l2s+< nr64nc120
xk RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI !!!
xk ^Premessa^ !!!
Col trepido ricordo della mia prima giuvent— trascorsa a
Racalmuto, mi sono applicato alla decifrazione delle carte
d'archivio della Matrice, risalenti al XVI e XVII secolo.
Quando, giovanissimo, ho consultato per la prima volta gli
atti di battesimo e matrimoniali, ho potuto percorrere
all'indietro la mia ascendenza, per parte paterna, sino alle
soglie del XVIII secolo: il diligente archivio parrocchiale lo
consentiva. Dopo, lavoro e personali interessi mi hanno
portato lontano da quelle ricerche, rimanendomi solo vaghe
nostalgie e nebulose idee. !
In questi anni novanta, libero ormai dagli assilli di una
professione, ho potuto riannodare il discorso sulla
documentazione racalmutese conservata presso la Matrice di
Racalmuto, interrottosi circa mezzo secolo fa. !
Me lo ha consentito l'attuale Arciprete, don Alfonso PUMA.
Prete sensibile ed aperto alle cose della cultura, mi ha
accordato fiducia dandomi libero accesso ai delicati e
preziosi registri della lontana comunit… parrocchiale. Gli
sono profondamente grato e lo ringrazio con la stima di
sempre, sentendo pi— intensa l'antica amicizia che mi lega a
questo sacerdote, zelante nella sua missione eppure non chiuso
in fanatismi e pregiudizi. Se dalle mie ricerche qualche luce
verr… sugli eventi del passato racalmutese, all'Arciprete Puma
va dato il dovuto merito. Ne sottolineamo,
oltre alla riconosciuta bont… d'animo, una intelligenza, una
modernit… ed una disponibilit… culturale, che senza nulla
togliere alle prerogative del suo militante sacerdozio, lo
arricchiscono d'ascendente oltre i limiti dei fedeli e dei
parrocchiani. !!!
La collaborativa apertura di padre Puma ci ha messo in
condizione di studiare gli atti pi— antichi dell'archivio
parrocchiale, iniziando da un quinterno - cucito e non
rilegato - risalente al 1554. Vi abbiamo rintracciato 105 atti
di battesimo. Dovrebbero essere le pi— antiche trascrizioni
documentali della Matrice di Racalmuto. Partendo dalla
dodicesima indizione 'anticipata' - gli archivisti di
Racalmuto usavano il sistema 'greco' nella sua versione
originaria bizantina che faceva decorrere l'indizione dal 1ø
settembre -, il vetusto quinterno ci certifica dei battesimi
dei nostri antenati dall'8 di dicembre 1553 al 30 di agosto
1554. Mancano dunque i mesi di settembre, ottobre e novembre
del 1553. La media mensile dei battesimi di quell'anno si
attesta su quota undici: risultano assenti all'appello,
pertanto, 30-35 neo battezzati a mezzo del XVI secolo. !
Altri atti di battesimo di quel secolo possiamo ricavarli da
altri sparsi quinterni, del tipo di quello prima descritto:
liso e consunto il quinterno relativo al 1564, questo appare
pi— un resoconto contabile che un registro ecclesiastico dei
battesimi (eppure ci fornisce dati su battesimi solenni e su
quelli 'bassi': 2 tar i primi, 1,20 i secondi). Pi— completa
la raccolta relativa all'indizione del 1571 (4.a);
alquanto disordinata la documentazione riguardante l'indizione
del 1576 (9.a) e comunque limitata al periodo
(1.11.1575-28.5.1576); del pari monca la raccolta dei
battesimi relativi al 1584. La fascicolazione fatta di recente
(nel decennio del 1980) Š piuttosto superficiale e spesso
inattendibile (si ascrivono al 1564 atti che invece attengono
a dieci anni prima: al 1554). !!
Del tutto spurii e parziali appaiono due inserti documentali:
il primo ci conduce al 1750 ed in gradevole grafia ci attesta
di oltre 140 atti matrimoniali; il secondo, mancante di ogni
tipo di datazione, ha tutta l'aria di un censimento dei nuclei
familiari esistenti in Racalmuto. Parziale, anche questo, Š a
nostro avviso collocabile nel XVIII secolo. !!
Rilegato, ben tenuto e con un indice sia pure interrotto e
per ordine alfabetico dei nomi (anzichŠ dei cognomi), cos
appare a distanza di secoli un registro, che ci Š stato
agevole consultare; rubricato come 'stato di famiglia -
MATRIMONI 1582-1600', risulta invero una documentazione pi—
completa. Esordisce con un atto matrimoniale del 2 settembre
XI.a Indizione 1582 e si snoda diligentemente e con dovizia di
dati anagrafici lungo quasi un ventennio, sino appunto al 13
di agosto del 1600. In appendice, del tutto arbitrariamente, Š
accluso il conteggio economico dei funerali
(solenni e 'bassi': 5 tar e 10 i primi, appena un tar e 20 i
secondi) che si ebbero dal 4 ottobre del 1618 al 19 novembre
del 1620. !!
Rilegati in carta pecora, presa da chiss… quale precedente
documentazione, sono gli atti di morte che dal 3 settembre del
1664 ci conducono sino all'anno tremendo del colera che si
abbattŠ su Racalmuto nel 1672: la decima indizione, che per il
calcolo 'greco' della Matrice racalmutese va dal 1ø settembre
1671 al 31 agosto 1672, Š a ben ragione segnata dal locale
archivista 'amarissima e infaustissima'. Si pensi che sono
morti in un anno oltre 1200 racalmutesi, un quarto della
popolazione, quanti ne erano morti nei precedenti sette anni
che non erano certo tempi di lunga vita media. Il registro,
che di tanto in tanto reca chiose di notevole valore storico,
Š documento importantissimo per la ricostruzione di un secolo
di storia locale doloroso e sconvolgente. !!
Agli esordi di questo secolo vi fu un fiorire di ricerche
d'archivio presso il locale - e folto - clero. Mi si dice che
sacerdoti come il Cipolla - l'artefice di sfortunate
iniziative economiche e sociali - e don Gerlando di Falco, lo
stimato e prodigo restauratore della chiesa di san Giuseppe,
si accinsero ad una 'rubricazione' dei battezzati della
Racalmuto del '600 e successivi secoli. Una di queste rubriche
Š datata 10 marzo 1914. Dopo, il cataclisma della prima guerra
mondiale, avr… distolto da tali uzzoli archivistici. Noi
abbiamo avuto tra le mani una di queste rubriche e ne abbiamo
fatto la trasposizione nel 'computer'.
E ringraziamo anche di ci•
la benevola accondiscendenza dell'arciprete PUMA. !!!
In sintesi, sono quattro i nuclei documentali che, in prima
battuta, abbiamo potuto studiare. Affidandoci al 'Personal
Computer' - ad un programma LOTUS del 1988 - abbiamo seguito
passo passo l'opera degli archivisti di Racalmuto, sicuramente
sacerdoti del XVI e XVII secolo. L'imperio del Concilio di
Trento lascia il suo segno nel lontanissimo territorio di
Racalmuto. La cultura della Chiesa post-tridentina ci consente
oggi uno sguardo non meramente curioso su un mondo
- contadino, paesano, corrusco, talora sanguigno, in perenne
lotta con la morte, teso al sopravvivere pi— che al vivere -,
in un mondo che Š nostro perch‚ vissuto dai nostri antenati.
Cognomi, nomi, parentele, mestieri di oggi hanno echi
sorprendenti nei lisi registri di quei tempi che il locale
clero ci ha fatto pervenire, sull'onda - appunto - del
Concilio di Trento. !
La trascrizione in 'rubrica' dovuta a
preti del novecento (Cipolla
o Di Falco, poco importa) non Š manipolazione e vi Š assente
ogni adulterazione: non Š quindi spuria quell'opera e ci aiuta
nella ricostruzione del fluire demografico dei primi secoli
dell'epoca moderna della nostra antica terra di Racalmuto. !
I quattro momenti della nostra ricerca si snodano lungo l'arco
di due secoli: dalla prima met… del '500 fino alla prima met…
del '700. Sono spunti antologici che ci consentono di spaziare
dai ritmi della locale procreazione ai coaguli familiari delle
combinazioni matrimoniali, alle falcidie impetuose e spesso
impietose delle morti soffocatrici della vita in non tarda
et…. !
Non abbiamo analizzato con metodo ed esaustivamente
tutta la trafila documentale esistente presso l'archivio
parrochiale di Racalmuto; almeno per ora. Se ne avremo
tempo, lo faremo ben volentieri. Non ci dispiacerebbe per• di
avere tracciato un solco, dato l'avvio a ricerche pi—
pregevoli da parte di locali esperti. Speriamo! Per il
momento, le nostre risultanze si radicano nella seguente
serie di dati d'archivio: !
- 1) n. 5 quinterni alti, stretti ed a forma di
colonna relativi ai nati di Racalmuto
delle indizioni 12.a (1554); 7.a (1564); 14.a (1571); 4.a
(1576) e 12.a (1584). Come appendice, abbiamo unitamente
esaminato il quinterno relativo ai matrimoni celebrati nell'
1750 e lo stralcio del censimento ad opera del clero di
Racalmuto che pu• collocarsi nella prima met… del '700; !!
- 2) il registro degli atti a colonna singola che riporta i
matrimoni dal 1582 al 1600 nella prima parte e i rendiconti
dei funerali dal 1618 al 1620 nella seconda parte; !!
- 3) il registro dei morti dal 1664 al 1672: un ciclo di otto
anni di grande utilt… per studi statistici sulla vita media a
Racalmuto nello scorcio finale del secolo della peste; !!
- 4) la 'rubrica' redatta alla vigilia della prima guerra
mondiale dai giovani sacerdoti di Racalmuto per catalogare i
battezzati risultanti in archivio relativamente al periodo
1677-1686 ed a quello intercorrente tra il 1704 e il 1708. !!!!
LA NATALITA' NELLA RACALMUTO DEL XVI SECOLO. !!!!
Il Concilio di Trento si apre il 13 dicembre 1545, viene
sospeso nel 1552, e dopo varie vicissitudini si riapre nel
1562 per concludersi il 4 dicembre 1563. L'ordinamento del
clero e la disciplina degli archivi parrocchiali sono
collegabili alla parte finale del Concilio. Ma, in quel di
Racalmuto, il nostro clero sa persino anticipare i tempi: il
registro dei battesimi - il pi— antico che siamo riusciti a
reperire presso la Matrice - risale addirittura all'8 dicembre
del 1553. Pi— che di registro trattasi di un quinterno stretto
ed alto a mo' di colonna, purtroppo amputato dei primi fogli
che sono andati smarriti insieme alla memoria dei battezzati
dal 1ø settembre 1553 al 7 ottobre 1553. In base ai nostri
calcoli, oltre trentacinque nominativi dovevano essere stati
registrati in quel periodo. !
La formula adottata era la seguente: '' Die....xbris (per
dicembre) lu (e spesso: lo) figlio (per i maschietti) e la
figlia (per le bambine) di ...(nome del padre) e di...(cognome
del padre) nomine ....(nome del battezzato) li c¢pari (i
compari)..... la c¢mari ..... presti (vale per prete o
presbitero) ........''. Il ricorso a contrazioni, simboli ed
abbreviature non Š infrequente, specie quando trattasi di nomi
usuali (JO: per Giovanni; Vic. per Vincenzo, etc.). Il cognome
delle madrine viene spesso reso con curiosa forma al femminile
(la Terranova, la Casuccia, la Taverna, etc). L'intento Š
quello di servirsi del latino, ma l'intrusione di modi e
termini dialettali rende suggestiva la contaminazione: ci Š
dato leggere, ad esempio: 'si batizau'; 'Vartulu'; 'Lu
Bruttu'; 'Vurzillinu'; 'Jugnettu' (per Luglio); etc.) !
Correva il 6 agosto del 1554 e la calura estiva doveva essere,
come di consueto, pesantissima. L'archivista doveva forse
essere lo stesso sacerdote ufficiante il battesimo. Se
cos, stava nella chiesa madre il sacerdote don Lisi Lombardo.
Alla bambina da battezzare veniva imposto il nome di
'Catrinella'. Se ne dichiarava padre 'mastro Antonino
Petruzzella'. Forse per la 'berretta' che portava, forse per
la barba a pizzo, ma pi— verosimilmente per certi carogneschi
sospetti sulla partenit…, l'annoiato archivista agghindava
'mastro' Antonino con uno schizzo caricaturale dalla
ammiccante 'aureola'. Un messaggio o solo un riempitivo dovuto
alla noia estiva dell'amanuense? Dopo oltre quattro
secoli qualche eco giunge a noi e noi l'affidiamo a queste
note non prive di un intento burlesco simile a quello che
sospettiamo nel prete racalmutese del '500. !!!!
Non crediamo che vi siano documenti - almeno tra quelli sinora
noti - che diano generalit… di nostri antenati risalenti a
prima del 1554. Nelle registrazioni religiose della Matrice
abbiamo, invece, il primo lungo elenco di racalmutesi. Molti
dei ceppi attuali vi hanno sorprendente riscontro. Famiglie,
oggi note e numerose, vi possono ricercare le loro antiche
origini. Gli AGRO'; gli ALAIMO; gli ALFANO; gli ACQUISTA; gli
ARNONI; gli AVARELLO; gli ARRIGO; i BARBERI; i BURSELLINO; i
CAPITANO; i CARLINO; i CASTRONOVO; i CINCOMANI; i COLLURA; i
CURTO; i FALLETTA; i FERLISI; i GARLISI; i GIANCANI; i GIGLIA;
i GRACI; i GRILLO; i GUELI; i GULPI (poi VOLPE); i LA LICATA e
l'equivalente ceppo dei LICATA; i LA MANTIA; i LA ROCCA; i
LIONE (un Mariano LIONE inteso come INFERNO, figlio di
Girolamo Š anzi il primo della lista essendo stato battezzato
l' 8 dicembre del 1553); i MACALUSO; i MILAZZO; i MULE'; i
MURRIALI; i PIRRERA; i PITRUZZELLA; i PUMA; i ROMANO; i SALVO;
i SANFILIPPO; gli SCIASCIA; gli SFERRAZZA (o SFIRAZZA); sono
costoro i casati pi— antichi e ricorrenti di Racalmuto nelle
carte del 1554. Sposati e fertili hanno bambini da battezzare
tra l'otto dicembre del 1553 e il '30 di agustu' del 1554. In
quel torno di tempo ci imbattiamo in tre cappellani che
benedicono il battesimo: don Vincenzo Colichia, padre Dionisi
Lumbardo e don Antonio La Matina. !!!
Per curiosit… ma anche per obiettiva rilevanza, trascriviamo
il primo atto di battesimo: ''Die 8 xbris (1553), lu figlio di
Girolamo La Lione alias Inferno nomine Mariano (Š stato
battezzato). Li compari: mastro Jacomo Picuni e mastro
Agustino Sarachi; la commari Joanna di Puma di Petro.
Presbiter Vincenzo Colichia''. Quel che rileva Š la presenza
di ben due 'mastri' fra i padrini. Racalmuto, dunque, in quel
periodo non Š solo un centro contadino o una baronia
strettamente agricola sotto il dominio dei baroni Del Carretto
(questi - si sa - assurgeranno a conti nel 1576) ma un'alacre
cittadina con una diffusa maestranza. E' da pensare che
siffatta maestranza fosse preminentemente edile. Castello
baronale, espansione urbana e costruzione di nuove chiese
determinavano, di certo, un boom edilizio cui soccorrevano
muratori locali e specialisti dei pi— evoluti centri vicini.
Riscontriamo, cos, cognomi che stanno a testimoniare
l'origine di molti immigrati: Giuliano di Girgenti; Agostino
di Modica; Gian Antonio Piemontese; Pietro di Aversa; Vitu lu
Sardu; Giseppi di Milazzo.
E' da escludere, per•, che allora Racalmuto fosse un
paese minerario. Lo zolfo diverr… rilevante solo a met…
dell'ottocento, in ispecie dopo l'introduzione dei forni
ideati dall'ing. GILL. !!
Come nota di costume, Š da annotare che ogni battesimo era
assistito da due padrini. Costoro - piuttosto ricorrenti - non
sembrano legati da vincoli di parentela con la famiglia del
battezzato, ma appaiono pi— che altro in veste di notabili: la
gente di rispetto di allora. Se Š cos, la loro ricognizione
ha un certo peso: Antonio Montiliuni, Nardo Falletta, Bartolo
Brucculeri, Cosimo Macaluso, Paolo Rosina, Pietro Vurzellino,
Nardo di Alaimo, Jacomo Blundo, Mariano Agro', Bastiano
d'Acquista, Lorenzo Curto, Paolo di Vigna, Nardo di Mule',
Santo di Puma, Francesco di Giglia, Nardo La Licata, Antonio
Parisi, Michele Taibi, Pietro Varneri, Cesare d'Acquista,
Stefano Busuito, Pietro di Gueli, Antonino Giglia, Mariano di
Mule', Jacopo Giarrizzo, Paolo Murriali, Girolamo Volpe,
Lionardo La Lumia, Bastiano Macaluso, Pietro di Puma, Giovanni
La Licata, Mariano La Lumia, Andrea Lo Brutto, Antonio Lo
Brutto, Minicu Nalbuni, Pietro Alfano, Nino La Mendola, Pietro
Taibi, questi i maggiorenti della Racalmuto di met… secolo
quindicesimo. Gli atti di battesimo ci dicono anche che il
notaio di allora era Matteo Damiano. Dato che conferma, per
altro verso, l'importanza di Racalmuto ove esercita con
profitto un professionista notaio. !!
Accanto ai 'compari' di battesimo abbiamo la 'commari'.
Codesta non ha rapporti di parentela o di affinit… coi
padrini, non Š mai la moglie di uno di questi. La sua funzione
sembra essere tutta religiosa. A lei si affida il compito
della futura educazione del neonato. Talora la
madrina Š una suora o una delle tante terziarie (francescane,
agostiniane, etc.) Doveva comunque trattarsi di pie donne,
assidue frequentatrici della chiesa Madre. Quando si aveva una
battezzanda, a costei spesso si
dava lo stesso nome della 'commari' a
comprova che in ogni caso la figura della 'madrina' era molto
considerata. Ne forniamo un primo elenco: Giovanna di Puma;
Paola di Nunzia; Fiuri Salvagio; Girolama La Mantia; Graziella
Murriali; Angela la Guarnera; Angela Vella; Laura Bucculera;
Giovannella La Mantia; Billizza Laudica; Giovannella Sansone;
Sabella Di Liberto; Caterina Laurita; Ioannella Tudisca;
Caterina La Licata; Francesca la Taverna; Betta la Biunda;
Joannella la Puma; Joannella la Belloma; Pitruzza Terranova;
Lorenza la Curdara; Girolama la Miliota; Francisca la
Murriala; Paola Garlisi; Caterina Sanfilippa; Bianca la
Spagnola; Caterina la Garlisa. !!!
Dal dicembre 1553 all'agosto 1554 sono stati dunque registrati
n. 105 battesimi. Non Š pertanto infandato pensare che le
nascite annue si aggirassero sulle 140. Il TINEBRA MARTORANA
(cfr. il suo RACALMUTO: memorie e tradizioni, pag. 105)
riferisce che Racalmuto contava nel 1548 890 case e quasi 4000
abitanti (ascesi nel 1595 a 4447). Se cos Š, il quoziente di
natalit… a met… del secolo XVI era del 35 per mille, alla
stregua di quanto registrato nel 1901 per tutta la Sicilia, ma
molto al di sotto del quoziente della stessa Sicilia avutosi
nel 1861 (42,20 per mille), stando allo studio di Gino
Longhitano: la dinamica demografica (in La Sicilia, volume
della Storia d'Italia, ed. Einaudi, pag. 987). !!!
La mortalit… infantile dell'epoca era molto alta, come vedremo
analizzando i libri dei morti della stessa Matrice, cos come
era breve la vita media. Nell'ambito dei 105 battezzati,
abbiamo una prevalenza di maschietti (55) sulle bambine. !
I nomi sono quasi tutti gentili: abbondano i Francesco,
Angelo, Giuseppe, Pietro, Natale, Girolamo per i maschi;
Giovanna, Stefana, Antonina per le donne. Al contempo,
affiorano nomi graziosi come Giovanna Chiara, Palma, Novella;
Giulio, Rodamonte, Barnaba, Marco, Ottaviano, Bartolo.
Non sono ancora diffusi nomi del tipo: Calogero (nome
diffusosi attorno al 1750) o Crocifissa o Salvatrice. !!!!
RACALMUTO NEL 1564 !!!!
Il quinterno successivo riguarda il 1564: dunque dieci anni
dopo. E' diviso in due parti: la prima attiene ad alcuni
introiti da matrimoni celebrati; la seconda contiene le
annotazioni sui crediti vantati per battesimi.Illeggibili le
prime due colonne e neppure agevole la lettura delle altre per
la consunzione del tempo. In ogni caso, abbiamo traccia di ben
38 matrimoni che se riguardano un anno intero comportano un
quoziente di nuzialit… pari a 9,5 per mille (mantenendo fisso
il numero di abitanti in 4.000) ben superiore a quello del
1861 dell'intera Sicilia (7,33) e del 1901 (7,43), riferendoci
sempre allo studio del LONGHITANO prima citato. Si pagavano 2
tari' e 7 grani per essere 'inguaggiati et spusati'. !!
A titolo meramente indicativo, trascriviamo due registrazioni
matrimoniali, le quali invero sono le sole che abbiano una
qualche compiutezza; il resto non Š apparso suscettibile di
integrale decifrazione. Al n. 39 si ha dunque: '' Matte' di
Noto f. di Luca et Joannella di Noto cum Angiluzza f. di
mastro Jacumu et Betta di Blundo in g. et sp. (inguaggiati et
spusati), p.nti (presenti) Lisi La Regina, Antonino Labbati et
Francesco Bucculeri Chillici.....tt. (tari') 2 e 7 (grani).
PAGAU.' Al n. 36 abbiamo: ''Adi' 26 ditto (26 agosto 1564) -
Petru Sfirrazza f. di Nardu et Pina di Sfirrazza cum Diana f.
di mastro Bastiano et quondam (fu) Sicilia di Nobili, presenti
Santu Curtu, Cesari di Puma et Nardu di Miceli'. Nel
complesso, per quel che si riesce a decifrare, veniamo a
conoscere gli estremi delle nozze fra le seguenti famiglie: un
Falletta con Joannella Alaimo; Juliano di Pani con Vincenza di
Averna; Luciano Pirrera con Antonella di Minico; un Arrigo con
Lauria Puma figlia di Jacomo e Rosa Puma; un La Matina con
Rosa di Blundo; un Casali con una Mule'; un Napuli con Agata
Santangela; un Sanfilippo con una La Rocca; un altro
Sanfilippo (Nardu) con Narcisa Arrigo; Paolino Romano con
Sabella Vulpi; Agustino Facciponti con Cuntissa Lu Portu;
Cesaru Picuni con Lauria La Licata Infernu. Il matrimonio tra
Cataldo lu Porco e Vincenza Pisano dovette essere di rilievo
se tra i testi troviamo 'don Cesaro lo Carretto' che ha tutta
l'aria di appartenere ai locali baroni del Carretto. Tra
genitori e testi rileviamo ben 6 'mastri': mastro Francisco
di Girgenti; mastru Vartulu Raspanti; mastro Antonino
Cacciaturi; mastro Jacumu di Blundo; mastro Pompeo Pisano e
mastro Bastiano di Nobili. Anche da questi dati, abbiamo la
conferma che a Racalmuto del '500 le maestranze erano vaste ed
operose. Se i cognomi sono indicativi, resta fondata l'ipotesi
di tanti immigrati a Racalmuto nel settore dei mestieri.
Cognomi come Jo Antonio Piamontisi, Jo Sequales e Nardo
Montiliuni fanno pensare ad una locale burocrazia proveniente
dal di fuori della Sicilia, ed in un caso di indubbia origine
spagnola. Altre famiglie di spicco sono reperibili fra !!
quell'incerta documentazione matrimoniale. Segniamo qui: La
Mantia; Carlino; Asaru; Palermo; Cullura; Vaccari (Pietro),
Amella; Tabuni; Taibi; Scibetta; Cavallaru; Costi; Vella;
Virtulino e Castronovo. !!!!
La seconda parte del fascicolo Š di natura meramente
contabile, anche se concerne alcuni battesimi celebrati nel
1564. E' tenuta a doppia colonna: da una parte la causale e
dall'altra l'andamento del credito. Sembra che si tratti
dell'affitto di alcuni indumenti battesimali: coxini (piccole
cotte), tovaglie; collaricchi (collettini); falde; cordelli
russi (cordoncini rossi); faxe (fasce); vilo di sita (velo di
seta); chiumazzella (piccolo cuscino); falda di pannizzu. La
tariffa Š fissa: tt. 1 - 10 (un tari' e 10 grani). Nella
seconda parte del registro, viene segnata una formula usuale:
'divi aviri...tt.1-10'. L'evidenza risulta alla fine cassata
con un grande taglio a forma di 'X'. I dati, riferendosi a
soli n. 34 battesimi che vanno dall'ottobre 1563 all'agosto
1564, fanno pensare, appunto, ad un affitto di indumenti e
fanno arguire che il resto dei battesimi ( per lo meno, altri
110) di quell'anno sia avvenuto con vestiario di propriet…,
oppure, pi— verosimilmente, senza orpelli. !
Il documento testimonia del dialetto siciliano dell'epoca che
non sembra discostarsi di molto da quello attuale. A tal fine
segnaliamo altri lemmi ed alcune espressioni: 'nu morsu di
pezza'; 'si ristau per lu dittu debitu'; 'divi aviri'; 'uno
coxino cun lu pertuso'; 'divi aviri tt.1-10 e l'appi patri
Nicola'; 'un coxino cu li lenzi russi et una tovaglia
intagliata cu li fiuri'; 'uno coxino et una tovaglia vecchi';
'jennaru'; 'maiu'; 'virdi'; 'cu certi pannizzi'. !!
Se quelli che pagavano un tari' e 10 grani per agghindare i
battezzandi erano gli appartenenti al ceto medio della
Racalmuto del cinquecento, eccone il significativo elenco:
Natali Falletta; Nuzzu Cozzu; Matte' Montiliuni; Jo Macaluso
di Nardu; Antonino di Polito; Pietro La Matina; Francesco
Virguni; Philippo La Licata di Antonino; Andria Chinnirella;
Antonio di Liberto; Pietro di Lintini; Jacomo Casuccia (che
esige 'uno coxino cu li cordelli russi'); Marco Calichi;
Juliano di Pani (che vuole 'una faxa cu certi pannizzi et uno
collaricchiu'); Paolo Amorella; Simuni Vitellu (anche qui si
ha 'uno coxino cu li cordicelli russi'); Antonino Cardala;
Antonino Lu Sardo; Antonino Amella; Francesco Romano; Cola di
Migliuri; Petru Randazzo; Battista Rizzu; Cola Bucculeri;
Pietro Purcello; Antonino Borsillino (che pretende 'un coxino
cu li lenzi russi et una tovaglia intagliata cu li fiuri'
sempre per un tari' e 10 grani); Antonino Rizzo di la Favara;
Jo Antonio di Puma; Bastianu Macalusu; Martinu Catanisi;
Antonino di Benedittu; Girolamo Gargo e Jo Collura. !!!!
L'ESPLOSIONE DEMOCRATICA DEL 1570-1571 !!!
La nostra ricerca si estende
ad un fascicolo di battesimi che dal primo
di ottobre del 1570 ci conduce passo passo fino al 9 ottobre
del 1571. Segue un elenco di donne per la
gran parte coniugate. I primi tre fogli sono illeggibili per
l'inchiostro sbiaditosi nel tempo per effetto di acqua
cadutavi sopra. Il senso di quell'elenco sfugge del tutto.
Eccone alcuni stralci: !
- Geronima m. (moglie) di Santo Favara; !
- Geronima m. di Nino Barba; !
- Vicenza la Pitruxella; !
- Antonia la Pantanedda; !
..... !
- Lauria m. di Nardo lu Sardo; !
- Antonella m. di Jacubo Barba; !
- Margarita m. di Paulino Boscarino; !
...... !
- Margarita la Manna; !
- Catrina la Pitruxella. !!
Il fascicolo - come altri della specie, del resto - fu
soggetto ad attento esame nel settecento, interpolato e forse
manomesso. In un punto viene cos annotato con bella
calligrafia del '700: 'Die 3 Aprilis 1571. ALGOZINI Archip.r
1731'. !!
Se le manipolazioni del '700 non hanno del tutto falsato la
raccolta di atti battesimali, siamo in presenza di un dato
attestante una vera esplosione demografica in quel frangente:
trattasi di ben 238 atti di battesimo, che, se ristretti ad un
periodo di un anno intero, scendono a 229 battesimi
rappresentanti un quoziente di natalita' - ipotizzando la
popolazione di allora in 4500 abitanti - del 50, 89 per mille
che risulta incrementato del 45,4% rispetto al quoziente prima
calcolato per il 1554. !
Notiamo, pure, una inversione di tendenza: la natalit…
infantile femminile Š, ora, maggiore di quella maschile (il
52,10% sulle nascite complessive del periodo ammontanti a
238). Si snodano, in questo documento, i capostipiti
dell'intero tessuto familiare racalmutese, per la gran parte
ancor oggi presente. Oltre ai cognomi prima annotati,
emergono le varie famiglie dei Gagliano, Vivona, Conti, Vento,
Graci, Russello, Judici, Dinolfo, Micciche', Zauna, Curdaro,
Lo Re, Falarifixi, Falci, Taverna, Ciraulo etc. !
Notiamo qui - e ci• varr… per tutto il Cinquecento - che le
grandi famiglie dell'Ottocento quali i Matrona ed i Tulumello
non sono ancora apparse nelle carte parrocchiali della
Racalmuto dell'epoca. !
Le maestranze si accrescono vieppi—; emergono, infatti, i
seguenti 'mastri': m.o Mariano Pitruxella, m.o Andria
Castronovo; m.o Giuliano Giglia; m.o Paolo Castronovo; m.o
Paolo Brigantino; m.o Jacomo Puma; m.o Pietro Moranda; m.o
Julio Cannatello; m.o Jo Gulpi; m.o Minico Genua; m.o Carlo
Facciponti; m.o Pietro di Girardo; m.o Giuseppe Blundo; m.o
Gian Battista Romano; m.o Gerlando Arrigo; m.o Antonino
Tabuni; m.o Antonuzzu di Arnuni; m.o Antonino Jacupunello;
m.o Francesco Pitricella, m.o Arrigo Presti, m.o Arrigo
Benigno, m.o Giuseppe Cacciaturi, m.o Francisco Cacciaturi,
m.o Pasquali lu Longu, m.o Mariano Simuni, m.o Antonuzzu
Millardu, m.o Gireri San Mariano. m.o Arrigo Bino
e m.o Antonino Falletta. 29 'mastri' non sono pochi,
oltre il 10% dei nuclei familiari menzionati. Alcuni
di loro - quali il Genua, lo
Jacupunello, il Moranda, il Brigantino - fanno congetturare di
essere 'mastri' immigrati. Racalmuto prospera pu• permettersi
ora per lo meno due notai: il notaro Benedetto di Amella, che
padre di un bambino gli da' l'inconsueto nome di VENTIANO, ed
il notaro Cola Montiliuni. Personaggi di spicco non mancano e
questi vengono ossequiati spagnolescamente anche negli atti
austeri dell'archivio parrochiale con un rispettoso 'don'.
Rientrano fra tali gentiluomini della Racalmuto del 1571 'don'
Filippo La Tona e 'don' Pietro Sabella. !
Le testimonianze sul clero di Racalmuto in quel torno di tempo
sono segnatamente esplicative di una presenza assidua e di una
composizione molto numerosa, segno di un centro molto
importante e relativamente ricco di mezzi di sostentamento per
sacerdoti laici e regolari, ed anche per suore. Tra le
madrine, in cinque battesimi figurano religiose. Due di loro
- Soro Palma di Aidoni e soro Palma di Jandridochi - hanno
l'aria di forestiere che dovettero ben trovarsi a Racalmuto,
tanto da venire chiamate a fare da 'commare'. !
Il folto clero annovera: don Gerlando e don Vincenzo Averna,
don Giovanni Cacciaturi, don Antonino d'Auria, don Giuseppe
Garambula, don Antonino La Matina, don Antonino Lumia, don
Michele Miccichi, don Filippo Macina e don Giuseppe Nicastro.
Son dieci sacerdoti che hanno officiato nei battesimi e sono
quindi da considerare attivi, in qualit… di cappellani.
Qualche volta vengono chiamati a fare da 'compari': capita a
don Vincenzo Averna, a don Michele Miccichi
e a don Giuseppe Garambulo. Un altro
sacerdote Š presente talora ai battesimi come 'padrino' senza
officiare e trattasi del 'presbiter' Monsirrato di Agro'. !!!
LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONTINUA ANCHE NEL 1576 !!!!
Risparmiato dalle ingiurie del tempo e giunto fino a noi Š un
altro interessante fascicolo che raccoglie di atti di
battesimo dal primo novembre 1575 al 28 maggio 1576. Sono
segnati n. 167 battesimi. In ragion d'anno, pu• sostenersi che
nacquero in Racalmuto sui 285 bambini e cioŠ vi fu un
quoziente di natalit… superiore al 60 per mille (incremento
del 19,69% rispetto a cinque anni prima). L'attendibilit… del
calcolo non sembra dubitabile, a meno che la popolazione
dell'epoca fosse ben maggiore dei 4700 abitanti accreditati. !
La presenza dei del Carretto Š ora testimoniata dalla
circostanza che una Betarice del Carretto acconsente a fare da
'commare' l'11 dicembre del 1575 nel battesimo di una bambina
Vincenza, figlia del notabile Pietro di Agro'. Il padrino Š
Vincenzo Canigliaro. Celebra il battesimo padre Vincenzo di
Averna che abbiamo gi… conosciuto fra i cappellani operanti in
Racalmuto nel quinquennio precedente. !
L'espansione demografica porta ad un accentuarsi
dell'omonimia: il soprannome o la 'ingiuria' si diffonde ai
fini di evitare confusione. Tali soprannomi sono spesso
rivelatori di aspetti sociali ed economici non proprio
trascurabili. Qualche Sfiraza Š contraddistinto come un
Falchotta (che lascia pensare a qualche feudo di propriet…)
per distinguerlo da un omonimo che viene invece indicato come
Tuminello o da altro chiamato pure Bozaro; un Ruggeri Š
soprannominato Scaccia con evidente riferimento alla localit…
ancor oggi cos indicata; Antonella Montana Š intesa come 'lu
Caliato'; abbiamo cos un SALVO-BRIGALINO.
Altre 'ingiurie' palesano aspetti fisici o morali o
professionali. Gli Amella sono 'Granusi'; Lu Sardu Š Polito;
Cesaro di Agro' Š Mancuso; un altro Agro' Š 'lu Russu'; un
Amella risulta Predicatori; un Graci diviene Fellarangi
(affetta arance ?); Bartolomeo Vitale Š Catalano; Girolamo
La Licata risulta 'Critaro'. Alcuni doppi
cognomi stanno a significare l'unione di talune importanti
famiglie con la combinazione di matrimoni: abbiamo cos gli
AMELLA-BARTOLOTTA; i DORIA-CASUCCIO (e sembra qui che i DORIA
siano oriundi liguri come i Del Carretto, cui forse erano
legati da vincoli di parentela); i ROTULO-BATTAGLIA; i
MACALUSO-CURCIO, i MARTORANA-RE.
Si diffondono, del pari, cognomi
particolarmente espressivi: La Mendola; Provinzano; Marturana;
Introna; Blundo; Formusa; Pirrera; lu Brutto; lu Maligno; lu
Longo; Curto; Cacciaturi; lu Bello; Gulpi; La Matina; Lu
Chichiro; Bucculeri; La Lumia; Barberi; Bursellino; Balduni;
Bellomo; Pullicino; Gangarussa; Cavallaro; Lumbardo; Burgio;
La Cipolla; Termini; Cavarello; Jacuzzo; Favara; Tudisco;
Ristivo; Falletta; Amurella; Puma; Gagliano; Lu Conti;
Capoblanco; Picuni; Vaccari; Lupo; Pitralia; Picuraro;
Gulisano; Malaspina; Guastella; Crixafo; Firraro; Nalbuni;
Vigna; Cavaleri. !!
L'antica origine araba sempre comprovata dalla presenza di
cognomi quali gli Alaimo, i Macaluso, i Taibi, i Martorana
etc.: ceppi importanti ma non maggioritari. !
Mi sia qui permessa una divagazione molto personale: nel
fascicolo trovo - dopo un accenno ad un appartenente alla
mia famiglia del 1554 - un secondo riscontro della presenza
dei Taverna in quel di Racalmuto. Il 26 febbraio del 1576 i
coniugi Paola e Mariano Amella-Cimbiririllo battezzavano il
loro figliolo Rocco.
Veniva chiamata a far da 'commare' Francesca 'la muglieri di
Jacumu Taverna'. 'Lu compari Rugeri La Scalia'. L'Amella Š un
'mastro'. Per altro verso, abbiamo una ulteriore riprova che
la funzione della 'madrina' Š essenzialmente di natura
religiosa e non sussiste ancora l'usanza di utilizzare coniugi
o parenti per la coppia di padrino e madrina. Quanto afferma
Maria Pia Demma ( cfr. il suo 'Percorso Biografico e
Artistico' in Pietro Asaro "il Monocolo di Racalmuto",
Racalmuto 1985. pag. 30) non risulta fondato. NŠ nel caso
della nostra antenata nŠ nella copiosa documentazione sulla
composizione delle coppie di 'compare' e 'commare' i 'padrini
erano scelti fra le coppie di sposi, diversamente da quanto
afferma la Demma. Se quindi un Pietro Asaro risulta presente a
Racalmuto 'come padrino di battesimo di una bambina', la
circostanza che vede in quel battesimo come madrina
una certa 'Antonia Fubella' non significa affatto che il
'd'Asaro non era ancora sposato'. La Demma, del resto, non da'
per 'probante' la circostanza. I nostri documenti comprovano
la totale irrilevanza dell'evenienza. !
Varie volte Š stata sottolineata la peculiarit… del ruolo
delle 'madrine' nei battesimi. Fra le pi— ricorrenti abbiamo:
Vincenza Casuccio-Doria; Vincenza di Salvo; Laura Vinciguerra;
Caterina Pitralia; Betta Capoblanco; Fiuri Camalleri; Mariella
di Giglia; Fiuri di Gasparo; Juannella di Amella; Margherita
la Guastella e Bianca Cavaleri. Sora Palona e Suor Giulia La
Licata sono suore apprezzate se vengono chamate a fare da
'madrine'. !
Il clero ministrante Š ora composto da: padre Lisi
Provenzano; don Vincenzo Averna (quello operante anche nel
1571) e solo per un paio di battesimi, alla fine di maggio del
1576, ritorno padre Gerlando di Averna. !
Giovan Battista Montiliuni Š sempre il notaio del paese: Š il
'padrino' di Stefanella Caterina, figlia di Antonino e
Marchisa Sauni. La madrina Š, invece, 'Maruzza muglieri di
Lixandro La Barbera'. !!
Si accrescono le maestranze locali. I nomi nuovi sono: m.o
Paolo Bucculeri; m.o Francesco Balduni; m.o Rugeri La Scalia;
m.o Matte' Bucculeri; m.o Antonino Montana; m.o Paolo
Cacciaturi; m.o Gasparo Montiliuni; m.o Rugeri di Salvo; m.o
Pasquale di Lungu; m.o Giacomo Bursellino; m.o Angilo
Favarisi; m.o Antonino Alletto e m.o Paolo La Cipolla. !
Una curiosita': il primo gennaio 1576 vengono battezzati due
gemelli Francesco e Giuseppe, figli di Michele Salvagio: la
coppia dei padrini Š costituita da Gerlando Marturana e da
Giuliano Lo Sardo; la madrina Š Caterina Pitralia. !!
RACALMUTO NEL 1584 !!!!
Gli atti battesimali a nostra disposizione per questa prima
ricerca ci portano, con un salto di otto anni, al 1584. Il
relativo fascicolo appare manomesso varie volte (prima nel
settecento e poi in questo secolo). Le registrazioni
riguardano il periodo 30 dicembre 1583-25 ottobre 1584, ma per
disordine iniziale e successiva manomissione non risultano in
regolare successione. Nel primo foglio sono annotati battesimi
relativi ai giorni 21, 24, 25 e 27 'Januarii'. L'indicazione
dell'anno 1584 in testa ed a margine sinistro del foglio Š del
'Settecento ma Š attendibile. Giunti al 26 settembre 1584 (la
precisazione che trattasi della XIII indizione Š autentica e
corretta essendo in uso la periodizzazione 'bizantina') vi Š
un salto al 30 dicembre (1583, precisa il notista del
Settecento). Gli atti proseguono quindi regolarmente per il
periodo 30 dicembre 1583-20 gennaio 1584 per riprendere le
interrotte trascrizioni relative al settembre 1584. Il
fascicolo Š cucito con tale interpolazione e tutto lascia
pensare che la confusione sia avvenuta nella ricognizione del
diciottesimo secolo. Fu in questo secolo che si ebbe in
Agrigento la visita apostolica del De Ciocchis che impose il
rispetto delle direttive romane in materia di tenuta degli
archivi ecclesiastici (sul De Ciocchis cfr. Paolo Collura -
Le piu' antiche carte dell'Archivio Capitolare di Agrigento -
Palermo 1961, pag. X). Scrive il Collura: '...per trovare il
primo dettagliato, se non completo, inventario del Tabulario
agrigentino bisogna aspettare il 1741-1742, anno della visita
del diligentissimo mons. Angelo De Ciocchis: egli prescrisse
l'applicazione delle sagge norme dettate da Benedetto XIII
nella bolla MAXIMA VIGILANTIA del 1727'. La prescrizione valse
evidentemente anche per l'archivio parrocchiale di Racalmuto.
La bolla, comunque, ebbe in luogo i suoi effetti gi… prima,
come dimostra l'annotazione dell'arciprete Algozini fatta nel
1731 sul registro dei battesimi del 1571 che abbiamo avuto
modo di segnalare. !!
Ricostruito l'ordine cronologico di quegli atti battesimali,
abbiamo conferma della crescita demografica di Racalmuto. Dal
30 dicembre 1583 al 25 ottobre 1584 si hanno 194 battesimi,
con un quoziente di natalit… in ragione di anno calcolabile
sul 54 per mille (inferiore a quello del 1576, ma pur sempre
elevato). !!
Ora, per•, sono i maschi ad avere il sopravvento sulle femmine
(108 contro 86). I battesimi si concentrano in gennaio (27),
febbraio (27), maggio (17), settembre (29) e ottobre (21); si
diradano a marzo (14), aprile (12), giugno (13), luglio (15) e
agosto (16). Natalit… invernale ed esodo estivo nelle campagne
possono spiegare il fenomeno. !
Segnaliamo la nuova composizione delle maestranze tra le quali
ora figurano: m.o Paolino di Conti; m.o Giseppi di Pino; m.o
Antoniuzzu Travali; m.o Paolo d'Amico; m.o Luciano La Manta;
m.o Pietro di Naduri; m.o Nardo di Noto; m.o Baldassaro
Baruni; m.o Paolo Docturi; m.o Currao Buxema; m.o Julio
Castella; m.o Leonardo Carniglia; m.o Cesaru Buxemi; m.o
Josephi Infantino; m.o Angilo Madona; m.o Vincenzo Todaro; m.o
Masi Bonsignore; m.o Francesco Bavemi; m.o Giseppi la Vigna;
m.o Antonio Bosa; m.o Rodolfo Teraso; m.o Vincenzo Barba; m.o
Paolo Roxi, oltre a taluni
'mastri' operanti gi… nei precedenti anni. !!
Ma sono i notabili che divengono piu' numerosi e rispettati.
Alla spagnola, alcuni di loro vengono ossequiati con un
altisonante titolo di 'Magnifico': 'magnifico' Š Giseppe di
Poma; Josephi La Lumia; Jacobo di Poma; Martino Rizzo. !!
La diffusione dello spagnolismo pure nella redazione di atti
parrochiali emerge dall'uso di titoli quali 'don', 'magister',
'dominus'. Negli atti del 1584 ci incontriamo con i seguenti
uomini di rispetto: 'dominus' Antonino Ciccarano; 'monsignor'
Raneri Fanara; 'magister' Narciso Giandardone; 'don' Agustino
Galione; 'monsignor' Gasparo Bona; 'monsignor marchese'
Jandodoni; 'missere' Joachin Martino Spagnolo; 'donna Di Lio
Catirnella'. Sono titoli onorifici che sembrano tributati a
'forestieri' eccellenti: quei cognomi erano e sono inconsueti
a Racalmuto. !
In pieno stile spagnolesco questo atto di battesimo del 23
maggio 1584: ' Die 23 di majo - Francesco figlio di lu
magnifico Josepi e la magnifica Margaritella La Lumia fu
batizato per me don Paolino Paladino. Lu cumpari fui lu
magnifico Balsamo (punto corroso); la commari fui la magnifica
... la Galioto'. E' presente nella vita cittadina il notaio
Giseppi Curto. !
La documentazione del 1584 ci fornisce molti elementi sul
clero locale. Sappiamo per certo che a partire per lo meno
dall' 11 settembre 1584 arciprete di Racalmuto Š don Michele
ROMANO. Cappellani sono di certo: don Monserrato di Agro'; don
Francesco Nicastro; don Joseppi d'Averna; don Paolino
Paladino; don Lisi Provinzano. Fra i padrini di battesimo
troviamo: don Jo Macaluso e il 'diacono' Leonardo Spalletta
(che dal febbraio 1584 viene indicato come 'presbiter'). Si
desume che, mancando ancora il Seminario, gli aspiranti al
sacerdozio si formassero presso la locale chiesa madre: in
loco ricevessero gli ordini minori e quindi la consacrazione
sacerdotale. Nel frattempo operavano perfettamente inseriti
nel contesto sociale del centro urbano, tanto da venire
chiamati, ad esempio, quali 'padrini' nei battesimi e,
vedremo dopo, anche quali 'testi' nei matrimoni. !!
Il crescente inserimento delle monache nel tessuto sociale lo
desumiamo dal diffondersi del costume di chiamarle a 'madrine'
nei battesimi. Gli atti ci testimoniano delle seguenti
'commari' suore: soro Gianna Randazzo; soro Lauria di
Murriali e soro Michelina la Corta. !!
Il 24 settembre 1584 Lisabetta La Nobili battezza il suo
figlioletto Francesco avuto da una relazione illegittima:
Padre Francesco Nicastro esplicitamente annota che 'lo patri Š
incognito'. Di spicco sono i padrini: 'lo compari fui mastro
Cesaro Buxemi et la commari fui Vincenza la Casuccia'. Tra i
cognomi ora invalsi quelli pi— significativi ci appaiono:
Ragusa; Xangula; Vircico; Fuca'; Cianciana; Modica; Naduri;
lu Grecu; Di Falco; di Capitano; Balgiso; Bordonaro; di
Vutera; Turrimuzza; Castagliuni; Caltanissetta e la Saragura. !!
Un atto di battesimo ha attirato la nostra attenzione e lo
riportiamo per intero in omaggio a Leonardo Sciascia. 'Die 5
settembris XIII Indictionis 1584: Marta figlia di Filipo e
Marucza di XAXA (id est: Sciascia) fuj batizata per me don
Paulino Paladino. Lu conpari fuj Gilormo lu Conti (il conte
Girolamo del Carretto?); la comari fuj Francesca mj (muglierj)
di Bernardo Bocoleri':