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mercoledì 3 gennaio 2018

Mia nipote ha compiuto 18 anni nel natale scorso. Quest'anno andrà a votare. Come voterà? Non lo so io, non lo sapete voi e forse ancora non lo sa lei. Lei vive la vita, noi - di una certa età - viviamo la morte. Le nostre paure le nostre fobie i nostri fallimenti non li riguardano. Di una cosa son certo: voteranno diversamente da noi. Loro sceglieranno quale domani dovrà esserci. Noi sempre con la palla al piede del nostro ieri. Noi sempre meno, loro sempre di più. E molti di noi abbiamo intelligenza e coraggio eticio per scegliere in accordo con loro, con i loro sogni, con le loro libertà, con le loro pazzie. Tanti tantissimi di noi, sui quaranta, cinquanta, sesst'anni, non sappiamo più a quale secolo apparteniamo, cosa vogliamo, se siamo ancora costruttivi, abili, efficienti. Solo moralismo sctrisciante sempre a danno degli altri. Già, per noi i cattivi, i corrotti, i ladri, i licenziosi sono sempre gli altri, propenedendo per giunta verso il discredito dei giovani: loro non sanno, loro non hanno ideali, loro non hanno morale. E ci scordiamo persino che parliamo dei nostri figli. E appunto per questo loro i vincitori, noi i vinti. Calogero Taverna . 

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