Sono e sarò sempre di più un grande ammiratore di Leonardo Sciascia. Ma ammetto che ho qualche perplessità quando il Grande Racalmutese il 31 agosto 1979, in quel di Racalmuto, si accinge a scivere: " Si tratta semplicemente di questo: che l'avere per tanti anni e in tanti libri inseguito i preti 'cattivi' inevitabilmente mi ha portato ad imbattermi in un prete 'buono'. Voglio dire: per la stessa attenzione, preoccupazione e ansietà con cui inseguivo i 'cattivi."
Non dico che si sbagliasse ma dubito che avesse potuto avere conoscenze dirette e approfondite di Colui che dichiara l'unico 'prete buono' che gli fosse capitato di incontrare.
Non dico che si sbagliasse ma dubito che avesse potuto avere conoscenze dirette e approfondite di Colui che dichiara l'unico 'prete buono' che gli fosse capitato di incontrare.
Lillo Taverna Gaetano Augello Il grande "amico" di monsignor Angelo Ficarra. Ho letto con grande interesse e con letteraria ammirazione l'introduzione al Suo libro dell'avv. Guadagnino. Da ispettore sempre diffidente ho voluto documentarmi. Dice l'avvocato:"Nel momento in cui il suo caso arriva alla Congregazione Concistoriale in persona del suo prefetto cardinale Adeodato Giovanni Piazza, mons. Ficarra (e qui ci sia consentita a titolo esplicativo la metafora giudiziaria) s...
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Adeodato Piazza
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Adeodato Piazza, O.C.D.
cardinale di Santa Romana Chiesa...
Sept. 53. Le cardinal Piazza rend visite au cardinal Saliège (1953) - 53Fi4938 (cropped).jpg
StemmaPiazza.JPG
Ut sint unum
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Incarichi ricoperti
Arcivescovo metropolita di Benevento
Patriarca di Venezia
Cardinale presbitero di Santa Prisca
Superiore generale dei Missionari di San Carlo
Presidente della Commissione Cardinalizia per il Santuario di Pompei
Segretario della Congregazione Concistoriale
Cardinale vescovo di Sabina e Poggio Mirteto
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Nato 30 settembre 1884, Vigo di Cadore
Ordinato presbitero 19 dicembre 1908 dal cardinale Aristide Cavallari
Nominato arcivescovo 29 gennaio 1930 da papa Pio XI
Consacrato arcivescovo 24 febbraio 1930 dal cardinale Basilio Pompilj
Elevato patriarca 16 dicembre 1935 da papa Pio XI
Creato cardinale 13 dicembre 1937 da papa Pio XI
Deceduto 30 novembre 1957, Roma
Manuale
Adeodato Piazza, al secolo Giovanni (Vigo di Cadore, 30 settembre 1884 – Roma, 30 novembre 1957), è stato un cardinale e patriarca cattolico italiano.
Indice
1 Biografia
1.1 Ministero sacerdotale
1.2 Arcivescovo di Benevento
1.3 Patriarca di Venezia
1.4 Curia Romana
2 Genealogia episcopale
2.1 Successione apostolica
3 Note
4 Voci correlate
5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Biografia
Ministero sacerdotale
Nacque a Vigo di Cadore il 30 settembre 1884 e fu battezzato col nome di Giovanni.
Entrato presto nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, il 7 agosto 1907 emise a Venezia i voti solenni prendendo il nome di Adeodato di San Giuseppe e, l'anno seguente, il 19 dicembre 1908, ricevette dalle mani del cardinale Aristide Cavallari l'ordinazione sacerdotale.
Fu insegnante di filosofia e teologia e, durante la prima guerra mondiale, cappellano militare.
Dal 1923 al 1929 fu segretario generale dei Carmelitani Scalzi, procuratore generale e consultore della Congregazione dei religiosi.
Arcivescovo di Benevento
Per scelta personale di Pio XI, che ne aveva altissima stima, fu eletto arcivescovo di Benevento il 29 gennaio 1930, carica che tenne per cinque anni fino al 1935.[1] Fu consacrato vescovo il 24 febbraio 1930 dal cardinale Basilio Pompilj.
Patriarca di Venezia
Papa Pio XI lo elevò al rango di cardinale presbitero nel concistoro del 13 dicembre 1937, allorquando lo stesso Pio XI lo aveva eletto patriarca di Venezia il 16 dicembre 1935. Nel 1938 pubblicò una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando tra l'altro: "Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni"[2][3].
Uomo di carattere risoluto, durante il secondo conflitto mondiale ottenne che grosse partite di derrate alimentari giungessero in città; insieme a mons. Olivotti iniziò un'opera di assistenza per migliaia di ragazzi bisognosi di cure e nei mesi più bui si adoperò presso gli alti comandi perché Venezia fosse dichiarata città aperta. In una lettera al cardinale Rossi del 6 dicembre 1943 sulla questione degli ebrei veneziani scrisse: "In particolare apprensione sono i battezzati dichiarati già o che saranno dichiarati in base alla nuova legge, di razza ebraica. Sono certo che la Santa Sede farà tutto il possibile per salvare questi infelici, la cui sorte non può non preoccupare la Chiesa. Per parte mia ho accennato al penoso problema suggerendo moderazione, al console generale di Germania residente a Venezia venuto a farmi visita privata".[4]
Nello stesso mese riuscì a convincere Hermann Goering a non allagare il territorio del basso Piave, azione che avrebbe richiesto lo sgombero di 30000 abitanti. Il 2 aprile 1945 fu proprio padre Giulio Mappelli, incaricato dal cardinale, ad accompagnare i membri del CLN al comando tedesco dove fu raggiunto l'accordo per l'abbandono di Venezia da parte delle truppe di occupazione. Denunciò, col vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, le barbarie dell'immediato dopoguerra che avvenivano in territorio giuliano, istriano e dalmata.
Curia Romana
Il 1º ottobre 1948 papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra congregazione concistoriale, e quindi cardinale vescovo il 14 marzo 1949.
Dal 1953 al 1954 fu presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Morì a Roma il 30 novembre 1957 all'età di 73 anni.
Altro...Arcivescovo metropolita di Benevento
Patriarca di Venezia
Cardinale presbitero di Santa Prisca
Superiore generale dei Missionari di San Carlo
Presidente della Commissione Cardinalizia per il Santuario di Pompei
Segretario della Congregazione Concistoriale
Cardinale vescovo di Sabina e Poggio Mirteto
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Nato 30 settembre 1884, Vigo di Cadore
Ordinato presbitero 19 dicembre 1908 dal cardinale Aristide Cavallari
Nominato arcivescovo 29 gennaio 1930 da papa Pio XI
Consacrato arcivescovo 24 febbraio 1930 dal cardinale Basilio Pompilj
Elevato patriarca 16 dicembre 1935 da papa Pio XI
Creato cardinale 13 dicembre 1937 da papa Pio XI
Deceduto 30 novembre 1957, Roma
Manuale
Adeodato Piazza, al secolo Giovanni (Vigo di Cadore, 30 settembre 1884 – Roma, 30 novembre 1957), è stato un cardinale e patriarca cattolico italiano.
Indice
1 Biografia
1.1 Ministero sacerdotale
1.2 Arcivescovo di Benevento
1.3 Patriarca di Venezia
1.4 Curia Romana
2 Genealogia episcopale
2.1 Successione apostolica
3 Note
4 Voci correlate
5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Biografia
Ministero sacerdotale
Nacque a Vigo di Cadore il 30 settembre 1884 e fu battezzato col nome di Giovanni.
Entrato presto nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, il 7 agosto 1907 emise a Venezia i voti solenni prendendo il nome di Adeodato di San Giuseppe e, l'anno seguente, il 19 dicembre 1908, ricevette dalle mani del cardinale Aristide Cavallari l'ordinazione sacerdotale.
Fu insegnante di filosofia e teologia e, durante la prima guerra mondiale, cappellano militare.
Dal 1923 al 1929 fu segretario generale dei Carmelitani Scalzi, procuratore generale e consultore della Congregazione dei religiosi.
Arcivescovo di Benevento
Per scelta personale di Pio XI, che ne aveva altissima stima, fu eletto arcivescovo di Benevento il 29 gennaio 1930, carica che tenne per cinque anni fino al 1935.[1] Fu consacrato vescovo il 24 febbraio 1930 dal cardinale Basilio Pompilj.
Patriarca di Venezia
Papa Pio XI lo elevò al rango di cardinale presbitero nel concistoro del 13 dicembre 1937, allorquando lo stesso Pio XI lo aveva eletto patriarca di Venezia il 16 dicembre 1935. Nel 1938 pubblicò una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando tra l'altro: "Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni"[2][3].
Uomo di carattere risoluto, durante il secondo conflitto mondiale ottenne che grosse partite di derrate alimentari giungessero in città; insieme a mons. Olivotti iniziò un'opera di assistenza per migliaia di ragazzi bisognosi di cure e nei mesi più bui si adoperò presso gli alti comandi perché Venezia fosse dichiarata città aperta. In una lettera al cardinale Rossi del 6 dicembre 1943 sulla questione degli ebrei veneziani scrisse: "In particolare apprensione sono i battezzati dichiarati già o che saranno dichiarati in base alla nuova legge, di razza ebraica. Sono certo che la Santa Sede farà tutto il possibile per salvare questi infelici, la cui sorte non può non preoccupare la Chiesa. Per parte mia ho accennato al penoso problema suggerendo moderazione, al console generale di Germania residente a Venezia venuto a farmi visita privata".[4]
Nello stesso mese riuscì a convincere Hermann Goering a non allagare il territorio del basso Piave, azione che avrebbe richiesto lo sgombero di 30000 abitanti. Il 2 aprile 1945 fu proprio padre Giulio Mappelli, incaricato dal cardinale, ad accompagnare i membri del CLN al comando tedesco dove fu raggiunto l'accordo per l'abbandono di Venezia da parte delle truppe di occupazione. Denunciò, col vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, le barbarie dell'immediato dopoguerra che avvenivano in territorio giuliano, istriano e dalmata.
Curia Romana
Il 1º ottobre 1948 papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra congregazione concistoriale, e quindi cardinale vescovo il 14 marzo 1949.
Dal 1953 al 1954 fu presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Morì a Roma il 30 novembre 1957 all'età di 73 anni.
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