esauriti mezzi ordinari caso impossibile in quanto avrebbe sempre inviato funzionari forze.
Azione Vice Commissario P.S. si rivelò con arresto segretario lega Butera Giuseppe con altri nove leghisti denunciati con altri sette tutti per istigazione delinquere violenza privata attentati libertà lavoro. Arresto produsse stasi agitazione ma mattina 7 corrente giunse inviato partito socialista Angeletti Alfredo che con violenza linguaggio propositi spinse contadini organizzati attuare occupazione terre e mattina 8 corrente guidò massa oltre mille contadini montati cavallo alcuni armati fucili con bandiera rossa in testa ad impadronirsi terre feudo Palladio.
Vice Commissario con forza disponibile in tutto 48 e con le due mitragliatrici si recò campagna ed intimò contadini riuniti sgombero feudo cosa che ottenne. Contadini che avevano circondato fabbricato ove trovavasi Gabbellotto si diressero paese riunendosi piazza centrale per sentirvi discorso dell ‘Angeletti. Sopraggiunse Vice Commissario con forza e fece intimazioni scioglimento assembramento. Lo Angeletti alle intimazioni interruppe discorso avvicinandosi Vice Commissario richiedendolo di fargli finire discorso ma Vice Commissario insistette sul dovere di sciogliersi ed allora Angeletti chiese che avesse ritirato forza che anche assembrati si sarebbero allontanati che diversamente avrebbe dato luogo eccidio.
Vice Commissario visto che la forza stava per essere accerchiata dispose venisse ritirata ma intanto dalla folla partivano colpi sassi che contunsero due soldati e quattro colpi rivoltella uno dei quali ferì soldato Jannanone che alla sua volta cominciò a sparare contro gli assembrati seguito in ciò dagli altri soldati. Intanto soldati incominciarono a sbandarsi per una via che dava alla campagna abbandonando due mitragliatrici alcuni fucili dandosi tutta fuga, affidandosi ognuno iniziativa individuale.
Azione ufficiali funzionario rivelatisi nulla appena iniziossi sbandamento truppa agenti forza pubblica.
Questa notte per misure prudenza saranno allontanati Vice Commissario P.S. e agenti e soldati con ufficiali che presero parte conflitto.
Da risultato indagini risulta agitazione contadini causa propaganda avvelenatrice ha assunto carattere di irriconcillabilità essendosi fatto credere potersi conseguire possesso terre. Però contadini pur ritenendo conseguire tale possesso terre non hanno preordinato alcun piano, e movimento scomposto poteva essere contenuto con trattative aspettando ritorno calma riflessione.
Azione Vice Commissario P.S. se trovava consenso proprietari gabellotti doveva apparire provocatrice facendo situare per alcuni giorni mitragliatrice sopra campanile di fronte locali lega resistenza senza alcuna immediata necessità.
Arresto segretario lega e nove soci non flagrante delitto furono ritenuti arbitrio polizia e dopo conflitto si è fatta circolare insinuazione che Vice Commissario P.S. sia stato comprato proprietari per tale azione. Azione contadini mattina 8 corrente si rivela remissiva in campagna e se in piazza vi fu chi sparò contro truppa nessuna manifestazione collettiva si ebbe da accertare propositi contro forza, Autorità, classi sociali. Scomposta fuga Vice Commissario P.S. forza pubblica ufficiali soldati non trova attenuanti contegno massa contadini popolazione che non commise eccessi di sorta, lasciado che soldato rimasto ferito in piazza si rialzasse si portasse propria abitazione di altro soldato ricoverasse e medicossi casa contadini ove fu bene accolto.
Nessuna manifestazione ostile fu fatta. Un vice brigadiere carabinieri venuto paese durante azione in piazza ai soldati e ufficiali rimasti in paese ai pubblici funzionari ad uffici pubblici ed ai cittadini. Gli uccisi furono collocati vicino chiesa furono fatti funerali senza alcun atto ostile verso alcuno, ciò che prova errate notizie fornite Vice Commissario P.S.”
3 Responses to Si può dedicare una strada a quest’uomo? Le carte sul ruolo del questore Messana nella strage di Riesi
- Carlo Barbieri1 dicembre 2014 a 18:31Per capire meglio vorrei chiedere a Calogero Taverna: se fosse chiamato a pronunciare un discorso in occasione della scopertura della targa della ipotetica nuova via, cosa direbbe?
- Giuseppe Casarrubea1 dicembre 2014 a 19:16Parecchi documenti obbligano a sospendere un atto amministrativo-politico come quello di intitolare una strada a Messana: soprattutto quelli che riguardano le accuse presentate dalla Commissione delle Nazioni Unite, per crimini di guerra, nel 1945 e quegli altri che dimostrano con quanto rigore Messana, allora questore di Lubiana, organizzò le deportazioni dei partigiani jugoslavi e delle loro famiglie in Italia e in Croazia, nel 1941-1942.
- Caalogero Taverna1 dicembre 2014 a 20:00Se Malgradotutto prima di accodarsi a denigratori della gloria paesana il comm.di San Maurizio e San Lazzaro Ettore Messana mi avesse consultato, GRATUITAMENTE avrei impedito siffatte scivolate di stile e di correttezza anche storica. I fatti veri furono altri e sono incontestabili. Un rapportino postumo magari sobillato da chi aveva interesse a sviare le gravissime responsabilità di autorità amiche vale poco se non lo si contestualizza,non se ne vede che fine avrebbe fatto e perché. Ho consultato tanta stampa coeva, tante relazioni, tanti documenti e posso affermare senza tema di smentita che nulla di quanto sopra corrisponde a verità storica. Non sono giornalista, non sono scrittore, non sono storico; sono solo un ex ispettore bancario e fiscale che era aduso a colloquiare con il dio ascoso in carte, documenti, elaborati e relazioni: solo che trattandosi spesso di banche correggevo: il dialogo è con il demone ascoso. Se la signora Giovanna Messana si deciderà a sporgere denuncia contro i denigratori disinformati di suo nonno, certo non mancherò di fornirle tutta la mia modesta assistenza. Solo un piccolissimo codicillo: non si scriva che si tratta del fascicolo personale di sua eccellenza l’ispettore generale di PS Ettore Messana- Quel fascicolo personale che io vado da tempo cercando è ancora top secret al Viminale e sono là poliziotti per divulgarne i segreti. All’ACS stanno i fascicoli personali versati nel 1973. Messana non c’è.